4 luglio 2005
La vita che vorrei di Giuseppe Piccioni
Billy Nuzzolilo

 

 

Sannio FilmFest, il 4 luglio si proietta La vita che vorrei di Giuseppe Piccioni. Presenti il regista, la costumista e lo scenografo del film

 

(Benevento, 3 luglio 2005) Tre le proiezioni in programma il 4 luglio al Sannio FilmFest di S. Agata de’ Goti, l’unico festival del cinema in costume in Europa: si parte alle ore 18.30, presso la Saletta Mustilli, con la replica del film “L’amore ritrovato” di Carlo Mazzacurati; alle ore 21.00, presso la Sala Ostieri, la proiezione del film italiano in concorso “La Vita che vorrei” del regista Giuseppe Piccioni (con Luigi Lo Cascio, Sandra Ceccarelli e Galatea Ranzi); alle ore 21.30 infine, presso la Sala Umberto, nell’ambito della rassegna “Un regista e il suo scenografo; Garci sceglie Parrondo” verrà proiettata la versione originale con sottotitoli in italiano del film di Josè Luis Graci “El Abuelo” (con Fernando Fernàn Gòmez, Rafael Alonso, Cristiana Cruz).

 

Il regista del film “La vita che vorrei”, Giuseppe Piccioni, la costumista Maria Rita Barbera e lo scenografo e Mario Dentici parteciperanno alle ore 19.30 all’incontro-aperitivo in programma presso la Finestra Catalana e successivamente assiterenna alla proiezione del film. “La Vita che vorrei”, in lizza per il Capitello d’oro, narra la storia di Laura, poco più che trent'enne e con un incerta carriera di attrice alle spalle, che viene scelta come protagonista di un film in costume, una storia d'amore sfortunata. Sul set conosce Stefano, attore affermato ma reduce da un insuccesso, e tra i due nasce una storia che finisce sempre più per confondersi con quella del film che stanno girando. Laura e Stefano sono molto diversi e la al loro storia comincia a complicarsi... La storia ricorda molto quella dei romanzi ottocenteschi a metà tra "La Signora delle Camelie" di Dumas e l'opera lirica "La traviata" di Giuseppe Verdi, mentre gli espliciti riferimenti al mondo del cinema possono far tornare alla memoria scene di "Effetto Notte" di Truffaut. Resta, però, centrale nel soggetto del film la storia d'amore che travolge la doppia coppia, tanto quella degli attori come quelli dei personaggi ottocenteschi interpretati e che rende la visione piacevole. Un melodrammone stile "Catene" di Matarazzo, che negli anni '50 hanno deliziato le nostre mamme e nonne, in cui però si percepisce la raffinatezza dei dialoghi e la bravura del già consolidato duo Ceccarelli-Lo Cascio.

 

Va infine segnalato il grande successo di pubblico riscosso dalla preziosa esposizione di più di cinquanta costumi autentici provenienti dalla celebre sartoria Farani di Luigi Piccolo (dagli abiti di Jacques Fonteray e Carlo Rambaldi per il film culto “Barbarella” a quelli recentissimi di Alessandra Torella per “Tosca e le altre due” passando per gli abiti creati da Ezio Altieri per il film “Non ci resta che piangere” di Troisi/Benigni). La mostra, denominata “Buon Costume.

 

La sartoria Farani ieri, oggi, domani” è stata allestita all’interno della chiesa di San Francesco ed è affiancata dall’allestimento temporaneo di alcune opere dell’artista Mimmo Paladino (che ha partecipato all’inaugurazione) realizzate per l’opera lirica “Tancredi”, melodramma eroico in due atti di Gioacchino Rossini andato in scena al Teatro San Carlo di Napoli nel febbraio del 2002 per la regia di Roberto Andò. La mostra può essere visitata nei giorni feriali dalle ore 18.30 alle ore 22.00, mentre n! ei giorni festivi dalle ore 11.00 alle ore 13.00 e dalle ore 18.00 alle ore 22.00.

 

     

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