Sannio FilmFest, resi noti i primi nomi dei
vincitori dei Capitelli: Gabriella
Pescucci e Bruno Rubeo
(Benevento, 7 luglio 2005) –
Assegnato alla scenografa Gabriella Pescucci il
Capitello d’Argento alla carriera ed allo
scenografo Bruno Rubeo il Capitello d’Oro per la
sezione internazionale per il film “Il Mercante
di Venezia”.
Entrambi saranno a S. Agata sabato 9 luglio per
ritirare il premio nel corso della Notte dei
Capitelli, a cui hanno già preannunciato la
propria presenza Stefania Sandrelli e Lina
Wertmuller.
Gabriella Pescucci ha realizzato i
costumi per numerosi grandi film di successo
internazionale e rappresenta uno dei più grandi
talenti "tecnici" italiani che siano riusciti a
sfondare all'estero. Tra i suoi lavori
importanti, figurano film come "C'era una volta
in America", "Il nome della rosa", "La lettera
Scarlatta", "Sogno di una notte di mezza
estate", "Van Helsing" e "L'età dell'innocenza".
Bruno Rubeo ha avuto una fruttuosa
collaborazione con Oliver Stone con il quale ha
realizzato 4 film e nel 1989 ha ottenuto la
nomination al Premio Oscar per la scenografia
del film “A spasso con Daisy”.
L'8 luglio ultima giornata di proiezioni al
Sannio FilmFest, l’unico festival europeo sul
cinema in costume: si parte alle ore 18.00,
presso la saletta Mustilli, con la replica di
“Machuca” del regista Andrès Wood.
Sempre nell’ambito della rassegna “He aqui la
Espana” alle ore 21.00 presso la Sala Ostieri
l’anteprima nazionale (in versione originale con
sottotitoli in italiano) di “Tiovivo C. 1950”
del regista Josè Luis Garci (con Maria Adanez,
Francisco Algora e Manuel Andrès – scenografia
di Gil Parondo).
Presso la Sala Umberto, invece, alle ore 21.00
il film italiano in concorso “Il magico Natale
di Rupert” del regista Flavio Moretti con Gian
Maria Corolla, Piera Cravignani e Clara Droetto;
alle ore 22.30 il film internazionale in
concorso “Vanity Fair” della regista Mira Nair
con Reese Witherspoon, James Purefoy e Romola
Garai.
“Il magico Natale di Rupert” narra la storia di
un ragazzo con una passione per la tv e le
merendine, è ospite della temibile nonna
Porfiria per le feste natalizie. Mentre cerca in
soffitta le decorazioni dell'albero di Natale,
tra le svariate invenzioni accumulate da un
misterioso inquilino sparito, trova un paio di
occhiali 3D che rendono tridimensionali i
fumetti. Si trova quindi, incredibilmente, a
vivere in una realtà parallela. “Vanity Fair”
narra invece la storia di Becky, figlia di uno
squattrinato artista inglese e di una ballerina
francese, che resta orfana in tenera età. Fin da
bambina è sensibile al fascino di una vita più
agiata e ripudia il suo ambiente di origine.
Abbandona l'Accademia di Miss Pinkerton a
Chiswick, decisa a conquistare l'alta società
inglese con ogni mezzo a sua disposizione. Per
scalare le vette sociali ricorrerà a tutta la
sua intelligenza,astuzia e sensualità. L'ascesa
di Becky ha inizio con un lavoro come governante
presso l'eccentrico Sir Pitt Crawley, nella
campagna dell'Hampshire. Becky conquista le
figlie di Crawley e persino la ricca zia
zitella, Matilda. L'intera famiglia si affeziona
moltissimo alla giovane Becky, tuttavia, lei sa
che non riuscirà mai a far veramente parte della
società inglese fin quando non si trasferirà in
città, e accetta quindi l'invito da parte della
zia Matilda, di andare a vivere a Londra.
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