Ce steva 'na vota……..- 16-04-04 - Riccardo Affinito |
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Chissà quanti ricordano che negli anni 50, nel parco delle Terme di Telese, suonava un complesso di musicisti beneventani, diretto dal grande maestro Italo Cammarota, suonatore di violino, compositore e direttore d’orchestra, che a quei tempi insegnava musica nella Scuola Media M.D’Azeglio di Telese.
Lo ricordo come una persona alta e magra, gioviale e compagnone, che nonostante il suo straordinario talento musicale, non disdegnava “ ‘a partitella a briscola e tressette cu’ na magnatella sciué-sciué a base ‘e fave, pane frisco, presutto e vvino”.
Il suo repertorio musicale rispecchiava il suo temperamento; infatti si potevano ascoltare pezzi seri e compassati come Luna Caprese, Nu quarto ‘e luna, La cumparsita, ed altri più leggeri come ‘A tazza ‘e cafè e N’accordo in fa.
Ma Italo Cammarota fu anche un grande compositore, anche se rincresce dover constatare che le sue opere non raggiunsero mai il grande pubblico.
Tra le sue composizioni ricordo “ Nu munno ‘e bbene “ ma soprattutto “ ‘O guappo “, una macchietta napoletana interpretata dal suo fisarmonicista nonché professore di francese Tonino Sorgente. Più tardi, questa canzonetta, diventò il cavallo di battaglia di un noto macchiettista telesino di allora: Gino Affinito, mio fratello.
La canzone recitava più o meno così:
Erano i tempi in cui l’orchestra cominciava a suonare il giovedì sera; alle Terme si andava vestiti in maniera sobria ed elegante e per ballare con una ragazza bisognava chiedere il permesso ai genitori.
Erano i tempi in cui il Viale del Cerro era illuminato da luci colorate poste su entrambi i lati del ruscello, creando uno scenario incantevole, capace di sciogliere anche i cuori delle ragazze più diffidenti, guadagnandosi, per questa sua particolare peculiarità, l’appellativo di “ Viale d’’e nnammurate”.
Ai giovani telesini che non hanno avuto il privilegio di vivere tutto ciò, voglio indirizzare la stessa frase che un tifoso napoletano scrisse sul muro del Cimitero di Napoli quando il Napoli vinse il suo 1° scudetto:
- Guagliù…che ve site perze!!
Erano i tempi in cui i fratelli Guido ed Eduardo Minieri, coadiuvati dalle rispettive consorti Celestina Mascheroni e Marcella Silenzi, si occupavano ad anni alterni del parco delle Terme e del Grand-Hotel di Telese.
Dalle strategie di gestione dei fratelli Minieri, scaturiva ferma e sovrana la volontà di dare alle Terme un tocco di classe, che traspariva da ogni piccolo dettaglio: la cura dei giardini, la manutenzione dei viali, la scelta delle orchestre, la pista da ballo con luci psichedeliche, tutte cose che conferivano al complesso termale una sacralità che ci suggeriva di entrarvi in giacca e cravatta.
E non c’è alcun dubbio che la sig.ra Marcella Silenzi fu una grande ispiratrice e sostenitrice di tutte quelle politiche tendenti a rendere il parco delle Terme di Telese un luogo elegante ed accogliente, nel quale trascorrere periodi di vacanze serene.
Donna di grande personalità, energica e nel contempo gioviale, si occupava della gestione del parco delle Terme e del Grand-Hotel di Telese con grande perizia, mostrando in tutte le circostanze le sue naturali ed innate doti manageriali.
La sua vita fu costellata anche da atti eroici, specialmente quando durante l’occupazione post-bellica, dovette difendere il patrimonio aziendale correndo seri rischi personali.
L’Avv. Tullio Iannotti di Solopaca, ha dedicato un libro alla vita dela sig.ra Marcella, dal quale sono stati tratti i versi che si trovano scritti sulla lapide in suo onore affissa sul muro della vecchia Direzione Sanitaria delle Terme, e che, a mio modesto parere, sintetizzano egregiamente la vita e l’animo della persona:
Ringrazio il mio amico Mario Grillo per la cortese collaborazione.
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