12 novembre 2005
'A vigilia ‘e S.Michele
Riccardo Affinito

 

 

                                    ‘A vigilia ‘e S.Michele

 

Ripercorrendo i ricordi della mia infanzia, mi è tornato alla mente questo originale rito religioso che si celebrava il 7 di maggio di ogni anno  nel mio quartiere, “annanze addó Sant’Antuniello”. Le organizzatrici erano zi’ Angelamaria e Luisella. Eravamo negli anni 50.

 

Zì Angelamaria era la madre di Antonio Tammaro ed abitava “ncopp’’a Seneta” nelle proprietà di mia moglie Angelarosa.La ricordo come una donna energica e risoluta, dotata di grande fede cristiana che cercava di trasmetterci riunendoci nella sua casa ed insegnandoci canti e preghiere religiose.

 

Luisella, anche lei dotata di grande fede, era una donna buona ed onesta dall’atteggiamento umile e mite, che viveva da sola  “ ncopp’’a Seneta”, nelle proprietà di “zì Pascalino ‘americano”, e si procurava da vivere facendo i lavori più disparati anche se la sua occupazione pravalente era quella di  lavandaia.

 

Il rito iniziava verso le ore 20,00, dopo la chiusura vespertina dei negozi, con l’accensione di un grande fuoco. Una volta che il fuoco era avviato, si ritornava in casa per cenare e dopo circa un’oretta si ritornava fuori, quando il fuoco era al massimo.

 

Alla costruzione del fuoco, che per le sue dimensioni “era na’cosa seria”, partecipavano tutti gli abitanti del quartiere, ognuno con i prodotti più tipici della propria professione: tavole da imballaggio,  fascine di legno, pigne secche, “seggie vecchie” ecc., anche se il contributo decisivo lo dava mio zio Gigino, che gestendo un forno a legna aveva sempre a disposizione una scorta di legna in quantità industriale.

 

Si disponevano intorno ad esso 12 sedie  in forma circolare, che rappresentavano le 12 stelle che adornano la corona che cinge il capo della Madonna, e su di esse prendevono posto le signore più “rappresentative” del quartiere. Gli altri, “tutt’allerta”.

 

I ragazzi e le donne più giovani si disponevano a circolo dietro le sedie, ma a debita distanza, in modo che apparisse chiaro che le attrici della manifestazione erano le 12 donne che siedevano intorno al fuoco.

 

La posizione più comica l’assumevano gli uomini adulti del quartiere, i quali, per evidenti ragioni di pace familiare, partecipavano al rito, ma con un atteggiamanto un po’ defilato, facendo finta di stare lì per caso: in pratica “ se mettevano scuorno”. Erano altri tempi. Non c’è dubbio che oggi la cosa fa un po’ sorridere.

 

La manifestazione aveva un grande effetto scenico: un grande fuoco al centro e tutt’intorno un circolo di persone in preghiera, dava l’impressione di una famiglia riunita intorno al focolare, solo che questa volta la famiglia era rappresentata da tutto il quartiere.

 

Una volta esauriti i preliminari, si entrava nel vivo della cerimonia e zì Angelamaria iniziava la recita delle preghiere cominciando da quelle più conosciute per passare successivamente a quelle più tipiche della cerimonia:

 

E 12 son le stelle,

Maria s’incorona,

è scesa dal trono,

e in cielo se ne va.

Evviva Maria,

Maria evviva,

evviva Maria,

e Chi la creò.

                                             

Alla fine di ogni filastrocca le stelle diminuivano di una unità, passando a 11, a 10 ecc. e la preghiera si esauriva quando la stella diventava una sola.

 

Dopodiché, come atto finale della festa, si recitava questa preghiera in onore di S. Michele

 

Dei martiri del cielo,

Iddio Michele onora,

lodato in terra ancora,

il nome Tuo sarà.

Evviva S.Michele,

l’Angelo più possente,

su Telese e sulla gente,

S.Michele veglierà.

 

Queste cose, insieme a tante altre che  ho già scritto,  me le ha raccontate mia madre dal letto della clinica ove era degente, qualche giorno prima della sua scomparsa.

Benché il sua fisico non reggesse più al peso degli anni, aveva comunque conservato una mente vigile e lucida, che le permettevano di ricordare le persone ed i fatti nei minimi particolari.

Con lei se n’è andata uno dei più autorevoli testimoni di quegli anni.

 

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Il Cantastorie  Riccardo Affinito


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