5 novembre 2005
Civiltà per difendersi dalla barbarie
Fulvio Del Deo

 

 

Nuove scoperte e nuove tecnologie hanno sempre influito sulla società umana in maniera determinante, sconvolgendone gli equilibri, mettendone in crisi i valori e gli ideali.
Così, se è vero che dalla macchina a vapore è scaturita la rivoluzione industriale (con tutto ciò che ne è derivato) è altrettanto vero che, in un momento successivo, laddove la democrazia non era ancora consolidata, l'altoparlante e la radio hanno spianato la strada alle dittature. Questo, perché l'altoparlante rendeva concreto un sogno proibito: dava a un uomo solo la possibilità di dare ordini a un'intera nazione. Un duce in alto nell'altoparlante, con voce poderosa, i suoi sudditi sotto ad acclamarlo; così in Italia, come in Spagna, in Germania, in Portogallo ecc..

Fortunatamente, le tecnologie che caratterizzano il periodo attuale sono di natura opposta e permettono giusto il contrario: internet dà voce e visibilità a tutti indiscriminatamente, e il satellite (dai costi non più proibitivi) contribuisce ad abbattere le frontiere culturali fra i popoli e rende impossibile alle dittature di innalzare una qualsivoglia cortina di ferro. Per chi come me crede nella libertà e nella democrazia, è una grande conquista, è la premessa per un mondo più pacifico, per un'umanità composta di popoli che si capiscono e si rispettano, per un pianeta di poliglotti.

C'è chi invece guarda con crescente preoccupazione a queste nuove tecnologie globalizzatrici, perché ne sta venendo schiacciato: sono i dittatori.

Man mano stanno cadendo uno dopo l'atro, chi con rassegnazione, chi con la forza.

Qualcuno non ne vuole proprio sapere, si ribella e dà colpi di coda come un dinosauro in agonia

Uno di questi è il regime nazislamico che opprime l'Iran da 27 anni; un regime che dà l'asfissia, che sparge sangue e odio tutti i giorni. Un regime reso ancor più pericoloso dalla ricchezza di risorse del paese che lo subisce.

Il regime degli ayatollah, ben studiato a tavolino, fu imposto con violenza a un paese che, liberatosi dall'oppressione di una monarchia assoluta, cercava una propria strada verso la democrazia.

In una realtà multi-etnica e multi-confessionale quale era l'Iran, venne rispolverato il Corano per profanarlo, tirandolo in ballo a giustificazione di una barbarie che non è scritta da nessuna parte.

Cancellate praticamente tutte le tracce del passato non islamico del paese. 

Eliminata ogni forma di dissenso. 

Imposta la più rigida repressione sessuale con costumi da suore di clausura.

Una dittatura così ha un continuo bisogno di demonizzare il mondo, per non far sentire emarginati i propri sudditi.
L'Albania di Enver Hoxa era maestra in quest'arte: era capace di far vivere il suo popolo rinchiuso in quegli stretti confini, facendogli credere che il mondo fuori fosse tutto una grande schifezza. Intanto la sua radio trasmetteva in tutte le lingue per fare proseliti: si parlava di una società perfetta e comunista, pacifica e giusta, equilibrata e matura. Non appena il primo Albanese è riuscito a intravedere il mondo attraverso le immagini edulcorate della televisione italiana, il regime albanese si è dissolto come neve al sole.

In Iran internet è filtrato, non si ha libero accesso a tutti i siti. Chi ha il ricevitore satellitare, non lo fa sapere in giro, tiene l'antenna in casa ben nascosta anche se posizionata davanti a una finestra; chi ha il giardino la nasconde fra i cespugli. 

Antenne vietate in patria, ma numerosissimi i canali iraniani che trasmettono per l'estero.

«Nel nome di Dio misericordioso, buona sera», con queste parole si apre il telegiornale; che in realtà non è altro che propaganda allo stato puro.

 Anche loro, come la Radio Tirana dei tempi andati, trasmettono in un'infinità di lingue per fare proseliti nei paesi blasfemi.

La programmazione è varia e ben curata dal punto di vista tecnico e della fotografia. La grafica delle sigle molte volte è bellissima e ricorda le decorazioni delle moschee.

Ci sono programmi per bambini, telequiz, documentari, satira, fiction. Tutti rigorosamente infarciti di ideologia nazislamica anti-occidentale: definire bene un nemico contro cui scagliarsi è sempre un ottimo metodo per creare coesione all'interno di un gruppo sociale.

Un metodo questo, che però poteva andar bene nella povera Albania e soltanto all'epoca di Enver Hoxa... ma non sembra essere più valido oggi e di certo non può esserlo in quel paese colto, ricco e progredito che un tempo fu la grande Persia!

E, mentre lo sciocco pasdaran di turno infiamma le coscienze degli strati più sottomessi della popolazione scagliandosi contro il "demone sionista", gli scienziati sono al lavoro e si servono di formule chimiche e matematiche, non certo di versetti del Corano, né tanto meno di slogan antisemiti. 

Così, mentre i media si dedicano alle uscite a effetto di Ahmadinejad, da una base spaziale russa parte un satellite iraniano dotato delle più moderne tecnologie (fonte: IRINN)

In tutto il mondo, solo in Italia si manifesta in piazza, in 15000, contro le affermazioni demenziali del "presidente" iraniano. 

Affermazioni per nulla originali, visto che da due millenni e più, ogni giorno c'è qualche idiota in qualche angolo del pianeta che, in un modo o in un altro, ripete lo stesso concetto: 

"Israele deve essere distrutto", "Israele deve essere cancellato". 

Yasser Arafat lo ha anche messo per iscritto nella sua Costituzione e con questo si è meritato anche un bel Premio Nobel per la Pace.


(vedi: http://digilander.libero.it/thatsthequestion/fatah.htm

Calpestare i simboli del nemico, i simboli del demonio.

Che, in realtà, sono semplicemente simboli di libertà.

 

Gli ayatollah hanno detto che noi Italiani siamo manovrati dai sionisti, allora la TV Sahar ha subito preso provvedimenti: da oggi sull'audio B della sue trasmissioni, è possibile ASCOLTARE IN ITALIANO DEI FANTASIOSI SERVIZI GIORNALISTICI.

Fantastico, no!?

 

Alla manifestazione di Roma hanno partecipato numerosi musulmani, tra cui Iraniani e Palestinesi. E' stata una manifestazione di pace, rispetto e civiltà. Civiltà per difendersi dalla barbarie.

Spero che un giorno la ragazza qui in foto possa tuffarsi nel mare del suo paese grande e meraviglioso, per nuotare felice e libera. Con tutti i problemi che la libertà comporta.

Fulvio Del Deo

      

 

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