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DALL’INVIATO ENZO CIACCIO
Marano. «Il mio primo atto,
quando sono rientrato nelle
funzioni di sindaco, è stato
quello di annullare la delibera
con cui il commissario
prefettizio intitolava una
strada di Marano ai martiri di
Nassiriya. Ho annullato quella
delibera perchè per me non
esistono martiri a pagamento.
Quella gente non doveva morire,
ma i martiri non sono loro, che
erano lì a pagamento: martire è
Yasser Arafat, che si è
sacrificato per il popolo
palestinese. Perciò gli
dedichiamo una strada». Parola -
ed è un peccato, davvero - di
Mauro Bertini, sindaco di
Marano. Parola che nessuno
contesta, in quest’aula rigonfia
di democrazia che non si accorge
di recare offesa al sacrificio
di dodici giovani carabinieri (e
ai soldati, e ai civili) e ad
alta voce invoca il diritto «a
essere forsennatamente di
parte». Sala affollata, per
l’occasione. Spuntano in tanti,
con la kefiah addosso. Decine di
bandiere palestinesi nel vento
assai freddo, che buca le guance
e raggela pure qualche idea. Le
gigantografie di Yasser
troneggiano a grandezza
semi-naturale. Mattinata di
mobilitazione. L’equidistanza? È
un principio da rinnegare.
Sebbene tante siano le strade
pure se si sceglie di «essere di
parte». Ma oggi è il Grande
Giorno: si inaugura via Arafat.
Finalmente. Doveva esserci anche
il vicepresidente del parlamento
israeliano, Mohammed Barakeh.
Invece non c’è. Doveva esserci
almeno qualcuno che
rappresentasse Israele. Invece
non c’è. In compenso, c’è Fadwa
Barghouti, moglie di Marwan, il
leader palestinese in carcere in
Israele con quattro ergastoli
più quarant’anni di prigione. E
c’è l’ambasciatore dell’Autorità
palestinese in Italia. E c’è -
ieratico e appassionato - il
vescovo di Gerusalemme,
monsignor Cappuccini. E ci sono
profughi e leaders delle
comunità palestinesi. E ci sono
dirigenti di Rifondazione e dei
Comunisti italiani. Non c’è
Israele. Non c’è. E non c’è
nemmeno la gente di Marano. Che
invece appare lontana. E
distratta. E assente. Nè si
vedono i ragazzi delle scuole,
tranne qualche drappello già
militante per conto suo. Per una
vera presenza dei giovani, si
spera nel pomeriggio: dalle ore
16 e fino a sera sono previsti
Almamegretta e 24 Grana, Daniele
Sepe e Marco Zurzolo. Mauro
Bertini, sindaco di Marano,
chiede se, al momento
dell’inaugurazione, sarà
possibile improvvisare «una
bella rullata di tamburi»:
«Altrimenti - fa notare
allarmato - quando scopriremo la
targa ci sarà troppo silenzio
tutt’intorno». Poco più in là,
il presidente dei partigiani
saluta l’assessore napoletano
Raffaele Tecce: «Anche noi siamo
ex combattenti - protesta
garbato e sottovoce - perchè
allora non ci viene mai concesso
di viaggiare gratis sugli
autobus?». Comincia il
dibattito. Ma è a senso unico.
Un senso legittimo, che sposa la
sofferenza palestinese e fa ben
affiorare i contorni di una
tragedia orribile e senza fine.
Si ricordano gli ottomila
prigionieri palestinesi
rinchiusi nelle carceri di Tel
Aviv. Si annuncia la
costituzione di un comitato per
la loro liberazione. Il vescovo
di Gerusalemme grida commosso
parole eque: «I palestinesi sono
miei figli. E anche gli ebrei
sono miei figli. Da combattere
non è l’ebraismo ma la piaga
orrenda del sionismo che invade,
tortura e uccide». Alle pareti,
i maxi-pannelli ricordano le
stragi da non dimenticare. Un
nome su tutti: Sabra e Chatila.
Peccato che nemmeno una briciola
di umana pietà venga spesa per i
ragazzi israeliani morti
ammazzati nelle discoteche del
sabato sera. Nè per le massaie
israeliane trucidate nei
mercatini all’ora della spesa.
Di contro, il sindaco Bertini
definisce «martiri a pagamento»
i caduti di Nassiriya. E poi se
la prende col prefetto di
Napoli, Renato Profili, reo di
avergli spedito di recente due
lettere in cui ricorda che, per
intitolare una strada a un
personaggio, occorre che siano
trascorsi almeno dieci anni
dalla sua morte. Dice Bertini:
«Sono tanto impressionato
dall’invito del prefetto che
oggi gli rispondo inaugurando
via Arafat. Lui farebbe meglio a
pensare ai suoi problemi». In
serata il vento cresce. Si
decide di rimuovere la grande
targa, perchè vacilla e sta per
volar via. Verrà rimessa lunedì.
Vento permettendo.
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