23 novembre 2005
Vergogna per la nostra regione
Fulvio Del Deo

 

 

 
 
 
Riepiloghiamo.
 
«Qui abbiamo bisogno di punti di riferimento come dell'acqua nel deserto» ha scritto Anna Schiattarella, consigliere comunale di Marano di Napoli. E come punti di riferimento si sono scelti dei nomi appropriati da dare alle strade della città: nomi di persone che sono morte per ideali di giustizia e di legalità, da Falcone a Siani.
Fin qui tutto bene.
 
Poi il Comune è stato commissariato e il sindaco è stato messo a riposo per un po'. Qualcuno dice che è stato un «meschino tentativo per farlo fuori, ... , ed è al terzo mandato, per cui ha certamente l'appoggio della città».
 
Così Mauro Bertini è ritornato alla carica. E che cosa ha fatto?
«Il mio primo atto, quando sono rientrato nelle funzioni di sindaco, è stato quello di annullare la delibera con cui il commissario prefettizio intitolava una strada di Marano ai martiri di Nassiriya.»
 
Ebbene sì, Mauro Bertini ha deciso che "via Martiri di Nassirya" a Marano non ci deve stare perché non è di suo gradimento, essendo lui al fianco della "resistenza" irachena. Così, non potendo intitolare quella strada al raìs Saddam Hussein ancora in vita, ha fatto venire in mente al giovane consigliere Alfredo Paragliola l'idea di chiamarla via Yasser Arafat.
 
«Non esistono martiri a pagamento!», ha sentenziato con disprezzo il sindaco, riferendosi ai nostri poveri connazionali morti nella strage terroristica di Nassirya.
 
Caspita! Bisogna dirgli che anche Giovanni Falcone, Paolo Borsellino, Ilaria Alpi, Giancarlo Siani ecc.. percepivano uno stipendio per il lavoro che svolgevano, e che a causa di quel lavoro che li portava in prima linea hanno perso la vita. Bisogna dirgli che per coerenza dovrebbe cancellare anche i nomi di via Falcone, via Borsellino, via Alpi, via Siani ecc., sostituendoli magari con quelli di Al Rantisi, di Yassin, di Mohammed Atta e dei suoi complici "Martiri" delle Twin Towers.
 
Sabato scorso c'è stato il momento clou: l'inaugurazione di via Arafat.
 
(Arafat non percepiva soldi, no? Lui non era venale come erano, secondo Bertini, i nostri carabinieri uccisi a Nassirya. Arafat era un puro! Chissà però tutti quei conti miliardari venuti alla luce alla sua morte da dove sono sbucati...)
 
Via Arafat. Era stato invitato il vicepresidente della Knesset (il Parlamento d'Israele), l'arabo-israeliano Mohammed Barakeh, il quale ha pensato bene di dare buca.
 
In compenso c'era la moglie di Marwan Barghouti, capo terrorista palestinese in carcere, condannato alla bellezza di 4 ergastoli + 40 anni di prigione.
 
Sbaglio o la dottoressa Schiattarella aveva detto che bisogna insegnare ai giovani l'amore per la legalità?
E come pensa di insegnarlo questo amore? portando esempi del genere e dicendo che chi sta in galera è solo un povero perseguitato e che il colpevole è il Tribunale che l'ha condannato? Sbaglio o questa è l'idea dello Stato di Diritto e della Giustizia che hanno i signori mafiosi?
 
Marwan Barghouti non è un povero dissidente perseguitato da un regime dittatoriale; non è uno che ha commesso reati d'opinione (in Israele non esiste il reato d'opinione, c'è piena e assoluta libertà di opinione!) Barghouti è un uomo che ha commesso dei crimini enormi, per i quali è stato processato in piena regola da un Tribunale di uno Stato democratico, nel quale è potuto avvalersi della difesa degli avvocati che lui stesso ha ritenuto migliori.
 
Ma torniamo a sabato 19.
Fra gli ospiti che hanno accettato l'invito chi altri troviamo? Il vescovo Hilarion Capucci.
E chi è quest'altro?
E' un signore che è stato arrestato nel 1974 e poi condannato a 20 anni di carcere perché trafficava in armi da passare alle organizzazioni terroristiche palestinesi, le quali provvedevano subito a usarle per uccidere ebrei. Nel 1977 papa Paolo VI scrisse al presidente israeliano Ephraim Katzir, pregandolo di intercedere in suo favore. Così la pena fu ridotta e Capucci fu liberato.
 
Insomma, un altro che ha conosciuto la galera, e neanche lui per reati di pensiero o per aver rubato una mela.
Anche questo è innocente? Di sicuro è innocente, secondo il parere di chi è abituato a condannare a priori i Tribunali e i giudici, e a disprezzarne l'operato.
 
Così Marano di Napoli è finita nuovamente sui giornali e nei tiggì, ma non come accadeva un tempo per colpa della camorra. Se oggi si parla di Marano è per motivi del tutto differenti; purtroppo sempre ignobili.
 
L'immagine che se ne riceve dall'esterno è quella di una città in balìa di un sindaco dispotico che, accecato da quel fanatismo che fa venerare miti decisamente discutibili, non si cura nemmeno di offendere la memoria dei nostri caduti.
 
Vergogna!
 

Fulvio Del Deo

 
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