16 dicembre 2005
Io sono VALSUSINO!
Segnalazione di Fulvio Del Deo

 

 

Molti pensano che per essere contro il TAV sia necessario essere Valsusini... sbagliato! Ad esempio in Val Ceronda, una zona poco conosciuta (Valdellatorre località Brione) verrà posizionato l'inizio del tunnel, con tutto quello che ne consegue (montagne di detriti, migliaia di camion, pulviscolo pericoloso etc..).

Magari, Voi che state leggendo questa pagina, possedete una casetta in Valle di Susa oppure abitate semplicemente a Torino dove il pulviscolo inquinante (si legge anche amianto...) potrebbe ricadere.

Oppure siete affezionati al lago del Moncenisio che probabilmente sparirà utilizzato per smaltire le scorie...

Oppure sapete che, in previsione del passaggio dell'Italia all'energia nucleare, a suo tempo vennero individuate le risorse d'uranio necessarie nel massiccio dell'Ambin.

Oppure sapete che la percentuale di malattie tumorali in Valle di Susa è già ampiamente sopra la media nazionale.

Oppure Vi ricordate semplicemente di quante montagnole di detriti sono rimaste dopo lo scavo delle gallerie dell'Autostrada.

Oppure sapete che la Valle di Susa, larga appena un chilometro e mezzo, attraversata dalla Dora Riparia, unisce l'Italia all'Europa per mezzo  dell'Autostrada del Frejus con relativo tunnel, della Ferrovia internazionale a doppio binario anche qui con relativo tunnel, e delle Statali 25 del Moncenisio e la 24 del Monginevro che scavalcano le Alpi coi propri colli.

Oppure credete semplicemente che fra 20 anni il TAV potrebbe essere un'opera ormai inutile.

Oppure sapete che il Gottardo aprirà il suo tunnel molto prima, e quindi il traf.co merci si stabilirà lì.

Oppure sapete che il preventivo, in attesa di adeguamenti, si aggira sui 16 miliardi di euro (30 mila miliardi di vecchie lire...) per 20 anni di lavori con 500 camion impegnati giornalmente, contro il miliardo previsto per il potenziamento della linea attuale (stime Ferrovie italiane e francesi).

Oppure sapete che la società che progetterà i complessivi 200 km di gallerie è la Rocksoil di proprietà della famiglia del ministro Lunardi.

Oppure sapete che, attualmente, il trasporto merci sulla tratta internazionale è utilizzato solo al 38% della sua potenzialità mentre sono state soppresse quasi tutte le corse giornaliere del TGV per scarsità di richiesta da parte dei passeggeri.

Oppure sapete che lo scavo che si vuole intraprendere a Venaus non è un carotaggio, bensì una struttura di supporto lunga 10 km e larga 6 metri.

Oppure sapete che il vicequestore Sanna, guidando l'attacco notturno del migliaio di poliziotti in assetto di guerra contro un'ottantina di persone di tutte le età acccampate al freddo per difendere la salute ed il diritto, spronava i suoi uomini (sotto effetto di sostanze eccitanti) al grido di: "Uccidilo, uccidilo!". E, dopo l'occupazione militare del territorio, non venne permesso alle ambulanze di soccorrere i feriti, ma gli stessi furono soccorsi dai barellieri a piedi. Indegnità mai commessa nemmeno nelle più truci battaglie.

Come vedete i motivi per essere contro il TAV sono molti.

Bebbe Grillo


«Ho sbattuto contro un muro di gomma»

ROMA - «La mia relazione sulle infiltrazioni della camorra nella Tav fu discussa in Commissione tra il '95 e il '96, ma fu osteggiata da tutti i 'soloni' dell'Antimafia, da Violante a Bargone, ad Ayala. Ma anche An avanzò molte riserve, perché non si sarebbero prodotte prove sufficienti per certe denunce... Feci presente che tutto nasceva da un rapporto dello Sco e che noi non dovevamo processare nessuno, ma in conclusione la relazione non fu mai votata. Non si volle votare.» Ferdinando Imposimato riassume così la situazione in Commissione parlamentare antimafia, sul finire della passata legislatura. Il muro di gomma sull'Alta velocità, insomma, a suo giudizio, fu subito alzato in Parlamento. Ma fu solo silenzio o ci fu dell'altro? «Non c'è dubbio che muro di gomma ci fu, ma anche dell'altro. Cominciarono ad arrivare gravi minacce nei mei confronti, quando la procura di Napoli prese a richiedere ed ottenere l'arresto di molti titolari delle ditte che io avevo indicato nella mia relazione come infiltrate dalla camorra. Arrivavano, insomma, le conferme con i mandati di cattura spiccati a Napoli, sulla base delle dichiarazioni di alcuni 'pentiti' del calibro di Pasquale Galasso e Carmine Alfieri. E di molti altri». Di quali ditte si trattava? «Erano stranamente le stesse che erano state interessate alla ricostruzione del dopoterremoto nell'Irpinia, su cui aveva indagato la commissione Scalfaro, e avevano poi lavorato alla autostrada Roma-Napoli. Era da qui, dai lavori della terza corsia dell'A1, che mi ero interessato delle infiltrazioni della camorra nei grandi appalti pubblici. Poi, scopersi anche che dietro imprese apparentemente sane c'era ugualmente la camorra, che le acquistava quando erano in fase di decozione, di prefallimento insomma, e se ne serviva come schermo per coprire relazioni sporche. Tutto questo descrissi in una prima relazione, affidando poi l'approfondimento dell'inchiesta alla Polizia, allo Sco diretto allora da Rino Monaco». Poi, la sua relazione che fu osteggiata e non votata. Scaduta la legislatura e ricoperta dalla polvere, però, le indagini di Napoli confermano la sua relazione e allora il Parlamento la rispolvera... «No, restò lettera morta. E io dovetti in pratica darmi per vinto. Avevamo denunciato non solo le irregolarità che c'erano state negli appalti, ma anche il fatto che la legge stessa era carente, perché, per esempio, le ditte fornitrici non avevano l'obbligo di esibire il cosiddetto certificato antimafia...». E il Pds non la ricandidò per il Senato? «No, ero stato eletto come indipendente nello loro liste fin dall'87 e fui di nuovo incluso in lista nelle ultime politiche del '96. Ma non fui rieletto, perché ci fu un vero fuoco di sbarramento da parte delle ditte appaltatrici che avevo messo sotto accusa. Rientrai, allora, in magistratura e fui destinato alla terza sezione penale della Cassazione. Ma mi sono dimesso 7-8 mesi fa, perché non mi sembrava corretto di fare politica vestendo la toga di giudice». E ha continuato nelle sue indagini? «Sì, tutto il materiale sulla Tav era rimasto a San Macuto, dimenticato. Io ne ho portato con me una parte e mi sembrava un peccato che andasse disperso quel lavoro importante che era stato fatto».

di Lucio Tamburini
 

 

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Segnalazioni di Fulvio Del Deo


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