21 ottobre 2005
Essere il primo dei nati in un luogo
Fulvio Del Deo

 

 

 
Essere il primo dei nati in un luogo è sempre una cosa speciale: tutta la cittadinanza se ne sente coinvolta, essendo quell'evento il segno tangibile che quel posto finalmente è vivo, perché vi si nasce. 
 
I genitori osserveranno con orgoglio quel "NATO A ..." che appare sui documenti del loro figlio, mai scritto prima da nessun'altra parte al mondo.
 
Una sensazione che a Telese qualcuno conoscerà e saprà descrivere certamente meglio di me.
 

Kinneret è il nome del Lago di Tiberiade ed è anche il nome della prima nata del villaggio di Carmel, fondato 24 anni fa. «Una ragazza che le parole non riescono a descrivere. Bella dentro e fuori. Il meglio del meglio, in lei.»

Ha frequentato l'Accademia di Kiryat Arba, prima di iniziare i suoi studi in Economia a Gerusalemme. Di recente, aveva incominciato a insegnare alla scuola di Gush Etzion.

Una persona premurosa, amante della campagna. Il suo funerale ha avuto luogo lunedì 17 sul Monte degli Ulivi a Gerusalemme, insieme a quello di sua cugina Matat.

 

Matat aveva concluso tre mesi fa il servizio militare e ad agosto si era sposata. Era una ragazza molto attiva: avrebbe iniziato a studiare legge per intraprendere la carriera di giudice.

Oz era giovanissimo, aveva solo 14 anni e aveva da poco iniziato il nono anno alla scuola religiosa di Dimona. Era anche lui lì quel giorno, nei pressi di Gush Etzion, dove un "EROE" palestinese aveva deciso di far morire un po' di Ebrei.

Tre vite spazzate dall'odio. Tre, fra migliaia e migliaia di altre vittime. Solo le più recenti. Purtroppo sappiamo che non saranno le ultime. A qualcuno potranno sembrare storie lontane da noi, dai nostri problemi quotidiani. Io rispondo: NULLA E' LONTANO.

Qualcun altro dirà: «Se la sono andata a cercare», senza rendersi conto di quanta infamia possa contenere un pensiero simile. A gente così, che cosa potrei rispondere? «Non sono andati a cercarsi un bel nulla, erano ragazzi come i nostri...» Ma non credo che capirebbero e ribatterebbero prontamente: «Hanno rubato la terra ai palestinesi!» E io continuerei con pazienza: «No, non hanno rubato nulla, né loro, né i loro genitori. Sono menzogne. E' come se dicessi a te che hai rubato la terra in cui vivi. Tu l'hai rubata?» 

In questo mondo sono molti i pregiudizi duri a morire, ma quelli contro gli Ebrei sono fra i più tenaci. I malintenzionati lo sanno e ne approfittano.

Consiglio a tutti i lettori un test:
http://digilander.libero.it/thatsthequestion/questionario.htm

Fulvio Del Deo fd.d@libero.it

 

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