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L'intervento di Aceto del 16 settembre dal
titolo "Quando l'odio acceca la ragione", ha
fatto sì che ai consueti lettori di questo
sito se ne aggiungessero momentaneamente
degli altri nuovi: quelli della mia mailing
list e dei gruppi di discussione a essa
collegate. Un pubblico distribuito fra tre
continenti (Europa, Asia, Americhe),
politicamente molto variegato (fra gli
Italiani, si va dai DS agli AN; c'è anche
qualche militante e qualche parlamentare, ma
c'è soprattutto gente che ha la nausea dei
partiti); dal punto di vista religioso è
composto da:
-
cattolici
praticanti e non
-
ebrei
sefarditi, ashkenaziti, romani, iracheni, sabres
(israeliani autoctoni)
-
atei e
agnostici
-
evangelici
-
mussulmani
-
buddhisti
Si tratta di un pubblico composto in
prevalenza di donne (circa il 65%) e come
fascia di età si spazia dai 28 ai 77
anni (se non ricordo male).
Ciò che tutte queste persone hanno in comune
può essere riassunto in poche parole:
rispetto per Israele e per il suo popolo;
profondo desiderio di pace per l'intero
Pianeta, ma in primo luogo per il Medio
Oriente dove molti di loro vivono, hanno
parenti e amici.
Gianluca Aceto forse si sentirà
soddisfatto d'aver offeso me e Deborah Fait davanti
a una così vasta platea: complimenti signor
consigliere comunale, ha fatto una gran
bella figuraccia intercontinentale!
Aceto ha scaricato tutto l'odio e il rancore
che aveva dentro di sé su una signora che ha
l'età di sua madre. Quando lui faceva ancora
i bisogni nel pannolino, Deborah era a
Trieste, nella Trieste divisa fra zona A e
zona B, a combattere in prima fila per la
pace e la convivenza; poi è finita a
Bolzano, nella Bolzano minacciata dagli
attentati dinamitardi, anche lì a fare
politica attiva (di sinistra potrei dire, ma
il fatto che oggi si definisca di
sinistra anche una persona come Aceto mi fa
sentire un tantino disorientato).
Deborah ha pubblicato su Vivitelese una
richiesta di chiarimenti indirizzata ad
Aceto, ma lui finora non si è neanche
degnato di rispondere a una persona così
"intellettivamente ipodotata", come lui ha
definito sia lei che me, prendendo a
prestito l'espressione dalla terminologia
della Carta della Razza del 1938.
Comunque non si capisce dove voglia andare a
parare, cercando di far credere ai lettori
che io e Deborah abbiamo scritto cose che
non ci sogneremmo mai di dire ("il
signor Del Deo e la signora Fait giudicano i
palestinesi e gli arabi nella loro totalità")
Ma sta 'mbriaco ancor prima della vendemmia?
Qualcuno ha suggerito di querelarlo, ma io
mi sono opposto categoricamente per evitare
di farne un caso. La maggior parte degli
amici, chi come me con comicità partenopea,
chi con humor ebraico, ne ha fatto
soprattutto una barzelletta.
Intanto il suddetto consigliere di minoranza
si sta rendendo ancor più ridicolo agli
occhi del mondo intero con le sue stesse
mani, martellando il povero Giovanni
Forgione con "precisazioni", "precisazioni
di precisazioni", "precisazioni di
precisazioni di precisazioni".
Così passa il tempo il nostro consigliere di
opposizione, facendo le ore piccole davanti
al computer? Capasso ne sarà lieto, perché
lo vedrà arrivare alle sedute mezzo morto di
sonno. E che spettacolo!
Concludo, allegando la letterina di un amico
ebreo iracheno che vive a Milano,
mio strenuo sostenitore.
Caro Fulvio, i tuoi fans di
Concerto di Sogni leggono
sempre avidamente i tuoi scritti, forse
potresti dire a chi ti rivolge male parole
che tu di persone rispettose e amiche ne hai
a bizzeffe e, se le hai, è perché conoscono
la tua onestà intellettuale, così, quando
qualcuno offende te e non ti permette di
esprimere liberamente i tuoi profondissimi
argomenti, offende anche tutti i lettori e
scrittori di
Concerto di Sogni,
offende cioè tutte le persone che ti stimano
a ragione.
La cosa che non ho mai compreso in alcune
persone che si danno alla politica, come il
candidato che tu hai indicato, è come
possano pensare di potere, facendo quel
mestiere, offendere i propri clienti e cioè
gli eventuali elettori che, in più, sono i
loro datori di lavoro, visto che pagano i
loro stipendi.
Un caro saluto
Roberto Mahlab
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