Congo,
cuore dell'Africa.
Congo
Brazzaville e Congo Kinshasa, per un
totale di 57 milioni di persone.
Violentato dai Francesi il primo,
straziato dai Belgi il secondo.
Due
mondi, due povertà: 921 dollari di PNL
pro capite il primo e soli 84 il
secondo.
Segno
principale del passaggio dell'uomo
bianco: miseria e violenza.
Uomini
ridotti a schiavi che, per mangiare
appena, sono costretti a portare in
spalla per chilometri e chilometri, per
giorni interi, sacchi carichi di pietre:
minerali di cassiterite che forniscono
stagno per i circuiti stampati dei
nostri computer, dei nostri telefonini;
delle nostre comodità. 400 dollari il
valore di ogni sacco; ma solo 5 dollari
al giorno spettano a chi lo porta, lungo
percorsi nella foresta fitta, nel fango,
sotto la minaccia dei soldati regolari
del Congo, veri predoni, veri assassini
che, forti delle loro armi, sottraggono
il carico agli schiavi.
Effetti
della colonizzazione europea.
La più
vile rapina che l'umanità abbia
compiuto, osservava Conrad già 100 anni
fa.
Un'umanità dal volto europeo.
Un'umanità dalla disumanità che la
contraddistingue, capace di commettere
atrocità con la stessa disinvoltura con
cui ci si lava o si tengono in ordine i
capelli.
Che cosa
non ha fatto quell'umanità europea!?
Ilario Franco ci scrive dal Congo.
Un
Europeo in Africa che preferisce
parlarci di Asia, di "Palestina". Ci
propone una sua riscrittura della storia
dell'intera regione, tralasciando ad
arte ciò che non gli piace. E poi ci
bacchetta:
"...
cercherei di non giudicare tutto
soltanto dalle prime reazioni alla
liberazione di Gaza (distruzione delle
serra o, peggio ancora, delle
Sinagoghe): sarebbe come indicare la
luna e guardare il dito."
I fatti, sembra non gli stiano dando
ragione.
Vorrà parlarci del Congo adesso, o
anche lui ha studiato matematica a
Ramallah? (vedi foto)
