Chi sono gli Ebrei?
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In un mio precedente
intervento ho parlato
dei Palestinesi. Per una
questione di par
condicio, oggi darò
spazio agli Ebrei, che
con i Palestinesi
contendono la stessa
terra. Qualcuno potrebbe
obiettare che ai
Palestinesi non dovrei
contrapporre gli Ebrei
ma gli Israeliani. Io
gli rispondo che nessun
Ebreo degno di tale nome
non ha a cuore le sorti
d'Israele: facendo
rinascere lo Stato
d'Israele, il popolo
ebraico ha finalmente
fatto valere i propri
diritti nel mondo dopo
due millenni e, finché
esisterà uno Stato
d'Israele, non dovrà
temere mai più le
discriminazioni, le
persecuzioni e i
tentativi di totale
eliminazione subiti nel
passato. |
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Una sera, chiacchierando con Giovanni
Forgione e Giuseppe Grimaldi, venne fuori
che, secondo quest'ultimo, gli Ebrei visti
attraverso i media italiani sembrano un
qualcosa di molto simile ai testimoni di
Geova.
«Ma che dici!? -saltai su io- Sono agli
antipodi!».
Mai paragone avrebbe potuto essere più
surreale. Cercando di capire da cosa potesse
nascere un tale accostamento, provai subito
a dipingergli un quadro più realistico: i
testimoni di Geova credono alla lettera a
ciò che è nelle Scritture, mentre gli Ebrei
(che le hanno scritte) sostengono che
bisogna interpretarle; ad esempio: Dio non
ha creato il mondo in soli 6 giorni, è una
metafora. Di conseguenza per gli Ebrei le
teorie darwiniane non sono affatto da
rigettare. I testimoni di Geova, come molti
cristiani, fanno proselitismo; gli Ebrei
assolutamente no; ecc.. E poi, con tutto il
rispetto per i testimoni di Geova, ve li
immaginereste -ad esempio- Ariel Sharon e
Gwyneth Paltrow in giro a tentare di far
leggere "La Torre di Guardia"?
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Nardò
Città
dell'Accoglienza
19
luglio
2005 -
Consiglio
Comunale
Aperto
per la
Medaglia
d'Oro al
Merito
Civile
conferita
dal
Presidente
della
Repubblica
Carlo
Azeglio
Ciampi
alla
Città di
Nardò. |
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Con quattro
pennellate si può
dire davvero poco su
un argomento così
vasto... Che
cos'altro avrei
potuto dire sul
momento? Se non
avessi temuto di
essere considerato
poco obiettivo, gli
avrei detto che
conoscere degli
Ebrei a volte è la
cosa migliore che
possa capitarci,
perché può farci
scoprire la
correttezza, la
lealtà, l'amicizia;
cosa che in Italia
non di rado
succedeva quando gli
Ebrei erano più
numerosi, a dispetto
dell'antisemitismo
imperante. Ed è
successo pure
nell'immediato
dopo-Shoà a Nardò,
in provincia di
Lecce. Un intero
paese ha scoperto
gli Ebrei e ha
stretto con loro un
legame
indissolubile. Lì
fra il 1943 e il
1947 trovarono
ospitalità ben
150.000 Ebrei in
attesa di
raggiungere Israele.
Fra di loro ci
furono anche persone
divenute poi famose
come Golda Meir e
Ben Gurion. Ma la
cosa principale fu
che fra i Salentini
e gli Ebrei scoccò
subito la scintilla
della simpatia e
dell'amicizia;
dell'amore, in
alcuni casi. Tutt'oggi,
i cittadini di Nardò
sono felici di far
sventolare la
bandiera d'Israele
per le vie del loro
paese, sono fieri di
ricordare dove un
tempo alloggiavano i
graditi ospiti, di
mostrare dov'era la
loro sinagoga, il
bagno rituale. Per i
suoi meriti, il
Comune di Nardò ha
ricevuto dal
Presidente della
Repubblica la
Medaglia d'Oro al
Merito Civile ed è
in corso la pratica
di gemellaggio con
il Comune israeliano
di Atlit. |
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Ma insomma, chi sono gli Ebrei? Che cosa
hanno di così speciale? Sono un popolo o una
religione?
Cominciamo col rispondere a quest'ultima
domanda: gli Ebrei sono un popolo che ha una
sua religione.
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"Il popolo ebraico è un popolo
che è nato con Abramo e ha
continuato la sua vita senza
interruzione e senza aver mai
cambiato le basi del suo vivere,
che sono religiose". (Elio Toaff)
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Cos'hanno di speciale? Hanno di speciale
proprio la loro religione che da millenni è
sempre la stessa; essendo viva e in continua
evoluzione, è in grado di fornire non solo
una solida base morale sempre al passo coi
tempi, ma stimola curiosità e ampiezza di
vedute. Non è una fede che mette paraocchi o
catene, ma rappresenta il substrato su cui
fiorisce una forma mentale libera e assetata
di verità.
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L'Ebraico si
scrive da destra
a sinistra. Il
suo alfabeto è
formato da 22
consonanti.
In alto è
scritta la
parola "Ivrì",
Ebreo. |
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Il significato nudo e
crudo della parola
"ebreo"
Il termine
ebreo (ha ivrì)
compare per la prima
volta accanto a quello
di Abramo (Gen. cap. 14,
13) cioè "l’uomo che
attraversò" (il
fiume Eufrate per
giungere nella terra di
Canaan); ma potrebbe
anche significare "l’uomo
che stava dall’altra
parte" in quanto fu
il primo e il solo
monoteista rispetto agli
altri idolatri. |
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Alcuni dati statistici
"Si calcola che oggi gli ebrei
sparsi nel mondo siano circa 13
milioni e sono concentrati
soprattutto nello Stato
d'Israele (circa 4.500.000),
negli Stati Uniti d'America
(5.500.000), in Europa (2
milioni, compresi i paesi
dell'ex Unione Sovietica) e nei
paesi del Sudamerica (Argentina
e Brasile). Prima dell'Olocausto
i centri culturali europei
dell'Europa dell'est (Polonia,
Lituania, etc) e dell'Europa
occidentale erano molto vivi, ma
la perdita di sei milioni di
ebrei e quindi in pratica
l'annientamento culturale delle
comunità europee ha determinato
sviluppi in altri centri.
Attualmente i centri
culturalmente più attivi e
vitali sono in Israele e in
Nordamerica.
(Unione Comunità Ebraiche
Italiane
http://www.ucei.it/reshet/tema/tema2.htm) |
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I numerosi rami della
famiglia ebraica
Mettiamo al primo posto gli
Ebrei italiani, non
perché siano particolarmente
numerosi (sono poco più di
30.000), ma perché sono italiani
come noi e inoltre rappresentano
il ramo più vicino al rito
originario, essendo il loro
primo nucleo giunto nella nostra
penisola direttamente da
Gerusalemme, prima della nascita
di Gesù. In seguito, Tito portò
con sé a Roma altri 5.000 Ebrei
come schiavi, i quali furono
subito riscattati dalla comunità
ebraica già presente.
I Sefarditi rappresentano
la diaspora ebraica occidentale.
Il loro nome deriva da "Sefarad"
che vuol dire Spagna. Qui essi
conobbero una vera a propria età
dell'oro durante la dominazione
araba; ma con il ritorno dei
regnanti cattolici iniziarono le
persecuzioni e, nel 1492, ebbe
luogo l'espulsione totale che
vide i Sefarditi migrare in
parte verso la Francia,
l'Olanda, l'Inghilterra o
l'Italia (Livorno, Venezia e da
qui in Grecia); mentre un'altra
parte preferì il vicino Marocco,
e il Nord Africa.
Gli ashkenaziti
(dall’Ebraico Ashkenazi =
Germania) erano numerosi in
tutto l’Est d’Europa, prima
dalla Shoà. Si ritiene siano
discendenti dell'antico popolo
ariano dei Khazari che, verso la
fine dell’ VIII secolo, lasciò
il paganesimo per convertirsi
all'ebraismo considerandosi una
delle tribù disperse d'Israele.
(I tedeschi, nel loro delirio
nazista, sterminarono gli unici
veri Ariani presenti in Germania
e nel resto d'Europa)
Gli Ebrei yemeniti, dalla
pelle olivastra, hanno
conservato per due millenni
tradizione e lingua ebraica,
oltre la certezza di ritornare
dall’esilio sulle ali di
un'aquila. La profezia si avverò
quando gli aerei israeliani
giunsero a salvarli con
l’operazione detta "Tappeto
Magico".
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Ebrei Falascià
durante
l'Operazione
Salomone
I "falascià",
ebrei etiopi
dalla pelle
nera,
discendenti dal
figlio nato
dalla regina di
Saba e re
Salomone.
Vagavano scalzi
e seminudi, ma
custodivano una
Torà nella loro
capanna-sinagoga.
Sono stati messi
in salvo in
Israele con
l'Operazione
Mosè del 1984 e
la successiva
Operazione
Salomone del
1991; quest'ultima,
svoltasi mentre
su Israele
piovevano gli
Scud di Saddam
Hussein. |
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Esistono Ebrei dalla pelle
gialla ed occhi a mandorla, a
Kaifeng in Cina e anche in
Giappone. |
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Esistono Ebrei ortodossi
(di vario genere), Ebrei
riformati, conservative,
liberal, progressive. Il
mondo religioso ebraico
ha un'infinità di
sfaccettature, più o
meno 13 milioni. Un
esempio?
Per l'ortodossia
religiosa si può
essere Ebrei:
-
se si nasce da
famiglia ebrea; in
tal caso si continua
a esserlo anche se
non si seguono i
precetti della
religione ebraica, o
se si è del tutto
atei;
-
se ci si converte
alla religione
ebraica, in seguito
a una difficilissima
prova; in tal caso
si è obbligati a
seguire per filo e
per segno tutti i
precetti religiosi.
Per contro, secondo la
Federazione
Internazionale degli
Ebrei Secolari Laici:
"Ebreo è una persona di
nascita ebraica o
chiunque si dichiari
ebreo e si identifichi
con la storia, valori
etici, cultura, comunità
e destino del popolo
ebraico" |
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B.Perlin- Ragazzi
ortodossi, 1948
Londra, Tate Gallery
(foto John Webb)
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I principali testi sacri ebraici
sono:
-
la Bibbia, quello che
i cristiani chiamano "Antico
Testamento".
-
la Mishnà (=
ripetizione) testo del II
secolo. Fino ad allora la
discussione sulla Torah era
affidata alla tradizione
orale, perché doveva seguire
l'evolversi dei tempi.
Cominciata la diaspora, fu
necessario mettere per
iscritto le riflessioni,
affinché non andassero
perdute. Autore: Rabbi
Yehudah ha-Nasi.
-
il Talmùd (= studio,
insegnamento) testo del VI
secolo. Opera vastissima.
Raccolta di discussioni
sulla Mishnà.
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Nell'ebraismo non c'è mai
scritto "Devi avere fede".
Non c'è nessun comandamento che
dice: "Devi aver fede".
Ma ti dice, viceversa, sempre:
"Devi fare questo, e non devi
fare quest'altro",
perché gli atti, le opere
hanno maggior valore della fede.
Se c'è anche la fede tanto
meglio.
Ma se uno ha fede e si comporta
male la fede non vale nulla.
(Elio Toaff) |
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Principali feste e ricorrenze
Il giorno di riposo ebraico è il
sabato, Shabbat.
Le feste ebraiche seguono il
calendario ebraico che è
lunisolare (vedi riquadro più in
basso) e hanno principio la
sera.
Rosh HaShanà è il
capodanno e cade il primo giorno
del mese di Tishri, con la prima
luna dell'autunno.
Yom Kippur 10 Tishri. Dal
capodanno al Kippur intercorrono
10 giorni da dedicare
all'introspezione e alla
preghiera. Nello Yom Kippur non
si mangia e non si beve per 26
ore.
Succòt 14 Tishri. Per
ricordare i 40 anni trascorsi
nel deserto, in fuga
dall'Egitto. Si costruisce una
capannina in cui si passa il
tempo libero, si mangia e chi
vuole può anche dormirci.
Simchat Torà = gioia
della Legge. 23 Tishri. Finale
della festa di Succòt.
Hanukkà 25 Kislev. Dura
otto giorni e ricorda
l'inaugurazione del tempio, dopo
che questo fu profanato dai
Greci. Ogni sera si accende una
luce in più del candelabro a 9
braccia detto Hannukià (da non
confondere la Menorah, quello a
7 braccia, simbolo del popolo
ebraico) per ricordare che nel
tempio il candelabro arse per
otto giorni anche se conteneva
una sola goccia di olio. Quando
la luce è accesa le donne non
devono lavorare. Ogni sera c'è
un regalo per i bambini.
Purim detto il Carnevale
ebraico. 14 Adar. Ricorda la
salvezza degli Ebrei minacciati
di sterminio dal ministro
persiano Aman.
Pesah la più importante
delle festività ebraiche.
Ricorda la liberazione dalla
schiavitù d'Egitto. Si
festeggia per 7 giorni (8 nella
diaspora), dalla sera del 14
Nisan (prima luna piena di
primavera). (La domenica
successiva alla Pesah cade la
Pasqua cristiana; Gesù fu
arrestato dai Romani durante il
seder, la cena di Pesah)
Shavuot sette settimane
dopo Pesah. Celebra la
promulgazione del Decalogo. |
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La religione ebraica non
impone alcun modo
particolare di vestire
nella vita quotidiana.
Quegli Ebrei che
indossano vestiti neri e
che portano lunghe
basette a ricciolo, lo
fanno semplicemente per
loro scelta, ricalcando
un'antichissima usanza
dell'Europa orientale.
Fra di loro, anche in
Israele, sono numerosi
quelli che parlano
Yiddish (lingua usata
dagli Ebrei ashkenaziti,
basata su un dialetto
alto-tedesco e scritta
in alfabeto ebraico)
ritenendo l'Ebraico
lingua sacra da non
profanare nell'uso
quotidiano. A loro
parere, lo Stato
d'Israele non dovrebbe
esistere, in quanto gli
Ebrei non dovrebbero
occuparsi di faccende
degradanti come la
politica,
l'amministrazione, la
difesa. Sono persone
pacifiche che dedicano
gran parte del loro
tempo allo studio delle
Scritture e alla
solidarietà. In Israele
li si esenta dal
servizio militare e li
si protegge come una
specie delicata a
rischio d'estinzione.
foto:
http://www.techhouse.org/~dj/newphotos2.html |
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Il calendario ebraico
Per il calcolo delle festività
ebraiche (e anche di alcune
feste cristiane da esse
derivate, come la Pasqua) si usa
il calendario ebraico. Esso è
lunisolare; ciò vuol dire che
l'anno è scandito dal periodo di
rivoluzione terreste, mentre i
mesi sono determinati dalle
lunazioni. Essendo queste ultime
di circa 29 giorni e mezzo, i
mesi del calendario ebraico
risultano alternativamente di 29
e 30 giorni. Poiché la somma di
12 lunazioni è pari a 354
giorni, l'anno ebraico necessita
di alcuni regolari
aggiustamenti. In un ciclo di 19
anni lunisolari sono necessari 7
anni di 13 mesi (embolismici),
essendo quegli anni solari
caratterizzati da 13 lune piene.
I mesi sono: Tishri, Heshvan,
Kislev, Tevet, Shevat, Adar,
(2° Adar, negli anni embolismici),
Nisan, Iyar, Sivan, Tamuz, Av,
Elul. |
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Cosa c'è oltre la vita terrena?
La Torà parla solo di questa
vita e non dell'Aldilà. Senza
ripetere che sull'argomento
possono esistere circa 13
milioni di pareri diversi, in
linea di massima gli Ebrei
credenti escludono l'esistenza
di un qualcosa di simile
all'inferno immaginato in altre
religioni; ritengono piuttosto
che la vita nell'Aldilà possa
essere un'eterna contemplazione
della divinità oppure, secondo
alcuni, non è da escludere
l'ipotesi della reincarnazione. |
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Il sesso
Per gli Ebrei il sesso non è
peccato, né prima né dopo né
durante il matrimonio. Questo fa
sì che esso non diventi mai un
miracolo (come invece accade in
alcune coppie cattoliche troppo
osservanti...)
Ovviamente l'ebraismo, che
prevede regole per ogni azione e
per ogni momento della giornata,
non ha tralasciato il sesso.
Regola basilare: non si possono
avere rapporti sessuali durante
il ciclo mestruale, dopo del
quale è necessario aspettare
altri 7 giorni dalla fine del
flusso.
Gli uomini non possono occuparsi
di contraccezione, perché la
Torà gli impone l'obbligo di
procreare; ma possono
liberamente pensarci le donne
(cosa che avviene nella quasi
totalità delle coppie di ogni
religione). Per l'uso del
profilattico, è sufficiente che
se ne ricordi la donna (idem
come sopra); l'uomo può anche
comprarli, se la donna glieli
segna nella nota della spesa.
L'aborto è ammesso solo in caso
di pericolo per la salute della
madre.
Per quanto riguarda il
kamasutra, per un buon numero di
rabbini non esistono posizioni
da mettere al bando; ciò che
importa è che esse trasmettano
amore e rafforzino il legame di
coppia.
In linea di massima, non è
ammessa l'omosessualità. Ma
anche su questo punto i pareri
sono discordi ed esistono
rabbini gay che la pensano molto
diversamente.
Ovviamente, come in ogni
risvolto della vita, ognuno è
libero di fare come meglio gli
pare: questo non gli impedirà di
continuare a essere Ebreo. |
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Facendo la spesa o
cucinando, avremo
sicuramente notato un
piccolo marchio come
quello a lato che
compare sulle confezioni
di pasta, di legumi o di
cereali di alcune
marche. E' un marchio
che sta a indicare che
quel prodotto è
"kasher", ossia è
compatibile con le
complesse regole
religiose della cucina
ebraica. La dicitura
"parve" sta a indicare
che il prodotto non
contiene né carne, né
latte e suoi derivati.
Ovviamente, non tutti
gli Ebrei mangiano
kasher. |
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Il matrimonio e il divorzio
Per gli Ebrei il matrimonio
religioso non è un sacramento,
ma è semplicemente un contratto
stipulato davanti a Dio. Ciò non
vuol dire che esso rivesta un
ruolo meno importante nella
vita. Il matrimonio viene
celebrato con solennità. La
sposa viene accompagnata dai
parenti sotto un baldacchino; lo
sposo legge la Ketubà, con cui
afferma il suo impegno a
rispettare la sposa, a non farle
mai mancare nulla. Alla fine
viene rotto un bicchiere per
simboleggiare che anche in quel
momento di somma felicità non ci
si dimentica della distruzione
del tempio.
Il divorzio è ammesso da molto
tempo prima che esistesse in
Italia ed è regolato da norme
che si evolvono sempre al passo
coi tempi. |
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Il rabbino non è un sacerdote, è
un maestro. Sacerdote era il
Cohen che celebrava le funzioni
prima della distruzione del
tempio. Oggi ogni Ebreo può
celebrare le funzioni. Il popolo
ebraico è come il sacerdote
dell'umanità. Suo scopo è essere
semplicemente di esempio per gli
altri. Gli Ebrei non fanno
proselitismo, non pretendono che
il mondo si converta alla loro
religione: ciò che importa è che
si diffonda l'idea del
monoteismo. Il sogno
dell'ebraismo è arrivare a una
religione universale che unisca
tutto il mondo.
"... gli Ebrei cessano di essere
tali nel momento in cui la
fratellanza dei popoli si
afferma e la religione diventa
universale, perché il sacerdozio
del popolo ebraico cessa nel
momento in cui realizza la
finalità di affratellare tutti i
popoli nell'affermazione
dell'unità di Dio." (ElioToaff) |
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antico mosaico ebraico |
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Israele |
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Come già accennato, la
rinascita di Israele ha
segnato un passo epocale per
gli Ebrei di tutto il mondo.
Sia ben chiaro, Israele non
è uno Stato religioso: nasce
sulla spinta del
Movimento Sionista,
ispirato da ideali
democratici, liberali,
socialisti; la sua
impostazione è
fondamentalmente laica.
Oltretutto, la sua
popolazione non è composta
di soli ebrei, che
rappresentano l'80%; c'è
anche un 15% di mussulmani,
un 3,2% di cristiani e 1,7%
di Drusi.
per approfondire:
http://digilander.libero.it/thatsthequestion |
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Perché il popolo ebraico ha voluto far
rinascere lo Stato d'Israele? Non poteva
continuare a vivere nella diaspora, come ha
fatto per due millenni?
Prima di arrivare a situazioni di estrema
gravità quale la Shoà, gli Ebrei non hanno
comunque avuto vita facile nel corso dei
secoli. Mai.
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Nel 70 d.C. il secondo tempio di
Gerusalemme venne distrutto
dalle legioni romane guidate da
Tito. Da allora ebbe inizio la
diaspora. Gli ebrei furono
costretti a lasciare la loro
terra e, stabilendosi in tutta
la zona del Mediterraneo,
diventarono cittadini
dell'Impero Romano a tutti gli
effetti. Ma le cose cambiarono
quando il Cristianesimo diventò
religione di stato: man mano che
il potere della Chiesa cresceva,
più aspra diveniva la
discriminazione nei confronti
degli Ebrei. L' antisemitismo ha
visto la luce proprio all'epoca,
con l'accusa di deicidio mossa
dalla Chiesa all'intero popolo
d'Israele; tale accusa è stata
ritirata solo dopo due millenni,
col Concilio Vaticano II e solo
con l'iniziativa di Papa
Giovanni Paolo II si è giunti
a chiedere perdono agli Ebrei.
Gli Ebrei sono stati costretti
per due millenni a vivere ai
margini: sono stati rinchiusi
nei ghetti, sbeffeggiati,
costretti a indossare ridicoli
cappelli colorati, a portare ben
in evidenza una Stella di Davide
gialla; dalla Penisola Iberica
fino alla Russia hanno subito
persecuzioni e pogrom; gli è
stato impedito di possedere beni
immobili, di esercitare
professioni, se non quella di
prestare danaro a basso
interesse, per vederlo poi
sparire, in osservanza a editti
emanati ad hoc che cancellavano
di punto in bianco ogni debito e
ordinavano l'espulsione di tutti
i "Giudei nullatenenti".
In Italia, gli Ebrei hanno
acquisito diritti civili solo
con l'Unità Nazionale, per la
quale molti di loro hanno
sacrificato la vita nei Moti
Risorgimentali. Ma ciò non è
valso nulla contro l'emanazione
delle leggi razziali del 1938.
Per approfondire:
http://www.morasha.it/ebrei_italia/ebrei_italia01.html
e seguenti. |
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HaTikvà
(La Speranza)
(Inno d'Israele)
Fintanto che nel cuore
freme l'anima ebraica
e verso l'oriente lontano
l'occhio guarda a Sion
non è persa la nostra speranza
la speranza bimillenaria
di essere un popolo libero nella
nostra terra
la terra di Sion e di
Gerusalemme. |
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ANTISEMITISMO - sm. (sec.
XIX; da anti + semita + ismo)
Atteggiamento di ostilità nei
confronti degli Ebrei.
Negli ambienti antisemiti, sia
di estrema destra che di estrema
sinistra, va diffondendosi
l'idea che il termine
"antisemitismo" non indichi
l'odio solo contro gli Ebrei, ma
contro ogni popolo di origine
semitica. E' un'interpretazione
del tutto errata, in quanto il
termine "antisemitismo" è stato
coniato nel Secolo
Diciannovesimo per definire
esclusivamente l'avversione nei
confronti degli Ebrei, che in
quegli anni andava inasprendosi
in Europa. (vedi: il "caso
Dreyfus"; "I Protocolli dei Savi
di Sion") |
Ebrei? "Attori, scrittori, pittori,
predicatori e premi nobel... Tutti molto
intelligenti, gli Ebrei!", anche questo è
antisemitismo: si avverte malizia in quelle
parole, in quel tono. Pare vogliano dire:
"Stiamoci attenti che con la loro
intelligenza ci fregano!" ma non
dimentichiamo che anche fra gli Ebrei ci
sono tante persone comuni, normali, poco
intelligenti, sconosciute... anche stupidi,
ladri, prostitute, truffatori. Come nel
resto dell'umanità.
Diamo un'occhiata alla tabella qui in
basso, e vediamo se c'è qualcuno che
conosciamo...
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Wynona Ryder Gwyneth
Paltrow Cary Grant
Alicia Silverstone Harrison
Ford Paul Newman
Woody Allen Dustin Hoffman
Yves Montand
Mel Brooks Ben Kingsley
Sarah Silverman Kevin
Kline Billy Crystal Peter
Sellers Paul Newman Peter
Falk Tony Curtis Richard
Dreyfuss Moni Ovadia Bob
Dylan Al Jolson Lou
Reed Billy Joel Elvis
Presley
Barbra Streisand Paul
Simon Art Garfunkel
Carole King Leonard Cohen
Lenny Kravitz
Arlo Guthrie Gustav Mahler
Johann Strauss
Leonard Bernstein
Anne Frank Franz Kafka
Shalom Aleichem Primo Levi
Arthur Miller Elie Wiesel
Marcel Proust Philip Roth
Isaac Bashevis Singer J.D.
Salinger Allen Ginsberg
Italo Svevo Alberto
Moravia Nadine Gordimer
Naomi Wolf Isaac Asimov
Allen Ginsberg
Frida Kahlo Leonardo Da
Vinci Marc Chagall
Modigliani Camille Pissarro
Gesù di Nazaret
Nostradamus
George Soros Alfred Dreyfus
Karl Marx Leon Trotsky
http://www.yahoodi.com/famous/index.html |
Dulcis in fundo, alcuni passaggi di
un'intervista a Elio Toaff, già rabbino capo
di Roma. Tratta da un libro che consiglio di
leggere, per cominciare a conoscere.
|
Gli ebrei sono un popolo o
una religione?
Direi che sono tutti e due,
o meglio sono un popolo che
ha la sua religione. Il
popolo ebraico è un popolo
che è nato con Abramo e ha
continuato la sua vita senza
interruzione e senza aver
mai cambiato le basi del suo
vivere, che sono religiose.
...
Non sono legati dalla
lingua perché non tutti gli
ebrei parlano ebraico...
Certamente no. E quindi sono
legati dalla religione e
l'appartenenza al popolo
ebraico. Lai mi può
domandare: ma tutti gli
ebrei sono religiosi? E io
le dico di no, ma il legame
esiste in quanto
appartenenti al popolo
ebraico.
...
L'ebraico delle preghiere
è lo stesso che si parla in
Israele?
Più o meno.
Quindi gli israeliani
capiscono le preghiere.
Perfettamente.
...
Che compito ha il popolo
eletto?
Il compito, la missione del
popolo ebraico viene
riassunta in questa frase
della Torà (=Pentateuco, i
primi 5 libri della Bibbia):
" Voi sarete per me un reame
di sacerdoti, una gente
consacrata", sacerdoti
dell'umanità e consacrati
alla diffusione del
monoteismo nel mondo. Io
credo che il popolo ebraico
abbia in un certo senso
adempiuto a questo suo
obbligo perché il monoteismo
oggi, nel mondo, ha fatto
passi da gigante, con
l'ebraismo, con il
cristianesimo, con l'islam
eccetera. Ma chi ha diffuso
questo insegnamento se no il
popolo ebraico?
Però quella ebraica non è
l'unica religione del mondo?
L'importante è il
monoteismo, la forma con cui
si pratica il culto del
monoteismo può essere quella
che si vuole.
...
...il Dio degli ebrei è
un Dio che esige la
sofferenza e quindi il
popolo ebraico è un popolo
che deve soffrire?
Secondo me la sofferenza del
popolo ebraico dipende non
tanto da loro quanto dagli
altri, perché è difficile
predicare la pace, la
giustizia, la fraternità a
popoli che questi concetti
non conoscono affatto e no
li vogliono mettere in atto.
E' difficile e quindi ecco
che questo predicare la pace
e la giustizia a chi non le
vuole provoca le reazioni
che abbiamo visto.
...
Gli ebrei credono nei
misteri, nei miracoli?
No, io credo nei miracoli
quando questi sono
spiegabili come fatti
naturali che giungono in un
momento particolare.
...
Di misteri ce ne sono?
No.
...
Quanti sono gli ebrei in
tutto il mondo?
Saranno tredici milioni.
Il fatto che siano così
pochi vuol dire che è troppo
difficile essere ebrei?
E' scomodo e difficile
essere ebrei. Per rimanere
ebrei bisogna avere fede non
soltanto in Dio, ma anche
nel popolo ebraico.
...
Cosa rappresenta Gesù per
gli ebrei?
Era un maestro, come ce
n'erano tanti a quei tempi
in mezzo al popolo ebraico,
e quindi la sua predicazione
si opponeva ai sacerdoti
dell'epoca che, essendo
nominati dai romani, erano
considerati dal popolo
ebraico e non soltanto da
Gesù, come dei funzionari
statali alle dipendenze dei
romani e non dei sacerdoti
veri e propri come erano
quelli del primo tempio.
...
Oltre che con i cattolici
ha rapporti con altre
confessioni religiose?
Con i protestanti, che
rientrano sempre nella
Chiesa cristiana, ma ho
rapporti anche con il centro
islamico.
Ci sono buoni rapporti tra i
mussulmani e gli ebrei in
Italia?
Sì.
...
Lei è un rabbino. Cos'è
un rabbino, un sacerdote?
No, è un maestro. Non ha
nessuna funzione
sacerdotale.
...
Quando ci furono le leggi
razziali cosa avete fatto?
Come avete reagito? Vi siete
ribellati?
No. Come si poteva! Se uno
fosse vissuto a quei tempi
questa domanda non l'avrebbe
fatta! Perché appena uno
diceva una parola che poteva
essere interpretata come una
critica per il regime,
immediatamente l'ammazzavano
dalle botte e gli facevano
bere mezzo litro di olio di
ricino.
...
Come le apparve Israele
la prima volta che vi andò?
La prima volta che andai in
Israele fu con una nave che
attraccò nel porto di Haifa.
Man mano che la nave si
avvicinava alla banchina io
mi sentivo pervaso da un
sentimento che non avevo mai
provato. Era un misto di
emozione, di gioia e di
tristezza. Gioia nel vedere
la terra dei padri, emozione
nel ritrovare parti della
mia famiglia, tristezza per
la situazione interna
politica e militare. Ma la
salita a Gerusalemme
cancellò quelle impressioni
creando in me un particolare
stato di euforia; il muro
del pianto con quel cielo di
un azzurro indefinibile creò
in me un sentimento vivo di
euforia.
Che impressione fa vivere in
una Stato ebraico?
Un'impressione esaltante. Io
devo dire che quando sono
lì, il sabato vado a
passeggiare in quei bei
giardini, con tante rose!
Uno si sente a casa propria.
Sarà perché sono sempre
legato a quel paese, ma
credo che anche gli altri
sentono quello che sento io!
Che vuol dire sentirsi a
casa propria?
A proprio agio. Cioè sentire
che quello che si vede
passare per la strada è un
tuo fratello.
Come vede questa doppia
appartenenza?
E' inspiegabile, perché io
non lascerei mai l'Italia
per nessun altro paese.
Le pare che Gerusalemme sia
veramente la città degli
ebrei?
Il mio pensiero è questo: è
innegabile che la città
nuova è ebraica; è
innegabile che la città
vecchia contiene luoghi
santi delle tre religioni;
non c'è nessun dubbio.
Bisogna che si trovi un
accordo, che le tre
religioni vadano d'accordo
all'interno della città
vecchia perché è evidente
che il cristiano che deve
fare la via dolorosa per
arrivare al Sepolcro, la
deve fare senza aver nessun
intralcio; e la stessa cosa
si può dire per quelli che
vogliono andare alla moschea
Al Achsa o a quella di Omar.
C'è anche il diritto per gli
ebrei di poter andare al
muro senza ricevere sassate.
Come è possibile che esista
un solo Dio e vi siano tante
religioni?
Gli ebrei, i cristiani, i
musulmani hanno in comune la
fede nel Dio unico.
Come fanno a vivere
pacificamente alla luce del
sole persone che credono che
la verità non è la stessa
cosa?
Il punto di partenza è lo
stesso, il Dio unico, uguale
per tutti. Che cos'è
cambiato? E' cambiata la
tradizione di alcuni gruppi.
Il cristianesimo non è che
si sia formato così da oggi
a domani. Ci sono state le
sette giudeo-cristiane che
erano formate da ebrei che
davano a Gesù una certa
importanza nella loro
formazione religiosa e
morale. E così è avvenuto
anche con gli arabi. C'era
Allah e poi è venuto
Maometto, ci sono state
delle evoluzioni. Secondo me
tutte queste strade che
partono dallo stesso punto
dovranno un giorno arrivare
a un altro punto d'incontro.
E quindi Gerusalemme?
La capitale di tutte le
religioni.
Il punto d'incontro.
Non c'è dubbio.
...
Lei crede nella felicità?
Sì, guai se non
esistesse. Ma spesso dura
poco.
Ci cade in testa o bisogna
costruirsela?
Bisogna costruirsela.
Qualche volta capita per
caso quando uno meno se
l'aspetta.
Cosa insegna alla gente? A
cercare la luce? A capire?
L'insegnamento per ciascuno
vuol dire cercare la propria
collocazione, essere se
stessi; nel momento in cui
uno riesce a essere se
stesso, in quel momento ha
la possibilità di
raggiungere la felicità.
(Elio Toaff con Alain Elkann
- Essere Ebreo, 2005
Tascabili Bompiani)
Elio Toaff, figlio del
Rabbino Capo di Livorno e
grecista di chiara fama
Alfredo Toaff, è nato a
Livorno il 30 aprile 1915.
E' padre di quattro figli e
ha una laurea in
Giurisprudenza. Laureato in
Teologia nel 1939, nello
stesso anno ottenne il
titolo di Rabbino Maggiore
al Consiglio Rabbinico di
Livorno. Due anni dopo è
chiamato a reggere la
Comunità Israelitica di
Ancona. Milita poi nelle
file della Resistenza e nel
1946 diventa Rabbino Capo a
Venezia, dove insegnerà
anche lingua e lettere
ebraiche. Eletto infine a
maggiore carica rabbinica
italiana, a Roma ha diretto
il Collegio Rabbinico
Italiano e l'Istituto
Superiore di Studi Ebraici.
Le cariche si susseguono e
si moltiplicano anche le sue
pubblicazioni: nel 1998
un'autobiografia. E' tra le
personalità più autorevoli
nel mondo ebraico a livello
internazionale.
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