1 settembre 2005
Chi sono gli Ebrei?
Fulvio Del Deo

 

 

Chi sono gli Ebrei?

 

In un mio precedente intervento ho parlato dei Palestinesi. Per una questione di par condicio, oggi darò spazio agli Ebrei, che con i Palestinesi contendono la stessa terra. Qualcuno potrebbe obiettare che ai Palestinesi non dovrei contrapporre gli Ebrei ma gli Israeliani. Io gli rispondo che nessun Ebreo degno di tale nome non ha a cuore le sorti d'Israele: facendo rinascere lo Stato d'Israele, il popolo ebraico ha finalmente fatto valere i propri diritti nel mondo dopo due millenni e, finché esisterà uno Stato d'Israele, non dovrà temere mai più le discriminazioni, le persecuzioni e i tentativi di totale eliminazione subiti nel passato.

Una sera, chiacchierando con Giovanni Forgione e Giuseppe Grimaldi, venne fuori che, secondo quest'ultimo, gli Ebrei visti attraverso i media italiani sembrano un qualcosa di molto simile ai testimoni di Geova.
«Ma che dici!? -saltai su io- Sono agli antipodi!». 
Mai paragone avrebbe potuto essere più surreale. Cercando di capire da cosa potesse nascere un tale accostamento, provai subito
a dipingergli un quadro più realistico: i testimoni di Geova credono alla lettera a ciò che è nelle Scritture, mentre gli Ebrei (che le hanno scritte) sostengono che bisogna interpretarle; ad esempio: Dio non ha creato il mondo in soli 6 giorni, è una metafora. Di conseguenza per gli Ebrei le teorie darwiniane non sono affatto da rigettare. I testimoni di Geova, come molti cristiani, fanno proselitismo; gli Ebrei assolutamente no; ecc.. E poi, con tutto il rispetto per i testimoni di Geova, ve li immaginereste -ad esempio- Ariel Sharon e Gwyneth Paltrow in giro a tentare di far leggere "La Torre di Guardia"? 

Nardò Città dell'Accoglienza
19 luglio 2005 - Consiglio Comunale Aperto
per la Medaglia d'Oro al Merito Civile
 conferita dal Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi alla Città di Nardò.

 
Con quattro pennellate si può dire davvero poco su un argomento così vasto... Che cos'altro avrei potuto dire sul momento? Se non avessi temuto di essere considerato poco obiettivo, gli avrei detto che conoscere degli Ebrei a volte è la cosa migliore che possa capitarci, perché può farci scoprire la correttezza, la lealtà, l'amicizia; cosa che in Italia non di rado succedeva quando gli Ebrei erano più numerosi, a dispetto dell'antisemitismo imperante. Ed è successo pure nell'immediato dopo-Shoà a Nardò, in provincia di Lecce. Un intero paese ha scoperto gli Ebrei e ha stretto con loro un legame indissolubile. Lì fra il 1943 e il 1947 trovarono ospitalità ben 150.000 Ebrei in attesa di raggiungere Israele. Fra di loro ci furono anche persone divenute poi famose come Golda Meir e Ben Gurion. Ma la cosa principale fu che fra i Salentini e gli Ebrei scoccò subito la scintilla della simpatia e dell'amicizia; dell'amore, in alcuni casi. Tutt'oggi, i cittadini di Nardò sono felici di far sventolare la bandiera d'Israele per le vie del loro paese, sono fieri di ricordare dove un tempo alloggiavano i graditi ospiti, di mostrare dov'era la loro sinagoga, il bagno rituale. Per i suoi meriti, il Comune di Nardò ha ricevuto dal Presidente della Repubblica la Medaglia d'Oro al Merito Civile ed è in corso la pratica di gemellaggio con il Comune israeliano di Atlit.

 


Ma insomma, chi sono gli Ebrei? Che cosa hanno di così speciale? Sono un popolo o una religione?

Cominciamo col rispondere a quest'ultima domanda: gli Ebrei sono un popolo che ha una sua religione.

"Il popolo ebraico è un popolo che è nato con Abramo e ha continuato la sua vita senza interruzione e senza aver mai cambiato le basi del suo vivere, che sono religiose". (Elio Toaff)

Cos'hanno di speciale? Hanno di speciale proprio la loro religione che da millenni è sempre la stessa; essendo viva e in continua evoluzione, è in grado di fornire non solo una solida base morale sempre al passo coi tempi, ma stimola curiosità e ampiezza di vedute. Non è una fede che mette paraocchi o catene, ma rappresenta il substrato su cui fiorisce una forma mentale libera e assetata di verità.


 

L'Ebraico si scrive da destra a sinistra. Il suo alfabeto è formato da 22 consonanti.
In alto è scritta la parola "Ivrì", Ebreo.

Il significato nudo e crudo della parola "ebreo"

Il termine ebreo (ha ivrì) compare per la prima volta accanto a quello di Abramo (Gen. cap. 14, 13) cioè "l’uomo che attraversò" (il fiume Eufrate per giungere nella terra di Canaan); ma potrebbe anche significare "l’uomo che stava dall’altra parte" in quanto fu il primo e il solo monoteista rispetto agli altri idolatri.

 

Alcuni dati statistici

"Si calcola che oggi gli ebrei sparsi nel mondo siano circa 13 milioni e sono concentrati soprattutto nello Stato d'Israele (circa 4.500.000), negli Stati Uniti d'America (5.500.000), in Europa (2 milioni, compresi i paesi dell'ex Unione Sovietica) e nei paesi del Sudamerica (Argentina e Brasile). Prima dell'Olocausto i centri culturali europei dell'Europa dell'est (Polonia, Lituania, etc) e dell'Europa occidentale erano molto vivi, ma la perdita di sei milioni di ebrei e quindi in pratica l'annientamento culturale delle comunità europee ha determinato sviluppi in altri centri. Attualmente i centri culturalmente più attivi e vitali sono in Israele e in Nordamerica.

(Unione Comunità Ebraiche Italiane http://www.ucei.it/reshet/tema/tema2.htm)

 

I numerosi rami della famiglia ebraica

Mettiamo al primo posto gli Ebrei italiani, non perché siano particolarmente numerosi (sono poco più di 30.000), ma perché sono italiani come noi e inoltre rappresentano il ramo più vicino al rito originario, essendo il loro primo nucleo giunto nella nostra penisola direttamente da Gerusalemme, prima della nascita di Gesù. In seguito, Tito portò con sé a Roma altri 5.000 Ebrei come schiavi, i quali furono subito riscattati dalla comunità ebraica già presente.

I Sefarditi rappresentano la diaspora ebraica occidentale. Il loro nome deriva da "Sefarad" che vuol dire Spagna. Qui essi conobbero una vera a propria età dell'oro durante la dominazione araba; ma con il ritorno dei regnanti cattolici iniziarono le persecuzioni e, nel 1492, ebbe luogo l'espulsione totale che vide i Sefarditi migrare in parte verso la Francia, l'Olanda, l'Inghilterra o l'Italia (Livorno, Venezia e da qui in Grecia); mentre un'altra parte preferì il vicino Marocco, e il Nord Africa.

Gli ashkenaziti (dall’Ebraico Ashkenazi = Germania) erano numerosi in tutto l’Est d’Europa, prima dalla Shoà. Si ritiene siano discendenti dell'antico popolo ariano dei Khazari che, verso la fine dell’ VIII secolo, lasciò il paganesimo per convertirsi all'ebraismo considerandosi una delle tribù disperse d'Israele. (I tedeschi, nel loro delirio nazista, sterminarono gli unici veri Ariani presenti in Germania e nel resto d'Europa)

Gli Ebrei yemeniti, dalla pelle olivastra, hanno conservato per due millenni tradizione e lingua ebraica, oltre la certezza di ritornare dall’esilio sulle ali di un'aquila. La profezia si avverò quando gli aerei israeliani giunsero a salvarli con l’operazione detta "Tappeto Magico".

Ebrei Falascià durante l'Operazione Salomone

 

I "falascià", ebrei etiopi dalla pelle nera, discendenti dal figlio nato dalla regina di Saba e re Salomone. Vagavano scalzi e seminudi, ma custodivano una Torà nella loro capanna-sinagoga. Sono stati messi in salvo in Israele con l'Operazione Mosè del 1984 e la successiva Operazione Salomone del 1991; quest'ultima, svoltasi mentre su Israele piovevano gli Scud di Saddam Hussein.

 

 

Esistono Ebrei dalla pelle gialla ed occhi a mandorla, a Kaifeng in Cina e anche in Giappone.

 

Esistono Ebrei ortodossi (di vario genere), Ebrei riformati, conservative, liberal, progressive. Il mondo religioso ebraico ha un'infinità di sfaccettature, più o meno 13 milioni. Un esempio?

Per l'ortodossia religiosa si può essere Ebrei:

  1. se si nasce da famiglia ebrea; in tal caso si continua a esserlo anche se non si seguono i precetti della religione ebraica, o se si è del tutto atei;
  2. se ci si converte alla religione ebraica, in seguito a una difficilissima prova; in tal caso si è obbligati a seguire per filo e per segno tutti i precetti religiosi.

Per contro, secondo la Federazione Internazionale degli Ebrei Secolari Laici:

"Ebreo è una persona di nascita ebraica o chiunque si dichiari ebreo e si identifichi con la storia, valori etici, cultura, comunità e destino del popolo ebraico"

B.Perlin- Ragazzi ortodossi, 1948
Londra, Tate Gallery
(foto John Webb)

 

I principali testi sacri ebraici sono:
  1. la Bibbia, quello che i cristiani chiamano "Antico Testamento".
  2. la Mishnà (= ripetizione) testo del II secolo. Fino ad allora la discussione sulla Torah era affidata alla tradizione orale, perché doveva seguire l'evolversi dei tempi. Cominciata la diaspora, fu necessario mettere per iscritto le riflessioni, affinché non andassero perdute. Autore: Rabbi Yehudah ha-Nasi. 
  3. il Talmùd (= studio, insegnamento) testo del VI secolo. Opera vastissima. Raccolta di discussioni sulla Mishnà. 

 

www.ucei.it

Nell'ebraismo non c'è mai scritto "Devi avere fede".
Non c'è nessun comandamento che dice: "Devi aver fede".
Ma ti dice, viceversa, sempre: "Devi fare questo, e non devi fare quest'altro",
perché gli atti, le opere hanno maggior valore della fede.
Se c'è anche la fede tanto meglio.
Ma se uno ha fede e si comporta male la fede non vale nulla.

(Elio Toaff)

 

Principali feste e ricorrenze

Il giorno di riposo ebraico è il sabato, Shabbat

Le feste ebraiche seguono il calendario ebraico che è lunisolare (vedi riquadro più in basso) e hanno principio la sera.

Rosh HaShanà è il capodanno e cade il primo giorno del mese di Tishri, con la prima luna dell'autunno.

Yom Kippur 10 Tishri. Dal capodanno al Kippur intercorrono 10 giorni da dedicare all'introspezione e alla preghiera. Nello Yom Kippur non si mangia e non si beve per 26 ore.

Succòt 14 Tishri. Per ricordare i 40 anni trascorsi nel deserto, in fuga dall'Egitto. Si costruisce una capannina in cui si passa il tempo libero, si mangia e chi vuole può anche dormirci.

Simchat Torà = gioia della Legge. 23 Tishri. Finale della festa di Succòt.

Hanukkà 25 Kislev. Dura otto giorni e ricorda l'inaugurazione del tempio, dopo che questo fu profanato dai Greci. Ogni sera si accende una luce in più del candelabro a 9 braccia detto Hannukià (da non confondere la Menorah, quello a 7 braccia, simbolo del popolo ebraico) per ricordare che nel tempio il candelabro arse per otto giorni anche se conteneva una sola goccia di olio. Quando la luce è accesa le donne non devono lavorare. Ogni sera c'è un regalo per i bambini.

Purim detto il Carnevale ebraico. 14 Adar. Ricorda la salvezza degli Ebrei minacciati di sterminio dal ministro persiano Aman.

Pesah la più importante delle festività ebraiche. Ricorda la liberazione dalla schiavitù d'Egitto. Si festeggia per 7 giorni (8 nella diaspora), dalla sera del 14 Nisan (prima luna piena di primavera). (La domenica successiva alla Pesah cade la Pasqua cristiana; Gesù fu arrestato dai Romani durante il seder, la cena di Pesah)

Shavuot sette settimane dopo Pesah. Celebra la promulgazione del Decalogo.

 

La religione ebraica non impone alcun modo particolare di vestire nella vita quotidiana. Quegli Ebrei che indossano vestiti neri e che portano lunghe basette a ricciolo, lo fanno semplicemente per loro scelta, ricalcando un'antichissima usanza dell'Europa orientale. Fra di loro, anche in Israele, sono numerosi quelli che parlano Yiddish (lingua usata dagli Ebrei ashkenaziti, basata su un dialetto alto-tedesco e scritta in alfabeto ebraico) ritenendo l'Ebraico lingua sacra da non profanare nell'uso quotidiano. A loro parere, lo Stato d'Israele non dovrebbe esistere, in quanto gli Ebrei non dovrebbero occuparsi di faccende degradanti come la politica, l'amministrazione, la difesa. Sono persone pacifiche che dedicano gran parte del loro tempo allo studio delle Scritture e alla solidarietà. In Israele li si esenta dal servizio militare e li si protegge come una specie delicata a rischio d'estinzione.

foto: http://www.techhouse.org/~dj/newphotos2.html

 

Il calendario ebraico

Per il calcolo delle festività ebraiche (e anche di alcune feste cristiane da esse derivate, come la Pasqua) si usa il calendario ebraico. Esso è lunisolare; ciò vuol dire che l'anno è scandito dal periodo di rivoluzione terreste, mentre i mesi sono determinati dalle lunazioni. Essendo queste ultime di circa 29 giorni e mezzo, i mesi del calendario ebraico risultano alternativamente di 29 e 30 giorni. Poiché la somma di 12 lunazioni è pari a 354 giorni, l'anno ebraico necessita di alcuni regolari aggiustamenti. In un ciclo di 19 anni lunisolari sono necessari 7 anni di 13 mesi (embolismici), essendo quegli anni solari caratterizzati da 13 lune piene. I mesi sono: Tishri, Heshvan, Kislev, Tevet, Shevat, Adar, (2° Adar, negli anni embolismici), Nisan, Iyar, Sivan, Tamuz, Av, Elul. 

 

Cosa c'è oltre la vita terrena?

La Torà parla solo di questa vita e non dell'Aldilà. Senza ripetere che sull'argomento possono esistere circa 13 milioni di pareri diversi, in linea di massima gli Ebrei credenti escludono l'esistenza di un qualcosa di simile all'inferno immaginato in altre religioni; ritengono piuttosto che la vita nell'Aldilà possa essere un'eterna contemplazione della divinità oppure, secondo alcuni, non è da escludere l'ipotesi della reincarnazione.

 

Il sesso

Per gli Ebrei il sesso non è peccato, né prima né dopo né durante il matrimonio. Questo fa sì che esso non diventi mai un miracolo (come invece accade in alcune coppie cattoliche troppo osservanti...)

Ovviamente l'ebraismo, che prevede regole per ogni azione e per ogni momento della giornata, non ha tralasciato il sesso. Regola basilare: non si possono avere rapporti sessuali durante il ciclo mestruale, dopo del quale è necessario aspettare altri 7 giorni dalla fine del flusso. 

Gli uomini non possono occuparsi di contraccezione, perché la Torà gli impone l'obbligo di procreare; ma possono liberamente pensarci le donne (cosa che avviene nella quasi totalità delle coppie di ogni religione). Per l'uso del profilattico, è sufficiente che se ne ricordi la donna (idem come sopra); l'uomo può anche comprarli, se la donna glieli segna nella nota della spesa.

L'aborto è ammesso solo in caso di pericolo per la salute della madre.

Per quanto riguarda il kamasutra, per un buon numero di rabbini non esistono posizioni da mettere al bando; ciò che importa è che esse trasmettano amore e rafforzino il legame di coppia.

In linea di massima, non è ammessa l'omosessualità. Ma anche su questo punto i pareri sono discordi ed esistono rabbini gay che la pensano molto diversamente. 

Ovviamente, come in ogni risvolto della vita, ognuno è libero di fare come meglio gli pare: questo non gli impedirà di continuare a essere Ebreo.

 

Facendo la spesa o cucinando, avremo sicuramente notato un piccolo marchio come quello a lato che compare sulle confezioni di pasta, di legumi o di cereali di alcune marche. E' un marchio che sta a indicare che quel prodotto è "kasher", ossia è compatibile con le complesse regole religiose della cucina ebraica. La dicitura "parve" sta a indicare che il prodotto non contiene né carne, né latte e suoi derivati. Ovviamente, non tutti gli Ebrei mangiano kasher.

 

Il matrimonio e il divorzio

Per gli Ebrei il matrimonio religioso non è un sacramento, ma è semplicemente un contratto stipulato davanti a Dio. Ciò non vuol dire che esso rivesta un ruolo meno importante nella vita. Il matrimonio viene celebrato con solennità. La sposa viene accompagnata dai parenti sotto un baldacchino; lo sposo legge la Ketubà, con cui afferma il suo impegno a rispettare la sposa, a non farle mai mancare nulla. Alla fine viene rotto un bicchiere per simboleggiare che anche in quel momento di somma felicità non ci si dimentica della distruzione del tempio.

Il divorzio è ammesso da molto tempo prima che esistesse in Italia ed è regolato da norme che si evolvono sempre al passo coi tempi.

 

Il rabbino non è un sacerdote, è un maestro. Sacerdote era il Cohen che celebrava le funzioni prima della distruzione del tempio. Oggi ogni Ebreo può celebrare le funzioni. Il popolo ebraico è come il sacerdote dell'umanità. Suo scopo è essere semplicemente di esempio per gli altri. Gli Ebrei non fanno proselitismo, non pretendono che il mondo si converta alla loro religione: ciò che importa è che si diffonda l'idea del monoteismo. Il sogno dell'ebraismo è arrivare a una religione universale che unisca tutto il mondo. 

"... gli Ebrei cessano di essere tali nel momento in cui la fratellanza dei popoli si afferma e la religione diventa universale, perché il sacerdozio del popolo ebraico cessa nel momento in cui realizza la finalità di affratellare tutti i popoli nell'affermazione dell'unità di Dio." (ElioToaff)

antico mosaico ebraico

 


 

Israele

Come già accennato, la rinascita di Israele ha segnato un passo epocale per gli Ebrei di tutto il mondo. Sia ben chiaro, Israele non è uno Stato religioso: nasce sulla spinta del Movimento Sionista, ispirato da ideali democratici, liberali, socialisti; la sua impostazione è fondamentalmente laica. Oltretutto, la sua popolazione non è composta di soli ebrei, che rappresentano l'80%; c'è anche un 15% di mussulmani, un 3,2% di cristiani e 1,7% di Drusi.

per approfondire: http://digilander.libero.it/thatsthequestion 

 

Perché il popolo ebraico ha voluto far rinascere lo Stato d'Israele? Non poteva continuare a vivere nella diaspora, come ha fatto per due millenni?

Prima di arrivare a situazioni di estrema gravità quale la Shoà, gli Ebrei non hanno comunque avuto vita facile nel corso dei secoli. Mai.

Nel 70 d.C. il secondo tempio di Gerusalemme venne distrutto dalle legioni romane guidate da Tito. Da allora ebbe inizio la diaspora. Gli ebrei furono costretti a lasciare la loro terra e, stabilendosi in tutta la zona del Mediterraneo, diventarono cittadini dell'Impero Romano a tutti gli effetti. Ma le cose cambiarono quando il Cristianesimo diventò religione di stato: man mano che il potere della Chiesa cresceva, più aspra diveniva la discriminazione nei confronti degli Ebrei. L' antisemitismo ha visto la luce proprio all'epoca, con l'accusa di deicidio mossa dalla Chiesa all'intero popolo d'Israele; tale accusa è stata ritirata solo dopo due millenni, col Concilio Vaticano II e solo con l'iniziativa di Papa Giovanni Paolo II si è giunti a chiedere perdono agli Ebrei.

Gli Ebrei sono stati costretti per due millenni a vivere ai margini: sono stati rinchiusi nei ghetti, sbeffeggiati, costretti a indossare ridicoli cappelli colorati, a portare ben in evidenza una Stella di Davide gialla; dalla Penisola Iberica fino alla Russia hanno subito persecuzioni e pogrom; gli è stato impedito di possedere beni immobili, di esercitare professioni, se non quella di prestare danaro a basso interesse, per vederlo poi sparire, in osservanza a editti emanati ad hoc che cancellavano di punto in bianco ogni debito e ordinavano l'espulsione di tutti i "Giudei nullatenenti".

In Italia, gli Ebrei hanno acquisito diritti civili solo con l'Unità Nazionale, per la quale molti di loro hanno sacrificato la vita nei Moti Risorgimentali. Ma ciò non è valso nulla contro l'emanazione delle leggi razziali del 1938.

Per approfondire:  http://www.morasha.it/ebrei_italia/ebrei_italia01.html e seguenti.

 

HaTikvà (La Speranza)
 (Inno d'Israele)

Fintanto che nel cuore
freme l'anima ebraica
e verso l'oriente lontano
l'occhio guarda a Sion
non è persa la nostra speranza
la speranza bimillenaria
di essere un popolo libero nella nostra terra
la terra di Sion e di Gerusalemme.

 

ANTISEMITISMO - sm. (sec. XIX; da anti + semita + ismo) Atteggiamento di ostilità nei confronti degli Ebrei.

Negli ambienti antisemiti, sia di estrema destra che di estrema sinistra, va diffondendosi l'idea che il termine "antisemitismo" non indichi l'odio solo contro gli Ebrei, ma contro ogni popolo di origine semitica. E' un'interpretazione del tutto errata, in quanto il termine "antisemitismo" è stato coniato nel Secolo Diciannovesimo per definire esclusivamente l'avversione nei confronti degli Ebrei, che in quegli anni andava inasprendosi in Europa. (vedi: il "caso Dreyfus"; "I Protocolli dei Savi di Sion")

Ebrei? "Attori, scrittori, pittori, predicatori e premi nobel... Tutti molto intelligenti, gli Ebrei!", anche questo è antisemitismo: si avverte malizia in quelle parole, in quel tono. Pare vogliano dire: "Stiamoci attenti che con la loro intelligenza ci fregano!"  ma non dimentichiamo che anche fra gli Ebrei ci sono tante persone comuni, normali, poco intelligenti, sconosciute... anche stupidi, ladri, prostitute, truffatori. Come nel resto dell'umanità.

Diamo un'occhiata alla tabella qui in basso, e vediamo se c'è qualcuno che conosciamo...

 

Wynona Ryder    Gwyneth Paltrow    Cary Grant
Alicia Silverstone    Harrison Ford    Paul Newman
Woody Allen    Dustin Hoffman    Yves Montand
Mel Brooks    Ben Kingsley    Sarah Silverman    Kevin Kline    Billy Crystal    Peter Sellers    Paul Newman    Peter Falk    Tony Curtis    Richard Dreyfuss    Moni Ovadia    Bob Dylan    Al Jolson    Lou Reed    Billy Joel    Elvis Presley
Barbra Streisand    Paul Simon    Art Garfunkel
Carole King    Leonard Cohen    Lenny Kravitz
Arlo Guthrie    Gustav Mahler    Johann Strauss
Leonard Bernstein

Anne Frank    Franz Kafka    Shalom Aleichem    Primo Levi    Arthur Miller    Elie Wiesel    Marcel Proust    Philip Roth    Isaac Bashevis Singer    J.D. Salinger    Allen Ginsberg    Italo Svevo    Alberto Moravia    Nadine Gordimer
Naomi Wolf    Isaac Asimov    Allen Ginsberg

Frida Kahlo    Leonardo Da Vinci    Marc Chagall    Modigliani    Camille Pissarro

Gesù di Nazaret     Nostradamus

George Soros    Alfred Dreyfus

Karl Marx    Leon Trotsky



http://www.yahoodi.com/famous/index.html

 


Dulcis in fundo, alcuni passaggi di un'intervista a Elio Toaff, già rabbino capo di Roma. Tratta da un libro che consiglio di leggere, per cominciare a conoscere.

Gli ebrei sono un popolo o una religione?
Direi che sono tutti e due, o meglio sono un popolo che ha la sua religione. Il popolo ebraico è un popolo che è nato con Abramo e ha continuato la sua vita senza interruzione e senza aver mai cambiato le basi del suo vivere, che sono religiose.
...
Non sono legati dalla lingua perché non tutti gli ebrei parlano ebraico...
Certamente no. E quindi sono legati dalla religione e l'appartenenza al popolo ebraico. Lai mi può domandare: ma tutti gli ebrei sono religiosi? E io le dico di no, ma il legame esiste in quanto appartenenti al popolo ebraico.
...
L'ebraico delle preghiere è lo stesso che si parla in Israele?
Più o meno.

Quindi gli israeliani capiscono le preghiere.
Perfettamente.
...
Che compito ha il popolo eletto?
Il compito, la missione del popolo ebraico viene riassunta in questa frase della Torà (=Pentateuco, i primi 5 libri della Bibbia): " Voi sarete per me un reame di sacerdoti, una gente consacrata", sacerdoti dell'umanità e consacrati alla diffusione del monoteismo nel mondo. Io credo che il popolo ebraico abbia in un certo senso adempiuto a  questo suo obbligo perché il monoteismo oggi, nel mondo, ha fatto passi da gigante, con l'ebraismo, con il cristianesimo, con l'islam eccetera. Ma chi ha diffuso questo insegnamento se no il popolo ebraico?
Però quella ebraica non è l'unica religione del mondo?
L'importante è il monoteismo, la forma con cui si pratica il culto del monoteismo può essere quella che si vuole.
...
...il Dio degli ebrei è un Dio che esige la sofferenza e quindi il popolo ebraico è un popolo che deve soffrire?
Secondo me la sofferenza del popolo ebraico dipende non tanto da loro quanto dagli altri, perché è difficile predicare la pace, la giustizia, la fraternità a popoli che questi concetti non conoscono affatto e no li vogliono mettere in atto. E' difficile e quindi ecco che questo predicare la pace e la giustizia a chi non le vuole provoca le reazioni che abbiamo visto.
...
Gli ebrei credono nei misteri, nei miracoli?
No, io credo nei miracoli quando questi sono spiegabili come fatti naturali che giungono in un momento particolare.
...
Di misteri ce ne sono?
No.
...
Quanti sono gli ebrei in tutto il mondo?
Saranno tredici milioni.

Il fatto che siano così pochi vuol dire che è troppo difficile essere ebrei?
E' scomodo e difficile essere ebrei. Per rimanere ebrei bisogna avere fede non soltanto in Dio, ma anche nel popolo ebraico.
...
Cosa rappresenta Gesù per gli ebrei?
Era un maestro, come ce n'erano tanti a quei tempi in mezzo al popolo ebraico, e quindi la sua predicazione si opponeva ai sacerdoti dell'epoca che, essendo nominati dai romani, erano considerati dal popolo ebraico e non soltanto da Gesù, come dei funzionari statali alle dipendenze  dei romani e non dei sacerdoti veri e propri come erano quelli del primo tempio.
...
Oltre che con i cattolici ha rapporti con altre confessioni religiose?
Con i protestanti, che rientrano sempre nella Chiesa cristiana, ma ho rapporti anche con il centro islamico.

Ci sono buoni rapporti tra i mussulmani e gli ebrei in Italia?
Sì.
...
Lei è un rabbino. Cos'è un rabbino, un sacerdote?
No, è un maestro. Non ha nessuna funzione sacerdotale.
...
Quando ci furono le leggi razziali cosa avete fatto? Come avete reagito? Vi siete ribellati?
No. Come si poteva! Se uno fosse vissuto a quei tempi questa domanda non l'avrebbe fatta! Perché appena uno diceva una parola che poteva essere interpretata come una critica per il regime, immediatamente l'ammazzavano dalle botte e gli facevano bere mezzo litro di olio di ricino.
...
Come le apparve Israele la prima volta che vi andò?
La prima volta che andai in Israele fu con una nave che attraccò nel porto di Haifa. Man mano che la nave si avvicinava alla banchina io mi sentivo pervaso da un sentimento che non avevo mai provato. Era un misto di emozione, di gioia e di  tristezza. Gioia nel vedere la terra dei padri, emozione nel ritrovare parti della mia famiglia, tristezza per la situazione interna politica e militare. Ma la salita a Gerusalemme cancellò quelle impressioni creando in me un particolare stato di euforia; il muro del pianto con quel cielo di un azzurro indefinibile creò in me un sentimento vivo di euforia.

Che impressione fa vivere in una Stato ebraico?
Un'impressione esaltante. Io devo dire che quando sono lì, il sabato vado a passeggiare in quei bei giardini, con tante rose! Uno si sente a casa propria. Sarà perché sono sempre legato a quel paese, ma credo che anche gli altri sentono quello che sento io!

Che vuol dire sentirsi a casa propria?
A proprio agio. Cioè sentire che quello che si vede passare per la strada è un tuo fratello.

Come vede questa doppia appartenenza?
E' inspiegabile, perché io non lascerei mai l'Italia per nessun altro paese.

Le pare che Gerusalemme sia veramente la città degli ebrei?
Il mio pensiero è questo: è innegabile che la città nuova è ebraica; è innegabile che la città vecchia contiene luoghi santi delle tre religioni; non c'è nessun dubbio. Bisogna che si trovi un accordo, che le tre religioni vadano d'accordo all'interno della città vecchia perché è evidente che il cristiano che deve fare la via dolorosa per arrivare al Sepolcro, la deve fare senza aver nessun intralcio; e la stessa cosa si può dire per quelli che vogliono andare alla moschea Al Achsa o a quella di Omar. C'è anche il diritto per gli ebrei di poter andare al muro senza ricevere sassate.

Come è possibile che esista un solo Dio e vi siano tante religioni?
Gli ebrei, i cristiani, i musulmani hanno in comune la fede nel Dio unico.

Come fanno a vivere pacificamente alla luce del sole persone che credono che la verità non è la stessa cosa?
Il punto di partenza è lo stesso, il Dio unico, uguale per tutti. Che cos'è cambiato? E' cambiata la tradizione di alcuni gruppi. Il cristianesimo non è che si sia formato così da oggi a domani. Ci sono state le sette giudeo-cristiane che erano formate da ebrei che davano a Gesù una certa importanza nella loro formazione religiosa e morale. E così è avvenuto anche con gli arabi. C'era Allah e poi è venuto Maometto, ci sono state delle evoluzioni. Secondo me tutte queste strade che partono dallo stesso punto dovranno un giorno arrivare a un altro punto d'incontro.

E quindi Gerusalemme?
La capitale di tutte le religioni.

Il punto d'incontro.
Non c'è dubbio.
...
Lei crede nella felicità?
Sì, guai se non esistesse. Ma spesso dura poco.

Ci cade in testa o bisogna costruirsela?
Bisogna  costruirsela. Qualche volta capita per caso quando uno meno se l'aspetta.

Cosa insegna alla gente? A cercare la luce? A capire?
L'insegnamento per ciascuno vuol dire cercare la propria collocazione, essere se stessi; nel momento in cui uno riesce a essere se stesso, in quel momento ha la possibilità di raggiungere la felicità.

(Elio Toaff con Alain Elkann - Essere Ebreo, 2005 Tascabili Bompiani)

Elio Toaff, figlio del Rabbino Capo di Livorno e grecista di chiara fama Alfredo Toaff, è nato a Livorno il 30 aprile 1915. E' padre di quattro figli e ha una laurea in Giurisprudenza. Laureato in Teologia nel 1939, nello stesso anno ottenne il titolo di Rabbino Maggiore al Consiglio Rabbinico di Livorno. Due anni dopo è chiamato a reggere la Comunità Israelitica di Ancona. Milita poi nelle file della Resistenza e nel 1946 diventa Rabbino Capo a Venezia, dove insegnerà anche lingua e lettere ebraiche. Eletto infine a maggiore carica rabbinica italiana, a Roma ha diretto il Collegio Rabbinico Italiano e l'Istituto Superiore di Studi Ebraici. Le cariche si susseguono e si moltiplicano anche le sue pubblicazioni: nel 1998 un'autobiografia. E' tra le personalità più autorevoli nel mondo ebraico a livello internazionale.

 

 

 

     

Segnalazioni di Fulvio Del Deo


Per intervenire: invia@vivitelese.it