17 agosto 2005
Essere se stessi con dignità e umiltà
Fulvio Del Deo

 

 

 

"Tutto è previsto, ma il libero arbitrio è stato concesso"
(dal "Trattato dei Padri")

... la scrittura ha trasformato la mente umana più di qualsiasi altra invenzione. Essa crea ciò che è stato definito un linguaggio "decontestualizzato", o una forma di comunicazione verbale "autonoma", vale a dire un tipo di discorso che, a differenza di quello orale, non può essere discusso con il suo autore, poiché ha perso il contatto con esso. Le culture orali conoscono un tipo di discorso autonomo che utilizzano in forme rituali fisse, ad esempio nei vaticinii o nelle profezie; chi gli dà voce viene considerato solo il tramite, non la fonte. L'oracolo di Delfi non aveva responsabilità di quello che diceva, poiché i suoi responsi venivano percepiti come la voce di Dio. La scrittura, e ancor di più la stampa, hanno in sé qualcosa di questa facoltà oracolare. Come il vate o il profeta, il libro trasmette un messaggio derivante da una fonte, rappresentata da chi ha effettivamente "parlato" o scritto il libro. L'autore potrebbe essere sfidato se fosse possibile raggiungerlo, ma di fatto egli non può essere raggiunto in nessun libro. Non esistono modi diretti di confutare un testo. Anche dopo una confutazione totale e distruttrice, esso dirà ancora esattamente le stesse cose di prima. Questo è uno dei motivi per cui l'espressione "il libro dice" ha assunto popolarmente lo stesso significato di "è vero".

(da: Walter J. Ong - Oralità e scrittura, il Mulino - Bologna 1986)

Infatti si usa spesso l'espressione "ma dove sta scritto che... ?", per contestare un qualcosa che, se fosse scritto, si riterrebbe altrimenti incontestabile.

E così la parola scritta ha forgiato l'uomo, ha plasmato le menti. Nel bene e nel male. 

Per fortuna poi è nata la rete: su internet sono talmente grosse le bufale che girano, da indurci a crescere, a diffidare, a indagare e a sviluppare un forte senso critico; fino a diventare talmente attenti e smaliziati da sentirci "scafati", come dicono a Roma.

L'ingenuità non è mai stata una virtù e, oggi più che mai, non è una carta vincente. Occhio attento e vigile, vista a raggi x, intuito, memoria e rapidità di pensiero possono trarci in salvo più spesso di quanto non si creda. Rapidità non vuol dire "fretta"; tutt'altro. La fretta è la nostra peggiore nemica. La fretta genera superficialità e ci rende vulnerabili più di ogni altra cosa.

Una vita di corsa, un lavoro fino a tardi e, la sera, stanchi davanti alla televisione a farsi riempire la testa di idee che non si è avuto il tempo di costruirsi da soli, sono gli ingredienti per il totale annullamento di sé, per la resa su tutti i fronti, per la rassegnazione a diventare parte di una massa informe e modellabile.

Lei crede nella felicità?
Sì, guai se non esistesse. Ma spesso dura poco.

Ci cade in testa o bisogna costruirsela?
Bisogna  costruirsela. Qualche volta capita per caso quando uno meno se l'aspetta.

Cosa insegna alla gente? A cercare la luce? A capire?
L'insegnamento per ciascuno vuol dire cercare la propria collocazione, essere se stessi; nel momento in cui uno riesce a essere se stesso, in quel momento ha la possibilità di raggiungere la felicità.

Siamo tutti molto diversi?
Sì, io credo che non ci siano due persone una uguale all'altra.

Non ci sono?
No.

E come è spiegabile questo?
Perché probabilmente sarebbe un male se esistessero dei gruppi uguali composti da persone uguali.

(da: Elio Toaff con Alain Elkann - Essere Ebreo, 2005 Tascabili Bompiani)


 
Come tifoserie composte da esseri uguali come cloni. Eserciti di formiche agguerrite. Un disastro che l'umanità qualche volta ha conosciuto e che bisogna assolutamente impedire che si ripeta, a Occidente come a Oriente, a Nord come a Sud.


 

Questo è l'uomo. Attraverso un lento e inesorabile processo egli è stato assorbito dalla civiltà che lo ha trasformato in un essere diverso.

Ecco l'uomo come si presenta oggi. Egli è diventato completamente automatizzato:

attraversa la strada al segnale del semaforo; 

si alza al suono della sveglia; 

levando il bicchiere dice sempre "cin cin"; 

 e se insultato dice "Lei non sa chi sono io!"

Questo modo di vivere sta completamente rivoluzionando la struttura fisica del corpo umano. Esternamente l'uomo è molto simile alla donna; la differenza sostanziale fra i due consiste in questo: se, visto di profilo, uno dei due possiede delle curve, quello è la donna.

Le parti di un corpo umano in possesso di un'attività residua sono quattro: la mano destra, il piede destro, gli occhi e la bocca.

La mano destra serve per firmare cambiali, schiacciare pulsanti e compiere azioni di utilità pubblica.

Il piede destro serve per premere l'acceleratore dell'automobile. L'uomo ideale del futuro nascerà con due piedi destri.

Gli occhi servono per guardare la televisione e per guidare sull'autostrada. Gli intellettuali li usano anche per leggere le copertine dei libri.

La bocca serve per sorridere e fumare; chi la usa anche per parlare diviene un uomo politico; chi non la usa proprio diviene un sottile umorista.

Internamente l'uomo è molto semplice: possiede pochi organi tutti numerati, il cui unico scopo è quello di ammalarsi. L'organo più importante è il cuore perché senza di esso sarebbe impossibile capire se un uomo è vivo o morto.

Ma il più importante risultato del mio studio è stata la scoperta che questa vita automatizzata ha causato una parziale atrofia del cervello. Questo organo è ormai quasi scomparso del tutto, lasciando nel cranio un vano considerevole, completamente vuoto.

Ed ecco la mia idea per utilizzarlo: un piccolo missile contenente un ricevitore elettronico comandato a distanza da una sola persona su di una sola lunghezza d'onda, e provvisto di un occhio elettronico per dirigersi verso la testa degli esseri umani. 

L'urto è così violento che è praticamente indolore.

Il primo effetto è un lavaggio del po' di cervello rimasto per eliminare eventuali residui di personalità. Dopo questo, il missile entra nella fase attiva...

                   

(dal film d'animazione di Bruno Bozzetto "Vip, mio fratello superuomo", 1968)

Per fortuna, da che mondo è mondo, la differenziazione è la tattica vincente della natura.

 

 

 

     

Segnalazioni di Fulvio Del Deo


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