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Chi ha seguito la trasmissione di Celentano (io no, ma se n'è
parlato fino alla nausea al TG) avrà appreso che
l'informazione in Italia è manipolata e che, da
una lunga tabella inserita nel sito
www.freedomhouse.org, si evince che la
stampa nostrana risulta PARTLY FREE,
parzialmente libera, situata al 79 posto fra la
Mongolia e la Bulgaria, due stati che non
brillano affatto per libertà.
Ciò non vuol dire che io, come cittadino, non sono libero di
esprimere il mio parere; anzi, ognuno di noi può
dire quel che gli pare, lo dimostrano i siti
web, in cui si dice di tutto e il contrario di
tutto. In Italia possiamo dire peste e corna del
nostro Governo, possiamo sputtanare uno a uno i
nostri politici, fare a pezzi la chi ci pare e
piace ecc.. senza incorrere in nessuna censura.
Al massimo possiamo beccarci una querela.
Allora dov'è il problema? Il problema è nell'informazione ufficiale,
nei giornali, nelle agenzie di stampa. Lì, nel
90% dei casi, ci lavori solo se fai comodo a un
politico; altrimenti cambi lavoro.
Risultato: 79 posto nella classifica mondiale. Complimenti, Italia!
Dopo questa premessa, propongo ai lettori di ViviTelese una notizia
che nel resto del mondo ha fatto scalpore, ma
che qui da noi (guarda caso!) è stata pressocché
ignorata da quasi tutta la stampa, impegnata
com'è a raccontarci fin nei minimi particolari i
battibecchi penosi della nostra classe dirigente
da operetta.
Bomba nascosta nel passeggino
di Angelo Pezzana
Nablus, Cisgiordania, ieri. Una giornata di
ottobre piena si sole con una tempertaura che da
noi definiremmo ancora estiva. Aziza Jawabra,
una giovane donna palestinese spinge il
passeggino con il suo bambino di un mese. Una
madre che passeggia con suo figlio, cosa c'è di
più normale ? Ma Aziza ha un'aria preoccupata,
ben diversa da quella che dovrebbe avere una
mamma che passeggia con il suo neonato. Si
guarda intorno, ha l'aria scura, tanto da
insospettire una ronda di soldati israeliani che
da quando sono stati bloccati innumerevoli
tentitivi di attentati si è fatta più guardinga
e sospettosa. E Aziza ha l'aria sospetta. La
avvicinano, le chiedono i documenti, controllano
il passeggino. E fra coperte e pannolini trovano
una potente bomba a mano. Per questa volta la
strage è stata evitata. Come reagisce l'Autorità
palestinese di fronte ad un terrorismo che non
ha scrupoli ad arruolare persino una giovane
madre con un figlio appena nato ?
Non come uno si aspetterebbe, anzi.
Durante il suo incontro americano con Bush il
primo ministro palestinese Abu Mazen si è
lamentato perché Israele, pur avendo lasciato
completamente Gaza, continua a mantenere sotto
controllo i territori della Cisgiordania,
impedendo di fatto quella libera circolazione
alla quale i palestinesi hanno diritto. Il
ragionamento non farebbe una grinza se i
palestinesi si limitassero a circolare come
fanno i cittadini della maggior parte delle
nazioni di questo mondo. Non dubitiamo che le
intenzioni di Abu Mazen siano buone, ma il raiss
palestinese, succeduto alla quarantennale
gestione di quel bandito che fu Arafat, prima di
esigere condizioni normali di vita per il
proprio popolo, dovrebbe farsi un esame di
coscienza e cercare di capire che gli
israeliani, esercito,servizi di sicurezza e
tutti gli altri apparati che combattono il
terrorismo palestinese, non lo fanno così, tanto
per passare il tempo, ma perché costretti, se
vogliono, come devono, proteggere la vita dei
cittadini dello Stato ebraico. Abu Mazen non
dovrebbe poi nemmeno dedicarsi a studi
approfonditi per informarsi di quanto accade in
quello che diventerà lo Stato di Palestina e che
per ora continuiamo a definire territori
dell'Autorità palestinese. Gli basterà dare
un'occhiata ai giornali e sbirciare qualche
telegiornale, per rendersi conto che non passa
giorno che un attentato non venga sventato dai
servizi di sicurezza israeliani, quello Shin Bet
al quale può dire grazie se finora è riuscito a
passare indenne ai vari tentativi di farlo fuori
da parte di tutti quei suoi compatrioti che
ancora rimpiangono il defunto capo con la keffia.
Malgrado ciò, Abu Mazen sembra che fino ad oggi
non abbia saputo collezionare altro che liste di
lamentazioni, altro che fermare e distruggere il
terrorismo. Ci rendiamo conto che non è impresa
di poco conto cancellare decenni di odio, ma da
qualche parte dovrà pur cominciare. Per esempio
smettendo di dire che i controlli che le forze
di sicurezza israeliana compiono "umiliano" i
palestinesi. Il caso di Aziza non è nemmeno
isolato. E' ancora vivo il ricordo di quella
povera donna costretta a farsi saltare in aria
provocando la morte di soldati israeliani al
confine con Gaza. La disgraziata era incinta
senza essere sposata. Una vergogna per la sua
famiglia, una vergogna che andava lavata con la
morte. Ne approfittasse allore per morire nel
modo migliore, risparmiando alla famiglia
l'esecuzione. Cosa c'era di meglio che farsi
esplodere e distruggere la vita dei soltati
d'Israele ? Ai posti di blocco, proprio quelle
misure di sicurezza che Abu Mazen ha nuovamente
chiesto a Bush di dargli una mano a smantellare,
si sono assistite scene incredibili, persino
donne incinte che dovevano essere trasportate
d'urgenza in ospedale per partorire e che perciò
chiedevano di poter superare il posto di blocco
senza controlli. Peccato che sulla macchina che
le trasportava si siano spesso trovati nel
bagagliaio veri e propri arsenali di armi per
rifornire i terroristi.
Non è bello fermare una donna che porta a
spasso il figlioletto nel passeggino, Abu Mazen
direbbe che la si umilia. Qualche volta sarà
vero, e i primi a porgere le scuse sono proprio
i soldati di Zahal, ma se non avessero fermato
Aziza Jawabra quanti morti avrebbe provocato la
bomba nascosta nel passeggino ? Tra umiliazione
e strage si deve preferire la seconda ? Lo
ripetiamo, il compito di Abu Mazen non è facile,
ma se vuole davvero uno Stato per i palestinesi
deve sapere che prima deve farla finita con i
terroristi che continuano a muoversi e operare
liberamente davanti ai suoi occhi. Senza
sicurezza non si illuda che Israele faccia
sconti.
Fonte:
www.informazionecorretta.com
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