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Achille della Ragione mi ha inviato via
e-mail un'interessante raccolta dei suoi
scritti. Ai lettori di ViviTelese, ne
propongo uno riguardante un tema di
scottante attualità.
Buona lettura.
Fulvio Del Deo
Relazione di Achille della Ragione,
organizzatore del convegno sull’infibulazione
tenutosi presso il Goethe Institut il 30
maggio 2003, pubblicata su Il Golfo il 4
dicembre 2003 e consultabile in audio video
sul sito di Radio radicale
Molti popoli primitivi provocano delle
parziali mutilazioni agli organi genitali
dei giovinetti e delle fanciulle durante la
pubertà. Tali pratiche, che rappresentano
una tappa importante nella vita degli
individui, vengono denominate con il termine
generico di “circoncisione”.
Purtroppo anche oggi queste pratiche
interessano centinaia di milioni di persone
in tutto il mondo, con epicentro del
fenomeno in Africa.
Molte religioni incoraggiano tali
mutilazioni, tra esse l’islamismo e
l’ebraismo, che, con il loro comportamento,
scendono allo stesso livello delle credenze
animistiche delle tribù più lontane dal
mondo civile.
Nel maschio la circoncisione prevede
l’incisione del frenulo per permettere che
il prepuzio possa essere tirato indietro con
maggiore facilità scoprendo il glande,
oppure, con un intervento più ampio, si
procede all’asportazione completa del
prepuzio ed in tal caso il glande rimane
costantemente scoperto, perdendo nel tempo
gran parte della sensibilità.
Questa usanza è antichissima ed era diffusa
già nell’antico Egitto;oggi tutti gli Ebrei
hanno conservato l’abitudine di circoncidere
i propri figli nei primi giorni dopo la
nascita. Tale piccolo intervento viene
eseguito di frequente nelle strutture
sanitarie di molte nazioni, essendo gli
Ebrei, dopo la diaspora, presenti in
numerosi Stati.
La menomazione fisica che deriva dalla
circoncisione è modesta, a fronte, secondo
il parere di alcuni, della possibilità di
una maggiore igiene.
I Nandi, un popolo dell’Africa
orientale,adoperano per la circoncisione il
fuoco e, nonostante il terribile dolore, i
giovani attendono con ansia il giorno
dell’iniziazione, nel corso del quale alle
fanciulle viene viceversa causticata la
clitoride.
La gioia nell’affrontare codesti riti,che a
noi paiono barbarici, ci fornirà più avanti
una delle chiavi di lettura per interpretare
il fenomeno.
Alcuni aborigeni australiani, oltre a
circoncidere tutti i maschi, incidono ad un
discreto numero di individui, dopo la
nascita di parecchi figli, anche la parte
inferiore dell’uretra.
Tale rito, chiamato “mica”, lascia sul campo
numerose vittime e, tra i superstiti,
residuano gravissime menomazioni, in
particolare una estrema difficoltà nei
rapporti sessuali.
Una metodica contraccettiva quanto mai
complessa ed imbarazzante!
Tra gli Ottentotti era consuetudine presso
alcune tribù la monorchidia:la asportazione
di un testicolo, un rito sacrificale che
quietava i bollori e riduceva drasticamente
la fertilità degli uomini.
Vogliamo infine citare un’usanza diffusa in
più di una tribù, sia in Africa che in
Australia. Ad essa non veniva sottoposta
tutta la popolazione, ma soltanto i maschi
più coraggiosi, sui quali era eseguita una
incisione circolare interessante tutto il
glande e nella ferita, ancora
aperta,venivano applicati dei sassolini, che
la cicatrizzazione inglobava, trasformando i
giovani in irresistibili supermen durante i
rapporti sessuali, ambiti e richiestissimi
dalle donne.
A tale potenziamento della”forza d’urto
sessuale”ricorrono ancora oggi quegli
stregoni, ai quali, in alcune tribù, è
delegato il compito di deflorare le
vergini,”fatica”disdegnata da molti maschi
per un sacro terrore del contatto con il
sangue.(Per un approfondimento sul tema
della verginità attraverso i secoli mi
permetto di consigliare la lettura di un mio
libro sull’argomento: “La frigidità e la
verginità della donna”).
Sul versante femminile un posto di rilievo è
occupato dall’asportazione della clitoride e
dall’infibulazione ,che prevede, dopo
scarificazione della cute, la completa
chiusura dell’ostio vaginale,ad eccezione di
un forellino per permettere il passaggio
dell’urina.
La diffusione dell’infibulazione copre, a
macchia di leopardo, tutta l’Africa ed
alcune regioni dell’Asia. L’età delle
ragazze mutilate varia a secondo delle
nazioni. In Etiopia, ad esempio, sono
interessate bambine di appena sette
anni,mentre nei paesi dell’Africa
occidentale viene eseguita intorno all’età
della pubertà.
Di solito se ne interessa una donna anziana
del villaggio, una praticona la quale lavora
in condizioni igieniche spaventose , dando
luogo a postumi invalidanti di vario genere,
dalla difficoltà ad urinare a seri problemi
nell’espletamento del parto e favorendo la
trasmissione di infezioni temibili come
l’Aids.
Il più delle volte queste” mammane” africane
si servono di un affilato pezzo di latta,
usato anche per rasare i capelli;poi sulla
ferita si versa del latte che scorre nel
terreno insieme al sangue versato. Si
procede poi, sempre in maniera rudimentale a
chiudere la vagina,lasciando solo un
minuscolo forellino per urinare.
Durante la prima notte di nozze le ragazze
vengono sottoposte ad un’altra operazione,
più crudele della stessa infibulazione.Infatti
lo sposo, che si vanta in giro di essere lui
stesso con la sua potenza virile a deflorare
la moglie infibulata, non essendo un toro è
costretto a condurla dallo stregone, il
quale provvede con falli di legno di varia
misura, a riportare la ragazza alla
situazione originaria.
Lo sposo conduce a casa la moglie ed invece
di curarla, cercando di fermare il sangue
che gronda copioso, pretende l’immediato
accoppiamento, procurandole un dolore ancora
più intenso.
Molte volte lo sposo, per risparmiare o non
avendo chi possa aiutarlo,”apre” la moglie
servendosi di un coltellaccio da cucina e
subito dopo passa a consumare… il
matrimonio.
Tentativi di spiegazione
Davanti a queste mutilazioni genitali così
devastanti sorge spontanea la
domanda:”Perché?”.
Cercheremo di avanzare qualche ipotesi,
premettendo, da radicali di lungo corso, ma
non calabrache, di condividere una visione
laica e liberale della questione.
Alcuni studiosi a proposito della
circoncisione hanno ritenuto che possa
essere nata per motivi igienici, pensando
che favorisca la pulizia dei genitali. Gli
etnologi hanno sempre sorriso ascoltando
tali teorie, le quali non tengono conto che
il concetto di igiene è assolutamente
moderno,del tutto sconosciuto ai popoli
primitivi, mentre la circoncisione ha
origini antichissime che si perdono nella
notte dei tempi. Inoltre essa è stata per
millenni eseguita nel completo disprezzo di
ogni norma igienica.
Nel caso della donna poi, a riguardo
dell’asportazione del clitoride, l’ipotesi
legata all’igiene è insostenibile.
Più facile è giustificare un’origine magico
religiosa, legata all’idea dell’offerta e
del sacrificio.
I popoli primitivi infatti hanno sempre dato
grande importanza ai riti propiziatori,
professati per rendere innocui gli spiriti
cattivi. E cosa può essere più prezioso da
sacrificare di quelle parti del corpo da cui
gli esseri umani traggono i maggiori
piaceri?
L’usanza, nata con una finalità sacra,si è
quindi sedimentata e cristallizzata nei
secoli ed è stata accolta poi come norma
dalle religioni, che ne hanno perpetuato
nei secoli la pratica, attraverso i
meccanismi coercitivi del dogma e
dell’obbligo morale.
Un discorso a parte merita l’infibulazione,
dove lampante e facilmente condivisibile è
la spiegazione della considerazione della
donna come oggetto,proprietà privata
dell’uomo che può , a suo
piacimento,utilizzarla per il
soddisfacimento sessuale, venderla,
ripudiarla.
E noi Cristiani non abbiamo alcun titolo a
parlare, dopo aver inventato la cintura di
castità, il dogma della verginità della
Madonna ed il delitto d’onore.
Naturalmente, fino a quando non riusciremo a
liberarci dalle religioni, tutte le
religioni, o almeno di quella antiquata
zavorra di leggi morali e di comandamenti
anacronistici che le rende antiquate e
contro gli stessi interessi dell’uomo
moderno, la circoncisione, l’infibulazione,
il mito della verginità e tante altre
credenze, che ci giungono da un lontano
passato, con il quale non abbiamo niente da
condividere, continueranno ad opprimerci.
Incontro e scontro tra civiltà
In passato quando ogni popolazione viveva
nei suoi territori, il problema delle
mutilazioni sessuali femminili era argomento
di studio per gli etnologi, ma oggi, in un
mondo in preda a sfrenati fenomeni di
globalizzazione, mentre migrazioni di
dimensioni bibliche interessano oramai
decine di milioni di persone, non è più
permesso disinteressarsi di queste
tematiche.
I seguaci di religioni che contemplano
l’obbligo di infibulare indiscriminatamente
tutte le ragazze sono tra di noi a milioni,
aumentano continuamente ed essendo molto
prolifici tenderanno a crescere sempre più
in percentuale.
Prima o poi chiederanno esplicitamente di
poter continuare impunemente tali pratiche,
approfittando di un vuoto legislativo
sull’argomento e semmai vorranno usufruire
gratuitamente del ginecologo della mutua.
Probabilmente faranno opera di proselitismo
presso di noi delle loro usanze, e forse non
è lontano il,giorno in cui le nostre donne
saranno costrette a sottoporsi alle
mutilazioni sessuali da fanciulle e ad
indossare da grandi lo chador o addirittura
il burka.
Il nostro clima politico, impregnato di
lassismo da basso impero e di buonismo tardo
marxista, è favorevole a queste
colonizzazioni culturali.
I mass media predicano quotidianamente il
rispetto delle altrui usanze a discapito
delle nostre tradizioni civili e religiose.
Possiamo stare certi che se uno degli ultimi
cannibali che abitano la nostra vecchia
terra volesse trasferirsi presso di noi,
come tanti extra comunitari e continuare le
sue iperproteiche abitudini alimentari, il
Papa per primo, nella sua omelia domenicale,
incoraggerebbe ad accoglierlo fraternamente
ed a lasciargli libero un semaforo, non già
per esercitare la rispettabile e ben pagata
professione di lavavetri, bensì per
soddisfare le sue improcrastinabili esigenze
alimentari.
Dati biografici dell’autore
a.dellaragione@tin.it
Achille della
Ragione è nato nel 1947 a Napoli, dove abita
ed esercita la professione di ginecologo.
Sposato con Elvira, tre figli: Tiziana, Gian
Filippo e Marina, nel cuore anche tre
rottweiler: Lady, Atos e Porthos.
E’ noto in Italia per i suoi studi sul
controllo delle nascite e sulla sessuologia
femminile. E’ autore di decine di lavori
scientifici, pubblicati sulle principali
riviste mediche italiane e straniere. Ha
scritto numerose monografie e libri medici a
carattere divulgativo. Ricordiamo: “Moderne
metodiche per procurare l’aborto” (1978),
“Parliamone col ginecologo” (1982), “Pianeta
donna” (1985), “La frigidità e la verginità
nella donna”(1992).
Maestro di scacchi, è da decenni redattore
in riviste del settore.
Collabora a numerosi periodici e quotidiani,
di alcuni dei quali ha curato la pagina
culturale.
Esperto di storia dell’arte ha pubblicato:
“Il secolo d’oro della pittura napoletana”,
opera in 10 volumi, sul nostro glorioso
Seicento e numerose monografie su dipinti di
collezioni private.
Alla terza edizione in pochi mesi il suo
libro: “Achille Lauro superstar”.
La sua ultima opera “Ischia sacra guida alle
chiese” attende a breve la traduzione in
tedesco ed inglese.
Attualmente sta lavorando ad una raccolta
dei suoi contributi più significativi,
sparsi tra riviste più o meno note, da
ripubblicare in tre tomi.
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