«A Gush Katif verrà ancora raccolta la
frutta, come dice il suo nome, o diventerà "Sahb
al Qunbula", Tiro di Bomba?», così mi
chiedevo, sperando con tutto il cuore di
sbagliarmi. (vedi:
Un insolito esodo di Ferragosto)
Purtroppo i fatti, giorno dopo giorno,
stanno superando in gravità anche i miei
incubi più brutti.
Prima
c'è stata la "grande festa",
in cui gruppi numerosi di Palestinesi hanno
violato il confine egiziano per andare a
trovare i parenti che non vedevano dal
1967. Al che, sorsero spontanei tre
interrogativi:
-
come mai hanno parenti in Egitto? Allora è
proprio vero che i cittadini di Gaza non
sono altro che Egiziani indesiderati dal
Cairo? (vedi: "Chi
sono i Palestinesi?", pubblicato in
questo stesso sito)
-
questo viavai sul confine egiziano non può
essere pericoloso, non può essere sfruttato
da qualcuno per portare nuove armi a Gaza?
-
come mai l'Egitto non riesce a bloccare
quest'andirivieni? La grande muraglia
egiziana sul confine (brutta almeno quanto
quella israeliana) non serve a
nulla? O bastano pochi soldi per trovare
qualcuno pronto a farsi corrompere per avere
via libera?
Subito
dopo, sono state incendiate le
sinagoghe. «Colpa degli Israeliani:
-ha tuonato qualcuno in Italia-
prima promettono di eliminarle e poi
cambiano idea!» Va be', ma nemmeno i
saraceni abbattevano sinagoghe e chiese,
semmai le trasformavano in bellissime
moschee. Non potevano fare altrettanto i
Palestinesi, risparmiando un sacco di soldi
e di fatica?
Altro
grande passo è stato distruggere le
serre. Gli agricoltori israeliani
le avevano curate con amore fino all'ultimo
giorno, sperando sempre in un contrordine
dell'ultimo minuto. I Palestinesi di Gaza
hanno rifiutato quel dono piovuto dal cielo
e non hanno esitato un istante a mandare in
fumo un bene che era costato quasi 12
milioni di Euro, e che avrebbe potuto
rappresentare una fonte di reddito
immediato.
Anche
in quell'occasione, qui da noi c'è stato chi
non si è vergognato di dare pieno appoggio
all'ennesimo gesto scellerato da
parte palestinese (vedi:
Aceto,
Liberazione)
Oggi
che altro succede?
Quello
che fu l'Insediamento del Raccolto diventa
una vera e propria Base di Lancio. E volano
i Kassam; che non sono uccellini
mediorientali, ma missili mortali. E piovono
sui tetti delle case di Sderot.
Quaranta missili sul legittimo territorio
dello Stato d'Israele.
Ma per i terroristi palestinesi gli
Ebrei non hanno diritto neanche a un
centimetro quadrato di questo Pianeta.
E dov'è
l'Autorità Nazionale Palestinese? Cosa fa?
Perché non li ferma? Aveva detto che avrebbe
disarmato tutta le milizie, tutti i gruppi.
Tutti. E invece? Davvero non ha autorità?
Davvero non ce la fa o è connivente?
Guardano le trasmissioni della Televisione
dell'Autorità Nazionale Palestinese,
scopriamo che il desiderio di cancellare
Israele dalla faccia della Terra non è solo
prerogativa dei gruppi come Hamas, Jihad,
Hizbullah, ma è un'idea accarezzata con
tenerezza un po' da tutti.
"Distruggere Israele continua a essere uno
scopo desiderato e fattibile candidamente
presentato nei discorsi dell'Autorità
Palestinese e nell'istruzione. L'intensità
di questo messaggio di odio è cresciuto
sulla TV dell'Autorità Nazionale
Palestinese, dal quando Israele ha
abbandonato gli insediamenti della Striscia
di Gaza; i leader religiosi, politici e
didattici hanno incoraggiato i Palestinesi a
percepire quell'evento come il primo passo
verso la distruzione di Israele."
(da
www.pmw.co.il di
I. Marcus and B. Crook, trad. F. Del Deo)