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In questi giorni, girano nel web diverse
iniziative e petizioni finalizzate alla
lotta al terrorismo. La maggior parte di
esse, chiede che siano introdotte
norme più restrittive sull'immigrazione.
Non so quanta buona fede ci sia in
tutto ciò, ma trovo quanto meno ingenuo
pensare di risolvere il problema
scaricandolo sull'ultima ruota del carro.
Noi Italiani ci agitiamo sempre molto, alla
sola idea che forse ci potrebbe capitare
qualcosa.
A un certo punto della nostra storia, da
emigranti quali eravamo ci siamo trasformati
in ricchi. E dal Nord Africa sono sbarcati i
primi immigranti. Ed erano Africani, sì
soprattutto Africani: dal cuore africano,
dalla voce africana, dagli occhi africani.
Il fatto che fossero mussulmani non
importava molto, se lo portavano dietro
come ci si porta il proprio gruppo
sanguigno. Quello che contava erano le
scarpe bucate, i vestiti logori, lo stomaco
più vuoto che pieno. Eravamo così anche noi,
quando andavamo in America, in Australia
ecc..
E noi, invece di ricordarcelo e di unire in
un caloroso abbraccio la nostra puzza di
cipolla alla loro puzza di cumino, che cosa
abbiamo fatto? Ovviamente li abbiamo messi a
lavorare: erano qui per questo, no? Poi,
sopratutto al Nord e nelle grandi città, li
abbiamo trattati gentilmente, ma sempre a
debita distanza. E sì: già noi del Sud
venivamo chiamati Maruchèn, Terroni... come
chiamare adesso questi provenienti da ancora
più a Sud, alcuni di loro veri e
propri marocchini, originali in carne e
ossa!? Super-Maruchèn?
Extra-Terroni? Mhm, no: troppa sincerità per
una lingua che giorno dopo giorno va
sbiadendosi in ipocriti eufemismi del tipo
"non-udenti", "operatori ecologici",
"portatori di handicap" ecc. Così abbiamo
partorito l'asettico "extra-comunitari", che
è fra le cose più spregevoli che una
lingua umana possa creare.
E loro? Loro che erano venuti con la
speranza di fare soldi da mandare a casa, e
col desiderio di imparare come ci si
evolve, hanno finito per imitare il peggio
di noi: si sono chiusi in una realtà
ristretta, in cui la mancanza di contatto
con l'esterno e l'impossibilità
di confronto hanno partorito alienazione e
tutto il resto.
E noi, noi non-extra-comunitari che
cosa facciamo invece, come viviamo? Nella
totale solitudine, tanto nelle nostre grandi
città considerate "troppo dispersive",
quanto nei nostri piccoli centri considerati
"troppo soffocanti"; c'è chi trova "amici
sinceri" solo nel mondo virtuale del web;
c'è chi, in preda alla follia, sgozza i suoi
stessi figli perché non rendono la famiglia
bella e sorridente come quella delle
pubblicità; c'è chi cerca disperatamente, a
Est, o nella miseria di Cuba, l'anima
gemella, ecc..
Eppure quando quaggiù eravamo
ancora Terroni, ne ho visti di mohammed e di
alì bere birra sopra alla
pizza, fregandosene di Allah che,
all'occorrenza, chiudeva volentieri un
occhio vedendoli felici insieme agli amici.
Ma poi un giorno la birra era
tiepida e anche mohammed e alì giustamente
la preferivano fresca. E il
cameriere, che è sempre gentilissimo e
servile con "dottori" e "commendatori" in
giacca e cravatta, che è generalmente
freddino con quelli come me troppo
casual con barba e capelli spettinati,
come doveva comportarsi con gli
extra-comunitari? Il pensiero fu
subito: "Ma guarda un po' tu, questi
extra-terroni morti di fame: vengono qua,
gli diamo da lavorare e adesso pretendono
pure la birra fredda! Fra un po' vorranno
anche le nostre figlie!! Ma perché
non se ne tornano al loro paese!
Voglio vedere se là gliela fanno bere, la
birra! Là gli tagliano la mano, gli
tagliano...e fanno bene!!!"
Ne ho sentiti di discorsi di merda come
questo. A bizzeffe!
E così, per toglierceli davanti, per
allontanarli dalla discoteca dove va a
ballare nostra figlia, abbiamo pensato bene
di regalargli moschee a destra e a manca,
per far tacere i nostri sensi di colpa,
incoscienti dell'entità del danno che in tal
modo stavamo procurando agli immigrati, a
noi stessi e a tutta la società nel
complesso. I nostri politicanti locali,
provincialotti e cafoni come tutti i
politicanti, hanno potuto farsi belli agli
occhi dei benpensanti: "Guardate come siamo
buoni e democratici: a questi morti di fame
regaliamo i luoghi di culto!", col benestare
di preti miopi e no-global fanatici;
nonostante sappiamo tutti che i mussulmani
non hanno bisogno di alcun luogo di culto
per pregare (non lo dico io, lo dicono loro;
leggete e informatevi se non mi credete!)
Come se non bastasse, che tipo di imam gli
abbiamo rifilato? I wahhabiti, ovviamente!
Quei malcapitati erano arrivati dall'Africa
che erano Africani, poveri e sorridenti, e
noi, invece di essere orgogliosi
di servirgli la birra ben fresca e di fargli
provare il limoncello o l'amaro lucano,
li abbiamo trasformati pian piano in
piccoli Sauditi, con soldi in tasca e idee
di guerra santa nella testa. Gli
abbiamo fatto fare il lavaggio del
cervello da gente che ammira Bin Laden, che
segue l'eresia wahhabita, che predica la
guerra santa contro noi tutti infedeli!!
Begli idioti siamo stati. Ma chi ci ha
guidato su questa strada? Mica loro, mica
quei poveretti in cerca di lavoro. Quelli
avrebbero fatto volentieri a meno degli imam
fondamentalisti sempre fra i piedi, e se ne
sarebbero andati in discoteca, nei pub, in
pizzeria. Ci faceva davvero così
paura mischiarci con loro, diventare anche
noi un po' Maruchèn?
Chi ci ha guidati, dunque? Quali sono le
voci autorevoli che ci hanno indirizzato su
questa strada sbagliata?
(E adesso si parla di istituire anche un
"Consulto Islamico". Oddio, chi mai ne farà
parte!? E perché poi un'istituzione
religiosa in uno Stato che si dice laico?
Allucinante!)
Ecco quali sono le "voci autorevoli" che
finora abbiamo ascoltato: Igor Man,
sfegatato sostenitore di Nasser;
l'italianissimo ex-ambasciatore
Scialoja, convertito all'Islam saudita;
l'italianissima associazione UCOII, che non
ha mai preso le distanze dal
terrorismo; l'italianissimo signor Smith,
che lancia crocifissi dalle finestre e
sporge querele alla Fallaci.
Purtroppo nel nostro Paese la Chiesa invade
ogni sfera. Se il nostro
Stato fosse realmente laico, se
-come diceva Gesù- si desse a Cesare quel
che è di Cesare, non ci troveremmo in questa
situazione incresciosa. Dovremmo pensare
seriamente alla via francese, alla legge
sulla laicità che, se in un primo momento ha
suscitato perplessità ed ha acceso
polemiche, oggi si sta rivelando la
soluzione più indolore a una questione da
risolvere urgentemente, prima che sia troppo
tardi.
Per concludere, ritorniamo agli appelli e
alle petizioni che pretendono di essere il
toccasana contro il terrorismo. La nostra
sicurezza non è messa a rischio dagli
immigrati, ma da nostri
cittadini, ai quali i nostri
autolesionistici sensi di colpa hanno
spianato la strada.
Come sostiene Magdi Allam in un suo
articolo:
"A tutti coloro che continuano, con
comprensibile preoccupazione, a domandarsi
dove siano i musulmani moderati che
condannano apertamente e incondizionatamente
il terrorismo, sappiano che ci sono.
Al-Rashed è contattabile all'indirizzo
alrashed@asharqalawsat.com
a Al-Nabulsi all'indirizzo
Shakerfa@worldnet.att.net
E con loro ci sono tanti altri. Da
scoprire, valorizzare, affermare sul piano
mediatico, sociale e politico. Si può e si
deva fare. Prima è, meglio è"
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