9 gennaio 2007
Alla ricerca della neve perduta
Sandro Forlani

 

 

Correva l'anno del Signore duemilasette,era il tre gennaio...


Nel cuore dell’Inverno,partire verso Nord in macchina,è da giovani o da temerari.
Sono giovane,ma non temerario,e mi prenoto un bel pendolino che partirà da roma alle nove e trenta.
Ad una certa età,diciamo verso i cinquantuno-cinquantadue,capita anche di fare di queste considerazioni, insieme al desiderio di mettersi un cappello.
Così,quando sono uscito di casa,stamattina,ho infilato nella tasca del pastrano blu
il primo cappello che ho trovato sull’attaccapanni.
Alla stazione di telese me lo sono ficcato in testa senza tanti scrupoli,
ma dal calore eccessivo alle mie trascurabili meningi,ho capito subito che qualcosa non quadrava.
Ho avuto l’impressione che il freddo previsto fosse rimasto sui balcani.
Mi ero preparato ad un viaggio invernale,su un comodo e caldo treno,
la Nikon pronta a riportare foto di paesaggi bianchi…


Sognavo l’Agro Pontino innevato,gli Appennini nebbiosi, percorsi da ventose folate di bufera, ma fino a Firenze la cosa più invernale che ho vista è stata una biondona
con una enorme sciarpa rosa e l’ombelico in bella vista.

Quando sulle vetrate, che accompagnano il Pendolino di Trenitalia nella stazione di Firenze SMN, (Senza Minimamente Neve) ho visto delle rondini,ho pensato per un attimo che fossero veramente ritornate in anticipo,e non orribili adesivi.

Ora non sono nemmeno sicuro che fossero rondini.
Il colore del cielo mi sembrava e mi sembra azzurro,blu,forse indaco.

Stiamo salendo le selve Appennine auree ed all’uscita da qualche galleria sicuramente si scoprirà l’inverno.

Non sarebbe neppure la prima volta,partire dal Sud in primavera, passare da Orvieto d’autunno,arrivare a Bologna in inverno.

E’ quasi l’ora del desinare,si sentono rumori di panini al prosciutto,profumi di carte alimentari fruscianti, anidride carbonica sfuggire da bottigliette aperte,commenti del tipo “ci convien mangiare ora,poi il pane si fa duro..”.

Ma non tutti cedono al brivido del picnic su rotaie.
Una lattina di Fanta sfiata contenta,qualcuno continua a legger giornali offerti dalle nostre Ferrovie, non come me, solito fesso, che li ho comprati nella stazione di Termini.

Nella mia poltrona numero 22 lato finestrino,sono riuscito a scroccare solo un tè caldo,guardingo, insicuro se fosse da pagare e non gentilmente offerto da un commesso largo leggermente più di me e del corridoio.

Retaggi degli anni sessanta.Il treno costava un terzo di ora ed il tè lo pagavi.
Anche il clima dei treni non è più lo stesso…..

Dopo un paio d’ore di viaggio, famigliarizzavi, mentre ora ognuno legge i suoi giornali,
e l’intimità la raggiungi grazie,o per colpa,dei cellulari degli altri viaggiatori.

Sai che cosa mangeranno all’arrivo,sarai informatissimo sui loro figli e sulle loro mogli,
parteciperai alla loro vita privata come al grande fratello 24.

Voglio tornare ora,proprio ora,agli Appennini ed ai treni di trent’anni fa, quando c’era tanta neve e nessun cellulare.

Ormai sul pendolino è come andare al Santuario di Montevergine, a Cascia od a San Giovanni Rotondo.

Prima si andava in quei luoghi Sacri per respirare l’aria Mistica,
come si andava sul rapido Napoli-Milano per viaggiare solamente.

No,ora vai a Montevergine per comprare le caciotte,i caciocavalli,i lupini e le noccioline,
mentre qui son già passati gli omini verdi di Trenitalia
otto volte in due ore e mezza,nella carrozza numero due.

Primo passaggio per regalare i giornali,poi ad offrire un dolcetto,dopo le bevande,
poi a vendere un panettoncino a cinque euro del commercio equo e solidale,poi ancora le bevande aggratis, con altri tre passaggi quasi patetici ad offrir caramelle.

Nono passaggio,il controllore,ma questo me l’aspettavo.

Invece di passar a rompere gli addobbi globici dell’albero di natale,perché non far pagare il Roma-Milano 30 euro invece di 67,14, oltretutto di prima classe obbligatoria,perché non c’erano posti in seconda ?

Son sempre le solite inutili domande esistenziali,ma io me le faccio lo stesso.
Dal timpano sinistro,quello per me più sensibile al pari di tutte le altre parti sinistre, mi sembra di essere abbastanza in alto, forse sui mille metri,ma niente neve,niente neve….

La stazione di San Ruffillo mi ricorda che Bologna è vicina.
E così realizzo che nemmeno Bologna è più Bologna.
Nella città dei turtelein e del famoso previsore polare Steve,,invece della neve sui tetti quadrati, che resisteva più che altrove,una città brulla,marrone,assolata.

Sui muri delle case anche qui i graffiti dei tempi moderni,solo un po’ più bolognesi…

W LA NEVE
SCIARE FA BENE
MORTADELLA MEGLIO DEL CAVALIERE

Ma niente neve.

Mi sistemo meglio sulla comoda seduta del pendolino.

Mi voglio stragodere la campagna emiliana,con le mie nebbie,le piccionaie sotto i tetti delle case di campagna e le lingue di neve rimaste delle nevicate precedenti.

Bologna,stazione di Bologna,i furtivi picnic ormai terminati.
Meglio così,mi voglio godere la mia nebbia in silenzio. Siamo in perfetto orario,e considero la cosa un magia. Ma forse no,per questa magia ci vogliono i 67,14 euro.
Oppure è un caso ?
Va beh,godiamocelo questo caso,un caldo caso invernale.

Avvertiamo i signori viaggiatori che fra qualche minuto saremo nella stazione di Milano Centrale, Trenitalia ringrazia per aver viaggiato con noi.

E la nebbia,e la neve,e la gelatissima Pianura Padana ?

Sogni,sogni di un bambino di cinquantun anni,che spera di non crescere mai.
E di continuare a sognare.

Alle sedici arrivo a Laveno,sul lago della mia infanzia.

Il cielo è azzurro,blu,quasi indaco.






Sul mio lago la barca rossa di sempre,la in fondo il Monte Rosa,appena appena più innevato di come l’avevo lasciato questa estate.
Che non è ancora finita,sembra.


Sandro Forlani


 

 

 

 

Drago Antonino Salvatore Pio, di Pietro e Fortuna, è nato a Napoli il 28 dicembre 2006.

 Un'altra nascita di un amico di Vivitelese.

Tantissimi auguri a lui ed alle gemelline della famiglia Avitabile.

 

Sandro Forlani

 

 

     

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