Qualcuno ha calcolato che l’acqua che consumiamo
per lavarci i denti sarebbe sufficiente ad un
bambino palestinese per un giorno. Non so se è
vero, ma se lo è, è drammatico. Già per
S.Francesco l’acqua era creatura del Signore,
insieme a frate sole, sorella luna, le stelle,
frate vento e frate focu: “...utile, umile,
preziosa e casta...” e in questa francescana
intuizione vi è tutta la poesia di una risorsa
indispensabile per la vita.
Chissà cosa direbbe oggi nel sapere che un
miliardo e duecento milioni di persone, più di
un abitante su cinque della Terra, non ha acqua
potabile a sufficienza e che ogni anno per le
malattie connesse alla mancanza d’acqua muoiono
3 milioni e mezzo di persone, due terzi delle
quali sono bambini. Pensiamoci: 6.400 bambini
per ogni giorno dell’anno e ogni anno!
Le
proiezioni statistiche prevedono che tra circa
20 anni la metà della popolazione mondiale –
oltre tre miliardi e mezzo di persone – soffrirà
per mancanza d’acqua.
L’aveva già intuito Mark Twain quando sosteneva
che “il whisky è per bere, l’acqua per
combattersi” e una simile riflessione trova
d’accordo gli studiosi preoccupati ed allarmati
per lo stato delle risorse idriche mondiali. Gli
osservatori più pessimisti (ma lo sono davvero?)
hanno previsto catastrofiche guerre per
l’accesso all’acqua - l’oro blu del XXI secolo -
ma anche le caute Nazioni Unite considerano la
crisi dell’acqua il problema più serio del
nostro Pianeta.
A
conferma delle previsioni, invero, già oggi sono
in atto diversi conflitti per l’accesso o il
controllo dell’acqua. Non è un caso se in
Israele, ad esempio, l’acqua dipende dal
Ministero dell’Agricoltura mentre in Palestina
dal Ministero della Difesa, se la Turchia fa di
tutto per controllare le acque del Tigri e
dell’Eufrate in competizione con la Siria e
l’Iraq e se non sono da sottovalutare le
tensioni tra Egitto, Etiopia e Sudan per
problemi legati all’accesso di sorgenti idriche.
E
questo nonostante che l’80 % del pianeta sia
ricoperto d’acqua che forma un serbatoio
naturale di un miliardo e quattrocento milioni
di chilometri cubi contenuta negli oceani o
imprigionata nelle nevi e nei ghiacciai
permanenti. Solo che è quasi tutta salata e
dobbiamo dire ancora una volta grazie al
“fratello sole” se riusciamo ad avere acqua
dolce. E’ infatti grazie all’evaporazione che
vengono prelevate dagli oceani milioni di metri
cubi di acqua che ricadono sulla terra sotto
forma di pioggia e di neve che a loro volta
alimentano le riserve idriche del pianeta
utilizzate per uso alimentare, agricolo ed
industriale.
Tutte le sere davanti alla TV guardiamo le
previsioni meteo, che sono definite cattive se è
prevista la pioggia. In realtà se pensassimo che
l’acqua sulla terra è il 40% in meno di trent’anni
fa e che il nostro pianeta è rimasto a secco e
non ce ne siamo accorti, per il bene dei nostri
figli dovremmo augurarci la pioggia tutti i
giorni. Solo nel Mediterraneo, negli ultimi
decenni, vi è stata una diminuzione delle
precipitazioni estive pari al 20% cui si è
aggiunto un aumento della temperatura di un
grado e mezzo.
Le
Agenzie internazionali che si occupano di
ambiente da tempo hanno avvertito che stiamo
consumando più acqua di quanto la Terra può
darci. I nostri abituali digiunatori mediatici
sanno bene che senza cibo possono vivere un mese
ma senz’acqua difficilmente supererebbero la
settimana.
Di
fronte alla serietà del problema noi italiani
siamo ottimisti e disincantati - o forse più
incoscienti - se è vero che con circa 237 litri
pro capite giornalieri siamo primi in Europa per
consumo di acqua e ci piazziamo in un
“brillante” terzo posto a livello mondiale dopo
il Canada e gli Stati Uniti. Nonostante tutto un
italiano su tre nel periodo estivo, soprattutto
nelle regioni costiere e in quelle meridionali e
insulari, ha meno acqua di quanto gliene serva,
anche meno di 50 litri che sono la soglia
accettabile di vita per l’Organizzazione
Mondiale della Sanità.
Ma
non ci fidiamo troppo dei nostri acquedotti
visto il consumo di acqua minerale, di cui siamo
i primi consumatori al mondo con 160 litri a
testa: l’acqua da bere per noi deve essere
rigorosamente in bottiglia e un italiano su due
beve solo acqua minerale. In tal modo
contribuiamo in maniera determinante ad
alimentare un giro d’affari di 2500 miliardi di
euro l’anno, tanti quanti girano intorno
all’acqua minerale e sarà l’appetito per tale
torta a spingere alcune società ad imbottigliare
e vendere anche altre acque che è un po’ come
comprare in bottiglia quello che si può avere
dal rubinetto.
E’
un problema tremendamente serio, che trascuriamo
solo perché manca una cultura dell’acqua, fonte
insostituibile di vita considerata erroneamente
un giacimento da sfruttare. Dimentichiamo invece
che è un bene comune, un patrimonio dell’umanità
e di tutti gli organismi viventi perché da lei
dipenderà nei prossimi anni lo sviluppo sociale
ed economico dei popoli.
Quando apriamo un rubinetto pensiamo a quanta
acqua sprechiamo. E’ necessario lasciar scorrere
l’acqua per tutto il tempo che facciamo la barba
o basterebbe aprirla solo per bagnare il
pennello o pulire il rasoio? E’ necessario
lasciar scorrere l’acqua mentre laviamo i denti
o basterebbe sciacquare solo lo spazzolino? E’
necessario scaricare ogni volta tutta la
vaschetta del water (circa 12 litri) o non
sarebbe meglio spingere il pulsante quanto basta
o mettere le vaschette a doppio scomparto o a
leva, da utilizzare in base alla necessità?
E’
necessario fare ogni volta il bagno in vasca con
100 litri d’acqua o basterebbe una doccia con un
consumo di 30 litri? E’ meglio lavare la frutta
e le verdure sotto un getto potente, continuo,
quanto inutile, o lavarla in bacinella con il
vantaggio di poter utilizzare anche un
disinfettante e dare solo l’ultimo risciacquo
sotto il rubinetto?
L’elenco può continuare ed ognuno di noi può
aggiungere una voce al decalogo con un pensiero
rivolto ai milioni di persone che ogni giorno
sperano di disporre di pochi litri d’acqua per
sopravvivere. Impariamo ad amare l’acqua, ad
apprezzarla, goccia a goccia. Non è
inesauribile. La natura ce la sta sottraendo
poco a poco ma l’uomo gli ha dato e gli sta
dando una gran mano.
Le
foto sono della Società ASPES di Pesaro, azienda
erogatrice di acqua e gas. |