Milioni di telespettatori hanno seguito la sua
storia in onda su RaiDue
IL
“MENNEA” CASERTANO IERI A PIAZZA GRANDE
Ettore Pommella, capitano della nazionale
trapiantati, due medaglie d’oro alle olimpiadi
di Sidney, è stato intervistato da Giancarlo
Magalli. A luglio la sua quarta olimpiade
Aversa (Caserta)-
Ennesima storia casertana sbarcata ieri a
Piazza Grande, trasmissione cult in onda su
Raidue, condotta da Giancarlo Magalli, con Mara
Carfagna, Fiordaliso, il maestro Mazza e Paolo
Fox.
Una storia a lieto fine(anche questa proposta
con successo dal freelance casertano Giuseppe
Sangiovanni, collaboratore esterno del programma
Rai)- dopo un lungo e doloroso calvario dovuto
alla grave malattia, poi il trapianto del
fegato, e infine la vittoria della vita, sulle
piste di atletiche di mezzo mondo e sui campi di
calcio: il tutto ottenuto con la grande voglia
di vivere e la determinante forza di volontà.
Tante vittorie e record del mondo ottenut non
dietro casa, ma alle olimpiadi. Il protagonista
è Ettore Pommella, 44 primavere, un uomo amante
dello sport, caduto in disgrazia, rialzatosi e
riscattatosi alla grande- tornando a fare sport,
detronizzando avversari e record mondiali, alle
olimpiadi per trapiantati organizzate ogni due
anni in Europa e oltreoceano.
La
sua triste storia ha inizio nel lontano 1978,
Ettore ha diciotto anni, con lo sport in genere
nel suo dna: il calcio per lui è tutto, è
titolare inamovibile in una squadra di
semiprofessionisti, vanta pure diverse presenza
nella nazionale dilettanti.
In
tanti per lui intravedono una luminosa
carriera di calciatore, lui stesso è convinto
dei suoi mezzi, davvero eccezionali- è felice,
sicuro di fare il grande salto in serie A, e
magari giocare i mondiali del 1982.
ADDIO SOGNI
Ma
un crudele destino aspetta al varco Ettore, nel
giro di pochi giorni, addio sogni- dopo
l’infausta diagnosi di epatite virale delta
positiva, diventata cronica, contratta
verosimilmente nello stesso ambiente sportivo da
lui frequentato.
Da un momento all’altro, dagli
altari della gloria s’infila in un tunnel senza
uscite. Inizia così il suo calvario, con la
malattia che mina sempre di più il prestante
fisico. E’ costretto ad abbandonare l’attività
sportiva. Tredici lunghissimi anni di sofferenze.
“Abbandonai lo sport, per la malattia, cercai di
“distrarmi” iscrivendomi alla facoltà di
Architettura prima, e all’accademia delle belle
arti, ma con risultati deludenti: non riuscivo a
seguire i corsi e le lezioni, mi addormentavo in
aula”- racconta Ettore.
“Le cose peggiorarono, la malattia si trasformò
in cirrosi epatica, e l’unica speranza era
rappresentata dal trapianto, effettuato
brillantemente a Nizza, in Francia.
“Ho passato
momenti difficilissimi- ho sofferto tantissimo,
ma con l’aiuto di Dio sono qui a raccontare quei
momenti, tanti altri miei compagni di ventura
sono lassù- dice indicando il cielo”.
Momenti tremendi, anni durissimi vissuti da
Ettore, che ha avuto la fortuna di incontrare
durante il difficile percorso, Teresa, una
persona straordinaria, intelligente, che pur
sapendo della malattia, non è scappata.
Ha combattuto tenacemente la
battaglia con l’amato fidanzato, poi diventato
suo marito. “ Conosco
mia moglie da quando aveva poco più di sedici
anni, io ne avevo 24, ci siamo conosciuti, poi
frequentati. Dopo una dozzina di giorni, trovai
il coraggio di confessarle lo stato precario di
salute, nove persone su dieci sicuramente
sarebbero scappate, lei capì tutto e rimase
rischiando con me a combattere la battaglia”.
Una coppia sempre più unita, che aveva persino
pianificato il matrimonio da celebrare
ai primi di ottobre di quell’anno.
Sigillo poi rinviato per cause estreme.
“ Arrivò la chiamata da Nizza
e il matrimonio dovemmo rinviarlo per il
trapianto, perfettamente riuscito- che mi ha
ridato la vita”.
FOTO
DI ETTORE POMMELLA CON MAGALLI, MARA CARFAGNA,
IL MAESTRO MAZZA, VALERIO MEROLA, SANDRO MAYER-
NEGLI STUDI DI VIA TEULADA
RECUPERO
MIRACOLOSO
“Recuperai rapidamente-sottolinea
Ettore- sei mesi dopo
ero già in campo per giocare in una squadra di
eccellenza: otto mesi dopo tornai in pista
vincendo il titolo regionale dei cento metri.
Eravamo allo stadio S.Paolo di Napoli, una
bellissima gara vinta tra atleti non
trapiantati, ricordo ancora le facce stupite dei
presenti, quando dichiarai (dopo la vittoria)-
la mia condizione di trapiantato”.
Una delle tante soddisfazioni ottenute da
allora. Una serie infinita di vittorie, medaglie
e riconoscimenti ottenuti in tutto il mondo. Un
campione olimpico di gran classe, orgoglioso di
avere stretto la mano al mitico cardiochirurgo
sudafricano Cristhian Barnard.
“Nel 1995 a Manchester vinsi due argent, cento e
duecento metri: nel 1997 in Australia, alle
olimpiadi due ori e due record mondiali, nel
1999 a Budapest ancora due argent”.
Nel suo carnet diverse vittorie ai campionati
italiani. Un vero campione, che ha saputo
reagire, dopo la rovinosa caduta, rialzarsi,
senza mai pensare ad alzare bandiera bianca,
senza mai chiudersi a riccio, senza mai
isolarsi. Si è rimboccato le maniche, e oggi è
un uomo felice con una splendida famiglia, due
bellissimi pargoli, Davide e Sara che stravedono
per papà Ettore.
Giornata dura, la sua- che inizia all’alba e
finisce dopo una decina d’ore di duro lavoro
nella panetteria di proprietà. Due volte la
settimana, dopo la giornata di lavoro, infila la
tuta e di corsa al campo, per allenare(è lui
davanti a tutti a fare esercizi e corse)- la
squadra del Carinaro- che milita nel campionato
di seconda categoria. Tra le tante cose è
capitano della nazionale trapiantati.
Nel luglio prossimo sarà in Canada per
partecipare alla quarta olimpiade, un record
invidiabile e inattaccabile: 11,05 il tempo che
impiega per coprire la distanza di cento metri.
L’incredibile soap-opera targata Pommella, è
stata persino portata in scena da un famoso
gruppo teatrale.
Questa la storia a lieto fine del “Mennea”
casertano, uomo di fede, particolarmente devoto
a San Pio e San Giuseppe Moscati, che hanno
segnato positivamente il lungo percorso della
sua malattia.
Una persona speciale, con una grande voglia di
vivere. Campione di vita e di sport. |