Gruppo Consiliare
“Insieme per Telese”
COMUNICATO STAMPA
I
ripetitori telefonici fatti installare
sull’immobile ex molino “Capasso & Romano”
dall’assessore D’Occhio destano preoccupazione
nella popolazione residente in zona.
Occorre appurare che le radiazioni
elettromagnetiche non costituiscano un pericolo
per la cittadinanza.
Lo
scorso 12 maggio il gruppo consiliare “Insieme
per Telese” ha presentato un’interrogazione al
sindaco, con la quale si portava a conoscenza lo
stesso che sull’immobile dell’ex molino
“Capasso & Romano” sono stati installati diversi
ripetitori telefonici. Dall’esterno non è
possibile sapere con assoluta precisione il
numero di quelle antenne – due, tre, forse
quattro – poiché sono nascoste alla vista da
appositi pannelli.
Come i telesini
sanno, l’ultimo amministratore unico della
“Capasso & Romano” è stato l’assessore ai lavori
pubblici, Giuseppe D’Occhio. E come è facile
immaginare, le aziende telefoniche pagano
profumatamente l’affitto dei siti di
installazione delle pericolose apparecchiature.
L’elettroinquinamento
(o elettrosmog) rappresenta un pericolo serio
per la salute pubblica. I danni provocati
dall’esposizione eccessiva possono essere anche
molto gravi. Le leggi vigenti prevedono precisi
limiti all’intensità delle onde e alla durata
delle esposizioni.
Il punto più
controverso è rappresentato dalla assoluta
mancanza di controlli preventivi e di verifiche
sul campo. I ripetitori, infatti, vengono spesso
installati senza che le amministrazioni
pubbliche ne sappiano nulla.
Per questi motivi
abbiamo chiesto al sindaco se l’installazione
delle antenne sull’immobile dell’ex molino è
stata autorizzata e se sono state verificate
tutte le condizioni di sicurezza.
Il problema è
molto più esteso, e riguarda la stessa centrale
elettrica dell’ENEL, della quale una sentenza
della magistratura impone la delocalizzazione.
Abbiamo informato il sindaco della cosa,
chiedendo cosa intende fare l’amministrazione
perché la sentenza citata trovi esecuzione.
Il gruppo
“Insieme per Telese” ritiene giunto il momento
di dotarsi di un regolamento comunale contro l’elettroinquinamento,
cioè di uno strumento che preveda i criteri per
l’installazione – in condizioni di assoluta
sicurezza – di impianti potenzialmente dannosi.
Per questo abbiamo presentato, unitamente
all’interrogazione, una bozza di regolamento e
uno schema di delibera consiliare.
I nostro
documento, sul quale chiamiamo il sindaco e la
maggioranza a confrontarsi, richiamando i valori
massimi di esposizioni previsti dalle normative,
e prevedendo delle precise procedure per le
installazioni, vuole impedire la prolificazione
selvaggia di impianti che devono essere
assolutamente monitorati e tenuti sotto
osservazione. Vanno coinvolti gli attori
istituzionali competenti – a cominciare dall’ARPAC
– e va garantita la massima trasparenza.
Si tratta, in
altre parole, di stabilire le regole. Ad esse
devono subordinarsi anche gli assessori in
carica, soprattutto quando chi è attratto da un
facile tornaconto economico non presta
preliminare attenzione alle condizioni di
sicurezza e salute dei concittadini. |