1 ottobre 2005
Piano particolareggiato del lago di Telese
Pasquale Biondi

 

 

Cari amici di ViviTelese, già nel mese di luglio abbiamo inviato al Comune di Telese una serie di osservazioni tecnico-giuridiche relative alla nuova strada che si intende costruire nelle adiacenze del lago di Telese.

Quello che segue è il documento dei Democratici di Sinistra relativo al piano particolareggiato lago, che è stato fatto proprio dal gruppo consiliare "Insieme per Telese" e allegato agli atti del consiglio comunale di ieri.

Buon lavoro


Sezione Mario Cirillo

Telese Terme

Da molti anni, ormai, il processo di revisione del Piano Regolatore Generale di Telese Terme, molte volte annunciato, non è stato mai avviato.

Si da atto all’amministrazione attiva di aver, finalmente, intrapreso la strada della pianificazione territoriale, seppur circoscritta a poche aree, senza optare per le solite varianti che stanno mettendo in seria discussione la possibilità di sviluppare in maniera organica ed integrata il disegno del territorio telesino.

Un piano regolatore vetusto non fa bene a una città che ha avuto un alto tasso di crescita. Una città che cresce ha bisogno anzitutto di equilibrio. Equilibrio tra le sue funzioni, tra spazi privati e spazi pubblici, tra residenza e aree produttive, tra cemento e verde, tra popolazione e servizi offerti.

Fermare la crescita di una città non è possibile, possibile è invece monitorare ed indirizzare lo sviluppo ed incentivarne la qualità.

Il Piano Regolatore Generale di Telese dovrebbe, appunto, puntare a una nuova qualità per la comunità. Qualità della vita e del lavoro attraverso una pianificazione del territorio attenta e orientativa, non solo impegnata all'incentivazione dei guadagni che il territorio può determinare.

Il primo appello, quindi, che sentiamo il dovere di fare è di recuperare, rapidamente, un modo “normale” di sviluppare il nostro territorio: la pianificazione generale del sistema senza porre in discussione le potenzialità territoriali della nostra comunità.

Il lago di Telese e l’area sud del comprensorio comunale, a valle della linea ferroviaria, rappresenta una porzione di territorio molto interessante, non solo per le risorse ambientali presenti, quali il Lago e il fiume Calore, ma soprattutto quale punto di raccordo tra le comunità di Telese e Solopaca.

Tale fascia territoriale, in questi ultimi anni, sta subendo una vera e propria rivoluzione urbanistica: in accordo con le indicazioni di un PRG vecchio di ormai 15 anni, sono stati realizzati centinaia di unità immobiliari in assenza di infrastrutture primarie, quali rete fognaria e depuratori, conservando una rete stradale comunque sufficiente.

Il nuovo PRG dovrà necessariamente tener conto dei processi evolutivi, a volte profondi, di questa delicata area di collegamento.

Come Democratici di Sinistra siamo stati promotori, negli ultimi anni, di un accordo di programma che tentasse di intervenire sull’area lacuale e di proporre una soluzione di valenza economico-ambientale, quale un’Oasi o Parco, che avesse un ruolo sovracomunale, che è stata successivamente accettata non solo dalle comunità territoriali confinanti ma nello stesso Piano di Coordinamento Territoriale della provincia di Benevento, ormai approvato.

Nel contempo la provincia di Benevento realizzava un progetto di prima emergenza per la tutela ambientale del Lago, a lungo criticato, che impegnava le comunità al Pagina 2 di 6 blocco del transito veicolare lungo la strada circumlacuale, destinata, invece, a pista cilcabile e pedonale con scopi ricreativi, turistici e sportivi.

Sono ormai del tutto evidenti e pressanti i problemi creati con la realizzazione del ponte di collegamento tra Telese e Solopaca, decisione unilaterale della comunità solopachese, che non ha risolto importanti problemi di collegamento stradale e di mobilità tra i due territori.

Anzi, siamo all’assurdo che le comunità, in assenza di qualsiasi coordinamento, hanno progettato e realizzato reti stradali completamente diverse da quelle indicate nei rispettivi PRG, senza avere la sensibilità di confrontarsi con tutti i cittadini.

Tuttavia, nelle more di approvazione di un nuovo PRG, l’Amministrazione comunale di Telese ha deciso di far redigere un piano particolareggiato, di valenza ambientale, per il Lago di Telese. Tale Piano, in corso di approvazione, non ha ben definito i contorni e le problematiche connesse al Lago di Telese, mentre è forte e brillante, se non addirittura ambiguo sul processo di “finta perequazione” della caratterizzazione edilizia.

Pur condividendo, infatti, le linee guida del Piano nei suoi vari enunciati, sorprende, e non poco, la individuazione della fascia territoriale oggetto di tali regole. Infatti le fasce di tutela delle leggi invocate (L. 431/85) prevedono una distanza di 300 metri dalle sponde del lago, mentre il Piano, inspiegabilmente, si limita ai primi 160 metri e non prevede alcun raccordo con il comune di Solopaca.

Inoltre il procedimento di perequazione presuppone la suddivisione del territorio in fasce radiali su cui poter applicare i “travasi” di volumetrie, mentre la realtà particellare è molto diversa per cui i benefici in termini edificatori di chi non può edificare nelle zone LG1 e LG2 sono gli stessi di chi è proprietario di lotti ricadenti nelle fasce LG3 e LG4, il che presuppone una evidente “sperequazione” di trattamento.

Inoltre l’area lacuale è da ritenersi ad alto pregio ambientale per cui deve individuarsi una precisa procedura di controllo delle volumetrie in via di realizzazione attraverso un apposito elenco dei comparti edificatori per la verifica, in tempo reale, dell’esaurimento dei volumi.

Infine, l’addensamento di alcuni comparti edificatori, svuota di significato l’Accordo di Programma sottoscritto tra i comuni di Telese Terme, Solopaca e la Provincia di Benevento in cui ci si impegna a tutelare l’area del Lago attraverso la realizzazione di un’oasi ambietale, mentre non si fa alcun riferimento alla ipotesi di realizzazione di una nuova strada di collegamento tra via F. Coppi e il nuovo ponte di Solopaca.

Dalle Osservazioni alla nuova strada lacuale………

Nell’ultimo mese l’Amministrazione comunale attiva il processo di esproprio di una nuova strada di collegamento tra il ponte di Solopaca e via F. Coppi, in assenza di confronto con i cittadini proprietari locali e la stessa comunità, senza peraltro lasciarne traccia nell’approvando Piano Particolareggiato.

Vieppiù, tra i cittadini locali e l’Amministrazione era in corso un lodevole confronto per l’allargamento di via Scafa in modo da definire la viabilità alternativa alla strada circumlacuale e per permettere il collegamento con il nuovo ponte di Solopaca. Di tale processo di negoziazione, improvvisamente si perde traccia, approvando la progettazione preliminare di una nuova arteria stradale molto complessa e di notevoli proporzioni che coinvolge in modo pesante l’area in oggetto.

Certo l'iter di approvazione non e' concluso. Molto lavoro attende il Consiglio Comunale, l'Amministrazione e l'Ufficio Tecnico per "completare l'opera" e, aggiungiamo noi, per migliorarla ulteriormente, anche grazie al supporto e nel rispetto delle osservazioni dei cittadini.

Ribadiamo in questo spazio di intervento, che il giudizio dei Democratici di Sinistra è fortemente critico rispetto alla previsione presentata, per le considerazioni esplicitate, pur in modo sintetico, in questa premessa.

Intendiamo intervenire fin dal processo di esproprio, anche se non direttamente interessati, in quanto riteniamo che l’opera in progetto, cosi definita non risolve, anzi accentua i problemi ambientali, territoriali, dei trasporti e della mobilità e nel contempo non assicura adeguati e minimi livelli di qualità per i cittadini.

NEL MERITO

In relazione al Piano presentato, riteniamo:

1. Che a fronte di una generica indicazione di regolarità tecnica, manca il necessario confronto sulla compatibilità urbanistica da parte di uno strumento pianificatorio. Il PRG attuale non prevede tale destinazione d’uso per cui la previsione di progetto rappresenta una variante. Tuttavia va sottolineato che, relativamente al Piano Particolareggiato Lago, in corso di approvazione, verrebbero variate le indicazioni di PRG assoggettando ampie fasce vincolate dalla ex-legge 431/’85 ad una astrusa viabilità, configurando in tal modo evidenti sottrazioni e modificazioni del territorio, in pieno contrasto con la stessa ex-legge 431/’85 e con il Piano di Coordinamento Territoriale della provincia di Benevento che all’art. 127 così recita: Art. 127- Indirizzi per gli insediamenti della Bassa Valle del Calore (destra idrografica): Amorosi, Casalduni, Castelvenere, Guardia Sanframondi, Ponte, Puglianello, S. Lorenzo Maggiore, S. Lupo, S. Salvatore Telesino, Telese Terme “……ripristinare e riqualificare, attraverso interventi di recupero dei sentieri vallivi e degli insediamenti periferici, i rapporti funzionali tra i centri storici di Telese Terme e Castelvenere ed il sistema fluviale costituito dal bacino del fiume Calore e dall'area del Lago di Telese;…..” “ 2.5- il divieto di nuova edificazione turistica ad elevato impatto e consumo rilevante di suolo e l’incentivazione del recupero di nuclei edilizi in zona rurale a scopi turistici; in particolare le previsioni urbanistiche e territoriali dovranno: - riqualificare e rivitalizzare il turismo naturalistico e storico culturale, nonché quello enogastronomico, evitando la diffusione di nuovi insediamenti nelle aree dei siti di interesse comunitario n.33 "Valle Telesina", n.31 "Pendici Meridionali del Monte Mutria" e n.14 "Media Valle del Fiume Volturno", nel bacino d'influenza del corridoio ecologico del Torrente Lente, nell'area dei resti archeologici di Telesia, del corridoio ecologico Porrella, delle sorgenti di Grassano e del Monte Acero, del bosco di Rascolagatti, e del sistema fluviale del fiume Calore e dall'area del Lago di Telese; - proporzionare i nuovi insediamenti turistici, soprattutto nel territorio comunale di Casalduni, sulla scorta di attente valutazioni su scala comprensoriale, utilizzando prioritariamente il criterio del riuso e della ricorversione funzionale; 2.6- contenere –nei limiti indicati dall’articolo 130- le aree di nuova espansione residenziale che debbono configurarsi, per quanto possibile, come (congrui) ampliamenti di aree edificate esistenti e da riqualificare, al fine di contenere al massimo il consumo di suolo; in particolare le previsioni urbanistiche e territoriali dovranno: - limitare, nel Comune di Telese Terme e di San Salvatore Telesino, la nuova edificazione e favorire interventi che assicurino l’integrazione degli spazi e delle attrezzature collettive al fine di creare un sistema di centralità urbane interconnesse e legate al sistema degli spazi verdi urbani e periurbani; - limitare la diffusione di nuovi insediamenti nei comuni di Amorosi, Ponte e Puglianello; - stabilire standard qualitativi elevati per gli interventi di cui alla legge 47/85, approntando manuali e linee guida per la loro efficace applicazione; - tutelare e riqualificare gli spazi verdi liberi di connessione tra i tessuti storici e le aree di pregio paesistico; - favorire, soprattutto nei comuni di Amorosi, Casalduni, Castelvenere, Ponte e San Lupo, la ricomposizione dei rapporti fisico-spaziali tra sistema insediativo e paesaggio agrario; ”

2. che l’intervento in progetto, date le modificazioni dei luoghi programmate e la conseguente alterazione paesaggistica ed urbanistica, debba essere necessariamente sottoposto al parere preventivo da parte del Ministero dei Beni Culturali ed Ambientali. Ricordiamo che il Piano Regolatore Generale, da cui discende il Piano Paticolareggiato, pur essendo stato reso vigente nel settembre del 1990, non è corredato dei preventivi pareri di cui la Legge 431/85, limitatamente alla zona ricadente nei 300 metri dal Lago. Questa nostra osservazione, quindi, nasce da una clamorosa lacuna procedurale ed ha lo scopo di offrire la massima chiarezza e trasparenza e nel contempo, tutelare un bene ambientale comune, evitandone la compromissione territoriale. Si ritiene, quindi, che questa ipotesi progettuale, vera e propria variante al PRG, sia trasmessa alle competenti Soprintendenze, prima di qualsiasi altra procedura di approvazione.

3. che la zona in oggetto è interessata da fenomeni di sprofondamento (sinkhole e piping sinkhole) e da presenza di falda episuperficiale per cui, in relazione alla distanza dal Lago e per la particolare conformazione del sottosuolo, si rende necessaria una dettagliata e specifica valutazione dei rischi ambientali presenti, specie in relazione agli aspetti geologici, idrogeologici, sismici e ambientali. Il Piano Particolare non affronta e certifica tali tematiche che, allo stato, sono visibili lungo le sponde lacuali (scopo del progetto di intervento sul Lago da parte della Provincia), per cui si sconsiglia fortemente dall’intervenire su tale area, prima di un preventivo ed approfondito studio delle caratteristiche idrogeologiche dell’area con dichiarazione di assenza di rischi per cose e persone. In particolare vanno indagati e verificati gli aspetti di stabilità in relazione al rischio sismico, da frana e la verifica degli art. Art. 90 - Prescrizioni per la tutela dei corpi idrici superficiali e sotterranei Art. 91 - Individuazione delle zone di tutela dei corpi idrici superficiali e sotterranei, contenuti nelle Norme di Attuazione del Piano di Coordinamento Territoriale.

4. che si debba verificare l’attuale stato dei luoghi ed in particolare della eventuale presenza di costruzioni in corso di realizzazione, di manufatti ed edifici, in aree di inedificabilità assoluta, secondo le leggi nazionali e regionali vigenti, proprio in relazione alla pericolosità dei siti che superano, tra l’altro, l’ampliamento max. del 10% consentito dalla legge regionale. Nel Piano vanno richiamati tali inderogabili limiti. Infatti la Legge Regionale n.14/1982 così recita: Indirizzi programmatici e direttive fondamentali relative all'esercizio delle funzioni delegate in materia di urbanistica, ai sensi dell'art. 1 - II comma - della legge regionale 1º settembre 1981, n. 65 - lungo le sponde dei fiumi, dei laghi, dei torrenti, nonché dei canali è vietata ogni nuova edificazione, oltre che le relative opere di urbanizzazione per una fascia di profondità del limite del demanio di:

 a) per i fiumi mt. 25 al di sopra la quota di 500 slm, mt. 50 al di sotto della detta quota;

 b) lungo i torrenti a scarsa portata mt. 10;

 c) dal limite degli argini maestri e delle zone golenali mt. 50;

 d) dalla sponda dei laghi mt. 160;

 e) lungo le coste del mare: con le modalità previste dalla vigente legge regionale 13 maggio 1974, n. 17 e successive modifiche.

Per gli edifici rurali, ad uso residenziale e non (purché stabilmente utilizzati per la condizione del fondo agricolo da proprietari coltivatori diretti, da proprietari conduttori in economia, da imprenditori agricoli a titolo principale, da coloni, affittuari o mezzadri), esistenti nelle fasce di rispetto di cui sopra, possono essere consentiti, in sede di formazione dello strumento urbanistico generale, aumenti di volume non superiore al 10% di quello preesistente, per sistemazioni igieniche e tecniche; gli ampliamenti dovranno avvenire sul lato opposto a quello dell'infrastruttura da salvaguardare.

5. che in un territorio periurbano e a destinazione di fatto agricola anche se ad urbanizzazione diffusa, il sistema insediativo gode della prossimità tra fiume e lago, della simbiosi tra città e campagna, tra centralità urbana e piaceri della vita rurale. Sia l'offerta dei prodotti agricoli di qualità agli abitanti della città, sia l'occupazione nei lavori agricoli di un gran numero di impiegati cittadini, che integrano reddito, occasioni di svago e prodotti di qualità dalle attività agricole, denotano un modello insediativo, ma anche un modello economico, uno stile di vita, e forse anche un'offerta turistica ricreativa, unici. Una qualità dell'abitare, del mangiare, del vivere, del lavorare, che andrebbero compresi, valorizzati e guidati, anche nelle scelte urbanistiche. La osservazione sulle aree agricole nascono dalla volontà di comprendere e tutelare questa specificità dei territori della costiera lacuale e di riviera fluviale, integrando le giuste indicazioni per la tutela dell'ambiente, della sostenibilità, delle caratteristiche idrogeologiche del territorio, anche con queste caratteristiche socio-economiche e insediative dell'area. Queste stesse indicazioni, del resto, sono già state espresse dal Piano di Coordinamento Provinciale che ha preso atto della piccola dimensione delle aziende agricole della provincia e del modello insediativo diffuso, con l'abitazione rurale direttamente sul fondo.

6. di proporre il recupero e l’allargamento di via Scafa iniziando dal prolungamento di via F. Coppi, fino al ponte nuovo di Solopaca con un raccordo a rotatoria in modo da assicurare buone condizioni di sicurezza stradale. Tale tratto stradale, se pensato con adeguate caratteristiche può costituire l’ossatura di collegamento tra Solopaca e Telese, fungendo, nel contempo, da alternativa alla viabilità circumlacuale, e che potrebbe quindi essere riqualificata con privilegio per il trasporto veicolare e trasformato in viale urbano, rendendo del tutto inutile il tratto di prolungamento del ponte nuovo fino al Lago. E’ quindi necessario che la nuova via Scafa abbia caratteristiche idonee a sostenere il traffico di attraversamento e anche a distribuire il traffico locale. Siamo convinti che un piccolo allargamento della sede stradale esistente, fino a 8 metri sia conforme alle esigenze tecniche di una strada da destinarsi a trasporto ordinario e non pesante, peraltro non compatibile con la vocazione dell’area Pagnano-Lago. Tale ultima proposta soddisfa le esigenze della comunità e degli stessi proprietari confinanti che non vedono alterate le potenzialità economiche ed urbanistiche dei loro terreni, peraltro ben serviti da adeguate strade di accesso che il progetto potrebbe ampliare. A tale soluzione indicata non possono addursi motivazioni di tipo tecnico in quanto via Scafa nei tratti in depressione, può agevolmente essere sopraelevata per brevi tratti, mantenendo quota e evitando la realizzazione di costosi muri di contenimento, fino al raccordo con la rotatoria del ponte nuovo.

7. che tra i pochi segni di memoria del passato, gli “stradoni”, il Fosso Pagnano e talvolta le “viarelle” con filari di querce, olmi e alberi da frutto che collegavano le masserie alla “Scafa”, unico punto di attraversamento del fiume Calore, sono sia segni urbani da recuperare, sia, con un idoneo trattamento come percorso ciclopedonali attrezzati, una rete continua, riconoscibile e strutturata che attraversa l’area interessata, e che potrebbe collegare, in modo sostenibile, tutta la zona Pagnano-Lago con il centro urbano di Telese. Tale patrimonio va recuperato all’uso pubblico e ciclopedonale, perché possa costituire l’ossatura di quelle “strade per i pedoni” che forniscono una reale alternativa all’uso dell’automobile privata. Il progetto in esame, ad onor del vero neanche il Piano Particolareggiato, non conduce un rilievo sistematico e una prescrizione chiara sul recupero e la trasformazione di tali percorsi. Occorre che tali indicazioni siano esplicitate permettendo di collegare a rete un sistema orientato al pedone, continuo e passante, fornendo dei chiari criteri guida anche per la trasformazione di edilizia esistente.

8. per ciò che attiene la mobilità, di proporre un piano del traffico che identifichi con precisione un percorso di piste ciclabili diffuso sul territorio oltre che protetto. Ciò significa che la bicicletta deve tornare ad essere una credibile alternativa alle auto. E deve esserlo in piena sicurezza. Per intenderci: non basta disegnare una striscia gialla per fare una pista ciclabile. Le automobili infatti sono invasive e violente, troppe volte non rispettano le linee tracciate e la segnaletica in genere. La risposta viene dalle protezioni, a tutela e per garantire il rispetto delle norme. Questo progetto è strategico per il futuro della città e merita un idoneo approfondimento e chiare indicazioni che solo un piano di zona, di più ampia visione strategica, può contemplare. Infatti la zona circostante il Lago si candida ad essere un punto di richiamo non solo per la comunità telesina ma per tutto il comprensorio situato a nord del Camposauro, un centro nodale dell’area nord del Parco del Taburno- Camposauro con importanti collegamenti stradali. In più vi è da tenere presente la singolarità ambientale del Lago di Telese (oasi ricompressa nel PCTP) che rappresenta l’unico corridoio ecologico tra Montepugliano-Calore-Camposauro. Si propone quindi l’allargamento dell’area di interresse del piano particolareggiato Lago, fino a contenere le aree in oggetto, in pratica poco più dei 300 metri previsti dalla ex-legge Galasso.

Alla luce di tutte le precedenti osservazioni venga quindi sospeso l’iter di esproprio del progetto, in attesa dell’inserimento della previsione, nel più generale contesto pianificatorio del Piano Particolareggiato, dell’allargamento della strada via Scafa esistente, potenziando la viabilità esistente, di minore impatto ambientale, concordemente alle prescrizioni del Piano di Coordinamento Territoriale Provinciale.

Democratici di Sinistra di Telese Terme

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