Cari amici di ViviTelese, già nel mese di luglio
abbiamo inviato al Comune di Telese una serie di
osservazioni tecnico-giuridiche relative alla
nuova strada che si intende costruire nelle
adiacenze del lago di Telese.
Quello che segue è il documento dei Democratici
di Sinistra relativo al piano particolareggiato
lago, che è stato fatto proprio dal gruppo
consiliare "Insieme per Telese" e allegato agli
atti del consiglio comunale di ieri.
Buon lavoro
Sezione Mario Cirillo
Telese Terme
Da
molti anni, ormai, il processo di revisione del
Piano Regolatore Generale di Telese Terme, molte
volte annunciato, non è stato mai avviato.
Si
da atto all’amministrazione attiva di aver,
finalmente, intrapreso la strada della
pianificazione territoriale, seppur circoscritta
a poche aree, senza optare per le solite
varianti che stanno mettendo in seria
discussione la possibilità di sviluppare in
maniera organica ed integrata il disegno del
territorio telesino.
Un
piano regolatore vetusto non fa bene a una città
che ha avuto un alto tasso di crescita. Una
città che cresce ha bisogno anzitutto di
equilibrio. Equilibrio tra le sue funzioni, tra
spazi privati e spazi pubblici, tra residenza e
aree produttive, tra cemento e verde, tra
popolazione e servizi offerti.
Fermare la crescita di una città non è
possibile, possibile è invece monitorare ed
indirizzare lo sviluppo ed incentivarne la
qualità.
Il
Piano Regolatore Generale di Telese dovrebbe,
appunto, puntare a una nuova qualità per la
comunità. Qualità della vita e del lavoro
attraverso una pianificazione del territorio
attenta e orientativa, non solo impegnata
all'incentivazione dei guadagni che il
territorio può determinare.
Il
primo appello, quindi, che sentiamo il dovere di
fare è di recuperare, rapidamente, un modo
“normale” di sviluppare il nostro territorio: la
pianificazione generale del sistema senza porre
in discussione le potenzialità territoriali
della nostra comunità.
Il
lago di Telese e l’area sud del comprensorio
comunale, a valle della linea ferroviaria,
rappresenta una porzione di territorio molto
interessante, non solo per le risorse ambientali
presenti, quali il Lago e il fiume Calore, ma
soprattutto quale punto di raccordo tra le
comunità di Telese e Solopaca.
Tale fascia territoriale, in questi ultimi anni,
sta subendo una vera e propria rivoluzione
urbanistica: in accordo con le indicazioni di un
PRG vecchio di ormai 15 anni, sono stati
realizzati centinaia di unità immobiliari in
assenza di infrastrutture primarie, quali rete
fognaria e depuratori, conservando una rete
stradale comunque sufficiente.
Il
nuovo PRG dovrà necessariamente tener conto dei
processi evolutivi, a volte profondi, di questa
delicata area di collegamento.
Come Democratici di Sinistra siamo stati
promotori, negli ultimi anni, di un accordo di
programma che tentasse di intervenire sull’area
lacuale e di proporre una soluzione di valenza
economico-ambientale, quale un’Oasi o Parco, che
avesse un ruolo sovracomunale, che è stata
successivamente accettata non solo dalle
comunità territoriali confinanti ma nello stesso
Piano di Coordinamento Territoriale della
provincia di Benevento, ormai approvato.
Nel contempo la provincia di Benevento
realizzava un progetto di prima emergenza per la
tutela ambientale del Lago, a lungo criticato,
che impegnava le comunità al Pagina 2 di 6
blocco del transito veicolare lungo la strada
circumlacuale, destinata, invece, a pista
cilcabile e pedonale con scopi ricreativi,
turistici e sportivi.
Sono ormai del tutto evidenti e pressanti i
problemi creati con la realizzazione del ponte
di collegamento tra Telese e Solopaca, decisione
unilaterale della comunità solopachese, che non
ha risolto importanti problemi di collegamento
stradale e di mobilità tra i due territori.
Anzi, siamo all’assurdo che le comunità, in
assenza di qualsiasi coordinamento, hanno
progettato e realizzato reti stradali
completamente diverse da quelle indicate nei
rispettivi PRG, senza avere la sensibilità di
confrontarsi con tutti i cittadini.
Tuttavia, nelle more di approvazione di un nuovo
PRG, l’Amministrazione comunale di Telese ha
deciso di far redigere un piano
particolareggiato, di valenza ambientale, per il
Lago di Telese. Tale Piano, in corso di
approvazione, non ha ben definito i contorni e
le problematiche connesse al Lago di Telese,
mentre è forte e brillante, se non addirittura
ambiguo sul processo di “finta perequazione”
della caratterizzazione edilizia.
Pur condividendo, infatti, le linee guida del
Piano nei suoi vari enunciati, sorprende, e non
poco, la individuazione della fascia
territoriale oggetto di tali regole. Infatti le
fasce di tutela delle leggi invocate (L. 431/85)
prevedono una distanza di 300 metri dalle sponde
del lago, mentre il Piano, inspiegabilmente, si
limita ai primi 160 metri e non prevede alcun
raccordo con il comune di Solopaca.
Inoltre il procedimento di perequazione
presuppone la suddivisione del territorio in
fasce radiali su cui poter applicare i “travasi”
di volumetrie, mentre la realtà particellare è
molto diversa per cui i benefici in termini
edificatori di chi non può edificare nelle zone
LG1 e LG2 sono gli stessi di chi è proprietario
di lotti ricadenti nelle fasce LG3 e LG4, il che
presuppone una evidente “sperequazione” di
trattamento.
Inoltre l’area lacuale è da ritenersi ad alto
pregio ambientale per cui deve individuarsi una
precisa procedura di controllo delle volumetrie
in via di realizzazione attraverso un apposito
elenco dei comparti edificatori per la verifica,
in tempo reale, dell’esaurimento dei volumi.
Infine, l’addensamento di alcuni comparti
edificatori, svuota di significato l’Accordo di
Programma sottoscritto tra i comuni di Telese
Terme, Solopaca e la Provincia di Benevento in
cui ci si impegna a tutelare l’area del Lago
attraverso la realizzazione di un’oasi ambietale,
mentre non si fa alcun riferimento alla ipotesi
di realizzazione di una nuova strada di
collegamento tra via F. Coppi e il nuovo ponte
di Solopaca.
Dalle Osservazioni alla nuova strada lacuale………
Nell’ultimo mese l’Amministrazione comunale
attiva il processo di esproprio di una nuova
strada di collegamento tra il ponte di Solopaca
e via F. Coppi, in assenza di confronto con i
cittadini proprietari locali e la stessa
comunità, senza peraltro lasciarne traccia
nell’approvando Piano Particolareggiato.
Vieppiù, tra i cittadini locali e
l’Amministrazione era in corso un lodevole
confronto per l’allargamento di via Scafa in
modo da definire la viabilità alternativa alla
strada circumlacuale e per permettere il
collegamento con il nuovo ponte di Solopaca. Di
tale processo di negoziazione, improvvisamente
si perde traccia, approvando la progettazione
preliminare di una nuova arteria stradale molto
complessa e di notevoli proporzioni che
coinvolge in modo pesante l’area in oggetto.
Certo l'iter di approvazione non e' concluso.
Molto lavoro attende il Consiglio Comunale,
l'Amministrazione e l'Ufficio Tecnico per
"completare l'opera" e, aggiungiamo noi, per
migliorarla ulteriormente, anche grazie al
supporto e nel rispetto delle osservazioni dei
cittadini.
Ribadiamo in questo spazio di intervento, che il
giudizio dei Democratici di Sinistra è
fortemente critico rispetto alla previsione
presentata, per le considerazioni esplicitate,
pur in modo sintetico, in questa premessa.
Intendiamo intervenire fin dal processo di
esproprio, anche se non direttamente
interessati, in quanto riteniamo che l’opera in
progetto, cosi definita non risolve, anzi
accentua i problemi ambientali, territoriali,
dei trasporti e della mobilità e nel contempo
non assicura adeguati e minimi livelli di
qualità per i cittadini.
NEL MERITO
In
relazione al Piano presentato, riteniamo:
1.
Che a fronte di una generica indicazione di
regolarità tecnica, manca il necessario
confronto sulla compatibilità urbanistica da
parte di uno strumento pianificatorio. Il PRG
attuale non prevede tale destinazione d’uso per
cui la previsione di progetto rappresenta una
variante. Tuttavia va sottolineato che,
relativamente al Piano Particolareggiato Lago,
in corso di approvazione, verrebbero variate le
indicazioni di PRG assoggettando ampie fasce
vincolate dalla ex-legge 431/’85 ad una astrusa
viabilità, configurando in tal modo evidenti
sottrazioni e modificazioni del territorio, in
pieno contrasto con la stessa ex-legge 431/’85 e
con il Piano di Coordinamento Territoriale della
provincia di Benevento che all’art. 127 così
recita: Art. 127- Indirizzi per gli insediamenti
della Bassa Valle del Calore (destra
idrografica): Amorosi, Casalduni, Castelvenere,
Guardia Sanframondi, Ponte, Puglianello, S.
Lorenzo Maggiore, S. Lupo, S. Salvatore
Telesino, Telese Terme “……ripristinare e
riqualificare, attraverso interventi di recupero
dei sentieri vallivi e degli insediamenti
periferici, i rapporti funzionali tra i centri
storici di Telese Terme e Castelvenere ed il
sistema fluviale costituito dal bacino del fiume
Calore e dall'area del Lago di Telese;…..” “
2.5- il divieto di nuova edificazione turistica
ad elevato impatto e consumo rilevante di suolo
e l’incentivazione del recupero di nuclei
edilizi in zona rurale a scopi turistici; in
particolare le previsioni urbanistiche e
territoriali dovranno: - riqualificare e
rivitalizzare il turismo naturalistico e storico
culturale, nonché quello enogastronomico,
evitando la diffusione di nuovi insediamenti
nelle aree dei siti di interesse comunitario n.33
"Valle Telesina", n.31 "Pendici Meridionali del
Monte Mutria" e n.14 "Media Valle del Fiume
Volturno", nel bacino d'influenza del corridoio
ecologico del Torrente Lente, nell'area dei
resti archeologici di Telesia, del corridoio
ecologico Porrella, delle sorgenti di Grassano e
del Monte Acero, del bosco di Rascolagatti, e
del sistema fluviale del fiume Calore e
dall'area del Lago di Telese; - proporzionare i
nuovi insediamenti turistici, soprattutto nel
territorio comunale di Casalduni, sulla scorta
di attente valutazioni su scala comprensoriale,
utilizzando prioritariamente il criterio del
riuso e della ricorversione funzionale; 2.6-
contenere –nei limiti indicati dall’articolo
130- le aree di nuova espansione residenziale
che debbono configurarsi, per quanto possibile,
come (congrui) ampliamenti di aree edificate
esistenti e da riqualificare, al fine di
contenere al massimo il consumo di suolo; in
particolare le previsioni urbanistiche e
territoriali dovranno: - limitare, nel Comune di
Telese Terme e di San Salvatore Telesino, la
nuova edificazione e favorire interventi che
assicurino l’integrazione degli spazi e delle
attrezzature collettive al fine di creare un
sistema di centralità urbane interconnesse e
legate al sistema degli spazi verdi urbani e
periurbani; - limitare la diffusione di nuovi
insediamenti nei comuni di Amorosi, Ponte e
Puglianello; - stabilire standard qualitativi
elevati per gli interventi di cui alla legge
47/85, approntando manuali e linee guida per la
loro efficace applicazione; - tutelare e
riqualificare gli spazi verdi liberi di
connessione tra i tessuti storici e le aree di
pregio paesistico; - favorire, soprattutto nei
comuni di Amorosi, Casalduni, Castelvenere,
Ponte e San Lupo, la ricomposizione dei rapporti
fisico-spaziali tra sistema insediativo e
paesaggio agrario; ”
2.
che l’intervento in progetto, date le
modificazioni dei luoghi programmate e la
conseguente alterazione paesaggistica ed
urbanistica, debba essere necessariamente
sottoposto al parere preventivo da parte del
Ministero dei Beni Culturali ed Ambientali.
Ricordiamo che il Piano Regolatore Generale, da
cui discende il Piano Paticolareggiato, pur
essendo stato reso vigente nel settembre del
1990, non è corredato dei preventivi pareri di
cui la Legge 431/85, limitatamente alla zona
ricadente nei 300 metri dal Lago. Questa nostra
osservazione, quindi, nasce da una clamorosa
lacuna procedurale ed ha lo scopo di offrire la
massima chiarezza e trasparenza e nel contempo,
tutelare un bene ambientale comune, evitandone
la compromissione territoriale. Si ritiene,
quindi, che questa ipotesi progettuale, vera e
propria variante al PRG, sia trasmessa alle
competenti Soprintendenze, prima di qualsiasi
altra procedura di approvazione.
3.
che la zona in oggetto è interessata da fenomeni
di sprofondamento (sinkhole e piping sinkhole) e
da presenza di falda episuperficiale per cui, in
relazione alla distanza dal Lago e per la
particolare conformazione del sottosuolo, si
rende necessaria una dettagliata e specifica
valutazione dei rischi ambientali presenti,
specie in relazione agli aspetti geologici,
idrogeologici, sismici e ambientali. Il Piano
Particolare non affronta e certifica tali
tematiche che, allo stato, sono visibili lungo
le sponde lacuali (scopo del progetto di
intervento sul Lago da parte della Provincia),
per cui si sconsiglia fortemente
dall’intervenire su tale area, prima di un
preventivo ed approfondito studio delle
caratteristiche idrogeologiche dell’area con
dichiarazione di assenza di rischi per cose e
persone. In particolare vanno indagati e
verificati gli aspetti di stabilità in relazione
al rischio sismico, da frana e la verifica degli
art. Art. 90 - Prescrizioni per la tutela dei
corpi idrici superficiali e sotterranei Art. 91
- Individuazione delle zone di tutela dei corpi
idrici superficiali e sotterranei, contenuti
nelle Norme di Attuazione del Piano di
Coordinamento Territoriale.
4.
che si debba verificare l’attuale stato dei
luoghi ed in particolare della eventuale
presenza di costruzioni in corso di
realizzazione, di manufatti ed edifici, in aree
di inedificabilità assoluta, secondo le leggi
nazionali e regionali vigenti, proprio in
relazione alla pericolosità dei siti che
superano, tra l’altro, l’ampliamento max. del
10% consentito dalla legge regionale. Nel Piano
vanno richiamati tali inderogabili limiti.
Infatti la Legge Regionale n.14/1982 così
recita: Indirizzi programmatici e direttive
fondamentali relative all'esercizio delle
funzioni delegate in materia di urbanistica, ai
sensi dell'art. 1 - II comma - della legge
regionale 1º settembre 1981, n. 65 - lungo le
sponde dei fiumi, dei laghi, dei torrenti,
nonché dei canali è vietata ogni nuova
edificazione, oltre che le relative opere di
urbanizzazione per una fascia di profondità del
limite del demanio di:
a) per i fiumi mt. 25 al di sopra la quota di
500 slm, mt. 50 al di sotto della detta quota;
b) lungo i torrenti a scarsa portata mt. 10;
c) dal limite degli argini maestri e delle zone
golenali mt. 50;
d) dalla sponda dei laghi mt. 160;
e) lungo le coste del mare: con le modalità
previste dalla vigente legge regionale 13 maggio
1974, n. 17 e successive modifiche.
Per gli edifici rurali, ad uso residenziale e
non (purché stabilmente utilizzati per la
condizione del fondo agricolo da proprietari
coltivatori diretti, da proprietari conduttori
in economia, da imprenditori agricoli a titolo
principale, da coloni, affittuari o mezzadri),
esistenti nelle fasce di rispetto di cui sopra,
possono essere consentiti, in sede di formazione
dello strumento urbanistico generale, aumenti di
volume non superiore al 10% di quello
preesistente, per sistemazioni igieniche e
tecniche; gli ampliamenti dovranno avvenire sul
lato opposto a quello dell'infrastruttura da
salvaguardare.
5.
che in un territorio periurbano e a destinazione
di fatto agricola anche se ad urbanizzazione
diffusa, il sistema insediativo gode della
prossimità tra fiume e lago, della simbiosi tra
città e campagna, tra centralità urbana e
piaceri della vita rurale. Sia l'offerta dei
prodotti agricoli di qualità agli abitanti della
città, sia l'occupazione nei lavori agricoli di
un gran numero di impiegati cittadini, che
integrano reddito, occasioni di svago e prodotti
di qualità dalle attività agricole, denotano un
modello insediativo, ma anche un modello
economico, uno stile di vita, e forse anche
un'offerta turistica ricreativa, unici. Una
qualità dell'abitare, del mangiare, del vivere,
del lavorare, che andrebbero compresi,
valorizzati e guidati, anche nelle scelte
urbanistiche. La osservazione sulle aree
agricole nascono dalla volontà di comprendere e
tutelare questa specificità dei territori della
costiera lacuale e di riviera fluviale,
integrando le giuste indicazioni per la tutela
dell'ambiente, della sostenibilità, delle
caratteristiche idrogeologiche del territorio,
anche con queste caratteristiche
socio-economiche e insediative dell'area. Queste
stesse indicazioni, del resto, sono già state
espresse dal Piano di Coordinamento Provinciale
che ha preso atto della piccola dimensione delle
aziende agricole della provincia e del modello
insediativo diffuso, con l'abitazione rurale
direttamente sul fondo.
6.
di proporre il recupero e l’allargamento di via
Scafa iniziando dal prolungamento di via F.
Coppi, fino al ponte nuovo di Solopaca con un
raccordo a rotatoria in modo da assicurare buone
condizioni di sicurezza stradale. Tale tratto
stradale, se pensato con adeguate
caratteristiche può costituire l’ossatura di
collegamento tra Solopaca e Telese, fungendo,
nel contempo, da alternativa alla viabilità
circumlacuale, e che potrebbe quindi essere
riqualificata con privilegio per il trasporto
veicolare e trasformato in viale urbano,
rendendo del tutto inutile il tratto di
prolungamento del ponte nuovo fino al Lago. E’
quindi necessario che la nuova via Scafa abbia
caratteristiche idonee a sostenere il traffico
di attraversamento e anche a distribuire il
traffico locale. Siamo convinti che un piccolo
allargamento della sede stradale esistente, fino
a 8 metri sia conforme alle esigenze tecniche di
una strada da destinarsi a trasporto ordinario e
non pesante, peraltro non compatibile con la
vocazione dell’area Pagnano-Lago. Tale ultima
proposta soddisfa le esigenze della comunità e
degli stessi proprietari confinanti che non
vedono alterate le potenzialità economiche ed
urbanistiche dei loro terreni, peraltro ben
serviti da adeguate strade di accesso che il
progetto potrebbe ampliare. A tale soluzione
indicata non possono addursi motivazioni di tipo
tecnico in quanto via Scafa nei tratti in
depressione, può agevolmente essere sopraelevata
per brevi tratti, mantenendo quota e evitando la
realizzazione di costosi muri di contenimento,
fino al raccordo con la rotatoria del ponte
nuovo.
7.
che tra i pochi segni di memoria del passato,
gli “stradoni”, il Fosso Pagnano e talvolta le
“viarelle” con filari di querce, olmi e alberi
da frutto che collegavano le masserie alla
“Scafa”, unico punto di attraversamento del
fiume Calore, sono sia segni urbani da
recuperare, sia, con un idoneo trattamento come
percorso ciclopedonali attrezzati, una rete
continua, riconoscibile e strutturata che
attraversa l’area interessata, e che potrebbe
collegare, in modo sostenibile, tutta la zona
Pagnano-Lago con il centro urbano di Telese.
Tale patrimonio va recuperato all’uso pubblico e
ciclopedonale, perché possa costituire
l’ossatura di quelle “strade per i pedoni” che
forniscono una reale alternativa all’uso
dell’automobile privata. Il progetto in esame,
ad onor del vero neanche il Piano
Particolareggiato, non conduce un rilievo
sistematico e una prescrizione chiara sul
recupero e la trasformazione di tali percorsi.
Occorre che tali indicazioni siano esplicitate
permettendo di collegare a rete un sistema
orientato al pedone, continuo e passante,
fornendo dei chiari criteri guida anche per la
trasformazione di edilizia esistente.
8.
per ciò che attiene la mobilità, di proporre un
piano del traffico che identifichi con
precisione un percorso di piste ciclabili
diffuso sul territorio oltre che protetto. Ciò
significa che la bicicletta deve tornare ad
essere una credibile alternativa alle auto. E
deve esserlo in piena sicurezza. Per intenderci:
non basta disegnare una striscia gialla per fare
una pista ciclabile. Le automobili infatti sono
invasive e violente, troppe volte non rispettano
le linee tracciate e la segnaletica in genere.
La risposta viene dalle protezioni, a tutela e
per garantire il rispetto delle norme. Questo
progetto è strategico per il futuro della città
e merita un idoneo approfondimento e chiare
indicazioni che solo un piano di zona, di più
ampia visione strategica, può contemplare.
Infatti la zona circostante il Lago si candida
ad essere un punto di richiamo non solo per la
comunità telesina ma per tutto il comprensorio
situato a nord del Camposauro, un centro nodale
dell’area nord del Parco del Taburno-
Camposauro con importanti collegamenti stradali.
In più vi è da tenere presente la singolarità
ambientale del Lago di Telese (oasi ricompressa
nel PCTP) che rappresenta l’unico corridoio
ecologico tra Montepugliano-Calore-Camposauro.
Si propone quindi l’allargamento dell’area di
interresse del piano particolareggiato Lago,
fino a contenere le aree in oggetto, in pratica
poco più dei 300 metri previsti dalla ex-legge
Galasso.
Alla luce di tutte le precedenti osservazioni
venga quindi sospeso l’iter di esproprio del
progetto, in attesa dell’inserimento della
previsione, nel più generale contesto
pianificatorio del Piano Particolareggiato,
dell’allargamento della strada via Scafa
esistente, potenziando la viabilità esistente,
di minore impatto ambientale, concordemente alle
prescrizioni del Piano di Coordinamento
Territoriale Provinciale.
Democratici di Sinistra di Telese Terme
Sezione M. Cirillo
Il
DIRETTIVO
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