30 agosto 2005
Che fine fa l'8 per mille delle tasse?
segnalazione di Alfonso Grillo

 

 

Cari amici di Vivitelese vi invio, in allegato, un articolo pubblicato venerdì 26 u.s. a pag. 6 di Liberazione. Lo ritengo molto interessante perchè spiega,a noi ignari contribuenti, che fine fa l'8 per mille dell'Irpef che destiniamo allo Stato.
 


Mobilitazione contro lo scippo di Stato: l'8 per mille finanzia la guerra

La campagna di Sbilanciamoci

 

 

Graziarosa Villani


Un raggiro di Stato in piena regola: circa l'80 per cento dell'8 per mille è destinato a finanziare missioni militari all'estero, soldi per le guerre in Iraq, Afghanistan, Timor Est, Kosovo. Una somma di 80 milioni di euro: è questo il "furto" ai danni di ignoti contribuenti che in calce alla loro dichiarazione dei redditi mettono ogni anno la firma per devolvere l'8 per mille dell'Irpef direttamente allo Stato. Magie contabili che beffano in toto la buona fede dei tanti che si illudono che il loro obolo andrà invece a sostenere attività sociali, progetti internazionali contro la fame nel mondo o il recupero e il restauro di beni culturali. In realtà solo le briciole, ovvero 910.941 mila euro pari allo 0,9 per cento del totale sono destinati a debellare la piaga della fame e della povertà. Il grosso, ovvero 80 milioni di euro pari per l'esattezza a 79, 6 per cento del totale, viene speso in sicurezza e missioni militari all'estero. L'ennesima denuncia arriva dalla Campagna Sbilanciamoci che, carte e tabelle alla mano, fa le pulci alla finanziarie dello Stato.

«Nel 2004 - sottolinea Giulio Marcon, portavoce della Campagna Sbilanciamoci - si è arrivati ad una situazione che ha dell'incredibile: ben 80 dei poco più dei 100 milioni di euro destinati allo Stato dai contribuenti sono stati stornati per finanziare le missioni militari italiane e in particolare quella in Iraq che pesa per oltre il 50 per cento sui costi di tutte le missioni all'estero». Fatta la legge trovato l'inganno, si potrebbe dire. L'articolo 48 della legge 222/1985 che istituisce l'8 per mille parla chiaro: le somme devono essere utilizzate «per interventi straordinari per la fame nel mondo, per calamità naturali, per l'assistenza ai rifugiati, per la conservazione dei beni culturali».

«Ma la volontà dei cotribuenti non è rispettata» dice Marcon. «Il trucco contabile utilizzato dal governo e dal parlamento è quello di ridurre il fondo 8 per mille stornandone una parte per esigenze di finanza pubblica». Due righe nella finanziaria e il gioco è fatto. E le due righe compaiono esattamente al comma 69 dell'articolo 2 della Lege 350/2004 che è poi la la legge finanziaria. La quota destinata all'8 per mille «è ridotta - vi si legge testualmente - di 80 milioni di euro annui a decorrere dal 2004». E poiché le previsioni assumono spesso valenza triennale il "furto" potrebbe crescere fino ad arrivare a 240 milioni di euro.

«Si tratta - precisa Marcon - di una violazione di sostanza e di merito della legge 222. I soldi degli italiani - aggiunge - sono utilizzati per finalità diverse da quelle previste dalla legge». Una "manovra" che rende la legge dell'8 per mille un vero e proprio Pozzo di San Patrizio come ha commentato giorni fa Il Sole 24 Ore sottolineando come anche il secondo governo D'Alema avesse fatto ricorso a tale metodo per finanziare le operazioni militari in Macedonia e in Kosovo.

«La Campagna Sbilanciamoci - sottolinea ancora Marcon - denuncia questa operazione che fa aumentare ancora di più le spese militari italiane, cresciute negli ultimi 3 anni di oltre il 10 per cento e che finanziano un intervento militare, come quello in Iraq, che non ha niente di umanitario e di pace ma che sostiene - ribadisce Marcon - una logica di guerra e di occupazione militare contraria al diritto e alla legalità internazionale».

Sono decine le organizzazioni che aderiscono alla Campagna Sbilanciamoci. Tra le tante Altreconomia, l'Associazione Finanza Etica, i Beati Costruttori di Pace, la Campagma per la Riforma della Banca Mondiale, Ctm-Altromercato, il Comitato Italiano del Contratto Mondiale sull'Acqua. E le problematiche per una "finanziaria di pace" saranno al centro del "Forum dell'Impresa di un'economia diversa" in programma a Roma al Serpetone di Corviale dal 1° al 4 settembre prossimo. Una quattro giorni di dibattiti, incontri ed appuntamenti che si apre il 1° settembre alle 17. Argomento di apertura "Verso un'economia neofeudale? Il declino economico dell'Italia. Le ragioni di un'economia diversa. Ne parleranno tra gli altri il segretario di Rifondazione comunista Fausto Bertinotti, Gianni Rinaldini, segretario generale della Fiom, Gianfranco Bettin, vicepresidente dei Verdi. Tra le proposte di Sbilanciamoci in discussione anche quella sull'introduzione di una serie di tasse di scopo per colpire consumi e produzioni dannose.

 

 

 


    

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