Graziarosa Villani
Un raggiro di Stato in piena regola:
circa l'80 per cento dell'8 per
mille è destinato a finanziare
missioni militari all'estero, soldi
per le guerre in Iraq, Afghanistan,
Timor Est, Kosovo. Una somma di 80
milioni di euro: è questo il "furto"
ai danni di ignoti contribuenti che
in calce alla loro dichiarazione dei
redditi mettono ogni anno la firma
per devolvere l'8 per mille dell'Irpef
direttamente allo Stato. Magie
contabili che beffano in toto la
buona fede dei tanti che si illudono
che il loro obolo andrà invece a
sostenere attività sociali, progetti
internazionali contro la fame nel
mondo o il recupero e il restauro di
beni culturali. In realtà solo le
briciole, ovvero 910.941 mila euro
pari allo 0,9 per cento del totale
sono destinati a debellare la piaga
della fame e della povertà. Il
grosso, ovvero 80 milioni di euro
pari per l'esattezza a 79, 6 per
cento del totale, viene speso in
sicurezza e missioni militari
all'estero. L'ennesima denuncia
arriva dalla Campagna Sbilanciamoci
che, carte e tabelle alla mano, fa
le pulci alla finanziarie dello
Stato.
«Nel 2004 -
sottolinea Giulio Marcon, portavoce
della Campagna Sbilanciamoci - si è
arrivati ad una situazione che ha
dell'incredibile: ben 80 dei poco
più dei 100 milioni di euro
destinati allo Stato dai
contribuenti sono stati stornati per
finanziare le missioni militari
italiane e in particolare quella in
Iraq che pesa per oltre il 50 per
cento sui costi di tutte le missioni
all'estero». Fatta la legge trovato
l'inganno, si potrebbe dire.
L'articolo 48 della legge 222/1985
che istituisce l'8 per mille parla
chiaro: le somme devono essere
utilizzate «per interventi
straordinari per la fame nel mondo,
per calamità naturali, per
l'assistenza ai rifugiati, per la
conservazione dei beni culturali».
«Ma la volontà dei
cotribuenti non è rispettata» dice
Marcon. «Il trucco contabile
utilizzato dal governo e dal
parlamento è quello di ridurre il
fondo 8 per mille stornandone una
parte per esigenze di finanza
pubblica». Due righe nella
finanziaria e il gioco è fatto. E le
due righe compaiono esattamente al
comma 69 dell'articolo 2 della Lege
350/2004 che è poi la la legge
finanziaria. La quota destinata
all'8 per mille «è ridotta - vi si
legge testualmente - di 80 milioni
di euro annui a decorrere dal 2004».
E poiché le previsioni assumono
spesso valenza triennale il "furto"
potrebbe crescere fino ad arrivare a
240 milioni di euro.
«Si tratta - precisa
Marcon - di una violazione di
sostanza e di merito della legge
222. I soldi degli italiani -
aggiunge - sono utilizzati per
finalità diverse da quelle previste
dalla legge». Una "manovra" che
rende la legge dell'8 per mille un
vero e proprio Pozzo di San Patrizio
come ha commentato giorni fa Il Sole
24 Ore sottolineando come anche il
secondo governo D'Alema avesse fatto
ricorso a tale metodo per finanziare
le operazioni militari in Macedonia
e in Kosovo.
«La Campagna
Sbilanciamoci - sottolinea ancora
Marcon - denuncia questa operazione
che fa aumentare ancora di più le
spese militari italiane, cresciute
negli ultimi 3 anni di oltre il 10
per cento e che finanziano un
intervento militare, come quello in
Iraq, che non ha niente di
umanitario e di pace ma che sostiene
- ribadisce Marcon - una logica di
guerra e di occupazione militare
contraria al diritto e alla legalità
internazionale».
Sono decine le
organizzazioni che aderiscono alla
Campagna Sbilanciamoci. Tra le tante
Altreconomia, l'Associazione Finanza
Etica, i Beati Costruttori di Pace,
la Campagma per la Riforma della
Banca Mondiale, Ctm-Altromercato, il
Comitato Italiano del Contratto
Mondiale sull'Acqua. E le
problematiche per una "finanziaria
di pace" saranno al centro del
"Forum dell'Impresa di un'economia
diversa" in programma a Roma al
Serpetone di Corviale dal 1° al 4
settembre prossimo. Una quattro
giorni di dibattiti, incontri ed
appuntamenti che si apre il 1°
settembre alle 17. Argomento di
apertura "Verso un'economia
neofeudale? Il declino economico
dell'Italia. Le ragioni di
un'economia diversa. Ne parleranno
tra gli altri il segretario di
Rifondazione comunista Fausto
Bertinotti, Gianni Rinaldini,
segretario generale della Fiom,
Gianfranco Bettin, vicepresidente
dei Verdi. Tra le proposte di
Sbilanciamoci in discussione anche
quella sull'introduzione di una
serie di tasse di scopo per colpire
consumi e produzioni dannose.
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