Diocesi di Telese e Cerreto Sannita. Quante
volte ci siamo chiesti per quale motivo la sede
vescovile, e tutto il comprensorio diocesano, ha
questo doppio nome?
La curiosità mi ha spinto ad una ricerca storica
sulle origini della diocesi e quello che segue è
il frutto di questo studio, che pongo
all’attenzione del lettore, con molta umiltà,
ben consapevole della difficoltà di racchiudere
in poche righe una storia millenaria e comunque
disponibile a corredare i risultati con le
integrazioni di quanti vogliano offrire
ulteriori elementi di supporto.
Pare che la prima cattedra vescovile risalga
addirittura al IV secolo d.C. ma il primo
vescovo di cui si abbia menzione fu Florenzio
Telesino, il cui nome compare tra i 43 vescovi
che parteciparono al Concilio II Romano indetto
il 19 settembre dell’anno 465 da Papa Ilario.
La Cattedrale di S.Croce, sede vescovile,era
situata a 500 passi dalle vecchie mura di Telese
Vetere, quindi fuori le mura, collocazione
questa anomala per una sede vescovile, da sempre
situata al centro degli abitati urbani. E’
grazie al successivo Concilio III,indetto da
Papa Felice III nel 487, che troviamo il
nominativo del secondo capo della curia telesina.
Tra i Padri partecipanti era
citato,infatti,Agnello Telesino, Vescovo di
Telese.
Negli anni successivi le invasioni dei barbari
crearono guerre, saccheggi, distruzioni. Furono
incediate le chiese e distrutti i monasteri e
diverse città, tra cui Telese, restarono senza
titolari per un tempo storicamente indefinito.
Invero la successione dei Vescovi presenta molte
lacune, per una serie di ragioni imputabili non
solo alle già citate invasioni e saccheggi dei
barbari subite da Telese ma anche ai terremoti
che colpirono la zona. Non ultimo, il fatto che
l’archivio diocesano fu semidistrutto prima di
essere trasferito a Cerreto.
Nel 1075 l’Arcivescovo di Benevento,
Milone,indisse un Concilio Provinciale cui
parteciò Mons.Gilberto,Vescovo di Telese.
Ancor prima, verso la fine del IX secolo, era
vissuto un altro importante vescovo telesino,
Mons.Palerio, poi portato agli onori degli
altari con il nome di San Palerio.
Nel 1712, infatti, alcuni muratori di S.Martino
Valle Caudina, per costruire una casa di
campagna, pensarono di utilizzare le macerie di
una vicina chiesa distrutta dal tempo e
dall’incuria degli uomini. Nel farlo, sotto
l’altare,trovarono una lapide scritta in latino
che, tradotta, diceva “Quì riposa il corpo di
S.Palerio,Vescovo Telesino, insieme a S.Equizio.
Anno del Signore 1164”. Le sacre reliquie
furono recuperate,onorate e riseppellite, per
ordine del Cardinale Orsini,vescovo di
Benevento, sotto la chiesa parrocchiale di
S.Martino Valle Caudina mentre il Vescovo di
Telese, Mons.Lupoli, fece scolpire le statue dei
due santi che furono collocate nel Duomo di
Cerreto.
Comunque, a parte poche eccezioni, i Vescovi,
quando ci furono, pare si susseguissero con una
frequenza notevole, tanto da non superare i
“cinque lustri” di ministero. I motivi sarebbero
da ricercare nei continui terremoti e nel
“cattivo odore” delle acque minerali che avevano
preso a sgorgare presso il Monte Pugliano, odore
che “impessimiva l’aria”, tanto che dopo il 1349
tutta la pianura divenne una palude satura di
miasmi pestilenziali che spinsero la gente a
migrare verso altre zone.
Certamente tra i più famosi ci fu Angelo
Massarello, nato a S.Severino Marche,
considerato uno dei più esimi latinisti del suo
tempo. Per le sua preparazione culturale gi fu
affidato prima l’incarico di Segretario del
Concilio di Trento e quindi la massima carica
del Vaticano,quella di Segretario di Stato. Nel
1557 Papa Paolo IV lo nominò Vescovo di Telese
ma dopo pochi anni lasciò l’incarico per
riassumere a tempo pieno quella di Segretario di
Stato, carica che conservò fino alla sua morte
avvenuta in Roma a soli 56 anni.
Per molti anni la sede vescovile si spostò tra
Telese, Faicchio,Guardia Sanframondi e Cerreto.
Fu Mons.Cattaneo, nominato Vescovo il 15 ottobre
1577 da Papa Gregorio XIII (il padre del
calendario gregoriano), a spostare le reliquie
del vescovado da Telese a Cerreto, non imitato
però dal successore,che invero preferì
insediarsi a Faicchio. Nel 1587 divenne Vescovo
Mons.Cesare Bellocchi, di Fano, che riportò la
sede a Cerreto, dove prese in affitto una casa
per fondarvi il Seminario. La sede vescovile
comunque continuò nei secoli a variare in base
alle esigenze dei Vescovi, dei terremoti, delle
guerre.
Con il Concordato del 1818 tra Pio VII e Re
Ferdinando I, si stabilì che la curia vescovile
di Alife, alla morte di quel vescovo, sarebbe
stata unificata a quella di Telese, cosa che
avvenne nel 1822, al verificarsi dell’evento.
La querelle sul nome da attribuire alla Diocesi,
cioè Alife-Telese o Telese-Alife, fu sciolta dal
vescovo Mons.Longobardi, che scelse di risiedere
in Alife.
Grazie ad un’alluvione del 1851, quello che fece
sprofondare il Ponte Maria Cristina, Re
Ferdinando II visitò i luoghi della Valle
Telesina disastrati dalle acque. Con
l’occasione, durante la visita a Cerreto, gli fu
fatto notare che la sede era “vacante” perchè il
Vescovo risiedeva ad Alife. Fu perorata la causa
della sede vescovile di Cerreto e il Re se ne
fece portavoce con il Vaticano. Con la Bolla
papale del 6.7.1852 fu riaffermata la
separazione delle due sedi vescovili e si rese
necessario nominare il vescovo della nuova sede,
sede che, su disposizione della stessa Bolla
pontificia, fu decretato doversi chiamare “…Thelesinae
sedi Cerretana quoque…”,Telesina ma anche
Cerretana. Fu stabilito inoltre che la Cattedra
vescovile venisse definitivamente trasferita a
Cerreto, dove fu nominato vescovo Mons.Luigi
Sodo, che raggiunse la sede con il fratello
Giovanni, anch’egli sacerdote.
Fu Luigi Sodo ad imprimere una svolta
prestigiosa alla curia, restaurando il palazzo
vescovile ed il seminario, fino a farlo
diventare in quel tempo uno dei più grandi e
funzionali d’Italia. Morì il 30.7.1895 e la sua
opera è rimasta incomparabile nella storia della
Diocesi che, con il doppio nome, ha ormai
consolidato la sua denominazione da oltre 150
anni.
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