"Il futuro esiste" è una proposizione che non ha
significato, poiche' non descrive la realtà dei
fatti. "Il futuro esiste" è una proposizione che
ha significato solo nel campo della logica. Il
campo della logica è molto vasto, direi quasi
infinito, segue delle sue precise direttrici e
comprende tutte le nostre idee, i nostri
"sogni", le nostre aspirazioni. Non ha alcun
senso dunque pensare ad un futuro già compiuto,
statico, immobile. L'ineluttabilità nega la
sfera delle possibilità.
Quando l'assessore ai LL.PP. D'Occhio dice che
il futuro di Telese Terme è ineluttabilmente
legato allo sviluppo edilizio avverto che la
terra inizia a tremare. Mi rendo conto, in tal
modo, che scienzati e filosofi del calibro di
Einstein, Weinberg, Plank, De Broglie ,
Heisenberg, Wittgenstein, Russel, Bergson
iniziano a rivoltarsi nelle loro tombe (tranne
Weinberg perchè mi sembra che sia ancora vivo)
per tentare di rompere a calci e pugni le loro
casse di legno.
Provate ad immaginare che cosa avrebbero fatto
se si fossero trovati per caso al consiglio
comunale di venerdì 17 giugno e avessero
ascoltato le parole di Giusep(Pino) D'Occhio. A
mio avviso si sarebbero messi a ridere e a
perdere il loro dignitoso rigore con gesti,
versi beluini, invitando il relatore ad andare a
mettere termine al ciclo di digestione
quotidiana.
A
parte gli scherzi: ma come è possibile credere
(credere, si; egli ne è convinto, ahi noi!) che
il cemento sia il nostro futuro? Quando io penso
all'avvenire mio e del mio paese penso
all'acqua, penso agli alberi, penso alle piazze,
penso all'amore, penso alla storia e alle
persone che l'hanno costruito e lo hanno
consegnato a noi, penso alle loro ambizioni e
alle loro incertezze, ai loro sogni e al loro
desiderio di felicità.
E'
davvero scandaloso che un'amministrazione
propagandi i propri progetti politici futuri
(che sanno tanto di affarismo e speculazione)
come tasselli di un ineluttabile mosaico.
Consentitemelo: io non ci credo ed ho bisogno di
dirlo.
La
politica non può essere articolata su principi
teleologici (che contengono elementi di
malafede, perchè nati da propositi non del tutto
sani e deontologici!!), bensì costruita, passo
dopo passo, sulla ricerca, sulla sperimentazione
e, soprattutto sulle esigenze vere degli
individui.
Proprio per questi motivi sono contrario alla
costruzione del centro pastorale in contrada
Piana. Non perchè è finalizzato ad esigenze
religiose (e dunque qualcuno potrebbe obiettare
la mia malafede, non essendo io un "cattolico
modello"), ma proprio perchè non lo è.
Riconosco, al di là della laicità (che ritengo
categoria individuale), l'importanza della fede
e dell'esperienza religiosa in senso lato (ma
anche in senso stretto, si badi) come premessa
culturale e sociale (una delle tante possibili)
della civiltà (che ritengo categoria
inter-individuale e dunque politica).
Per cui se il centro pastorale fosse stato
pensato come complementare ad una crescita
complessiva di Telese (studiata a livello
urbanistico e socio-culturale), allora avrei
scritto un'apoteosi di Pino D'Occhio, quasi
credendomi San Tommaso nel quarto cielo del
Paradiso! Ma, dal momento che è evidente che la
costruzione della Chiesa è un pretesto cavilloso
per poter trasformare la contrada piana in una
sorta di mega centro commerciale, snaturando la
sua vocazione agricola ed aprendo la strada al
dio Cemento, io (che rappresento la mia
coscienza) mi oppongo ed invito i fedeli
telesini che rivendicano la chiesa giustamente
ed in buona fede, a riflettere sul significato
di questa opera.
In
più, anche coloro i quali abitano in contrada
Piana sono chiamati a difendere, a mio avviso,
la loro realtà, che rischia di diventare
<<baricentro>> (termine usato da D'Occhio) di
grandi palazzoni e negozi di bassa qualità (che
evidentemente svuoteranno anche gli indotti del
centro e dei negozi di qualità che si trovano
lungo le nostre strade principali).
D'Occhio e Capasso stanno compiendo un'opera
che va contro il senso del messaggio di Cristo.
Stanno costruendo templi per poi costruire
mercati. Gesù diceva <<cacciate i mercanti dal
Tempio>>.
Tocca a noi cittadini restituire il senso di
quelle parole e sancire il primato della
civiltà.
Alessandro Liverini
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