Il meccanico che ripara ricordi - 05-04-04 - Sandro Forlani

 

 

Beh, ho delle nuove, per voi. Leggete, con calma ed in silenzio,dopo aver mandato figli e figlie, più figlie che figli, è statisticamente provato, mariti e mogli, cani e gatti, criceti e canarini, a letto.

C’est necessaire ! (francesismo)

Appena sceso dalla corriera che viene da Reno, prima ancora era sceso dal battello a S.Caterina, spese giusto il tempo di guardare se poteva attraversare la provinciale, poi si diresse giù per la mulattiera che portava al lago ed alla pensione Miralago.

Muoveva adagio i passi e faceva dondolare la valigia,come uno che torna a camminare su quei sassi che non avevano mai smesso di essere suoi,anche se era stato via così tanto tempo.

Buttò lo sguardo su una vecchia altalena appesa al tramonto,e poi lo spostò verso due persiane rosse, pennellate malamente,con un gatto color marmo tra le braccia della finestra. Capì immediatamente che si sarebbe ripreso tutti gli odori e le ombre che gli appartenevano,compresa la sua.

La sua ombra non è mai partita, ecco cos’era quella l’ombra strana che chi lo conosceva ogni tanto vedeva davanti agli occhi,non era mai stata caricata su una Ford bianca, una domenica di Maggio.

Lei era rimasta li, fedele,ad aspettarlo, come il cavallo di Zorro o la cagnetta Lola, senza invecchiarsi e senza ammalarsi. Si era nascosta come aveva potuto,vista raramente in momenti di disattenzione,all’inizio della riva, tra le barche capovolte,dove le pietre sotto il passo ti fanno barcollare.

E proprio lì ritrovò la sua ombra, sulla scalinata di sasso, tra la melma secca e le margherite arrampicate. Ascoltò le onde dell’ultimo aliscafo,improvvisamente non era più un danzatore dal cuore masticato e felice,finalmente si sedette sulla valigia davanti al lago, per ringraziare il cielo che il lago aveva ancora quei colori. “ Quell che l’era e che l’è diventà adess,e quell che l’è e quel chel podeva vess, nela parola sugnada dai pess.”

Pensò che aveva potuto star via tanto a lungo soltanto perché la sua ombra era rimasta li a far la guardia,a fare da antenna, a fare da collegamento senza mai tradirlo, come quei due di Varese,mentre dove era andato,capì subito l’antifona e si trovò una finta ombra, per accontentare tutti, doveva solo remare quieto, senza mai smettere, in un mare di cose brutte e belle,è il mare di tutti lo so,e attraversare diligentemente tutta l’acqua di quel periodo, fino all’altra sponda. Certo, chiudeva gli occhi, a volte, ma mica dormiva : si collegava con la sua ombra,diventando una spia di se stesso e tornava dove e quando voleva,fregandosene dello spazio e del tempo.

Era divenuto talmente abile nel farlo, che nessuno avrebbe potuto fermarlo o scoprirlo. La sua ombra, quella vera, era là,gli dava informazioni come una webcamera,gli permetteva di viaggiare come clandestino sotto il treno dei ricordi del passato, senza sognare come fanno tutti gli emigranti,ma viaggiando virtualmente. Era diventato un tecnico,oramai,grazie alla sua maestra,un viandante fermo, uno sciamano.

Di giorno un fazzoletto ambulante che contava finestre e passi altrui, di notte

Un Meccanico che ripara i ricordi.

Ovviamente c’era voluto del tempo, c’erano stati periodi duri e strani per lui come per chi si è mosso da casa sua, anche di cento, duecento,trecento pochi chilometri, e per la sua ombra. Qualche volta aveva anche persa la speranza,perché felice dove stava.

Lago, non ho perso niente di quello che mi hai dato,non ho dimenticato nulla di quello che mi hai detto,ora sono diventato un grande meccanico perché so respirare senza farmi sentire, perché so ricordare e non faccio morire.

Poi rise, presa la valigia più pesante di un macigno,con i suoi ricordi,e si diresse verso la pensione Miralago, camminando in modo diverso, perché aveva con sé la propria ombra.

Che ne sa la gente, se non l’ha provato, tutti sono capaci di annusare il mare a distanza, ma pochi capiscono come si sente una persona di Lago quando non vede l’altra sponda.

Io sicuramente non tornerò,ma se un giorno succederà, potrà magari essere così,almeno nei sogni.