Confessioni di un malandrino - 07-12-02 - Nicola Pagliarulo

 

Confessioni di un malandrino

(ho cominciato a vivere forte, proprio andando incontro alla morte)

Oggi sarò serio, lo prometto. Lo richiedono l’informazione e la disinformazione. Il rispetto che dobbiamo ad un popolo martoriato. La diabolica attitudine di distorcere e offuscare la storia. L’incapacità di assumerci la responsabilità del nostro immobilismo, contro la sfrontatezza di riportare cronache faziose, consideranti gli effetti e mai le cause.

Voglio anche premettere che nell’articolo di ieri, come in quello relativo all’11 settembre, ho avvertito l’esigenza di ridistribuire equamente quelle che sono le responsabilità comuni. Non per prendere la parte di questo o quello (ogni fondamentalismo, ogni rappresaglia, ogni sfruttamento, ogni prevaricazione, ogni guerra, vanno condannati) ma per uscire dal coro pilotato dell’informazione…per non gridare “al lupo, al lupo!”, distogliendo l’attenzione da altrettanti, colpevoli, sanguinari.

Crociate e Jihad, si diceva…ad onor del vero dovremmo sempre giudicarci prima di sentenziare.

I “crociati” che “liberarono” Gerusalemme dagli “infedeli islamici”, saccheggiarono tutto quanto gli capitasse (anche città cristiane), spinti dall’odio e dal desiderio di sopraffazione. Non importa che lo scopo “religioso”, alla fine di due secoli di lotte, non venne perseguito…le mire espansionistiche, della rinascente civiltà occidentale, si rispecchiavano più nel desiderio di conquista che in quella croce tatuata in petto. C’è da ricordare che fu l’effetto sorpresa ad accompagnare la prima crociata:

Il popolo islamico era abituato agli stranieri e, dunque, tollerante. Ciò che li rese sprovveduti, fu il fanatismo religioso col quale si esaltavano i crociati nella loro missione di morte.

Non c’è male con le analogie, vero? E’ un 11 settembre al contrario, con vittime sacrificali inconsapevoli dell’odio altrui. Il fondamentalismo cristiano, prima di quello islamico ed altrettanto colpevole.

Ho letto anche di kamikaze. Torniamo indietro anche qui. Non hanno cominciato né i fondamentalisti (di qualsiasi religione, come abbiamo visto), né i giapponesi. Il primo di cui si sappia è il console Decio Mure, un romano. Un “eroe” che, nel 295 a.C., attuò il sacrificio nella battaglia di Sentino, per fuorviare la coalizione di Etruschi, Galli e Sanniti.

A seguire, nel I secolo d.C., tracce di kamikaze riguardano proprio il popolo ebraico. Durante la rivolta in Palestina, la setta ebraica degli Zeloti, si sacrificò con attacchi suicidi contro i legionari e, pur di non cadere in schiavitù, i sopravvissuti alla battaglia si uccisero con le loro mani, piuttosto che arrendersi alle truppe romane. Altri “eroi”, dunque, come gli Spartani che morirono alle Termopoli, suicidandosi perché il loro codice d’onore non prevedeva ritirata e prigionia. Che dire, poi, dei suicidi Celti e Longobardi, che decidevano di morire gli uni, completamente drogati ed ubriachi, nudi e dipinti di blu, gli altri, nel nome del dio Wotan…poi ci sono i “berseker”, vichinghi votati alla morte in onore di Odino ed ancora, Sioux, Cheyenne, Pietro Micca ed i più di 4.000 giapponesi…i bonzi buddisti e Jan Palach…i palestinesi.                                                       

Credo sia riduttivo considerare tutti folli ed esaltati, valutarne l’effetto sanguinario…certo, possono essere delle componenti, ma dell’effetto. Alla base, la causa, è pregna di disperazione…si sceglie la morte solo quando non s’intravvedono altre vie per difendere un principio superiore. Roba d’altri tempi, come abbiamo ampiamente visto, per il nostro opulento sistema…ma non per chi possiede e cerca di difendere solo il proprio principio, la terra, la gente, la dignità. Dobbiamo capire che questi concetti svenduti per un barile di petrolio d’annata, tre etti di diamanti veraci e 250 grammi di oro fresco, sono ciò che abbiamo lasciato a questa gente, dopo aver organizzato il banchetto al quale non li abbiamo invitati (però gli abbiamo fatto portare le pietanze…). Per tutti i colonizzatori, “distratti e sentenziosi”, ricordo ed auspico la più naturale forma di suicidio: l’apoptosi. Il suicidio cellulare per cui il nucleo si disgrega e i cromosomi si annientano, fagocitati da altre cellule, senz’altro fondamentaliste…

Dostoevskij diceva che l’amore, astratto, dell’umanità, è quasi sempre egoismo…Ariel Sharon.

Colui che, col suo pragmatismo dispotico, ha lasciato esterrefatto persino Moshe Dayan; che “generosamente” avrebbe concesso (non restituito?), ad uno popolo palestinese smilitarizzato, meno della metà della Cisgiordania; che mai avrebbe restituito le alture del Golan a Damasco; che detta legge e terrore a Gaza; che va a braccetto con Bush, talvolta congettando strategie che tengano conto del gradimento mondiale, altre infischiandosene (Libano, Siria…); che, se potesse, sterminerebbe tutto e tutti, Egitto e Arabia comprese…costui, o chi per lui, sarebbe vittima dei kamikaze palestinesi?

Di coloro che continuano a morire nel rapporto di 10 a 1? Delle pietre dei ragazzini, che lasciano seri ematomi sugli stinchi dei soldati che, in cambio, li ammazzano? Bah…!

Ricapitolando tutto, restiamo con “Giorg’, Dabliu, Busc’” (alla Tavulliana) che deve assolutamente uccidere Saddam e Bin Laden. E’ il succo del retaggio dell’11 settembre, delle mire americane, occidentali ed israeliane di sempre…la sete di petrolio ed il predominio assoluto.

Allora, vediamo: Liechtenstein, Principato di Monaco, Svizzera, Londra, Gibilterra. Casseforti occidentali di Al Qaeda. Esplicitamente denunciato dal deputato francese, Arnaud Montebourg e tacitamente ammesso da Philip Torphe, direttore della financial Services Authority (una sorta di Consob britannica). Le tre isole, Man, Guernesey e Jersey, dalla piena autonomia legislativa e politica, sommerse d’oro e petrodollari, provenienti dalle centrali terroristiche islamiche e “trattati” da società, per lo più, fittizie. I filoni, diversi: soldi, petrolio, oro, servizi segreti, edilizia, prostituzione, armi. I beneficiari: molti, visto che Erich Inciyan e Babette Stern, scriveranno su “Le Mond” – Perché no?- quando si stabilirà che anche Muwafaq (organizzazione saudita vicina ad Al Qaeda) si appoggia all’isola di Jersey per riciclare danaro – Perché no? Visto che quelle isolette fanno da nido, comodo e redditizio (ma soprattutto inaccessibile alla giustizia normale), a più di 90.000 società?- Ecco delinearsi, dunque, l’ambiente economico di Osama Bin Laden e dell’azienda di famiglia “Saudi Bin Laden Group-Sbg”. Da qui, la “Iiro” (Organizzazione per il soccorso islamico internazionale), che trova la sua sede naturale in Gran Bretagna, disponendo di dislocazioni in Francia, Svizzera, Germania, Olanda, Svezia, Sudan, Somalia, Kenya e Filippine…e di aziende, società ed investimenti in Sudan, alle Mauritius, a Singapore e in Malesia…di automobili a Dubai, pescherecci in Kenya, lapislazzuli in Uganda e diamanti in Tanzania.

A tutto questo però, giusto per non rischiare di fomentare la corsa allo sport nazionale del “tirarsi fuori e giudicare”, aggiungiamo la compartecipazione della nostra Banca di Roma (fonte Diego Cugia), nel cui capitale figura l’8,65% della ABN AMRO (colosso bancario olandese) che, a sua vota, detiene il 40% della Saudi Bank (della famiglia di Bin Laden). Ovviamente, anche alla luce dei fatti, nessuno ha cambiato nulla (vendere per la morale? Tsk…).

Non è finita qui: La compagnia petrolifera “Arbusto Oil”, sede in Texas, ha tra i soci Salem Bin Laden, ricco saudita fratello di Osama. Ebbene, sapete chi fondò, nel 1977, la “Arbusto Oil”? Nientepopòdimenoche “George W. Bush”, socio di Salem Bin Laden (precedentemente impiegato in affari tra Iran, contras e CIA e misteriosamente morto in Texas), futuro presidente americano e nemico giurato del fratellino del socio suddetto. Considerando che il di lui papà era direttore della Cia e vicepresidente di Reagan e che “Arbusto” è la traduzione di Bush…ringraziamo Jack e diciamo meno sciocchezze. A che riguardo? Avete dimenticato da dove eravamo partiti?

Da: Dio aiuti Bush e Sharon e faccia smettere quei ragazzacci di tirare le pietre!                                                                                                     

Nicola Pagliarulo.

 

P.S. Mi scuso per l’utilizzo di materiale “esterno” (al mio sapere o alla mia immaginazione). Non  era per sfoggio di saccenza, o per meravigliarvi, ma solo per precisare i punti di una questione troppo delicata e tragica, per essere trattata con leggerezza ed approssimazione.