Ruviano, il paese dei cornuti - 13-11-03 - Giuseppe Sangiovanni

 

 

 

Riuniti in associazione nel paesino casertano scesi in piazza come ogni anno per mostrare il prodotto tipico del posto: le corna

 

 

RUVIANO, IL PAESE DEI CORNUTI

Orgogliosi di esserlo, sindaco in testa (con le corna municipali e tricolore), sfilano in processione cantando l’inno

 

 

 

 

Ruviano, il paese dei cornuti. Una leggenda, divenuta “realtà”, alla fine degli anni settanta, quando alcuni giovani pieni di entusiasmo ed ardenti d’amore per la terra natia, vollero dare seguito alla leggenda, tramandata da secoli di generazione, in generazione. Per diventare cornuti doc!

 

 
Una presa di coscienza sulla necessità di difendere il “marchio”- in via d’estinzione. Per non dimenticare il curioso e bizzarro rito, verosimilmente già presente in era pagana, nel minuscolo paesino della provincia di Caserta: interrotto negli anni anche per lunghi periodi, e di tanto in tanto ripreso - che ormai da quasi un quarto di secolo (XXIV edizione) - si celebra puntualmente ogni anno.

Tutto iniziò come uno scherzo. Il cupo mese di novembre. Si riunirono, si dettero da fare, spesero la loro baldanza giovanile, ma anche i pochi spiccioli che avevano da parte, affrontarono diffidenze ed incredulità, freddezze ed assenteismi, decisi a celebrare la Festa dei Cornuti – collocata l’undici novembre, in onore di S.Martino, noto protettore dei portatori d’aculei.

Andò tutto per il meglio. Sfilando coraggiosamente in processione per le strade del paese, con mastodontiche corna sulla testa, in una sorta di “autoflagellazione collettiva”.

 Furono premiati da applausi e da lodi esterne- ma anche dalla soddisfazione interna che la coscienza del bene regala agli uomini di buona volontà.

 

RIUNITI IN ASSOCIAZIONE

 

E fu sull’eco del successo della festa, che l’anno dopo i cornuti organizzati, diventati per l’occasione una ventina, tornarono all’assalto. Decisi a dare soluzione di continuità alla tradizionale festa. La fine dell’estate di quell'anno fu il preludio alla nascita di un’associazione. L’ACR: Associazione Cornuti Ruvianesi.

 

 

“Nata con lo scopo di far valere i propri diritti, per alleviare le sofferenze delle persone colpite dalla sindrome dei bernoccoli, per aiutarle in modo corretto sul piano neuro-riabilitativo, tramite un sereno confronto con le altre vittime”- sottolinea divertito uno dei soci fondatori.

 

Associazione cresciuta negli anni, per l’arrivo di nuovi adepti, ogni anno in fila per ricevere il “battesimo” e la conseguente patente di becco.

 

CORNUTI D’ITALIA A RACCOLTA

 

Cornuto è bello. I duemila abitanti del paesino casertano sono orgogliosi di esserlo- e l’undici novembre di ogni anno si ritrovano, provenienti dall’intera penisola (qualcuno anche dall’America) - per festeggiare il loro patrono, sfilando in processione, con gioia e “speranza”- con tanto di stendardo, santo, monaco, chierichetto e presidente – tutti in costume tipico, accompagnati dalla banda per cantare il caratteristico inno dei cornuti: processione che si conclude l’incendio del fantoccio di pezza, naturalmente munito di grossi aculei. 

Uniti dalle armi portate sulla testa, “mimetizzati” per gioco- con buona dose d’ironia.

 “Terapia” per allontanare lo spettro di “pesi” veri sulla fronte- per dribblare ed esorcizzare l’incombente pericolo: l’anamnesi di qualche “antropologo”del luogo.

In passerella becchi di tutti i tipi- con corna lunghissime, personalizzate, tecnologiche.

 

LA PROCESSIONE

 

Goliardia, ironia, folklore- per valorizzare il “prodotto tipico ruvianese”. Le corna.

Messe in bella mostra anche quest’anno, dal simpaticissimo sindaco, Giovanni Cusano, ingegnere-imprenditore, l’anno scorso presentatosi all’evento con tanto di fascia tricolore e corna municipali in testa, quest’anno fasciate dal nastro italico: un ottimo professionista, sindaco benvoluto, incurante delle critiche dei moralisti di professione, scandalizzati dal mix corna-fascia tricolore.

 

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Processione, inno, battesimo nuovi adepti, discorso del Presidente dell’Associazione, che ha elencato le dieci buone regole del cornuto doc.

Per finire, tutti cornuti e contenti al ristorante, per una cena esclusiva.

L’ingresso riservato solo a persone con carico pendente sulla testa, previa esibizione certificato - cornuto-doc, “attestato precedentemente dalle divertite consorti”.

Rimaste a casa a “produrre” il prodotto tipico locale!

Ruviano, patria dei cornuti.

A quando la festa nazionale?

Festa terapizzante per milioni d’italiani spesso alle prese con il fastidiosissimo peso sulla testa: un buon metodo per alleviare il doloroso carico pendente!

 

Giuseppe Sangiovann