Polvere di stelle - 15-08-01 - Daniele Prece

Fin dall’alba dei tempi la contemplazione della volta celeste ha affascinato e stupito i popoli di ogni civiltà, indipendentemente dal loro sviluppo socio-culturale, dando così origine a diversi miti, spesso fantasiosi ma sempre carichi di simbolismo.

E’ la cosiddetta cosmogonia, antesignana di tutte le moderne discipline astronomiche, un insieme inscindibile di scienza e religione  dove la ricerca della verità sulla nascita (e la creazione) dell’Universo assumeva caratteristiche di sacralità e superstizione.

Sebbene oggigiorno molti misteri siano stati svelati e il cielo notturno venga osservato in maniera più disincantata, il fascino che esso trasmette non ha mai perso la sua forza.

Nell’immaginario collettivo la parola astronomia richiama immediatamente alla mente cose come Piero Angela, Margherita Hack, la Nasa, lo Shuttle.

Pensiamo subito a scienziati esauriti che invece di dormire (o fare qualcosa di meglio…) passano le nottate a scrutare il cielo armeggiando enormi telescopi installati in cima a montagne gelide e inaccessibili.

 Evidentemente non è sempre così: la contemplazione del cielo stellato è alla portata di tutti e non richiede necessariamente strumenti sofisticati o lauree in astrofisica.

Ma è così facile accedere a tale meraviglia, o la cosa è esclusivo appannaggio di pochi eletti ?

Il telescopio rappresenta sicuramente uno strumento utile a chiunque voglia intraprendere seriamente l’hobby dell’astrofilia, ma a volte un buon binocolo è meglio di un discreto telescopio: i risultati che ne sortiranno saranno similari, ma ad un costo nettamente inferiore.

Basti pensare che molti importanti avvistamenti sono stati fatti proprio da astrofili dilettanti, armati solo di binocolo e tanta pazienza!

Anche ad occhio nudo si possono ottenere piacevoli sorprese. Che cosa? La Via Lattea ad esempio, cioè la Galassia dove risiede il nostro Sistema Solare, visibile chiaramente come una lunga striscia luminosa che solca il cielo nelle notti buie. Oppure la galassia di Andromeda, tra la costellazione Cassiopea (quella a forma di W) e il quadrato di Pegaso, che già nell’antichità veniva usata per verificare il livello di acutezza della vista.

Analogo esperimento può essere fatto con la stella Alcor nell’Orsa Maggiore (la seconda da sinistra nella coda del Carro) che possiede una compagna chiamata Mizar (è una cosiddetta stella doppia), distinguibile dalla prima solo ad un occhio attento.

 

Per favorire questo tipo di osservazione si può anche ricorrere alla cosiddetta visione distolta, che consiste nel guardare l’oggetto senza mettere a fuoco, bensì con la coda dell’occhio, (come quando ci si “incanta”), visto che la retina dell’occhio è più sensibile nella zona laterale.

Ma è con l’ausilio di un binocolo, (lo Zenith 10x50 dei polacchi è ottimo), che la cosa si fa nettamente più interessante: si potrà così osservare la superficie lunare, distinguere le fasi di Venere, intravvedere il profilo ovaleggiante degli anelli di Saturno, ammirare lo sfavillante luccichio dell’ammasso delle Pleiadi, fino ad accedere alle meraviglie della costellazione di Orione, ben visibile a sud-est in questo periodo dell’anno, con la sua famosa cintura (ricordate Stargate?), la nebulosa e la gigante rossa Betelgeuse.

Si potranno addirittura avvistare i 4 satelliti medicei di Giove, gli stessi che vide Galileo nel 1600 e che gli permisero di stravolgere tutte le teorie geocentriche fino  ad allora accreditate, lanciando così le basi della moderna astronomia.

 

Il primo ostacolo che si presenta a chi volesse intraprendere tale hobby nella nostra zona è il sito osservativo, che patisce le ormai pessime condizioni di visibilità in cui versa la Valle Telesina, abbagliata dalle luci notturne della vicina città di Caserta  e dai fari di qualche discoteca impiantata in zona (ma quelli, purtroppo, sono necessari…).

Senza contare poi l’alto tasso di umidità dovuto alla presenza di ben due fiumi che non fa altro che peggiorare ulteriormente la situazione.

In effetti ci sono a pochi passi da Telese luoghi dove il seeing migliora sensibilmente, come ad esempio i monti del Matese o del Taburno, ma la cosa richiederebbe a questo punto un impegno sicuramente  maggiore.

A tal proposito è opportuno citare la Dark Sky Association, un organismo internazionale che si prefigge il nobile scopo di preservare il cielo notturno dall’inquinamento luminoso, perseguendo in tal modo un duplice obiettivo: favorire l’attività astrofila anche a chi abita nei grandi centri urbani  e inoltre fornire indicazioni a istituzioni, enti pubblici e aziende, su come gestire e razionalizzare l’utilizzo dell’energia luminosa nelle grandi città, nelle fabbriche, ecc., evitando così inutili sprechi.

Purtroppo anche le iniziative sul tema dell’astronomia scarseggiano: l’unica degna di nota è stata alcuni anni fa, quando al Castello Medievale di Guardia Sanframondi si è tenuta una mostra interattiva chiamata “Dalla terra Alla Luna”, organizzata dalla Fondazione IDIS di Benevento (Istituto per la diffusione e la valorizzazione della cultura scientifica), nel corso della quale è stato possibile scambiare pareri con altri astrofili, utilizzare un telescopio sotto la guida di un esperto, assistere alla proiezione di filmati e addirittura accedere ad un planetario in miniatura montato per l’occasione sul terrazzo del castello.

I responsabili dell’Idis ventilarono anche la possibilità di costituire nella zona un Club Astrofilo, qualora ci fosse stata una buona risposta alla sottoscrizione che si teneva presso lo stand allestito nella mostra. Ma la cosa è rimasta lettera morta.

Come al solito non possiamo fare altro che lamentare la totale assenza sul territorio di strutture didattiche e ricreative e prendere atto della mancanza di sensibilità delle istituzioni verso ogni tipo di iniziativa culturale o scientifica.

Figuriamoci poi un circolo astrofilo, che sicuramente potrebbe arricchire le menti di giovani e appassionati, ma difficilmente le tasche di chi volesse investirci del denaro, trattandosi solitamente di associazioni no-profit. Possiamo solo sperare in qualche generoso mecenate…

Pazienza: lo spettacolo del firmamento è lì fuori, alla portata di tutti, non c’è nessun biglietto da pagare per accedervi ed è sicuramente più inebriante e spettacolare di qualsiasi film, luna-park o altra artificiosità che l’uomo possa concepire.

Basta solo chiudere gli occhi e… guardare.

 

 

Bibliografia: David H. Levy, Il Cielo – DeAgostini-I libri della natura

Internet: http://www.astronomia.f2s.com/