L’amministrazione svende i beni comunali - 15-12-03 - da Il Sannio Quotidiano

 

 

«L’amministrazione svende i beni comunali»

Pubblicato il 14-12-2003

 

San Salvatore Telesino /

Emilio Bove attacca nuovamente l’esecutivo guidato dal sindaco Creta

 

Al centro della ulteriore querelle la cessione di un terreno

situato in una zona turistico - ricettiva

 

di Vincenzo Palmieri

 

Riesplode la polemica a San Salvatore. Questa volta assurge a «casus belli» la vendita, da parte dell’amministrazione comunale, di un terreno comunale in località «Acqua Fetente» (ai confini del Comune di Telese). In concreto l’esecutivo sansalvatorese avrebbe autorizzato, nello scorso mese di giugno, il sindaco Creta a sottoscrivere un atto di transazione col quale procedere alla vendita del terreno in questione e successivamente lo stesso Creta avrebbe sottoscritto la transazione.

 

«Così facendo - ha precisato Emilio Bove, capogruppo della formazione consiliare di minoranza «Un nuovo giorno per San Salvatore» - il sindaco ha commesso un abuso, sottoscrivendo un atto di transazione non autorizzato dall’organo competente, mentre la Giunta comunale ha commesso un altro abuso autorizzando una transazione, senza averne i poteri poiché gli stessi spettano al Consiglio comunale, unico organo legittimato a decidere sulla vendita di beni comunali. Già questo - sottolinea Bove -basterebbe a provare la competenza dei nostri amministratori».

 

In ogni caso, secondo lo stesso Bove, sarebbero altri gli aspetti rilevanti della vicenda. «L’acquirente del terreno - ha evidenziato - il 7-2-2003 si dichiarò disposto ad acquistare il terreno e ad offrire, testualmente, «una somma più vantaggiosa di quella risultante dalla stima dell’Ufficio Tecnico comunale». Il 27-2-2003 il responsabile dell’area tecnica del Comune, dichiarò congrua la cifra di 41,32 euro al mq. per una eventuale vendita. Il 28-2-2003 il Comune di San Salvatore invitò un legale ad esprimere un parere e questi, ignorando la volontà dell’acquirente, sostenne che, a suo giudizio, il prezzo di vendita poteva essere determinato in 21 euro al mq. In seguito a ciò, il 24-7-2003 venne sottoscritto l’atto di transazione, ed il terreno comunale venne venduto dal Comune al prezzo di 21 euro al mq».

 

Bove, dunque, a supporto del suo j’accuse pone una serie di dati e di circostanze inconfutabili che confermerebbero la sua tesi: il terreno in questione è stato svenduto. «Per la prima volta in Italia, forse al mondo - ha sottolineato ironicamente -, un acquirente paga la metà di quanto egli stesso aveva dichiarato di voler pagare. Il Comune, a sua volta, potendo ricavare una determinata somma, è contento di incassare meno della metà: l’acquirente aveva proposto di acquistare a 40 euro al mq e il Comune dichiara invece di volere 20 euro. Che fine hanno fatto gli altri 20 euro? Volendo essere sinceri fino in fondo, bisognerebbe aggiungere che già il prezzo di 40 euro al mq sembra irrisorio rispetto al valore del terreno. L’area in questione, infatti, è inclusa nel Piano Regolatore Generale come «area turistico-ricettiva a massimo indice di fabbricabilità».

 

Appare evidente - ha continuato - che in tutta frettolosità, ci si è voluti disfare di un considerevole appezzamento di terreno, di notevole valore, posto ai confini con Telese e nei pressi di un centro commerciale di recente apertura, situato in una zona altamente turistica. Per di più senza la preventiva autorizzazione del Consiglio comunale che, come dice la legge, deve dettare gli indirizzi. Insomma - ha concluso Bove - finora la nostra amministrazione poteva essere solo accusata di non valorizzare il patrimonio comunale esistente, Rio Grassano in primis. Da oggi in poi potrà essere accusata anche di svendere allegramente i beni patrimoniali, e di dimostrarsi stranamente munifica ed accondiscendente nei confronti degli acquirenti».