Tin.it? Libero? InWind? No, grazie!  - 11-11-03 - da Sanniopress

 

 

Tin.it? No, grazie! Storia di un ordinario disservizio

11-11-2003

Tin.it è l’Internet Service Provider di Telecom Italia Media, che comprende anche Virgilio, leader nazionale nei portali con circa 5,3 miliardi di page view nel 2002 e oltre 12 milioni di visitatori mensili (aprile 2003).

Un’azienda leader, insomma. Peccato, però, che a tale dimensione non corrisponda un servizio adeguato!

Può, infatti, capitare che a metà ottobre l’azienda decida di introdurre il nuovo sistema denominato “Communicator +” e da quel momento un utente di Accesso Internet gratuito (Clubnet, Free, etc.) non riesce più ad accedere alla propria casella di posta elettronica.

All’inizio pensa: “Quando si fanno dei cambiamenti, può capitare qualche intoppo. Basterà aspettare qualche giorno e tutto si risolverà”. L’utente, nonostante i problemi che gli derivano dal fatto di utilizzare la casella di posta elettronica per lavoro, decide di aspettare.

Dopo una settimana di inutile attesa, decide di scrivere all’indirizzo dell’HelpEmail (tinitfree@tin.it) per segnalare il problema. Inoltre, contatta l’HelpVoice (tel. 89 24 94 al costo 1,08 Euro/min. IVA inclusa), dal quale riceve l’invito ad aspettare qualche giorno poiché si tratta di un problema comune a molti utenti.

La risposta da parte dell’HelpEmail giunge dopo una settimana (un secolo, nell’era di Internet!), con l’invito a chiarire meglio la situazione. Cosa che l’utente fa immediatamente! Trascorre un’altra settimana (ovvero un altro secolo nell’era di Internet!) ed ecco la nuova risposta: Gentile Cliente, con riferimento alla Sua richiesta di assistenza, al fine di poter effettuare le opportune verifiche, La invitiamo gentilmente a riportare in una successiva e-mail, la login associata al Suo contratto o in alternativa, i Suoi dati anagrafici (nome, cognome, data e luogo di nascita). Rimanendo a Sua completa disposizione per ogni ulteriore comunicazione o chiarimento, La salutiamo cordialmente”. Richiesta, ovviamente, prontamente evasa il 31 ottobre!

Siamo all’11 novembre e ancora non è giunta una risposta, né il problema è stato risolto. Eppure, è trascorso circa un mese dal momento in cui è sorto il disservizio!

A questo punto l’utente, oltre al danno che gli deriva dal fatto di non poter utilizzare per lavoro la casella di posta elettronica, dovrà ora rifare bigliettini da visita, carta intestata, etc.. Dovrà, inoltre, segnalare il suo nuovo indirizzo di posta elettronica alle newsletter a cui è abbonato, oltre che ad amici e clienti.

Morale della favola: Tin.it? No, grazie!

Billy Nuzzolillo – utente Tin.it pentito

 


Commento di Giovanni Forgione - 11-11-03

Saluto l'amico Billy.

Oggi, giorno della tua rimostranza verso tin.it, è una data storica anche per l'abuso operato da libero.it e inwind.it.

I due providers che ormai rappresentano una sola società hanno preso una decisione contro gli utenti che farà epoca. Da oggi tutte le caselle e-mail di libero e di inwind non funzioneranno più come prima; saranno raggiungibili solo se si ha un contratto con infostrada o con wind.

Fino ad oggi tutte le caselle di posta elettronica erano utilizzabili in outlook express, o in altri  programmi simili, con qualsiasi provider di navigazione. Gli utenti italiani avevano, fino ad oggi, la possibilità di decidere autonomamente sia la connessione internet, sia la casella e-mail.

Da oggi chi ha come casella principale libero.it o inwind.it, deve avvisare tutti gli amici e tutti i colleghi di lavoro di non mandare più la posta in queste caselle. Se la navigazione internet è infostrada o wind nessun problema, tutto è come prima.

Si pone però un problema di limitazione, non presentato al momento del contratto, quando migliaia di utenti hanno aperto una casella gratuita di libero o di inwind.

Non è la prima volta che WindInfostrada opera abusi del genere.

Il primo fu quello di impedire l'accesso agli aggiornamenti dei siti internet della comunità digiland.

Io, con un contratto ADSL Telecom, senza scatti e "tutto compreso" non ho la possibilità di "navigare" nella comunità digiland alla quale appartengo.

In pratica, per aggiornare ViviTelese sono costretto a "staccare" la connessione ADSL (già pagata con canone bimestrale) e connettermi ad un numero wind (pagando gli scatti) per entrare in uno spazio gratuito e personale, come veniva presentato all'iscrizione.

Il secondo abuso di WindInfostrada è sotto gli occhi di tutti gli italiani internauti: invadere tutti i siti web della comunità digiland con una colonna di pubblicità indesiderata. Gran parte dei "digilander" stanno lasciando la comunità per altri lidi.

In più, dalla comparsa della colonna pubblicitaria nei siti digiland, la navigazione è inibita; non funziona più il tasto "torna indietro" del browser internet explorer. Forse queste restrizioni sono state usate volutamente al posto di un messaggio più esplicito del tipo "la gratuità dello spazio web da oggi è finita".

Questi primi due problemi ViviTelese li ha risolti scappando da digiland e creando il nuovo spazio web www.vivitelese.it

E' di oggi infine, l'inibizione all'accesso alle caselle libero e inwind attraverso connessioni diverse da WindInfostrada. Fino alla data odierna nessun gruppo a tutela dei consumatori ha commentato questi fatti.

Questo terzo problema ViviTelese lo ha risolto chiudendo le due caselle (libero e inwind).

Non è giusto dovere assistere impotenti a decisioni improvvise ed unilaterali dei grandi provider italiani, contro gli utenti che avevano stipulato un contratto "gratuito" cliccando su "accetto".

Spero con ViviTelese di dare l'input ad organismi più importanti di noi per una campagna di informazione e di sensibilizzazione, cosi come abbiamo fatto a Gennaio 2003 con questo articolo  dopo il quale si è scatenata la bagarre nazionale contro i webdialer e contro le bollette mozzafiato della Telecom.

P.S. Ringrazio Billy che ha pubblicato questo mio intervento su Sanniopress:

http://www.sanniopress.it/article.php?sid=4303
 


Per intervenire: invia@vivitelese.it