Primato: la superstrada lumaca - 06-11-03 - da Il Sannio Quotidiano

 

 

Cantieri, semafori e limiti di velocità

Pubblicato il 06-11-2003

 

Circa un’ora per percorrere meno di trenta chilometri, una vera ‘odissea’ automobilistica

 

L’appellativo di ‘superstrada lumaca’ per la Strada Statale 372 ‘Telesina’ ormai sembra non essere più sufficiente, soprattutto per quanto concerne il tratto che va da Telese Terme al capoluogo sannita.

 

Per percorrere i poco meno di trenta chilometri che vanno dall’ingresso della cittadina termale alla prima uscita del capoluogo sannita occorrerebbero - rispettando il limite dei 60 km/h - circa una trentina di minuti. Invece? Succede, invece, che molto spesso si impiega circa un’ora per percorrere questo tragitto. E questo si verifica soprattutto quando ci si mette in moto nelle ore del tardo pomeriggio o della prima serata.

 

I motivi? Al di là delle lunghe file di camion in cui ci imbatte percorrendo questa strada (e che comunque viaggiano ad una velocità che è più o meno quella del limite imposto lungo tutto il tragitto) il vero motivo sono una serie di lavori in corso che si registrano in diversi punti.

 

Quello più nevralgico lo si incontra sul viadotto ‘Pantano’ (tra le uscite di Paupisi e di Ponte). Proprio al centro del ponte è collocato un semaforo che regola il transito del traffico che per un breve tragitto, a causa dei lavori, avviene lungo una sola carreggiata.

 

E se questo passa quasi «inosservato» nelle ore del giorno quando si fa buio la vicenda assume molto spesso risvolti tali da provocare l’ira dei numerosi automobilisti che percorrono questa importante arteria. I maggiori disagi si sono registrati nella serata di martedì 4 novembre (tra le 18,30 e le 19,00), quando si è formata una lentissima coda (nell’ordine di chilometri) lungo il tragitto in direzione Telese Terme.

 

Una fila di macchine e camion che partiva dall’altezza del viadotto Pantano fino a toccare quasi lo svincolo di Ponte. Minuti interminabili di attesa e di tragitto a passo d’uomo. Poi, finalmente, la visione dell’odiato semaforo. E subito dopo l’incredibile: la fila si è praticamente dissolta dopo solo una trentina di metri. Brevissimo, infatti, il tratto viario da percorrere «a senso unico» e che costituiva la causa di quella fila chilometrica.

 

Altro punto nevralgico dopo appena qualche chilometro, nei pressi degli svincoli di Solopaca. Ancora una volta la causa era legata a dei lavori in corso d’opera su un viadotto, questa volta il ‘Maria Cristina’. Qui però la circolazione era assicurata in entrambi i sensi di marcia, ma a velocità ridottissima a causa del fondo stradale. L’asfalto, proprio nella mattinata di martedì, è stato completamente eliminato, con i giunti della struttura che sono emersi fuori come «insormontabili» dossi che causavano un rallentamento vistoso della circolazione, con i mezzi pesanti che si sono visti costretti (e con loro anche le automobili) a percorrere i circa settecento metri della struttura a passo d’uomo. Per fortuna, appena superato il ponte, ci si avvicina all’uscita di Telese: da qui, verso Caianello, la circolazione va avanti in condizioni più normali.

 

Per quanto concerne il viadotto in territorio solopachese va ricordato che già nella giornata di ieri si stava provvedendo alla realizzazione del manto di asfalto, in modo da eliminare una situazione di disagio e di grande pericolosità (da sottolineare, infatti, che mancava una adeguata segnaletica che preavvisava i lavori sul manto stradale).

 

Sul viadotto ‘Pantano’, invece, il traffico (in merito sono arrivate in redazione diverse segnalazioni da parte di alcuni automobilisti intorno alle ore 14,00 di ieri) veniva ancora regolato dal semaforo (che oramai staziona lungo quel viadotto da diverse settimane e nei pressi del quale, qualche giorno addietro, si è verificato anche un incidente che ha coinvolto tre automobili).

 

Una situazione di grande disagio, che diventa ancora più pesante se consideriamo che questo collegamento rappresenta il miglior percorso anche per i mezzi di soccorso sanitari. Una questione che interessa non solo i casi di emergenza in cui si deve raggiungere una delle importanti strutture sanitarie del capoluogo, ma anche, ad esempio, il trasferimento da esse di «materiale» verso le strutture sanitarie attive sul territorio telesino.

 

Una strada che in quest’ultimo periodo, dunque, si contraddistingue per la media «tartaruga». Ed ecco che molto spesso, proprio per «migliorare» i tempi di percorrenza, qualche automobilista decide di «affondare» il piede sull’acceleratore. A questo punto la frittata è fatta! Come per ironia della sorte, infatti, si corre il grosso rischio di beccarsi una salata multa per superare il limite di «velocità» di 60 chilometri all’ora.

 

Un vero e proprio paradosso: essere multati per eccesso di velocità lungo una strada caratterizzata proprio da diversi tratti che si percorrono a passo d’uomo.