Tempo fa avevo visto questa bellissima foto
delle Terme di Telese del 1952 inviatavi
da Gino Di Vico, e mi ha sempre stuzzicato
parecchio l'idea di dare un nome all'orchestra e
ai relativi orchestrali.
Foto, del lontano 2 agosto 1952, presa
nelle terme di allora. Dalle poche
notizie di cui sono venuto in possesso,
sembra che il palco a quei tempi fosse
decentrato verso la zona piscina Pera,
chi siano i ballerini o chiunque altro
che compaia nella foto non mi è dato
sapere, vorrei solo far notare la
bellezza e l'eleganza dei ballerini,
l'ariosità del sito e la compostezza dei
bambini: roba di altri tempi! (Gino
Di Vico) |
Navigando in internet mi sono imbattuto in uno
storico articolo del 1930 che ci
consente, finalmente, di decifrare la foto qui
sopra.
Trattasi, nientepopodimenno, della mitica
orchestra Hula-Hula diretta dall'altrettanto
mitico maestro Italo Cammarota, che è
quel signore calvo con gli occhiali che compare
al centro della foto; il cantante è
l'indimenticabile Tonino Sorgente, che fu poi
anche mio professore di Francese all'Istituto
Tecnico per Ragionieri e per Geometri di
Benevento, famoso per la sue interpretazioni de
"'o guappo", scritta dal Cammarota e
interpretata anche dal grande Nino Taranto;
il fisarmonicista è Raffaele Russo, che
sostituì il maestro Cammarota alla direzione
dell'orchestra, quando quest'ultimo si trasferì
a Roma, negli anni 60, quale 1° violino
nell'orchestra della RAI TV.
Gli altri orchestrali, che non compaiono nella
foto in alto, erano:
Ninì e Silvano Pagliuca alle chitarre;
Raffaele D'Elia alla batteria;
Silvio Sorgente al sassofono;
Benedetto Politi come cantante.
Questo l'articolo che ho
trovato sul sito
www.beneventogiornale.com
Il
maestro Italo Cammarota, al centro con il
violino (foto d'archivio Casa Salzano)
-TERME DI TELESE - ANNI ‘30- Signore e
signori, buonasera! Benvenuti al "Concorso
della canzone"! L’orchestra magicamente
sistemata su di un palco circolare sotto una
pioggia di luce. Il pubblico seguiva, attento,
tutt’intorno. Le signore necessariamente in
abito lungo. Gli uomini in smoking e con tanto
di gardenia all’occhiello.
Giuria d’eccezione: presiedeva il maestro
Pino Rosiello. Presenti Lillino
Portoghese per il "ROMA" e per il "GIORNALE
D’ITALIA" Oscar Rampone.
Il livello qualitativo delle opere era alto, e
pure la tensione. Il meglio dello stato maggiore
dei musicisti e compositori beneventani era al
gran completo.
Lavinia Iasiello e Italo Cammarota
con "Lavinia", inno al matrimonio;
Ettore Paragone e il suo "Paroliere";
Vincenzo De Masi con il guappesco
"Malandrino"; Alfredo Salzano e
il "collaudato" Vincenzo D’agostino con
la quasi romanza "Dimme";
Edgardo De Rimini e "l’amico di sempre"
Alfredo SalzaNO con "Chitarra
malinconica", toccante melodia;
Vincenzo Bove e Alfredo Salzano in
"Guardami", tutta lacrime e sospiri;
Vitolo Fasoli con la romantica "Ca
‘nge spusammo affa’" alla donna amata;
Oscar Rampone e Antonio De Rimini
con la nostalgica"Sott’a luna".
Le voci maschili e femminili impreziosivano le
canzoni - ricordiamo, fra gli altri i tenori
Cosimo Iasiello e Cosimo Arturo Zitani.
Intanto quegli anni videro la definitiva
affermazione della canzone italiana, favorita
dai nuovi mezzi di comunicazione —dischi, radio
e cinema giovarono più ad essa che alla canzone
napoletana- ma la diminuzione quantitativa della
produzione delle canzoni napoletane non comportò
necessariamente un’inferiorità qualitativa
rispetto al passato, anche se ispirazione e modo
d’esprimersi furono, talvolta, necessariamente
diversi.
IL PRESENTATORE: "Cesellata dalla voce di
Cosimo Arturo Zitani vince il "Concorso
della canzone" "Sott’a luna"
di Rampone-De Rimini".
"Stasera nun passa nisciuno sott a ‘sta luna,
pè chesta via sulagna affianc’ ‘o mare ch’è
tutta profumata e primmavera" —Allora i
fidanzati non erano come quelli di oggi, che
quando arrivano al matrimonio conoscono ogni
centimetro di pelle della loro ragazza; si
contentavano di poco- Il ritornello, infatti,
diceva "O mare ll’argiento d’a luna
ricama, nun passa nisciuno, e ij voglio sultanto
nu vase e chesta vucchella azzeccosa, nu vase
sultanto, Marì". Maria si scioglieva in lacrime
e lui: "Nun chiagnere, faccella toja s’è
nfosa, te voglio asciugà’e lacreme co e vase".
E’ da supporre che l’abbia fatto, ma allora
perché ripete "Voglio sultanto nu vase"?
E una signora seduta in prima fila lasciò
che una lacrima, silenziosa, rigasse la sua
bella guancia.
Attestato di merito e medaglia per tutti i
partecipanti.
DA UN QUOTIDIANO DELL’EPOCA: "I
vincitori offrirono un sontuoso pranzo
organizzato Da Mario Cirelli, detto "A
Pica" — tanto che una grossa fetta del
premio fu lapidata".
Alfredo Salzano ricorda: "Ci alzammo
da tavola con le ore piccole e tornati a
Benevento non ci decidevamo a rincasare,
e Arturo Zitani non si stancava mai
di cantare. L’ultima volta che cantò
"Sott’a luna" c’era il sole".
AI MUSICISTI E AUTORI DI QUESTO ULTIMO "SANREMO"
ANNI ’30 VA RICONOSCIMENTO E UN PLAUSO PER LE
LORO OPERE. ESSI SONO PROTAGONISTI DELLA MUSICA
A BENEVENTO.
Enrico Salzano
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