Amici di ViviTelese, vi invio un racconto di un
mio amico che vive in Canada ove è caporedattore
sportivo di un giornale di Toronto.
***************************************
Nicola Sparano, detto "'o pistolero", è un caro
amico con il quale abbiamo condiviso quasi tutte
le attività tipicamente giovanili: pallone,
pesca subaquea, bocce, biliardo, quadrigliato
ecc. Risiede dagli inizi degli anni 70 a Toronto
in Canada e legge ViviTelese. Mi ha chiesto di
ospitare nella mia rubrica il pezzo che segue
dedicato ad un nostro carissimo amico, "Toniniello
'e Meza". Naturalmente sono felice ed onorato di
ospitare questo racconto e qualunque altra cosa
Nicola volesse inviarci.
'Nu
guaglione chiamato Terremoto.
Toniniello Di Mezza, detto Terremoto, a Telese
ne ha combinate 'nu sacco e 'na sporta. Cominciò
quando aveva sei-sette anni. Seguiva come 'nu
cacciuttiello, la banda di dodicenni scatenati
della zona ncoppa i bagni-acquafetente:
Felippiello, Smith (Eduardo), 'Ndonio 'O capacchione,
Nduniuccio, Bruno Napulione, 'U Pistolero
(Nicola) e qualche altro. Si giocava con spade
di legno e non vi dico le mazzate che ci davamo.
Il luogo delle battaglie erano i muri della
clinica San Francesco che restò a mezza cottura,
pardon in costruzione, per anni. Una volta ci
corse appresso il custode, un tizio che girava
in Lambretta. Noi grandi ce la fujemmo saltando
da una finestra, si era al terzo piano,
attraverso un palo che distava mezzo metro. A
Toniniello dicemmo: tu fattacchiappa’, si
piccirillo e non te fanno niente. Ma Toniniello
essendo gia’ terremoto, disse si’ e si butto’
come facevamo noi. Cadde e lo trovammo quasi
morto sul mucchio di rena che era sotto il palo.
Ci prese la fifa, l’aimmo acciso, gridammo,
scappànno sulla pineta.
Seguendo i sentieri dei
cacciatori scendemmo dall’altra parte, a Grassano e decidemmo di andare a costituirci dai
carabineri. Ma all’improvviso chi compare?:
Terremoto che passeggiava con una mano al collo
(si era appena slogato un braccio) ma leccando
un gelato che il custode gli aveva comprato per
placarne le urla da dannato che levava al cielo.
Un’altra volta, anni dopo, stavamo facendo
Pasquetta a Grassano, quando era ancora Grassano.
Noi grandi ci stavamo abbuffando in pace, quando
lui comincio’ a tirare le pietre nell’acqua per
schizzarci. Terremò, falla furnuta. Ma chillo
cuntinuava. Alla fine gli dissi: mo t’ammollo nu
papagno. E lui rispose: famme vede se tine o
coraggio. Nun l’avesse mai detto perché subito
dopo stava affogando nel torrente dove c’era
piombato sulla spinta del papagnone.
Terremoto, da bamboccio, andava sempre a
sfottere il cane lupo che la Marsiglia teneva
chiuso in giardino. Una volta che il cancello
era aperto, Terremoto fece appena in tempo a
saltare su un muro, ma non prima che il cane gli
desse tre o quattro mozzicatine al… fondo della
schiena. Ci fu una volta che avevamo bisogno di
vino per una cenetta. Era notte, tutti dormivano
e Terremoto disse: mo sveglio la nonna. Provo’ a
farlo tirando sassolini alla finestra ma la
poveretta non si svegliava, allora lui prese un
sasso che era quasi un chiancone e sfondò i
vetri, facendo venire un colpo alla vecchiarella.
Noi, detto per inciso, quella sera non bevemmo.
Terremoto sarebbe stato un grande calciatore se
avesse avuto la testa a posto. Con il senno di
poi si può dire che era la copia anticipata di
Schizzo Tardelli. Ma essendo Terremoto, fini’
per essere squalificato a vita. Io che lo
conoscevo cercavo di stare sempre tra di lui e
l’arbitro di turno. Una volta che ero lontano lo
assali’: mentre gli rompeva una spalla a
cazzotti trovò anche il modo di staccarli a
morsi mezzo orecchio. Il precursore di Mike
Tyson fu squalificato a vita, mentre a me che
avevo la colpa di essere capitano, toccarono sei
mesi. Lui fu perdonato nel 70 quando ci fu
l’amnistia per il
secondo posto del Messico. Ma io a quei tempi
ero già dove sono ora.
Terremoto era piccolo quando Goffredo Gadagno
venne a Telese per far vincere il campionato di
calcio al suo Castelvenere. Goffredo ci offri’
un ingaggio principesco: niente, nada manco 'nu
centesimo. Affascinati dalla sfida,e 'nu poco
impauriti dalle mani formato extralarge di
Goffredo, andammo a giocare per Castelvenere in
cinque: l’elegante Ettore Cuccillato, il
goleador dagli alluci (ditoni) lunghissimi
Pasquale Ricci, il mancino italo-inglese
Smith-Eduardo Presutti, Nicola Sparano tuttofare
'o Pistolero e Riccardo Affinito che allora il
Cantastorie lo faceva sull’ala rimbambendo di
finte i terzini .
Rgazzi, che campionato fu quel campionato! Che
vincemmo, naturalmente.
I
telesini di allora, infatti, vincevano sempre. O
quasi.
Nicola Sparano
 |