Stamattina, (per modo di dire,più stanotte…,
erano le 2,50…) sono stato svegliato dal
solito idiota che da quattro anni va
seminando la notte Telesina di Bombe Carta.
Quando la settimana scorsa ho letto sul
Sannio dell’arresto di un pregiudicato di
Ponte,colto in flagrante dopo aver lanciato
dalla sua auto in corsa un petardo che ha
lesionato un timpano di un ragazzino,ho
sperato che almeno il grave fatto di cronaca
avesse posto fine alle scorribande di
questi criminali.
Tre anni fa ho subito danni lievi alla
casa,due anni fa il danneggiamento di una
tettoia in plexiglas appena istallata e
l’anno scorso addirittura un buco nella
copertura di tegole della casa (cosa che ho
anche denunciato alla Stazione dei
Carabinieri…).
Stanotte,con puntuale demenzialità,alle 2,50
ho sentito il solito tremendo botto
provenire dal paese. Venti minuti dopo,un
altro boato,stavolta vicinissimo ma credo
non nel mio giardino..(sono le sei e
trenta,non ho ancora controllato…)
Speriamo almeno che nessuno si sia fatto
male,anche se,purtroppo a poco servono le
denunce del singolo cittadino,si comincia a
fare qualcosa quando ci scappa il ferito
grave,se non peggio..
A nulla serve l’atmosfera di festa di questi
giorni, i suoni, i colori, le luci, le
cornamuse degli ultimi zampognari che ci
hanno accompagnato in questo mese. Anche se
il numero dei botti che si sentono per le
strade quest’anno sono drasticamente
diminuiti,e questo senz’altro anche grazie
all’impegno maggiore delle forze
dell’ordine,l’atmosfera surreale del Natale
viene senz’altro guastata dai poveri
frustrati che godono nel seminare terrore e
danni nelle nostre notti che dovrebbero
essere dedicate al riposo di chi lavora.
Tutto intorno a loro è
gioia,felicità,frenesia (anche un po’
consumistica, ammetto…) e loro passano le
notti a sperperare il sussidio di
disoccupazione in polvere da sparo. Perché
non vedo proprio i poveri autori di queste
bravate,ritirarsi a casa alle quattro di
notte per poi andare al lavoro alle sette.
No, mentre noi stamattina andiamo al
lavoro,loro dormono il sonno del disperato…
I regali: odio e amore, è bello farli e
riceverli ma... non sempre, ormai forse si è
un po' perso quello che era il vero e
proprio significato di dono.
Ma stamane un regalo vorrei farlo: vorrei
regalare a questi poveretti la possibilità
di una vita serena anche per loro,di poter
trovare una casa ed un lavoro,dei bambini
propri da guardare negli occhi senza la
cattiveria che arma le loro mani,anche se
questi potrebbero essere desideri
impossibili ed inutili,vorrei proprio che
stessero meglio di come stanno ora.
La famiglia: fin da piccoli le nostre
case,povere o ricche che siano, le case di
Natale,sono addobbate a festa, si sente
nell'aria l'odore della festa,nel profumo
degli aghi di pino (quando è naturale…)
nell’odore del muschio,(quando è naturale…),
e la famiglia, tutta riunita, mamma e papà,
figli, fidanzate e fidanzati, ed anche se in
molte famiglie ormai il numero di persone
non è più quello di un tempo, come una
volta, ma la famiglia è sempre unita nel
Natale e si sente. Tutte le case come le
nostre si popolano e si cerca,almeno per
quello che è possibile, di essere felici,
anche se magari in fondo in fondo nel nostro
intimo una sensazione di dolce malinconia
credo l'abbiamo avuta tutti prima o poi.
Si quella gioia un po' triste che a tratti -
solo a tratti - si fa sentire e che vorrebbe
uscire e stonare, ma no, non glielo si può
permettere, perché a Natale tutto è armonia
e deve essere armonia. Nonostante i botti
idioti e le malattie famigliari e qualche
nostro caro in meno,che ci ha salutati per
sempre nell’anno appena trascorso.
Siamo tutti un po' più felici in questi
giorni o almeno ci proviamo, forse perché
abbiamo poco tempo per pensare alle cose
meno belle,perché tendiamo a rimandare
all’anno nuovo le preoccupazioni di
salute,una nuova dieta dimagrante,e tanti
altri buoni propositi per noi e per gli
altri.
Ma purtroppo quella sensazione un po’
cattivella che da a tutto un retrogusto
amarognolo c'è ed io in particolare non
posso far finta di niente, la mia di
sensazione è un po' più insistente, la mia
famiglia, quel numero non eccessivo è
diminuito e allora a tavola quei posti prima
occupati ora non lo sono più e mai come a
Natale se ne sente la mancanza, penso alla
nonna Maddalena,alla zia Rosetta,alla zia
Agnese,alla mia mamma che è ricoverata in
una clinica di riabilitazione,ma si deve
essere felici, perché è giusto così.
A Natale almeno un po' ce lo meritiamo e
così i pensieri un po' tristi si fanno da
parte,il caminetto è acceso,la tovaglia
rossa è pronta,la frittura di pesce ci
guarda infarinata dal frigo,i pinoli per il
sugo li abbiamo raccolti, e via... inizi la
festa!
Certo, come credo in moltissime altre case,
i preparativi sono iniziati già da qualche
giorno,qualche famigliare è già rientrato
alla base,qualche altro si metterà in
viaggio oggi e siamo in pensiero per le
notizie di traffico intenso,ma….si,
aspettavo…. ,aspettiamo e aspetto da sempre
che arrivi dicembre per poter stare
finalmente tra le mura di casa,insieme al
resto della famiglia ed alle nuove entry,
col nostro tepore familiare per fare
indigestione di "amore casalingo", che ogni
tanto mi manca,cercando di stare alla larga
dalla più prosaica indigestione da cenoni e
pranzetti vari.
Da qualche anno sto abbandonando,per via
delle anche,il mio scettro di cuoco delle
feste,mentre di pari passo è cresciuta da
parte di mia moglie e delle mie figlie la
“pretesa” di essere protagoniste in
cucina,ed io sto diventando sempre più
spettatore, ma almeno cerco di restare
co-regista e co-autore del menù casalingo.
Mi piace allora intavolare discussioni su
ciò che è più o meno tradizionale, sulla
suddivisione dei compiti in cucina per
accontentare almeno in parte la mia grande
passione culinaria,ed almeno a questo non
posso proprio rinunciare.
Sono stato così esautorato dalla
preparazione del cenone di stasera,ma sono
riuscito a conquistarmi il diritto di
cucinare domani,(anche se domani,Natale,
saremo solo in cinque,perché le famiglie dei
fidanzati e delle fidanzate dei miei figli
hanno i loro diritti…..)e soprattutto
lunedì,quando saremo di nuovo tutti e nove
insieme,nel pranzo di Santo Stefano,in
quello che è quasi sempre uno dei pochi
pranzi con la mia famiglia al completo .
Quelli a cui proprio non si può rinunciare,
quello super tradizionale.
La fatica vola via per far spazio alla
soddisfazione di chi cucina e di chi
mangia, quei sapori che sono così speciali
forse proprio perché solo una volta l'anno
ne godiamo, poi chissà perché, durante
l'anno non sono la stessa cosa, sembra quasi
che si profani un tempio quando si pensa a
mangiare il cotechino a marzo, o la scarola
maritata in estate !
Il mio Natale è così,agrodolce come quello
di tanti,ma irrinunciabile.
Auguro tutti voi,alla mia famiglia, agli
amici del forumsalute, di vivitelese, di
campaniameteo e di meteogs, un Natale come
piace a voi.
Almeno,ci abbiamo provato.
Sandro