21 agosto 2005
Cerreto, contestato il vicesindaco Santagata
Giovanni Pio Marenna

 

 

Un amministratore comunale, qualsiasi colore politico rappresenti, che esordisce come ha esordito il vicesindaco sig. Pasquale Santagata, il quale vorrebbe ridurre, la questione eolica, ad un “riempimento” di noiose giornate ferragostane di chi si oppone, dà il senso della qualità e dell’onestà intellettuale di chi si pone a guidare amministrativamente una comunità. Comunità (ricorda questo termine sig. Santagata?).

Vogliamo solo ricordare al sig. vicesindaco che in un paese che si dice civile le questioni che riguardano la collettività e contestate dalla società civile devono essere poste su un tavolo di discussione civile  e democratica, senza inveire strumentalmente contro chi non la pensa come lui. Quando si affrontano problemi tanto grandi ed importati; quando c’è la necessità di una seria riflessione sulle sorti del territorio di Cerreto e della vita di chi su quelle terre trova sostentamento, l’amministratore pubblico dovrebbe essere più serio e rispettoso nelle risposte che dà perché sono risposte istituzionali e non da bettola. Questo vale anche per il sig. Sindaco quando, in precedenti interventi, ha affermato che sulla questione eolica sono state dette delle “sciocchezze” da parte di non la pensa come lui.

Qui si decide della vita delle persone e della tutela della nostra storia, della nostra cultura, delle nostre tradizioni e di un pezzo importante della nostra economia. Economia legata al territorio. Economia che ha fatto di queste terre fucina di tradizioni e di prodotti tipici unici ed irripetibili in altri luoghi. Cerretesi che con sacrificio mantengono la tradizione che si tramanda fin dalla notte dei tempi. Pastori e contadini che su quella terra, dove si vorrebbero mettere torri di oltre 100 metri, hanno vissuto tramandando valori, fatta la storia di questo territorio, salvaguardando e migliorando la montagna che, solo per il loro impegno quotidiano, ancora oggi tutti ne possono fruire nella sua integrità.

Ma si sa, chi non ha argomenti o conoscenze specifiche dei problemi, e vuole intervenire ad ogni costo per una propria visibilità, cerca di spostare le argomentazioni sulla rissa verbale dove, sia il vicesindaco Santagata ed il sindaco Barbieri, si trovano più a loro agio. Signor vicesindaco, abbia rispetto per chi non condivide le sue idee ed abbia l’umiltà di mettersi in discussione rispetto al popolo cerretese che non la pensa come lei. Si faccia un bagno d’umiltà e, principalmente, abbia il buongusto di parlare delle cose di cui è a conoscenza.

Noi, che i problemi li conosciamo, non abbiamo alcun interesse diretto o di tornaconto personale se non quello di conservare integro il nostro territorio, le nostre tradizioni pastorali e contadine da poter tramandare a chi verrà dopo di noi così come ci sono state tramandate da chi ha vissuto Cerreto prima di noi. Le stiamo offrendo l’opportunità di meditare sulla scelta scellerata che la sua amministrazione sta facendo.

State operando per la distruzione e non per il miglioramento. Nessuno vi da il diritto di vendere il nostro territorio per un piatto di lenticchie a multinazionali che su Monte Coppe vogliono far soldi e spazzare via un’economia che ha reso questo territorio così particolare ed unico. I pastori, quelli con cui abbiamo parlato e a cui abbiamo spiegato “obbiettivamente” ciò che si vuole fare su Monte Coppe, ci hanno espresso piena adesione e ci hanno spronato a continuare nella battaglia per tutelare anche i loro interessi diretti e di sopravvivenza. Loro, che vivono da sempre lassù, hanno consapevolezza di ciò che potrebbe accadere semmai la scelta scellerata di costruire un impianto industriale di produzione di energia eolica fosse attuata dall’amministrazione Barbieri.
Serve solo ricordare, che una pala eolica, può essere installata in siti distanti almeno 300 metri dall’ultimo fabbricato per evitare problemi alla salute ed alla tranquillità degli abitanti. Se questo vale per le abitazioni a maggior ragione bisogna porsi il problema della tutela di chi su Monte Coppe ci lavora quotidianamente e dovrà convivere con questi mostri di acciaio che fanno girare pale di oltre 20 metri che gireranno sulle loro teste. Moltiplichiamo per 50 pale eoliche che girano e rendiamoci conto cosa dovranno subire chi lavora sulla montagna. Avete pensato a quali conseguenze sulla salute sono esposti i pastori, gli allevatori, i contadini e gli animali stessi?
Ed i proprietari di appezzamenti di terreno che, oltretutto, vedranno ridotto ancor di più il valore delle loro terre dopo l’installazione delle pale eoliche? E che dire per le persone che non potranno più recarsi su Monte Coppe a trovare un attimo di serenità con la propria famiglia facendo scampagnate nei pressi delle sorgenti? Ed i ristoratori e gli altri operatori economici che vedranno ridursi l’afflusso di turisti che raggiungono Cerreto proprio per trovare tranquillità e sfuggire ai “rumori” cittadini?

E gli abitanti delle contrade? Avete valutato il disagio per gli abitanti delle contrade che sentiranno il rumore costante e continuo di 50 pale eoliche che gireranno giorno e notte senza fermarsi mai?
Se vorremmo rispettare questa legge, che impone una distanza minima per la salvaguardare e tutelare la salute di chi sulle montagne ci vive per mesi il pastore e con relative greggi, dovrebbe distanziarsi almeno 500 metri dall’ultima pala eolica. Questo vuol dire portare le greggi a pascolare nei territori di Pietraroja, Morcone, Pontelandolfo, San Lupo oppure Guardia Sanframondi.
Ma voi non ci pensate a tutti questi disagi e problemi, ed agli altri già esposti in precedenti interventi, provocati dalle pale eoliche? Amministratori di buonsenso avrebbero valutato queste cose ed avrebbero detto un bel “NO” tondo tondo. Invece a voi interessa incassare soldi facili e freschi da chi vuole devastare il nostro territorio, la nostra cultura e la nostra economia (ci riserviamo di fare “quattro conti” di quanto guadagnerà la società installatrice). E non nascondetevi dietro i retorici discorsi del protocollo di Kyoto, dell’effetto serra etc…etc…. perché non è questa la strada né saranno certamente le 50 o 100 pale eoliche di Cerreto a risolvere il problema dell’inquinamento atmosferico del globo terrestre. La nostra parte la possiamo fare, se vogliamo, utilizzando altri metodi di produzione di energia pulita e rinnovabile. Abbiamo proposto, per esempio, il fotovoltaico, la raccolta differenziata e, quindi, le biomasse. Soluzioni alternative e non devastanti come i pali eolici anzi, in alcuni casi, migliorative anche della qualità della vita dei cittadini cerretesi. Ma queste proposte non le avete prese proprio in considerazione. Perché? Quali interessi girano intorno all’eolico?

Non entriamo in altri dettagli o “imprecisioni” dette dal sig. vicesindaco frutto della sua disinformazione in materia (l’inquinamento delle sorgenti non è provocato solo da immissioni di agenti chimici esterni nei bacini idrici, bensì anche dall’effetto del dissesto idrogeologico provocato dalla cementificazione del sottosuolo, con una palificazione di oltre 20 metri necessaria al sostegno dei pali eolici). Oppure sparacchiando toponimi a caso come Monte Erbano, Monte Cigno o la Leonessa a far intendere che “i gioielli di famiglia” non saranno toccati. Tanto per rendere erudito il sig. vicesindaco, Monte Erbano è territorio di Cerreto solo per una parte insignificante. Dicasi lo stesso per Monte Cigno (la parte più consistente e di cresta è territorio di Cusano Mutri) ed il geosito della  “Leonessa” è geologicamente, strutturalmente ed organicamente parte integrante e sostanziale di Monte Coppe. Quindi “inquinando” Monte Coppe inquinereste anche “La Leonessa”. E poi, che ne sa Lei delle bellezze di Monte Coppe se non c’è mai stato? Se non l’ha mai vissuto?

Prima di parlare abbia il buongusto recarsi sui luoghi di cui parla e su cui vorrebbe perpetrare questo scempio ambientale e culturale. Dovremmo sorvolare sull’accusa che ci fa di “…creare confusione e terrorizzare i cerretesi anche con notizie false ed infondate…” però le vogliamo ricordare che noi facciamo semplicemente informazione con dati reali e scientifici che sono in nostro possesso. Non facciamo né terrorismo, né confusione, né altro perché è intrisa nella cultura di chi fa parte del Comitato “Don Chisciotte”  di informare con sincerità ed in modo obiettivo, perché non abbiamo interessi diretti o indiretti. La disinformazione vera sta da qualche altra parte: dove si nascondono le verità, gli interessi economici visibili ed occulti e gli interessi di altra natura, diretti o indiretti. Se poi Lei, l’amministrazione comunale o chi per Lei ritiene che noi stiamo “minando” le istituzioni, ci denunci per “procurato allarme”. Siamo a Sua completa disposizione dove, quando e come vuole!

IL COMITATO CITTADINO “DON CHISCIOTTE”

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