Un
amministratore comunale, qualsiasi colore
politico rappresenti, che esordisce come ha
esordito il vicesindaco sig. Pasquale Santagata,
il quale vorrebbe ridurre, la questione eolica,
ad un “riempimento” di noiose giornate
ferragostane di chi si oppone, dà il senso della
qualità e dell’onestà intellettuale di chi si
pone a guidare amministrativamente una comunità.
Comunità (ricorda questo termine sig. Santagata?).
Vogliamo solo ricordare al sig. vicesindaco che
in un paese che si dice civile le questioni che
riguardano la collettività e contestate dalla
società civile devono essere poste su un tavolo
di discussione civile e democratica, senza
inveire strumentalmente contro chi non la pensa
come lui. Quando si affrontano problemi tanto
grandi ed importati; quando c’è la necessità di
una seria riflessione sulle sorti del territorio
di Cerreto e della vita di chi su quelle terre
trova sostentamento, l’amministratore pubblico
dovrebbe essere più serio e rispettoso nelle
risposte che dà perché sono risposte
istituzionali e non da bettola. Questo vale
anche per il sig. Sindaco quando, in precedenti
interventi, ha affermato che sulla questione
eolica sono state dette delle “sciocchezze” da
parte di non la pensa come lui.
Qui si decide della vita delle persone e della
tutela della nostra storia, della nostra
cultura, delle nostre tradizioni e di un pezzo
importante della nostra economia. Economia
legata al territorio. Economia che ha fatto di
queste terre fucina di tradizioni e di prodotti
tipici unici ed irripetibili in altri luoghi.
Cerretesi che con sacrificio mantengono la
tradizione che si tramanda fin dalla notte dei
tempi. Pastori e contadini che su quella terra,
dove si vorrebbero mettere torri di oltre 100
metri, hanno vissuto tramandando valori, fatta
la storia di questo territorio, salvaguardando e
migliorando la montagna che, solo per il loro
impegno quotidiano, ancora oggi tutti ne possono
fruire nella sua integrità.
Ma
si sa, chi non ha argomenti o conoscenze
specifiche dei problemi, e vuole intervenire ad
ogni costo per una propria visibilità, cerca di
spostare le argomentazioni sulla rissa verbale
dove, sia il vicesindaco Santagata ed il sindaco
Barbieri, si trovano più a loro agio. Signor
vicesindaco, abbia rispetto per chi non
condivide le sue idee ed abbia l’umiltà di
mettersi in discussione rispetto al popolo
cerretese che non la pensa come lei. Si faccia
un bagno d’umiltà e, principalmente, abbia il
buongusto di parlare delle cose di cui è a
conoscenza.
Noi, che i problemi li conosciamo, non abbiamo
alcun interesse diretto o di tornaconto
personale se non quello di conservare integro il
nostro territorio, le nostre tradizioni
pastorali e contadine da poter tramandare a chi
verrà dopo di noi così come ci sono state
tramandate da chi ha vissuto Cerreto prima di
noi. Le stiamo offrendo l’opportunità di
meditare sulla scelta scellerata che la sua
amministrazione sta facendo.
State operando per la distruzione e non per il
miglioramento. Nessuno vi da il diritto di
vendere il nostro territorio per un piatto di
lenticchie a multinazionali che su Monte Coppe
vogliono far soldi e spazzare via un’economia
che ha reso questo territorio così particolare
ed unico. I pastori, quelli con cui abbiamo
parlato e a cui abbiamo spiegato
“obbiettivamente” ciò che si vuole fare su Monte
Coppe, ci hanno espresso piena adesione e ci
hanno spronato a continuare nella battaglia per
tutelare anche i loro interessi diretti e di
sopravvivenza. Loro, che vivono da sempre lassù,
hanno consapevolezza di ciò che potrebbe
accadere semmai la scelta scellerata di
costruire un impianto industriale di produzione
di energia eolica fosse attuata
dall’amministrazione Barbieri.
Serve solo ricordare, che una pala eolica, può
essere installata in siti distanti almeno 300
metri dall’ultimo fabbricato per evitare
problemi alla salute ed alla tranquillità degli
abitanti. Se questo vale per le abitazioni a
maggior ragione bisogna porsi il problema della
tutela di chi su Monte Coppe ci lavora
quotidianamente e dovrà convivere con questi
mostri di acciaio che fanno girare pale di oltre
20 metri che gireranno sulle loro teste.
Moltiplichiamo per 50 pale eoliche che girano e
rendiamoci conto cosa dovranno subire chi lavora
sulla montagna. Avete pensato a quali
conseguenze sulla salute sono esposti i pastori,
gli allevatori, i contadini e gli animali
stessi?
Ed i proprietari di appezzamenti di terreno che,
oltretutto, vedranno ridotto ancor di più il
valore delle loro terre dopo l’installazione
delle pale eoliche? E che dire per le persone
che non potranno più recarsi su Monte Coppe a
trovare un attimo di serenità con la propria
famiglia facendo scampagnate nei pressi delle
sorgenti? Ed i ristoratori e gli altri operatori
economici che vedranno ridursi l’afflusso di
turisti che raggiungono Cerreto proprio per
trovare tranquillità e sfuggire ai “rumori”
cittadini?
E
gli abitanti delle contrade? Avete valutato il
disagio per gli abitanti delle contrade che
sentiranno il rumore costante e continuo di 50
pale eoliche che gireranno giorno e notte senza
fermarsi mai?
Se vorremmo rispettare questa legge, che impone
una distanza minima per la salvaguardare e
tutelare la salute di chi sulle montagne ci vive
per mesi il pastore e con relative greggi,
dovrebbe distanziarsi almeno 500 metri
dall’ultima pala eolica. Questo vuol dire
portare le greggi a pascolare nei territori di
Pietraroja, Morcone, Pontelandolfo, San Lupo
oppure Guardia Sanframondi.
Ma voi non ci pensate a tutti questi disagi e
problemi, ed agli altri già esposti in
precedenti interventi, provocati dalle pale
eoliche? Amministratori di buonsenso avrebbero
valutato queste cose ed avrebbero detto un bel
“NO” tondo tondo. Invece a voi interessa
incassare soldi facili e freschi da chi vuole
devastare il nostro territorio, la nostra
cultura e la nostra economia (ci riserviamo di
fare “quattro conti” di quanto guadagnerà la
società installatrice). E non nascondetevi
dietro i retorici discorsi del protocollo di
Kyoto, dell’effetto serra etc…etc…. perché non è
questa la strada né saranno certamente le 50 o
100 pale eoliche di Cerreto a risolvere il
problema dell’inquinamento atmosferico del globo
terrestre. La nostra parte la possiamo fare, se
vogliamo, utilizzando altri metodi di produzione
di energia pulita e rinnovabile. Abbiamo
proposto, per esempio, il fotovoltaico, la
raccolta differenziata e, quindi, le biomasse.
Soluzioni alternative e non devastanti come i
pali eolici anzi, in alcuni casi, migliorative
anche della qualità della vita dei cittadini
cerretesi. Ma queste proposte non le avete prese
proprio in considerazione. Perché? Quali
interessi girano intorno all’eolico?
Non entriamo in altri dettagli o “imprecisioni”
dette dal sig. vicesindaco frutto della sua
disinformazione in materia (l’inquinamento delle
sorgenti non è provocato solo da immissioni di
agenti chimici esterni nei bacini idrici, bensì
anche dall’effetto del dissesto idrogeologico
provocato dalla cementificazione del sottosuolo,
con una palificazione di oltre 20 metri
necessaria al sostegno dei pali eolici). Oppure
sparacchiando toponimi a caso come Monte Erbano,
Monte Cigno o la Leonessa a far intendere che “i
gioielli di famiglia” non saranno toccati. Tanto
per rendere erudito il sig. vicesindaco, Monte
Erbano è territorio di Cerreto solo per una
parte insignificante. Dicasi lo stesso per Monte
Cigno (la parte più consistente e di cresta è
territorio di Cusano Mutri) ed il geosito della
“Leonessa” è geologicamente, strutturalmente ed
organicamente parte integrante e sostanziale di
Monte Coppe. Quindi “inquinando” Monte Coppe
inquinereste anche “La Leonessa”. E poi, che ne
sa Lei delle bellezze di Monte Coppe se non c’è
mai stato? Se non l’ha mai vissuto?
Prima di parlare abbia il buongusto recarsi sui
luoghi di cui parla e su cui vorrebbe perpetrare
questo scempio ambientale e culturale. Dovremmo
sorvolare sull’accusa che ci fa di “…creare
confusione e terrorizzare i cerretesi anche con
notizie false ed infondate…” però le vogliamo
ricordare che noi facciamo semplicemente
informazione con dati reali e scientifici che
sono in nostro possesso. Non facciamo né
terrorismo, né confusione, né altro perché è
intrisa nella cultura di chi fa parte del
Comitato “Don Chisciotte” di informare con
sincerità ed in modo obiettivo, perché non
abbiamo interessi diretti o indiretti. La
disinformazione vera sta da qualche altra parte:
dove si nascondono le verità, gli interessi
economici visibili ed occulti e gli interessi di
altra natura, diretti o indiretti. Se poi Lei,
l’amministrazione comunale o chi per Lei ritiene
che noi stiamo “minando” le istituzioni, ci
denunci per “procurato allarme”. Siamo a Sua
completa disposizione dove, quando e come vuole!
IL COMITATO
CITTADINO “DON CHISCIOTTE” |