1 gennaio 2006
Cerreto, auguri da Don Chisciotte
Vincenzo Ciaburri

 

 

Auguri per un 2006 in sincerità e amicizia

 

A nome del Comitato Cittadino “Don Chisciotte”, auguro al sindaco di Cerreto Sannita che il 2006 sia un anno da trascorrere in sincerità e amicizia.

È questo l’augurio che ci facciamo, caro sindaco!

Il comitato cittadino “Don Chisciotte”, costituito nell’estate 2005, per contrastare il suo scellerato progetto di istallare una quantità imprecisata di pali per la produzione di energia elettrica sulla montagna che fa da sfondo al magnifico disegno urbanistico della Cerreto barocca, oggi tira un respiro di sollievo.

 

L’aver appreso che nel bilancio preventivo del comune di Cerreto Sannita non sono più presenti somme derivanti da un cosiddetto “Parco Eolico” e che nell’ordine del giorno della seduta straordinaria del Consiglio Comunale è stata inserita la ratifica dello Statuto dei comuni con la bandiera arancione ha ridato un po’ di tranquillità sia a chi scrive ma soprattutto a chi, per questo territorio e la sua salvaguardia, ha lavorato per anni, convinto che solo attraverso l’uso corretto delle sue risorse si sviluppa un territorio.

 

Tutto ciò ci ha consolato un poco, risollevandoci da quello stato di angoscia, in cui lei ci aveva messo, facendo installare i tre anemometri in località “Monte Coppe e “Parata”, come recita l’autorizzazione rilasciata in data 20/10/2004 alla Società Energia SpA, e inserendo nel bilancio preventivo del comune di Cerreto Sannita somme derivanti dalla futura istallazione del cosiddetto “Parco Eolico”.

 

Non la ringraziamo per quello che ha fatto. Era suo dovere preservare alle future generazioni, ma anche a noi stessi l’immagine incontaminata dei monti che incorniciano un territorio denso di storia che appartiene anche a lei. È suo compito, quello di programmare indirizzi di sviluppo sul territorio per il benessere delle popolazioni che ci vivono oggi e per quelle che ci vivranno domani.

Perché, volendo citare alcune parole che J. Ruskin scrisse in un suo saggio del 1862 (Unto this last,  London 1862 , Saggio IV), “il territorio con il suo patrimonio d’arte e di natura è lo scenario più nobile della terra  ed  è patrimonio di tutti i suoi abitanti, anche per la gente che verrà dopo di noi, e ...non è semplicemente per i pochi ai quali essa appartiene temporaneamente perché vi si nutrano come suini, o ci vivano come cavalli; ma essa è stata designata per essere scuola alle menti più elevate, per eccitare le più alte energie dell’umanità, per fortificare gli intelletti più sovrani e nutrire le emozioni più sante dell’animo umano….

 

Certamente l’istallazione di una “foresta eolica”, nel “breve periodo” avrebbe portato dei soldi; ma a chi avrebbero giovato e per quanto tempo? Questa è un’azione che avrebbe compromesso tutto il lavoro che da anni si sta portando avanti in questo territorio e ne ha visto il riconoscimento ufficiale sabato 17 dicembre quando il Touring Club, per le mani del suo vice presidente, le ha consegnato la bandiera arancione.

La bandiera arancione è un grande riconoscimento all’impegno profuso per anni da parte di alcuni uomini, che potrei definire pionieri e che hanno permesso di uscire da certi meandri in cui era stato ficcato il nostro territorio.

In particolare, ricordo, pure lei lo ricorderà insieme a qualcun altro, il prof. Don Nicola Vigliotti per quanto si è prodigato per far risalire la china a un territorio che sembrava destinato all’impoverimento sociale e culturale nonostante Cerreto fosse un “polo scolastico di eccellenza” (come si direbbe oggi). A lui si devono tutte quelle iniziative della tradizione cerretese, come il Carnevale Cerretese e, ancora, la ripresa della tradizione ceramica in questo territorio. Ricordo quanto coraggio ha profuso negli animi degli artigiani che, ormai non credevano più in questa attività finalizzata al sostentamento economico. Tanto coraggio che determinò la creazione della prima fabbrica di pezzi ceramici decorati (maioliche) a opera di Guido Barbieri. A quest’uomo si deve il riavvio della produzione ceramica nel nostro territorio. Ora sono più di 20 le botteghe di ceramica distribuite sul territorio tra Cerreto e San Lorenzello.

È innegabile il flusso turistico di qualità che ha determinato la ripresa della tradizione ceramica in questo territorio! È solo un flusso turistico di qualità che consente un uso e non un abuso del patrimonio di arte e di natura!

Vanno ricordati ancora per il grande impegno profuso nella ricerca e nella pubblicazione di documenti su quella che è stata la nostra identità culturale il dott. Renato Piscitelli, il dott. Domenico Franco, il prof. Vincenzo Mazzacane ed altri illustri concittadini, che hanno dato il loro contributo di ricercatori e documentatori storici. E non bisogna dimenticare con quanta determinazione ha lavorato il nostro caro concittadino arch. Lorenzo Morone (attuale consigliere di minoranza del comune di Cerreto Sannita) per aver saputo tessere quella rete di rapporti con il mondo culturale nazionale, battendosi, in diverse sedi, soprattutto da presidente della Pro-Loco Cerretese, e determinando il riconoscimento della “bandiera arancione”.

 

Certo, specialmente con l’istituzione del museo della ceramica, non posso dire che lei non ha fatto nulla, ma la sua azione è stata condotta con poca determinazione e, purtroppo, viziata da interventi sul territorio che poco si conciliano alle peculiarità paesistiche e ambientali.

 

Caro sindaco, si ricordi:

q       quante lingue di asfalto hanno ferito indelebilmente il docile declivio dei nostri colli, togliendo terra (pagata quattro soldi) ai contadini, che molte volte hanno avuto termine in un prato!

q       La costruzione del “pozzo della vergogna” in località Chiaie alla fine degli anni ’80, un pozzo artesiano di oltre trecento metri che doveva risolvere i problemi d’acqua di Cerreto ma risultato inefficace. Costò un bel po’ di “soldini” ai cittadini! I resti del “pozzo della vergogna” sono ancora lì, come sentinelle del ricordo.

q       La casa-anziani nei pressi della Madonna della Libera. Una costruzione “oscena” sia per tecnica costruttiva che per estetica, deturpando l'unico sito, insieme a Pietrabbondante in Molise, a presentare i resti di un tempio sannita costruito vicino all’antica “Cominium Ocritum. Oltretutto, una struttura, questa, che non serve e non servirà allo scopo per cui fu costruita ...  Altri soldi dei cittadini "buttati al vento" e altri da buttare per adattarla a qualche altra funzione! O ce la vendiamo? E chi se la compra?

q       La costruzione della “Bretella”, abbandonata a se stessa e senza manutenzione, con cui si è consumata la devastazione del territorio della contrada Cesine di Sotto e di Sopra con l'estirpazione di decine di migliaia di piante di ulivo secolari e di vigneti selezionati, fiori all'occhiello della nostra produzione agricola, che producevano reddito certo e costante per i contadini, i quali ora hanno solo "un pugno di mosche in mano" (indennità di esproprio).

q       Il mancato acquisto, per poco più di 10.000 euro, della vecchia “Tinta”, l'unico reperto storico-culturale restato praticamente intatto dopo il terremoto del giugno 1688 che rase a suolo la Cerreto medievale.

 

A dir il vero, in 20 anni lei ha guadagnato, ed a pieni voti,  dai cittadini di Cerreto Sannita e dalla storia, una bella “BANDIERA NERA” per i danni ambientali e storico-culturali perpetrati ai danni del territorio di Cerreto Sannita e del suo circondario.

Del resto la sua prima azione del nuovo mandato elettorale è stata quella di svendere parte del patrimonio storico-culturale millenario della nostra cittadina. E questo non ci tranquillizza per niente!

 

Non sono certamente le iniziative "di facciata" pubblicizzate come “occasioni culturali” o come  “promozione dei prodotti tipici” che possono o potranno cancellare l’operato della politica attuata da lei, per niente sensibile alle sollecitazioni che vengono dal mondo esterno a questa area, ma, piuttosto, imperterrita nella sua politica devastatrice.

La gestione del territorio che tende alla valorizzazione delle sue risorse, specie quelle naturali, paesistiche e storico-culturali, è un qualcosa che va affrontata senza schizzofrenie di turno! Perché il turismo di qualità si confronta con delle immagini ben definite, dove il paesaggio, l’architettura, l’ambiente, i prodotti tipici e le tradizioni locali sono componenti interconnesse tra loro e formano il quadro che il turista confronta con un altro quadro contenente immagini diverse ma con lo stesso valore.

Sindaco, scusi, ma viene spontanea una domanda: cosa vuol fare da grande?

Noi ci facciamo l’augurio che lei attui una seria politica di gestione del nostro territorio secondo gli obiettivi fondamentali dello “sviluppo sostenibile”, che è un modello di sviluppo che cerca di costruire scelte capaci, soprattutto con riferimento al medio/lungo periodo, di minimizzare il prelievo di risorse naturali. E di questo ce ne renda partecipi!

Gli obiettivi fondamentali dello sviluppo sostenibile individuati nel Esdp (documento dell’Unione Europea) partono dal riconoscimento di differenziali di sviluppo tra regione e regione, per attuare lo sviluppo, tenendo in massima considerazione le specificità etiche, culturali, ambientali e paesistiche di un sito. Il tutto all’insegna di una sola parola: “PARTECIPAZIONE”.

 

Ci consenta, la nostra è una perplessità legittimata dalla storia!

 

Vorremmo che lei facesse un ulteriore e definitivo passo perché noi del Comitato Cittadino “Don Chisciotte” ritrovassimo la tranquillità per dedicarci serenamente al nostro lavoro quotidiano: una dichiarazione ufficiale, sancita anche mediante atto formale, in cui venga fatta rinuncia all’istallazione di pali eolici nel territorio di Cerreto Sannita.

 

Nella speranza di una moderna e nobile trasparenza della sua politica di gestione territoriale le auguriamo buon lavoro.

 

In sincerità e amicizia, buon 2006.

 

 

Cerreto Sannita, 30 dicembre 2005

 

Arch. Vincenzo Ciaburri,

portavoce del Comitato Cittadino “Don Chisciotte” 

 

 

 

 

 

 

     

 Valle Telesina


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