Auguri per un 2006 in sincerità e amicizia
A nome del
Comitato Cittadino “Don Chisciotte”, auguro al
sindaco di Cerreto Sannita che il 2006 sia un
anno da trascorrere in sincerità e amicizia.
È questo
l’augurio che ci facciamo, caro sindaco!
Il comitato
cittadino “Don Chisciotte”, costituito
nell’estate 2005, per contrastare il suo
scellerato progetto di istallare una quantità
imprecisata di pali per la produzione di energia
elettrica sulla montagna che fa da sfondo al
magnifico disegno urbanistico della Cerreto
barocca, oggi tira un respiro di sollievo.
L’aver appreso
che nel bilancio preventivo del comune di
Cerreto Sannita non sono più presenti somme
derivanti da un cosiddetto “Parco Eolico” e che
nell’ordine del giorno della seduta
straordinaria del Consiglio Comunale è stata
inserita la ratifica dello Statuto dei comuni
con la bandiera arancione ha ridato un po’ di
tranquillità sia a chi scrive ma soprattutto a
chi, per questo territorio e la sua
salvaguardia, ha lavorato per anni, convinto che
solo attraverso l’uso corretto delle sue risorse
si sviluppa un territorio.
Tutto ciò ci ha consolato un
poco, risollevandoci da quello stato di
angoscia, in cui lei ci aveva messo, facendo
installare i tre anemometri in località “Monte
Coppe e “Parata”, come recita l’autorizzazione
rilasciata in data
20/10/2004 alla Società Energia
SpA, e inserendo nel bilancio preventivo del
comune di Cerreto Sannita somme derivanti dalla
futura istallazione del cosiddetto “Parco
Eolico”.
Non la
ringraziamo per quello che ha fatto. Era suo
dovere preservare alle future generazioni, ma
anche a noi stessi l’immagine incontaminata dei
monti che incorniciano un territorio denso di
storia che appartiene anche a lei. È suo
compito, quello di programmare indirizzi di
sviluppo sul territorio per il benessere delle
popolazioni che ci vivono oggi e per quelle che
ci vivranno domani.
Perché, volendo
citare alcune parole che J. Ruskin scrisse in un
suo saggio del 1862 (Unto this last, London
1862 , Saggio IV), “il territorio con il suo
patrimonio d’arte e di natura è lo scenario più
nobile della terra ed è patrimonio di tutti i
suoi abitanti, anche per la gente che verrà dopo
di noi, e ...non è semplicemente per i pochi ai
quali essa appartiene temporaneamente perché vi
si nutrano come suini, o ci vivano come cavalli;
ma essa è stata designata per essere scuola alle
menti più elevate, per eccitare le più alte
energie dell’umanità, per fortificare gli
intelletti più sovrani e nutrire le emozioni più
sante dell’animo umano….”
Certamente l’istallazione di una “foresta
eolica”, nel “breve periodo” avrebbe portato dei
soldi; ma a chi avrebbero giovato e per quanto
tempo? Questa è un’azione che avrebbe
compromesso tutto il lavoro che da anni si sta
portando avanti in questo territorio e ne ha
visto il riconoscimento ufficiale sabato 17
dicembre quando il Touring Club, per le mani del
suo vice presidente, le ha consegnato la
bandiera arancione.
La bandiera
arancione è un grande riconoscimento all’impegno
profuso per anni da parte di alcuni uomini, che
potrei definire pionieri e che hanno permesso di
uscire da certi meandri in cui era stato ficcato
il nostro territorio.
In particolare,
ricordo, pure lei lo ricorderà insieme a qualcun
altro, il prof. Don Nicola Vigliotti per quanto
si è prodigato per far risalire la china a un
territorio che sembrava destinato
all’impoverimento sociale e culturale nonostante
Cerreto fosse un “polo scolastico di eccellenza”
(come si direbbe oggi). A lui si devono tutte
quelle iniziative della tradizione cerretese,
come il Carnevale Cerretese e, ancora, la
ripresa della tradizione ceramica in questo
territorio. Ricordo quanto coraggio ha profuso
negli animi degli artigiani che, ormai non
credevano più in questa attività finalizzata al
sostentamento economico. Tanto coraggio che
determinò la creazione della prima fabbrica di
pezzi ceramici decorati (maioliche) a opera di
Guido Barbieri. A quest’uomo si deve il riavvio
della produzione ceramica nel nostro territorio.
Ora sono più di 20 le botteghe di ceramica
distribuite sul territorio tra Cerreto e San
Lorenzello.
È innegabile il
flusso turistico di qualità che ha determinato
la ripresa della tradizione ceramica in questo
territorio! È solo un flusso turistico di
qualità che consente un uso e non un abuso del
patrimonio di arte e di natura!
Vanno ricordati ancora per il
grande impegno profuso nella ricerca e nella
pubblicazione di documenti su quella che è stata
la nostra identità culturale
il dott. Renato Piscitelli, il dott. Domenico
Franco, il prof. Vincenzo Mazzacane ed altri
illustri concittadini, che hanno dato il loro
contributo di ricercatori e documentatori
storici.
E non bisogna dimenticare
con quanta determinazione ha
lavorato il nostro caro concittadino arch.
Lorenzo Morone (attuale consigliere di minoranza
del comune di Cerreto Sannita) per aver saputo
tessere quella rete di rapporti con il mondo
culturale nazionale, battendosi, in diverse
sedi, soprattutto da presidente della Pro-Loco
Cerretese, e determinando il riconoscimento
della “bandiera arancione”.
Certo,
specialmente con l’istituzione del museo della
ceramica, non posso dire che lei non ha fatto
nulla, ma la sua azione è stata condotta con
poca determinazione e, purtroppo, viziata da
interventi sul territorio che poco si conciliano
alle peculiarità paesistiche e ambientali.
Caro sindaco, si
ricordi:
q
quante lingue di asfalto hanno
ferito indelebilmente il docile declivio dei
nostri colli,
togliendo terra (pagata quattro soldi) ai
contadini, che molte volte hanno avuto termine
in un prato!
q
La costruzione del “pozzo della
vergogna” in località Chiaie alla fine degli
anni ’80,
un pozzo artesiano di oltre trecento metri che
doveva risolvere i problemi d’acqua di Cerreto
ma risultato inefficace. Costò un bel po’ di
“soldini” ai cittadini! I resti del “pozzo della
vergogna” sono ancora lì, come sentinelle del
ricordo.
q
La casa-anziani nei pressi della
Madonna della Libera.
Una costruzione “oscena” sia per
tecnica costruttiva che per estetica, deturpando
l'unico sito, insieme a Pietrabbondante in
Molise, a presentare i resti di un tempio
sannita costruito vicino all’antica “Cominium
Ocritum. Oltretutto, una struttura, questa, che
non serve e non servirà allo scopo per cui fu
costruita ... Altri soldi dei cittadini
"buttati al vento" e altri da buttare per
adattarla a qualche altra funzione! O ce la
vendiamo? E chi se la compra?
q
La costruzione della “Bretella”,
abbandonata a se stessa e senza manutenzione,
con cui si è consumata la devastazione del
territorio della contrada Cesine di Sotto e di
Sopra con l'estirpazione di decine di migliaia
di piante di ulivo secolari e di vigneti
selezionati, fiori all'occhiello della nostra
produzione agricola, che producevano reddito
certo e costante per i contadini, i quali ora
hanno solo "un pugno di mosche in mano"
(indennità di esproprio).
q
Il mancato acquisto, per poco più
di 10.000 euro, della vecchia “Tinta”,
l'unico reperto storico-culturale restato
praticamente intatto dopo il terremoto del
giugno 1688 che rase a suolo la Cerreto
medievale.
A dir il vero, in
20 anni lei ha guadagnato, ed a pieni voti, dai
cittadini di Cerreto Sannita e dalla storia, una
bella “BANDIERA NERA” per i danni ambientali e
storico-culturali perpetrati ai danni del
territorio di Cerreto Sannita e del suo
circondario.
Del resto la sua
prima azione del nuovo mandato elettorale è
stata quella di svendere parte del patrimonio
storico-culturale millenario della nostra
cittadina. E questo non ci tranquillizza per
niente!
Non sono
certamente le iniziative "di facciata"
pubblicizzate come “occasioni culturali” o come
“promozione dei prodotti tipici” che possono o
potranno cancellare l’operato della politica
attuata da lei, per niente sensibile alle
sollecitazioni che vengono dal mondo esterno a
questa area, ma, piuttosto, imperterrita nella
sua politica devastatrice.
La gestione del
territorio che tende alla valorizzazione delle
sue risorse, specie quelle naturali, paesistiche
e storico-culturali, è un qualcosa che va
affrontata senza schizzofrenie di turno! Perché
il turismo di qualità si confronta con delle
immagini ben definite, dove il paesaggio,
l’architettura, l’ambiente, i prodotti tipici e
le tradizioni locali sono componenti
interconnesse tra loro e formano il quadro che
il turista confronta con un altro quadro
contenente immagini diverse ma con lo stesso
valore.
Sindaco, scusi,
ma viene spontanea una domanda: cosa vuol fare
da grande?
Noi ci facciamo
l’augurio che lei attui una seria politica di
gestione del nostro territorio secondo gli
obiettivi fondamentali dello “sviluppo
sostenibile”, che è un modello di sviluppo che
cerca di costruire scelte capaci, soprattutto
con riferimento al medio/lungo periodo, di
minimizzare il prelievo di risorse naturali. E
di questo ce ne renda partecipi!
Gli obiettivi fondamentali dello
sviluppo sostenibile individuati nel Esdp
(documento dell’Unione Europea) partono dal
riconoscimento di differenziali di sviluppo tra
regione e regione, per attuare lo sviluppo,
tenendo in massima considerazione le specificità
etiche, culturali, ambientali e paesistiche di
un sito. Il tutto all’insegna di una sola
parola:
“PARTECIPAZIONE”.
Ci consenta, la
nostra è una perplessità legittimata dalla
storia!
Vorremmo che lei
facesse un ulteriore e definitivo passo perché
noi del Comitato Cittadino “Don Chisciotte”
ritrovassimo la tranquillità per dedicarci
serenamente al nostro lavoro quotidiano: una
dichiarazione ufficiale, sancita anche mediante
atto formale, in cui venga fatta rinuncia
all’istallazione di pali eolici nel territorio
di Cerreto Sannita.
Nella speranza di
una moderna e nobile trasparenza della sua
politica di gestione territoriale le auguriamo
buon lavoro.
In sincerità e
amicizia, buon 2006.
Cerreto Sannita, 30 dicembre 2005
Arch. Vincenzo Ciaburri,
portavoce del
Comitato Cittadino “Don Chisciotte”
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