La Bandiera
Arancione? Una grande conquista da meritare.
Giorno dopo giorno.
“Gentile
Arch. Morone, desideriamo ringraziarla per la
segnalazione…Come già comunicato, nei prossimi
giorni il comune riceverà tutto il materiale
necessario per promuovere la Bandiera Arancione
a comunità locale e turisti. Ringraziamo
nuovamente per la collaborazione…”
I
ringraziamenti, graditi, perché negarlo, di
Elisa Cilento, responsabile di Bandiere
Arancioni del Touring Club Italiano,
mi obbligano ad un paio di riflessioni.
La prima è che la
Bandiera può essere considerata un punto di
arrivo solo da chi, nel passato, ha lavorato per
un progetto di qualità dedicato a Cerreto. Come
ex Presidente della Pro Loco, pur nella
consapevolezza dell’oscuro lavoro portato avanti
da tanti, non posso non ricordare e ringraziare
gli altri Presidenti, da Don Nicola a Davide
Jacobelli, da T. Giannetti ad A. Guerra. Ma
ringrazio soprattutto i due assessori alla
Cultura con i quali ho collaborato, trovando
unità di intenti: il Dr. Lucio Rubano e il Prof.
Franco Gismondi. Diversi i metodi, ma unico
l’obiettivo: finalizzare tutto ad un turismo di
qualità totale, dall’arte all’artigianato, dai
Musei alla gastronomia, con un flusso turistico
da diluire nell’arco dell’anno: meglio 1000
persone in un anno che 5000 in un giorno. Un
ringraziamento doveroso va alla famiglia
Mazzacane: tutti sappiamo che storico regalo ha
fatto a Cerreto, superando anche lo sconcerto di
un inconcepibile silenzio-rifiuto del
Commissario Prefettizio che ha recentemente
“guidato” Cerreto. Grazie a Repubblica e al
Corriere della Sera, le grandi testate che
hanno avuto un ruolo decisivo nel lancio
dell’immagine di Cerreto e grazie, infine, a
chi, nel 1688, ha voluto Cerreto: il Conte
Marzio Carafa la cui famiglia sta a Cerreto
come la famiglia dei Medici a Firenze. Con la
differenza che a Firenze i Medici sono ricordati
ed osannati, a Cerreto dei Carafa si è ricordato
solo l’Istituto Tecnico. E un merito particolare
ai ceramisti: erano veramente poche le botteghe
qualche anno fa, e qualcuna chiudeva. Ma è
bastata la Biennale, qualche cartello stradale
ed un tam tam continuo, anche sui manifesti del
comune: CERRETO SANNITA - CITTA’ DELLA CERAMICA,
per invertire la tendenza.
La seconda considerazione è che la Bandiera
Arancione, sponsorizzata in Campania
dall’assessorato regionale al Turismo, deve
essere un punto di partenza per chi oggi è
chiamato a guidare e decidere. Sarebbe
autolesionistico sottovalutare l’enorme impatto
che ha la Bandiera sul movimento turistico di
qualità, che preferisce prodotti DOC, menù
particolari nei ristoranti e comodi alberghi,
piuttosto che sagre e roulotte. Pensate che in
Campania solo due città l’hanno ottenuta:
Cerreto e Sant’Agata: che splendida accoppiata
per il Sannio. Spero che non si ripeta l’errore
commesso qualche anno addietro quando fu
riperimetrato il Parco del Matese: piuttosto che
perorare la causa dell’inclusione di tutto il
territorio comunale nel Parco, i soliti
personaggi onniscienti ma incapaci di vedere ad
un palmo dal proprio naso si agitarono e
lavorarono per la esclusione di Cerreto dal
Parco, paventando lo spettro dei “vincoli” e
l’impossibilità di esercitare la caccia. Così
oggi tutti i benefici economici, e che
benefici!, riguardanti il potenziamento
dell’artigianato e del settore turistico,
potranno essere richiesti solo da chi svolge la
propria attività all’interno dei Parco. (por
Campania misura 4.14). Altrettanto dicasi per la
scellerata politica di alterazione dei
fabbricati rurali. I POR Campania (misura 4.12)
finanziano solo il recupero di quelli che
abbiano conservato i caratteri originari (volte,
pietre, solai in legno, scale esterne etc).
Grazie ai “soliti noti”, quindi, gran parte del
settore turistico ed artigianale di Cerreto non
potrà accedere a detti benefici. E i volatili
avranno altri motivi per scappare dai nostri
monti: dopo gli strani sondaggi dell’Agip, i
tentativi di captare tutte le acque, la
realizzazione di laghetti colabrodo, ci
penseranno i grossi e purtroppo non muti
spaventapasseri dei pali eolici ad allontanarli.
Altro che caccia! Poi vedrete chi dice il vero.
E meno male che almeno il centro storico fu
incluso nel Parco che avrà, a breve, una
monumentale PORTA di ingresso in località
Pastorello.
Siamo proprio tutti sicuri di aver sempre bene
orientato la gente e che la tutela e
valorizzazione del territorio non sia una grande
ricchezza? Nessun dubbio tormenta chi ha sempre
chiuso gli occhi sulle alterazioni
architettonico-ambientali compiute, quasi sempre
in buona fede, da chi aveva solo bisogno di
essere guidato non avendo gli strumenti per
apprezzare certi valori? Non dovremmo fare
autocritica ed imitare chi, come il Sindaco
forzista di Pontelandolfo, Rocco Flavio
Palladino, ha il coraggio di andare
controcorrente in una zona che sembra aver
dimenticato i valori del territorio? Riporto
solo alcuni passi di una lettera i cui contenuti
dovremmo tutti fare nostri: “… Egr.
architetto, prendo atto del Suo ammirevole
interesse a tutela del territorio,
rassicurandola che il sottoscritto,
indipendentemente dal discorso del colore
politico, si adopererà con l'Amministrazione
che rappresenta contro ogni tentativo di
"attacco" allo stupendo patrimonio naturale
delle nostre montagne.
Come ho fatto in altre occasioni
ribadisco che la tutela e la valorizzazione
del paesaggio naturale delle nostre terre può
rappresentare il veicolo di sviluppo e crescita
economica delle nostre popolazioni….”
Penso che non occorra altro
perché chi vuol intendere intenda e,
ricordiamolo bene: la natura, il
paesaggio, non hanno confini. Quelli che
sono tracciati sulle cartine geografiche non
sono un vincolo, non vengono percepiti dai
nostri occhi!
"Blowin’ in the wind",
una risposta
c'è,
cantava il sognatore Bob Dylan,
e a portarla sarà sufficiente un soffio di
vento.
Speriamo sia il soffio giusto, non quello
tempestoso che muove le pale eoliche, redditizie
per pochi, non certo per la popolazione.
Arch. Lorenzo Morone - Capogruppo
Blocco per Cerreto
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