15 novembre 2005
Un weekend particolare
Lorenzo Morone

 

 

A tutti sarà capitato di sognare un weekend particolare, in un posto particolare, con una persona particolare. E’ capitato pure a me. Ma fino ad un paio di anni fa. Ora, chissà perché, sogno solo cose strane che mi fanno passare per pazzo o, peggio, per un autentico bugiardo, come già sa e scrive chi ben mi conosce. Abbiate la bontà di ascoltare il mio “sogno”.

 -Sabato 5 inizia il mio weekend con alcuni genitori degli alunni delle elementari che, assurdamente, chiedevano di “potersi sfogare” sulla sistemazione “provvisoria” dei loro pargoli e di essere informati sullo stato dei lavori al plesso scolastico di Cerreto che, glorioso monumento del passato, pur di tenerlo in vita….”non badiamo a spese!”.  In assenza delle Autorità, mi sono arrangiato  e ho ribadito, da piccolo architetto di paese e nella speranza di dare un contributo “non terroristico”, concetti maturati leggendo progetti e delibere di approvazione non sempre concordanti, dateci dal Comune: i lavori di “miglioramento” in corso sono solo una prima fase per i lavori di “adeguamento a pilastri, solai”, da fare poi. Tali primi lavori “di miglioramento”, come si legge sulla testata del progetto, non di adeguamento, come dice la delibera di approvazione, (scusate il cas...no, almeno qui non ho colpa!), assorbiranno solo parte delle scosse sismiche,  ma lasceranno l’edificio, a mio parere, anche dopo l’esecuzione dei lavori di adeguamento (…solo da poco approvati con un progetto generale), con i problemi di sempre, con una scuola che definirei, e sono buono, obsoleta e…con il tetto in lamiera. E ho poi ripetuto la solita, stucchevole filastrocca: anche alla fine dei futuri lavori di adeguamento avremo speso più soldi che se la scuola la avessimo fatta, almeno in parte, nuova. Basta…va chiedere un confronto tra il costo di riparazione ed il costo di ricostruzione del pericoloso corpo aule per scegliere meglio. Meglio fare una intelligente ri-valutazione o rassegnarsi ad avere un costosissimo e superatissimo coccio rinforzato?  Sperare o rassegnarsi, questo è il problema. “C’è una cosa peggiore di non fare le cose, concludevo: è farle male”. Che barba!

-Domenica mattina mi sono poi recato “in compagnia”, come si addice ad un weekend speciale, sui monti di  Durazzano ad ammirare il PARCO EOLICO ivi appena realizzato non per gli enormi interessi economici che suscita, ma per far sventolare, dall’alto dei 120 metri delle torri, la bandiera Arancione appena data alla dirimpettaia, splendida e longobarda Sant’Agata. Che bel pensiero! In otto, grazie all’aiuto di altri festanti turisti, (ma qualcuno sosteneva che erano amministratori appena “convertiti” all’eolico), siamo riusciti ad abbracciare i 13 metri di circonferenza delle munifiche  torri. Avremmo pure voluto scalarne una fino alla cima (all’interno c’è anche una scala a chiocciola, come la Torre di Pisa, che però è alta appena 55 metri, nemmeno la metà di una pala), ma abbiamo desistito. I medici dicono che salire due piani di scale equivale allo sforzo compiuto per fare l’amore. Qui di piani ne avrei dovuto fare 40 (quaranta, avete letto bene!)….a una certa età meglio non abusare. Chissà perché l’Archeoclub della città saticula ha protestato contro la realizzazione del parco, autentica specialità del Sud, come le discariche abusive, magari di amianto o diossina: “..vorrei dire a quegli amministratori che per grande ignoranza e mancanza di senso del bello, ha tuonato il Presidente Biscardi, in un tempo breve che è la loro vanità ed ingordigia nell’esercitare il potere conferitogli con  fiducia, distruggono quello che la natura ha costruito in migliaia di anni. Non c’è da esserne orgogliosi. Ma! Vallo a capire.  Meno male che noi a Cerreto pensiamo in grande. Di pali, sulla Parata, ne metteremo 47. Altro che parco. Una foresta faremo. Ci potete scommettere. Mai fare marcia indietro. Che bello! Già mi frego le mani al pensiero delle scampagnate e dei pisolini favoriti dal “sussurro eolico”.

-Dopo pranzo infine, invitato, sono andato nel Molise, a Sepino, ove in una vecchia Chiesa recuperata e trasformata in Auditorium si dibatteva sui problemi dell’eolico che i soliti Samaritani-benefattori vogliono istallare di fronte, sui monti di San Giuliano, chiaramente per il solito bene di tutti (con tutti i pali che si vedono in giro il reddito pro-capite di noi meridionali dovrebbe essere salito alle stelle!). Invece di farsi i fatti loro, quelli di Sepino sostenevano che il paesaggio non ha confini, che  è una ricchezza enorme, che noi solo quello abbiamo, che sulle storiche terre dei Sanniti non possiamo piantare questi spaventapasseri giganteschi…e via con le solite lagne. E poi ognuno, sfrontatamente, sosteneva le sue idee, Assessori Regionali, consiglieri di maggioranza e di minoranza, Sindaci e Cittadini. Un vero festival di opinioni nell’assurda convinzione che discutere aiuta a risolvere per il meglio i problemi. “Chi strizza l' occhio, procura tristezza, ma chi corregge con forza, procura la pace” sosteneva il solito colto che non manca mai.

E nessuno che avesse guardato in cagnesco o minacciato una querela per chi la pensava diversamente. Pensate, erano presenti la CGIL, la Coldiretti, Agriturist, la Comunità dell’Alto Tammaro, il Comitato Nazionale del Paesaggio, i Cacciatori,  etc. etc. Tutti con lo stesso chiodo fisso: visto che i pali eolici sono così belli e redditizi, regaliamoli per Natale a Bossi che, poverino, non ne ha nemmeno uno per la sua Padania, culla della civiltà. Poi, mentre proditoriamente prendevo la parola e mi dichiaravo di Cerreto Sannita, provincia di Campobasso… mi sono finalmente svegliato, e l’incubo e finito. Ed ho cominciato a ridere, ridere…o a piangere: fate voi.

Arch. Lorenzo Morone- capogruppo Blocco Cerretese

 

Quando il leone avrà anche lui la sua voce, allora conosceremo un’altra storia, oltre a quella del suo cacciatore. Proverbio africano

 

 

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