A tutti sarà
capitato di sognare un weekend particolare, in
un posto particolare, con una persona
particolare. E’ capitato pure a me. Ma fino ad
un paio di anni fa. Ora, chissà perché, sogno
solo cose strane che mi fanno passare per pazzo
o, peggio, per un autentico bugiardo, come già
sa e scrive chi ben mi conosce. Abbiate la bontà
di ascoltare il mio “sogno”.
-Sabato 5 inizia
il mio weekend con alcuni genitori degli alunni
delle elementari che, assurdamente, chiedevano
di “potersi sfogare” sulla sistemazione
“provvisoria” dei loro pargoli e di essere
informati sullo stato dei lavori al plesso
scolastico di Cerreto che, glorioso monumento
del passato, pur di tenerlo in vita….”non
badiamo a spese!”. In assenza delle
Autorità, mi sono arrangiato e ho ribadito, da
piccolo architetto di paese e nella speranza di
dare un contributo “non terroristico”, concetti
maturati leggendo progetti e delibere di
approvazione non sempre concordanti, dateci
dal Comune: i lavori di “miglioramento” in corso
sono solo una prima fase per i lavori di
“adeguamento a pilastri, solai”, da fare poi.
Tali primi lavori “di miglioramento”, come si
legge sulla testata del progetto, non di
adeguamento, come dice la delibera di
approvazione, (scusate il cas...no, almeno qui
non ho colpa!), assorbiranno solo parte delle
scosse sismiche, ma lasceranno l’edificio, a
mio parere, anche dopo l’esecuzione dei lavori
di adeguamento (…solo da poco approvati con un
progetto generale), con i problemi di sempre,
con una scuola che definirei, e sono buono,
obsoleta e…con il tetto in lamiera. E ho poi
ripetuto la solita, stucchevole filastrocca:
anche alla fine dei futuri lavori di adeguamento
avremo speso più soldi che se la scuola la
avessimo fatta, almeno in parte, nuova. Basta…va
chiedere un confronto tra il costo di
riparazione ed il costo di ricostruzione del
pericoloso corpo aule per scegliere meglio.
Meglio fare una intelligente ri-valutazione o
rassegnarsi ad avere un costosissimo e
superatissimo coccio rinforzato? Sperare o
rassegnarsi, questo è il problema. “C’è
una cosa peggiore di non fare le cose,
concludevo: è farle male”. Che
barba!
-Domenica mattina
mi sono poi recato “in compagnia”, come si
addice ad un weekend speciale, sui monti di
Durazzano ad ammirare il PARCO EOLICO ivi appena
realizzato non per gli enormi interessi
economici che suscita, ma per far sventolare,
dall’alto dei 120 metri delle torri, la bandiera
Arancione appena data alla dirimpettaia,
splendida e longobarda Sant’Agata. Che bel
pensiero! In otto, grazie all’aiuto di altri
festanti turisti, (ma qualcuno sosteneva che
erano amministratori appena “convertiti”
all’eolico), siamo riusciti ad abbracciare i 13
metri di circonferenza delle munifiche torri.
Avremmo pure voluto scalarne una fino alla cima
(all’interno c’è anche una scala a chiocciola,
come la Torre di Pisa, che però è alta appena 55
metri, nemmeno la metà di una pala), ma abbiamo
desistito. I medici dicono che salire due piani
di scale equivale allo sforzo compiuto per fare
l’amore. Qui di piani ne avrei dovuto fare 40
(quaranta, avete letto bene!)….a una certa età
meglio non abusare. Chissà perché l’Archeoclub
della città saticula ha protestato contro la
realizzazione del parco, autentica specialità
del Sud, come le discariche abusive, magari di
amianto o diossina: “..vorrei dire a
quegli amministratori che per grande ignoranza e
mancanza di senso del bello, ha tuonato
il Presidente Biscardi, in un tempo breve
che è la loro vanità ed ingordigia
nell’esercitare il potere conferitogli con
fiducia, distruggono quello che la natura ha
costruito in migliaia di anni. Non c’è da
esserne orgogliosi”. Ma! Vallo a
capire. Meno male che noi a Cerreto pensiamo in
grande. Di pali, sulla Parata, ne metteremo 47.
Altro che parco. Una foresta faremo. Ci potete
scommettere. Mai fare marcia indietro. Che
bello! Già mi frego le mani al pensiero delle
scampagnate e dei pisolini favoriti dal
“sussurro eolico”.
-Dopo pranzo infine, invitato, sono andato nel
Molise, a Sepino, ove in una vecchia Chiesa
recuperata e trasformata in Auditorium si
dibatteva sui problemi dell’eolico che i soliti
Samaritani-benefattori vogliono istallare di
fronte, sui monti di San Giuliano, chiaramente
per il solito bene di tutti (con tutti i pali
che si vedono in giro il reddito pro-capite di
noi meridionali dovrebbe essere salito alle
stelle!). Invece di farsi i fatti loro, quelli
di Sepino sostenevano che il paesaggio non ha
confini, che è una ricchezza enorme, che noi
solo quello abbiamo, che sulle storiche terre
dei Sanniti non possiamo piantare questi
spaventapasseri giganteschi…e via con le solite
lagne. E poi ognuno, sfrontatamente, sosteneva
le sue idee, Assessori Regionali, consiglieri di
maggioranza e di minoranza, Sindaci e Cittadini.
Un vero festival di opinioni nell’assurda
convinzione che discutere aiuta a risolvere per
il meglio i problemi. “Chi strizza l'
occhio, procura tristezza, ma chi corregge con
forza, procura la pace” sosteneva il
solito colto che non manca mai.
E
nessuno che avesse guardato in cagnesco o
minacciato una querela per chi la pensava
diversamente. Pensate, erano presenti la CGIL,
la Coldiretti, Agriturist, la Comunità dell’Alto
Tammaro, il Comitato Nazionale del Paesaggio, i
Cacciatori, etc. etc. Tutti con lo stesso
chiodo fisso: visto che i pali eolici sono così
belli e redditizi, regaliamoli per Natale a
Bossi che, poverino, non ne ha nemmeno uno per
la sua Padania, culla della civiltà. Poi, mentre
proditoriamente prendevo la parola e mi
dichiaravo di Cerreto Sannita, provincia di
Campobasso… mi sono finalmente svegliato, e
l’incubo e finito. Ed ho cominciato a ridere,
ridere…o a piangere: fate voi.
Arch. Lorenzo Morone- capogruppo Blocco
Cerretese
Quando il leone avrà anche lui la sua voce,
allora conosceremo un’altra storia, oltre a
quella del suo cacciatore.
Proverbio africano
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