UNA PROPOSTA INDECENTE- PUNTATA N° ….
Da oltre un anno (24.10.04-block notes n°3),
quindi molto prima che iniziassero
i lavori di “miglioramento” della nostra scuola
(1 marzo 2005), ho cercato, a nome del Gruppo
che rappresento, di suscitare un dialogo sul
come si intendeva intervenire sulla nostra
acciaccata scuola elementare evitando i soliti
distinguo tra maggioranza e minoranza. I
tentativi hanno avuto l’unico effetto di farmi
passare per pazzo, terrorista e, come ho appreso
da alcuni interventi della maggioranza nel
consiglio Comunale aperto del 5.12,
scavalcacancelli e dalle competenze tecniche
tutte da dimostrare. Povero me. Mi hanno proprio
“pittato”, ma non è che ciò mi preoccupi più di
tanto. Chi mi conosce sa che l’unica terrorismo
che riesco a partorire è esprimere e confrontare
le mie idee una volta brillanti ed innovative
ora, invece, capaci solo di “suscitare panico
e gettare discredito in paese per fini politici”.
Tranquillizzo tutti: non ho mire politiche e la
mia attuale esperienza avrà presto fine,
sicuramente prima che siano terminati i lavori
di recupero di questa struttura o, peggio, della
realizzazione della foresta di spaventapasseri
eolici. Ma torniamo alla scuola, una struttura
che si sta riparando a tutti i costi, manco
fosse un monumento di Cerreto Vecchia e
nonostante sia stata realizzata secondo uno
schema strutturale che oggi potrebbe essere
additato ad esempio su “come non si dovrebbe
costruire in zona sismica”. Una scuola che sarà
rinforzata al modestissimo costo di EURO
1.500.000, salvo sorprese probabilissime in
corso d’opera, quando si porrà mano ai solai,
che ovviamente saranno sottoposti a prove di
carico, uno per uno. Oltre 3.000.000.000 di
lire utili per costruire a Faicchio, in soli due
anni, un moderno Istituto Turistico più ampio di
ciò che serve a noi. E non credo a motivi
burocratici insormontabili che impedirebbero una
ricostruzione in sito. Proprio non ci credo. Ma
molti sono gli interrogativi che mi pongo
quotidianamente, e che porgo a Voi.
Mi sbagliavo quando sostenevo che adeguare una
vecchia struttura in CA alle norme sismiche che
le consentano di resistere ad un terremoto
catastrofico quale potrebbe (e ci auguriamo di
no) avvenire a Cerreto, sarà sicuramente
possibile ma estremamente oneroso? Non siamo
forse già passati da 350.000 a 1.500.000 euro?
Esageravo quando rimarcavo la pericolosità della
nostra zona, sismicamente addirittura più a
rischio di quella di San Giuliano? Pensate che
un grande geologo, dai capelli bianchi come i
miei, ha detto che due sono le zone dove non
vorrebbe vivere per il grosso rischio terremoto:
a Catania e lungo l’asse Benevento-Campobasso.
Ricordiamoci della catastrofe del 1688,
ricordiamoci di San Giuliano, e non pensiamo che
le sciagure possano accadere sempre…altrove.
Facciamo pure i dovuti scongiuri, ma è meglio
pensarci prima. E ho forse detto sciocchezze
quando sottolineavo che basta-va leggere le
relazioni redatte dal tecnico progettista per
capire tra le righe che la scuola sarà una nuova
“FABBRICA DI SAN PIETRO”, con continuo esborso
di denaro? “Una scuola molto
carente in termine di prestazioni in
presenza di azioni sismiche…addirittura con un
livello di sicurezza insufficiente per carichi
verticali (cioè in condizioni normali), e
con un progetto di adeguamento…economicamente
molto oneroso “ queste non sono mie
terroristiche parole, ma è quanto riportato
nelle relazioni tecniche redatte dall’ottimo
ingegnere che nessuno ha mai contestato (ad
eccezione di quando scrive che a volte si pensa
più alla bellezza che alla solidità. Una scuola
non è un bunker, ma è spazio e funzionalità, e
DEVE essere bella ed accogliente per stimolare
la creatività dei bambini). Considerazioni che,
se lette con attenzione, avrebbero dovuto
spingere ad esaminare (vagliare, valutare) altre
strade, magari con un consulto tra varie
professionalità: non ci si affida solo ad un
primario ortopedico, fosse pure il più bravo del
mondo, quando si è in ospedale con le ossa
rotte, il cuore in disordine, il fegato malato
ed allergie varie. Spero di essere chiaro, visto
che ogni tanto mi attribuiscono cose mai dette o
pensate. Io quel che penso lo metto per
iscritto. Per esempio, ero passibile di galera
quando sostenevo per iscritto che, se pure
riusciremo a mettere tutte queste pezze, perché
di pezze si tratta, alla fine avremo una
costosissima scuola progettata secondo criteri
pedagogici assolutamente superati? Dice
il D.M. 18.12.75: lo spazio dell’aula…non può
costituire elemento base da ripetere in serie
lungo un corridoio di disimpegno, ma
dovrà...integrarsi spazialmente con gli altri
ambienti…con una continuità spaziale tra unità
dello stesso ciclo, anche mediante pareti
mobili…. Trovate una sola di queste
caratteristiche nella nostra scuola? Perché mai
i figli di Cerreto si dovranno accontentare di
una scuola vecchia, non idonea a soddisfare le
moderne esigenze pedagogiche? Non dovrebbero
godere degli stessi diritti che sembrano
appannaggio esclusivo di chi parla un dialetto
diverso?
Ed ho torto se ricordo che i privati cittadini
che hanno fatto ricorso alla legge 219, per
ottenere un contributo max di 130.000.000 di
lire, erano costretti a dimostrare la
convenienza economica a riparare (non a
chiacchiere, ma con due diversi progetti!)
altrimenti dovevano demolire e ricostruire la
propria casa, anche con accollo di spesa. Lo
stesso, non so perché, non si può fare con la
scuola, con i denari pubblici e con un
investimento plurimiliardario. Ci costerà di
più? Esiste il rapporto costi/benefici e penso
che chiunque, tra una vecchia macchina fuori
produzione ma riparata da un meccanico, e lo
stesso modello nuovo, sceglierebbe la seconda,
anche spendendo di più.
In fondo l’auspicio era/è
che l’Amministrazione si convinca della bontà
dell’idea e approfittando della “disgrazia” e,
magari, del “Patto di quartiere” che sarà
realizzato in zona, spenda diversamente i soldi
realizzando una struttura moderna, accogliente,
architettonicamente stimolante. E l’ipotesi di
eliminare o rendere passante visivamente e
materialmente la parte di struttura prospettante
su Piazza Mazzacane, possibilissimo, è solo per
consentire a Via Nicotera di ridiventare il
cuore pulsante di Cerreto ridandole quel
magnifico sfondo che sono i Monti matesini.
Prenderemmo due piccioni con una fava e
sarebbero cosi
ripagati adeguatamente i grossi, grossi
sacrifici che stanno compiendo genitori, alunni
e maestri.
Sacrifici enormi, di cui solo ora mi sono reso
colpevolmente conto, vedendo in che situazione
allucinante, da terzo mondo, sono alcune
classi. Alla fine ci sarebbe stata la raccolta
dei meriti che sarebbero stati solo loro, come è
nelle cose e come è successo per altri…prodotti.
Non è il merito che mi interessa, ma cercare di
far fare bene le cose convinto come sono che
“C’è una cosa peggiore di non fare le cose:
è farle male”. E non penso proprio
che sia terroristico ipotizzare e consigliare
soluzioni non banali, all’altezza della fama e
della cultura di Cerreto che tutti sbandieriamo
con una splendida bandiera colore arancione.
Queste idee le ho sbandierate
per iscritto
mesi prima che iniziassero i lavori,
chiamandole frutto di una “Proposta indecente”.
E l’indecenza della proposta stava e sta non
tanto nel fatto che veniva da un Consigliere di
minoranza, quanto dall’assurda idea che qualcuno
la potesse discutere e perfino accettare. Ora,
invece, l’unica indecenza è non aver voluto
accettare una commissione “tripartisan”
(maggioranza, minoranza e genitori), per
VALUTARE lo stato dei lavori e vagliare ipotesi
alternative. Che brutto quel voto unanime
espresso con undici mani alzate, scattate
all’unisono, manco fossero di legno. Eppure
appena un attimo prima era stata accettata
l’altra Commissione, quella che doveva
risolvere, come ha risolto, i problemi logistici
legati all’oggi. Che strano concetto di
collaborazione e trasparenza.
Vorrei
concludere, infine, con una considerazione a
voce alta diretta prima a me stesso e poi
all’ottimo ingegnere strutturista di cui ho
sicuramente stima, visto ciò che ha saputo dare
a mio figlio Nicola, di cui è stato relatore di
laurea.
Siamo proprio
sicuri che ciò che con tanta passione e
competenza ipotizziamo e verifichiamo al
computer risponda poi alla realtà? Siamo proprio
sicuri di ciò che ci sta punto per punto
in una struttura realizzata non solo prima della
classificazione sismica di Cerreto, ma
addirittura prima che fosse promulgata la più
completa legge sul C.A., la n. 1086 del 5
novembre 1971? Io qualche dubbio l’ho colto
anche nella Sua relazione. E Lei sa meglio di me
che una cosa sono le strutture nuove,
praticamente senza incognite comportamentali,
una cosa le vecchie. A me è capitato di vedere,
in strutture fondali in CA realizzate negli anni
70, quindi più recenti rispetto a quelle della
scuola, o in solai che venivano utilizzati negli
anni 60, tondini in acciaio completamente
trasformati in ruggine e armature di cui
ipotizzavo la continuità semplicemente
accostate. Io qualche dubbio lo avrei, a meno
che non spendiamo un patrimonio per adeguare
tutto, ma proprio tutto, punto per punto.
Tecnicamente nulla è impossibile, ma l’impresa
vale la spesa? E non è forse vero che la
vita di una struttura in C.A. dura 50 anni? Lo
ha detto il Sindaco leggendo, con qualche
imbarazzo, mi è sembrato, la chiara e, per certi
versi, inaspettata relazione tecnica del
Progettista. A proposito. Quanti anni compie tra
poco la nostra scuola?
N.B. Il mio intervento ricalca
quanto espresso nel Consiglio Comunale “finalmente
aperto”
ed è stato scritto perché resti a disposizione
di chiunque, nella migliore delle ipotesi anche
di chi, un giorno, rileggendolo, potrà dire: bè,
sarà stato pure in minoranza, cioè nella parte
sbagliata, ma un poco aveva ragione.
O siamo capaci di sconfiggere le
idee contrarie con la discussione, o dobbiamo
lasciarle esprimere. Non è possibile sconfiggere
le idee con la forza.(Che
Guevara)
Arch. Lorenzo
Morone
Capogruppo Blocco
Cerretese
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