31 luglio 2006
Cerreto, le sorprese di... P.za S.Martino
Lorenzo Morone

 

 

La sorpresa ha, come tanti, una doppia faccia. Una  positiva, dovuta ad una qualche cosa che non ti aspettavi e che è capitata… per caso: una visita, un regalo, un paese dove ognuno sa fare il proprio lavoro e rispetta quello degli altri, un Consiglio Comunale dove si discute da “avversari”, non da “nemici”, un’isola pedonale anche a Cerreto ( prima o poi succederà: mica possiamo trasferirci tutti a Telese, cittadini, bambini e commercianti avendo Cerreto nel cuore!). L’aspetto negativo può essere trovarsi ad una festa ove SI BATTEZZA TUO FIGLIO E NESSUNO TI HA DETTO NIENTE, o “un’assemblea pubblica” trasformata in un comizio “pro domo suo”, o trovare su monte Coppe, una volta superata la gimcana del Ponte dei sospiri, una foresta di spaventapasseri eolici dove c’era (c’è, c’è) un Villaggio Sannitico, o vederti levare, ex abrupto, un incarico che gia avevi “con tanto di certificato” e che stavi onorando con la collaborazione di validi colleghi.

Cose che capitano. In silenzio, senza clamore, come non si dovrebbe nella provincia di Mons. Benincasa, il Vescovo che ha tentato di insegnarci le buone maniere!

La sorpresa, per me gradita e miracolosa, è stata il regalo una foto di Piazza S.Martino risalente agli anni ‘20, foto che non avevo mai visto e che conferma alcune scelte che erano venute dalle mie “ricerche”  (scusate il parolone!), considerazioni che mi piace proporre, a bassa voce ( almeno per ora):

- La Piazza, con la sua originaria, dolce pendenza, è un unicum pensato per esaltare la bellezza di S.Martino e della sua scenografica scalinata;

- La Piazza è estremamente più bella senza muri ed alberi, (Non separare il quadro: la piazza, dalla cornice: i palazzi);

- La piazza, da sempre bianca per la presenza della nostra pietra, senza intrusione di materiale “extracomunitario”, meriterebbe di “conquistare” tutto lo spazio, come da decenni avviene in quell’Italia ove la cultura non è un abito da indossare per l’occasione e come da poco stanno ottimamente facendo a Benevento e a Telese;

- I lampioni illuminano in modo discreto ed hanno un design particolare, mai visto altrove: le lanterne sono sostenute da una sorta di trespolo formato da tre s allungate in ferro battuto ed appoggiate su una base esagonale in pietra.

La foto conferma le scelte di un progetto non nato per caso e suggerisce una modifica assolutamente imprevista ed imprevedibile in fase di progetto, quindi legale (ma questa, solo ed esclusivamente questa modifica!): studiare un lampione nuovo che richiami il vecchio per avere un pezzo unico, come è unica Cerreto, unico il suo museo delle ceramiche, unica la sua cultura, come unica sarebbe una piazza caratterizzata dagli stemmi in ceramica delle 32 città Italiane della Ceramica. Tutti valori “unici” che ci hanno fatto meritare la Bandiera Arancione.  Riuscite ad immaginare una Piazza che va dalla Chiesa di S.Martino all’ex Teatro del Genio (non pensate però  al canale che proprio “da lì a lì “ Qualcuno voleva fare!), dai palazzi del Corso a quelli di Via Sannio, senza soluzione di continuità? Una piazza libera, almeno di sera, dal traffico ed occupata da gazebo e tavolini dei Bar che, agevolati nel pagamento del suolo, offrirebbero in cambio spettacoli vari, e piena di genitori che possono tranquillamente lasciare i loro figli, finalmente liberi dai problemi di inquinamento e di sicurezza dovuti al traffico (non al piano inclinato, siamo seri!) etc. etc. Non ci vuole molto: basta un po’ di fantasia e quel coraggio che deve avere chi è votato perché GUIDI, e Cerreto potrebbe provare a richiamare, almeno di sera, chi, non più giovanissimo, vuole evitare il caos giovanile e l’afa dei paesi di pianura. Dipende dal progetto che abbiamo in testa per Cerreto, un paese unico, anche nel conservare testardamente scelte ormai datate!. Meglio un turismo limitato e continuo piuttosto che un bagno di folla e poi il vuoto. Ma questo lo dico come capogruppo di minoranza perché, come tecnico, ho “competenze tutte da dimostrare” e poi… scavalco i cancelli dell’eterna “Fabbrica di San Pietro”!.                                                                              

Arch. Lorenzo Morone

 

     

 Valle Telesina


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