Un
Sindaco pleonastico
Caro sindaco,
ci
sentiamo in dovere di intervenire, per esporre
il nostro punto di vista, sulla questione (conv.14/10/06
“Rivivere Telesia”) che hai posto all’attenzione
della cittadinanza attraverso un manifesto
pubblico in cui, esplicitamente, rivendichi una
primogenitura su tutto ciò che riguarda l’antica
Telesia e che volutamente ti è stata negata dal
tuo “ carissimo Gennaro” (questo l’incipit del
manifesto).
Ora, se ne abbiamo capito il senso, la questione
si pone per il tuo mancato coinvolgimento
all’iniziativa dell’amministrazione comunale di
Telese Terme. Bene. Che bisognava fare?
A
nostro parere l’invito “ come semplice uditore
di storia “ ( e che sarà mai?) poteva e doveva
diventare una formidabile occasione per
ribaltare la situazione e far di te e della
nostra comunità, che rappresenti nella sua
totalità (laureati e non), veri protagonisti
dell’evento.
Era in quella sede che dovevi dimostrare le
capacità di rappresentanza che ti sono richieste
dal ruolo che hai.
Chi se ne frega del mancato coinvolgimento
quando, come dici tu stesso
<< Nessuno potrà mai cancellare l’eredità di un passato ricco di
storia, di cultura, di tradizioni, che i
sansalvatoresi vantano in quanto indiscutibili
discendenti del popolo dell’antica città “Telesia”>>
possiamo vantare un ruolo storico di primissimo
piano?
L’occasione che ti si offriva questa volta era
quanto di meglio un “ vero politico “ si sarebbe
augurato. Era l’occasione per chiarire, davanti
ad una platea qualificata, le ragioni del tuo
malcontento. Era l’occasione per ribadire che il
nostro e il tuo ruolo in questa vicenda non
sarebbe stato quello di semplici comprimari. Era
anche l’occasione per sbattere i pugni sul
tavolo e pretendere il rispetto che ti è stato
negato.
Ma
non lo hai fatto.
Ed
è proprio questo il punto nevralgico di chi si
assume la responsabilità di rappresentare una
comunità nella sua interezza. Essere primo
cittadino significa essere la punta dell’iceberg
di una collettività poliedrica, con vivi
interessi culturali, sociali, sportivi,
religiosi ecc… che necessitano, quando occorre
(convegni, mostre, manifestazioni ecc..), essere
degnamente rappresentati. E questo compito
spetta a te e a te soltanto. Non puoi pensare di
ridurre i tuoi interventi, in qualsiasi
circostanza, in una interminabile quanto inutile
e insignificante sfilza di ringraziamenti.
Paradossalmente i cinque anni di tua
amministrazione nel nostro comune, invece di
rafforzare la tua leadership e quella della
giunta l’hanno irrimediabilmente indebolita
tanto da subire lo smacco che denunci nel tuo
manifesto.
Eppure le premesse erano di altra portata.
Più volte in campagna elettorale avete tenuto a
sottolineare che eravate gli allievi del “
MAESTRO” Salvatore Pacelli, i continuatori e
unici titolari della sua azione politica. Poteva
anche essere vero ma bisognava dimostrarlo. E
l’occasione ti si presentava a fagiolo.
Invece di rammaricarti di non aver avuto un
ruolo da protagonista in un evento organizzato
da altri potevi gestire la cosa diversamente.
Avresti dovuto, già da tempo, pensare al nostro
comune come capofila di una serie di iniziative
atte a promuovere e sostenere il recupero
dell’antica Telesia.
Iniziative che avresti dovuto pensare,
organizzare e presiedere. E’ pleonastico
reclamare un ruolo che la storia, nonostante
tutto, ci ha assegnato e che dobbiamo avere
senza se e senza ma.
Ma
se pretendi che venga riconosciuto anche al di
fuori dei nostri confini non basta pubblicare un
manifesto indignato.
Il
momento e il luogo più opportuni in cui esporre
le proprie ragioni, lo ribadisco, era la
partecipazione e non la fuga dal convegno.
Ora io chiedo: ma al tuo posto come si sarebbe
comportato il prof. Pacelli? Credo siamo tutti
d’accordo nel ritenere che con la sua presenza
mai si sarebbe verificato alcun affronto alla
nostra comunità. Perché (lui sì) sapeva far
valere il suo ruolo e la sua funzione. Gli era
riconosciuto, plebiscitariamente, il carisma
e l’autorevolezza che la carica richiedeva e in
ragione di ciò, bene o male che facesse, eravamo
sempre protagonisti nelle vicende politiche che
ci riguardavano. Nessuno avrebbe osato
minimamente pensare di poterlo relegare in un
cantuccio e se mai fosse successo avrebbe
sicuramente schiumato rabbia, avrebbe fatto
fuoco e fiamme, ma un posto in prima fila se lo
sarebbe sempre assicurato. E il riverbero di
quel cono di luce che pretendeva sempre su di se
illuminava costantemente anche la nostra piccola
comunità.
E
questo era motivo d’orgoglio per tutti noi.
Ma
tant’è. Le cose hanno preso un piega diversa e
risulta ora molto difficile per la nostra
comunità percorrere la tortuosa strada della
politica senza l’ausilio di un piccolo barlume
di luce.
Raffaele Pucino
Coordinatore di FORZA ITALIA
di
S.Salvatore Telesino
S.Salvatore Telesino
19-10-2006
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