Ds
e Udeur sconfessano presidente e assessore
GIANNI DE BLASIO
Clamoroso alla Provincia: Ds e Udeur sconfessano
Nardone e Grimaldi, presidente e assessore alla
Pubblica istruzione appartenenti, il primo, alla
Quercia, il secondo al Campanile. L’ennesima
querelle insorta alla Rocca è stata innescata
dalla proposta di acquisto di un immobile da
destinare a sede di istituti scolastici a
Telese, liceo scientifico e classico.
L’attuale sede è stata dichiarata inidonea, vi
sono problemi di sicurezza, non potendosi
rispettare la legge 626. C’è bisogno, pertanto,
di recuperare 20 aule, obiettivo concretizzabile
con l’acquisto dell’ex mulino Capasso e Romano,
come hanno spiegato sia il presidente Nardone
che l’assessore Grimaldi, visto che si
diventerebbe proprietari di una superficie
coperta di 2000 metri quadrati ed altri 3000
sarebbero riservati ai parcheggi. La minoranza è
convinta dalle relazioni tenute dal presidente e
dall’assessore, ma non la maggioranza o,
quantomeno, non tutta.
Sono proprio i Ds a sollevare dubbi e
perplessità, in primis il partito del
presidente. Forse intuendo la buriana, un paio
di consiglieri hanno già lasciato l’aula (Bosco
e Bozzi), la parola a Francesco Gagliardi.
«L’immobile di cui si propone l’acquisto -
afferma il consigliere della Quercia - affaccia
su una strada nazionale, molto trafficata e con
marciapiedi strettissimi. Di fronte, poi, c’è il
commissariato di polizia, in casi di emergenza
qualche pericolo le volanti delle forze
dell’ordine potrebbero procurarlo.
Ma
non è tutto. A mio avviso, l’area destinata a
parcheggi è insufficiente ed, inoltre, nella
parte inferiore c’è il torrente Grassano ad
essere fonte di ulteriori insidie, per non
parlare dell’adiacente centrale elettrica e
relativo rischio di elettrosmog, oltre a dover
considerare i vincoli apposti dalla
Soprintwendenza alla vicina Torre longobarda».
Insomma, tutte queste motivazioni potrebbero
giustificare un breve rinvio di quattro giorni,
proposta sponsorizzata pure dalle sezioni
telesine di Ds e Rifondazione. Ma Nardone e
Grimaldi non sono d’accordo, gatantiscono che è
tutto a posto, essendo state effettuate tutte le
verifiche necessarie. Gagliardi formalizza la
proposta di rinvio, il capogruppo uduerrino
Borrelli si associa, destando non poca
meraviglia poiché è la prima volta che non è in
sintonia con Nardone.
Si
vota: 13 si dichiarano contro il rinvio, appena
8 quelli a favore (6 dell’Udeur); si spaccano
gli stessi gruppi della Quercia e del Campanile
in quanto Nicola Damiano vota contro lo
slittamento e pure Donato Agostinelli. A questo
punto, diessini ed udeurrini se la squagliano,
ma il numero legale c’è ancora, in aula vi sono
13 consiglieri, tutti favorevoli all’acquisto.
Il centrosinistra è sull’orlo del baratro: se
Nardone accetta che l’argomento passi con il
voto più che determinante delle minoranze, si
aprirebbe una questione politica difficile da
sanare. Sono gli uomini della Margherita a
trarre d’impaccio la coalizione, qualche
consigliere diellino sgaiattola fuori facendo
venir meno il numero legale: il centrosinistra,
almeno apparentemente, è salvo. Se la cava con
un’altra figuraccia.
|