Breve prologo
Andiamo indietro di qualche lustro...
«Riconosco la tua grande capacità di
radiografare all'istante l'animo di chi ti
sta attorno, apprezzo il tuo sesto senso, il
tuo intuito... -diceva la grandissima Aliza- ma
a questo si dovrebbe accompagnare anche la
capacità di tacere, di mantenere il segreto.
Hai ragione a dire che tacere è
contro-natura; riconosco quanto sia stata
importante la narrazione come filo prezioso
che ha tenuto unito il nostro popolo
attraverso i millenni. Lo so, mentre gli
altri producevano solo graffiti sulle pareti
delle caverne, noi già eravamo un bel pezzo
più avanti del bereshit, del
principio, del nostro Libro... Ma tutto ciò
non toglie che per essere un mossadnik
sia indispensabile sapersi privare del
racconto. Be', male che vada, potrai fare lo
scrittore...»
La grande Aliza non aveva considerato che, a
quel punto, avrei dovuto almeno imparare a
scrivere come si deve: non serve a granché
saper radiografare l'animo umano, quando non
sai che cosa fartene delle "lastre". Può al
massimo servirti nel quotidiano, a
difenderti dalle persone false. Le persone
false mi saltano ali occhi all'istante,
le individuo perfino dall'odore, quell'odore
di alito pesante di chi è stitico. Perché la
stitichezza (come ampiamente dimostrato
dagli studi di psicosomatica) è anche
avarizia, avarizia soprattutto di
sentimenti. E l'avarizia di sentimenti
genera falsità.
Veniamo al dunque. Come annunciato dalla mia
locandina animata, mercoledì 15 novembre
alle ore 19:00 noi d'oltre-ferrovia eravamo
dal Sindaco. Stavolta il comitato
d'accoglienza era più numeroso del solito,
oltre al Vice Caporaso, c'erano ulteriori
rinforzi. Viene da chiedersi perché mai non
ci lascino mai stare da soli col
sig. Capasso? Hanno forse paura che qualcuno
inferocito lo possa mordere? Non credo,
siamo tutte persone civili ed estremamente
pazienti. Piuttosto, sembra che qualcuno
tema che il Sindaco, lasciato da solo in
nostra compagnia, possa troppo sbottonarsi e
confidarsi con noi, o addirittura chiederci
aiutooooo!
Non so perché, ma fin dalla sua
prima apparizione sulla scena politica
telesina, ho avuto l'impressione che non gli
piacesse granché fare il Sindaco,
soprattutto che non fosse in programma nella
sua vita. Chissà, probabilmente ha sperato
fino all'ultimo di non essere eletto per non
ricevere quell'investitura che -sappiamo
benissimo!-s'annunciava come un'orribile
patata bollente. Magari lui stesso ha votato
per Liverini? Chissà.
Fantasiose digressioni a parte, la sera del
15 ci è stato presentato un grosso faldone
contenente tutti i documenti riguardanti la
gara d'appalto che si terrà il 23 del mese
corrente, per l'assegnazione dei lavori di
costruzione del collettore fognario che
dovrà portare i nostri liquami fino al
mitico depuratore invisibile. Bello, un bel
faldone con tanto di nastrini e scartoffie
che solo un tecnico illuminato dal buon Dıo
può decifrare.
Il grosso contenitore è stato aperto,
qualche pagina è stata sfogliata, qualche
delucidazione c'è stata molto gentilmente
fornita, appunto da un tecnico. Dopo di che,
Gennaro Sebastianelli ha fatto osservare che
tutto ciò ci rallegrava, perché è
bello accorgersi che pian piano oltre
l'orizzonte si intravede un lieve chiarore
e, chissà, forse... un giorno perfino noi
avremo le fogne, però (qui c'è un "però") la
nostra richiesta all'Amministrazione
Comunale era di venirci incontro
nell'immediato con un piccolo
contributo per lo spurgo, che per noi ormai
è diventato una spesa insostenibile, che
continua a farsi di giorno in giorno più
cara.
Al che, il Sindaco s'è arrabbiato e ci ha
detto che noi non possiamo pretendere che
tutta la Comunità, tutti i cittadini che
pagano le tasse, debbano farsi carico di
una spesa che riguarda solo noi!
Ecco, io quella sera mi ero ripromesso di
starmene zitto, buono buono in un angolino
con la mia emicrania... ma davanti a
una perla simile non ce l'ho fatta a tacere.
Ha ragione Aliza, io non riesco a fare a
meno di parlare. Così ho parlato.
E ho fatto presente al nostro Sindaco che
il suo ragionamento poteva reggersi
in piedi solo nel caso le nostre abitazioni
fossero state abusive. Siccome le
nostre case hanno tutte le carte in
regola, quella che risulta non in
regola è solo l'Amministrazione Comunale
che per decenni non ha fatto nulla per
ovviare a questa sua grave mancanza. Il
Sindaco ha schivato il colpo, i suoi
assistenti gli sono venuti in aiuto come
richiamati dal comando borbonico
"facimmo ammuina" e l'argomento si
è perso nei meandri di una pietosa
confusione di parole.
Signor Sindaco, adesso mi rivolgo a Lei nel
silenzio della pagina scritta: estendendo
il Suo ragionamento ad altri
servizi, dobbiamo dedurre che,
secondo il Suo autorevole parere, anche la
mensa scolastica non dovrebbe essere pagata
(in parte) da tutti i cittadini, ma solo da
quelli che ne usufruiscono. E' giusto per
Lei? E l'illuminazione stradale? Ci sono
strade che ne sono sprovviste, che facciamo?
E lo scuolabus? E tante e tante altre cose?
Non mi dica che non si accorge di quanto sia
privo di senso il Suo ragionamento, signor
Sindaco! O per caso ci ha presi
tutti per idioti?
Mentre la discussione s'infiammava, è
entrato in scena un tizio mai visto dalle
nostre parti d'oltre-ferrovia, uno che
sembrava interessato all'argomento, in
quanto -a detta sua- assegnatario di un
appartamento di una cooperativa che nemmeno
lui sapeva ben dire in che via si trovasse,
e faceva confusione fra via Coppi e via
Ferrari.
Uhm, il mio sesto senso mi dice subito di
diffidare, soprattutto perché il tizio si
rivolge di preferenza a me, col chiaro
intento di farmi uscire quanto più possibile
fuori dalla stanza. Insomma, lo inquadro
subito come quello che si chiama "troian" in
un computer, ossia un worm che, una volta
entrato nel sistema, cerca di espugnarlo
dall'interno come fece Ulisse a Troia.
Visto e considerato che conosce il mio nome,
gli chiedo il suo. Lui me lo dice un po'
controvoglia e io non capisco bene, afferro
solo Carmine. Il cognome, se non
ricordo male, è qualcosa che suona come
Canelli o Corelli, come quello del film Il
Mandolino del Capitano...
Il mandolino non l'ha portato... suppongo
non sappia nemmeno cantare... è più basso di
Berlusconi ma nessuno glielo dice... ha più
capelli del cavaliere ma moltissimi soldi in
meno... profilo leggermente camuso, occhiali
rettangolari con doppia stanghetta rosa,
sopracciglia leggermente a V. Lo lascio fare
e penso: "Se mi vedesse Aliza sarebbe fiera
di me"... molto meno se sapesse che adesso
sto scrivendo tutto.
A me di stare ancora là dentro "non me ne
teneva", così mi lascio tranquillamente
abbindolare dalle sue chiacchiere. Cerco di
dire anch'io qualche banalità, ma lui non
ascolta e non mi dà tregua.
Ritorno dentro per ascoltare una signora che
da tanto tempo voleva venire a parlare a
quattr'occhi col Sindaco, ma finora gli
impegni di lavoro gliel'avevano sempre
impedito. Inizia una riflessione lucida e
pacata e chiede al nostro Primo Cittadino di
seguirla nel ragionamento, provando
a mettersi almeno una volta dalla nostra
parte. Il signor
Capasso subito la incalza,
l'interrompe, invita piuttosto lei a
mettersi nei suoi panni, insomma cerca di
farla impappinare e di farle perdere il filo
del discorso. La scena mi disgusta,
così mi frappongo fra i due, in difesa della
signora. Lei m'invita a farmi da parte «Non
ti preoccupare, Fulvio, so difendermi da
sola». Infatti ne dà piena
dimostrazione.
Poi interviene un'altra signora che, con
bollette condominiali e conti alla mano,
cerca di rendere partecipe il Sindaco della
nostra grave situazione: «Cerchi di
capire, con queste spese, io non posso più
pensare nemmeno lontanamente d'avere un
figlio...» E qui la frase è interrotta
bruscamente del nostro Primo Cittadino:
«Adesso non mettiamo in mezzo i bambini!»
COOOME??? NON METTIAMO IN MEZZO I
BAMBINI???
Caro Sindaco, qui non stiamo usando i nostri
figli come scudo umano, qui le
stiamo spiegando che chi di figli già ne ha
si trova -come si dice a Napoli- co' 'e
pacche int'all'acqua; chi invece di figli
non ne ha ancora, non può permettersi più il
lusso di sognare di averne. E Lei dice NON
METTIAMO IN MEZZO I BAMBINI???
Forse non sa, o non vuol sapere,
quanto costa far crescere un bambino. Non sa
le montagne di pannolini che ci vogliono...
e si pagano in moneta contante! Non sa
quanto constano i vestiti che non puoi mai
mettere l'anno successivo e, anche quanto te
li passano di seconda o terza mano amici e
parenti (come succede a me) c'è sempre
qualcos'altro da comprare! E le scarpe? E lo
studio, i libri? e tutto il resto?
E LEI NON VUOLE METTERE IN MEZZO I
BAMBINI???
MI FA UNA RABBIA...
Purtroppo per Lei ma per grande
fortuna per noi, i figli (chi ce l'ha e chi
ancora non ce l'ha) sono sempre in cima a
tutti i nostri pensieri.
Mi viene in mente quando mio figlio aveva 2
anni e mezzo, e lo accompagnavo alla
ludoteca presso il Comune di San Salvatore
Telesino. Quante volte ci è capitato
d'incontrare nel cortile il
professor Pacelli. Sempre gentile,
sempre una parola affettuosa per tutti.
Entravamo in ascensore dai garage insieme
a lui e parlavamo guardandoci piacevolmente
negli occhi. Io stesso, diffidente per
principio verso i politici di qualunque
colore, dovevo arrendermi
all'evidenza di quello sguardo limpido,
sincero. Il mio sesto senso mi
diceva "Ok, è kasher". Poi
chiacchierava dolcemente con mio figlio e,
giunti al piano, ci salutava accennando a
togliersi il cappello.
Un vero signore. Uno che trattava
come il Primo dei Suoi Cittadini ognuno
dei suoi cittadini. Se avessimo avuto a che
fare con lui, non credo che ci avrebbe
urlato contro come ha fatto Lei, signor
Capasso.
La sera del 15 novembre ci è stato vomitato
addosso tutto il disamore che
l'Amministrazione Comunale nutre per noi.
Noi meritiamo qualcosa di meglio, possiamo
dirlo con orgoglio. E non lo diciamo solo
noi quattro gatti d'oltre-ferrovia. Lo
dicono i fatti. Basta guardare lo sfacelo
che c'è attorno per rendersi conto, il
degrado e il malcontento diffuso.
Da queste pagine vi è stato chiesto -più
volte e da più voci- di vergognarvi, cari
Amministratori Comunali. Non l'avete mai
fatto. Ora sappiamo che la vergogna non
rientra nella rosa dei vostri sentimenti,
perciò vi chiediamo a piena voce di farci un
grande regalo: fate un passo
indietro, tornate al vostro onesto lavoro
che sicuramente vi riserverà maggiori
soddisfazioni. Dismettete i panni scomodi
dell'Amministratore Pubblico, tornate alla
serenità della vita privata e lasciate che
questo buio ventennio, giunto ormai
all'apice del degrado, conosca la parola
fine.
(Ma non per vedere di nuovo alla ribalta,
nel suo nuovo look, Pino D'Occhio. Per
carità, Dıo ce ne scampi!)
Fulvio Del Deo
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