Cari Lettori.
Ricordate quel
bambino nel libro Io speriamo
che me la cavo (caso
editoriale del 1990, curato da
Marcello D'Orta) che
scriveva della sua casa?
"La mia casa è tutta sgarrupata, i
soffitti sono sgarrupati, i mobili
sgarrupati, le sedie sgarrupate, il
pavimento sgarrupato, i muri sgarrupati, il
bagno sgarrupato." E infine concludeva:
"mi
sento sgarrupato anch’ io!"
E' verissimo, se vivi nello sgarrupo non
puoi che sentirti anche tu sgarrupato.
Sgarrupato fuori e dentro.
E' una condizione dell'anima, fatta di
sofferenza e rassegnazione. E quando
provi a lamentarti, ti rispondono che
devi pensare a chi sta peggio di te...
Quante volte i nostri Amministratori ci
hanno risposto così alle nostre proteste
per i danni arrecati
alla nostra vita dal loro modo folle
e scriteriato di Amministrare la cosa
pubblica?
Quando i nostri figli alle elementari erano
costretti ad andare a scuola col
cantiere aperto, col pericolo di farsi male,
nella polvere, coi rumori assordanti che non
facevano nemmeno capire ciò che diceva la
maestra, Giuseppe D'Occhio, detto
Pino, in qualità di Sindaco non esitò un
attimo a farci presente che nei paesi
attorno le scuole erano messe molto peggio
della nostra.
E quando noi d'oltre-ferrovia siamo andati
in Municipio a far presente della situazione
di degrado, abbandono, mancanza dei
servizi essenziali in cui versa il
nostro quartiere, che cosa ci ha risposto
Gennaro Capasso, detto Gennaro? Anche lui ci
ha ricordato che c'è chi sta peggio di noi e
che, anzi!, il nostro quartiere in futuro
sarà il più bel quartiere di Telese...
A febbraio ci aveva detto che il problema
dello spurgo si sarebbe risolto a giugno; a
fine maggio ci ha rimandati a settembre; a
settembre ci ha detto che per la fine di
quest'anno si sarebbero già viste le
condutture che portano al sito dove sorgerà
il depuratore... Poi il termine è slittato
ancora, ma ci ha assicurato che per
la fine del suo mandato avremo le fogne.
Infine, alla presentazione delle cartoline
della buonanima di Telese, è spuntata la
data del 2009.
Un uomo vale quanto vale la sua
parola.
Ma noi dobbiamo continuare a ritenerci
fortunati, non fa niente se il paese cade a
pezzi, se è tutto sgarrupato dal centro fino
alla periferia. Anzi, questo deve farci
piacere: le differenze fra noi e gli
ex-fortunati del centro si sono appianate:
ORMAI TELESE FA SCHIFO DAPPERTUTTO.
E non ci dobbiamo lamentare! dobbiamo
pensare a chi sta peggio, soprattutto ora
che si avvicina il Natale...
"Mia
madre dice che il Terzo Mondo non tiene
neanche la casa sgarrupata, e perciò non ci
dobbiamo lagniare: il Terzo Mondo è molto
più terzo di noi!"
Peccato che qui un tempo
(neanche tanto remoto) la casa ce l'avevamo
ed era pure bella! Poi ce l'hanno sgarrupata
da un giorno all'altro, coi "lavori di
restyling", coi cantieri senza fine e
soprattutto senza scopo.
Ma la vita continua: the show must
go on!
Così si assiste allo spettacolo patetico
delle luminarie che riflettono la
loro luce nelle pozzanghere
di una pavimentazione tutta sconnessa... si
ode quella musichina gracchiata dai
megafoni piazzati sugli alberi morenti, che
pare l'Albania dei tempi di Enver Hoxha...
si scoprono strisce blu fra le ruspe
in opera, davanti ai negozi che
ormai hanno perduto ogni speranza anche per
il Natale.
Un paese sgarrupato fa sentire sgarrupati. Un
paese violentato genera violenza.
Il
bullismo imperversa
nelle scuole, nelle strade, nei locali.
Gli arredi urbani risparmiati dal
"restyling" vengono distrutti da ragazzi
privi di valori, pervasi da una
rabbia ormai incontenibile.
Ricordate quando alcuni anni fa espressi la
mia preoccupazione per le svastike trovate
sul portone della scuola elementare appena
riverniciato? Qualcuno a suo tempo definì la
mia preoccupazione "inutile allarmismo".
Come no, col cacchio!
Si guardino attorno adesso, lor signori, si
degnino di fare un giro turistico al Lago
(ad esempio) dove la violenza distruttiva è
stata capace di far sparire integralmente le
casette per il birdwatching, dove i blocchi
pesanti di cemento delle panchine sono
finiti nell'acqua, ecc..
La prepotenza e la violenza
s'imparano; e qui abbiamo grandi maestri di
quest'arte.
Non c'è altro tempo da perdere, ogni minuto
è diventato prezioso: è dovere di
ogni cittadino dotato di cervello e di cuore
fare qualcosa affinché si cambi
immediatamente rotta, altrimenti il
nostro paese va letteralmente in rovina;
sotto ogni aspetto.
Conosco Telese da soli 13 anni e in
questi 13 anni l'ho vista solo peggiorare,
ho visto la sua gente disaffezionarsi, ho
visto aumentare spropositatamente la sua
popolazione, ho visto arrivare persone che
qui ci dormono soltanto, o che comunque
hanno lasciato il loro cuore altrove e non
amano neanche un pochino questo posto,
che meriterebbe sicuramente di più.
Ma ho sentito soprattutto il disamore dei
nostri Amministratori per quello che
dovrebbe essere il loro
Paese! Amministratori che hanno avuto il
coraggio di passare con le ruspe sul
passato, sul presente e sul futuro di quella
che dovrebbe essere la loro
gente. Amministratori che se ne fregano
altamente del malcontento dei cittadini,
dell'amarezza dei loro cari, della
solitudine dei vecchi costretti a
passeggiare in questo brutto scenario fatto
di macerie, col rischio d'inciampare ogni
due passi!
Queste cose mi fanno venire in mente un
altro tema dei bambini di Marcello D'Orta:
"Ora io già lo
so che tutti diranno che non è giusto, ma io
invece dico che è giusto. Infatti io credo
che gli uomini non sono tutti uguali, ci
sono i belli, i brutti, gli alti, i bassi,
gli intelligenti e i scemi."
Fulvio Del Deo
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