Amici di ViviTelese, voglio raccontarvi una
storia bella.
Alcune settimane fa, nel periodo di Pasqua,
mia sorella torna a casa da Siena insieme a
due ragazzi. A prima vista ho capito che non
erano Italiani: uno biondissimo, con gli
occhi di ghiaccio e l'altro alto, molto
alto. Il primo è Sergej (russo, che già
conoscevo; ricordate la foto "Francesco e
Sergej a... Pompei"?) e l'altro Alem
(bosniaco).
Rondine
Sono stati a Telese a casa mia, alcuni
giorni, e tra i sapori della nostra terra
(in pratica a tavola) e in giro tra i nostri
paesi, mi hanno raccontato un pò della
loro vita in Italia. Sergej e Alem vivono a
Rondine a pochi chilometri da Arezzo.
Rondine è un tipico borgo medioevale
toscano, abbandonato da tutti i suoi
abitanti alla fine degli anni settanta.
Alla metà degli anni novanta questo borgo,
con finanziamenti di varie associazioni
culturali, umanitarie, Caritas e
finanziamenti di alcune banche, viene
ristrutturato per ospitare il progetto
"Rondine, città della pace".
Questo progetto ha il nobile obiettivo di
far convivere, fraternizzare, studiare,
ragazzi i cui popoli sono, o sono stati, in
conflitto tra loro. Per fare alcuni esempi
ragazzi russi e ceceni che convivono, come
pure, israeliani e palestinesi, due ragazzi
della sierra leone di etnie diverse,
ecc.,allo scopo di cancellare in loro ogni
pregiudizio su colui che sarebbe "il
nemico", e di portare, una volta laureati e
tornati ai loro Paesi di origine un
messaggio di pace.
A Rondine
Sergej e Alem sono stati troppo poco tempo a
Telese per spiegarmi a fondo cosa è la
"Cittadella della Pace" e così ho deciso,
dopo il loro invito, di andarci di
persona tre giorni fa. Appena giunto a
Rondine, veniamo accolti (io, la mia ragazza
e mia sorella) da una moltitudine di
ragazzi, russi, georgiani, bosniaci,
israeliani, palestinesi, chi più ne ha più
ne metta, che come prima cosa ci fanno
vedere una pianta di ulivo donata a loro da
Papa Giovanni Paolo II e già cominciano le
prime emozioni.
Sergej (russo) e Ilias (ceceno)
Sergej e Alem si adoperano subito per farci
visitare il piccolo borgo, devo dire
restaurato a puntino, c'è persino una
chiesetta. Il tutto completamente immerso
nella natura e lambito dal fiume Arno:un
paesaggio meraviglioso.
Addirittura loro stessi hanno collaborato
con muratori ed elettricisti per mettere a
posto il paese. Le meraviglie che ho notato
non riguardano solo la natura ma anche o
soprattutto i ragazzi che abitano quel
borgo.
Coscha e Lascha (Georgia)
Innanzitutto sono tutti studenti
universitari, che sostengono gli esami in
italiano (capisco il loro sforzo) che
occupano il loro tempo a studiare ma non
solo. La cittadella ospita di continuo tra
le più svariate iniziative,
artistiche, umanitarie,di
scambi interculturali. Il paesino è stato
trasformato in pratica in laboratorio di
studi e di conferenze per la pace e sono i
ragazzi che, insieme a vari enti,
organizzano conferenze o sono a loro volta
ospiti di conferenze in tutta la Toscana e
non solo. Ognuno di loro porta con se
esperienze di vita tragiche ma tutti hanno
una tenacia e una voglia di fare, di
dialogare, di apprendere quanto più
possibile da questa esperienza italiana.
Israeliano e Palestinese insieme
Visitato il tutto rimango poi stupito da
quello che avevano preparato per noi a
pranzo.Si erano svegliati tutti molto
presto per allestire una tavolata con ogni
ben di dio: era solo l'antipasto.
Poi, pappardelle al sugo di cinghiale, carne
di cinghiale in umido (squisito) e per
finire un dolce georgiano: vado ad
assaggiare il dolce georgiano e vi assicuro,
vi giuro.... era come il nostro "casatiello
napoletano " praticamente identico.
L'ho fatto presente a loro e si sono fatti
risate a crepapelle e uno di loro mi ha
detto: "Vedi!? Se siamo quello che mangiamo,
siamo tutti uguali!.... In pratica sono
stati molto ospitali, ci hanno portati in
giro per Arezzo dove abbiamo ammirato gli
affreschi di Piero della Francesca: ne
sapevano più loro che noi italiani.
Ci hanno portati nella piazza di Arezzo e in
altri posti dove dove è stato girato il film
di Benigni "La vita è bella".
Si vedeva che erano orgogliosi di averci
ospitato e quando ci siamo salutati ancora
emozioni. Tutti ci hanno salutato non con
una semplice stretta di mano ma
abbracciandoci uno a uno. Questa
esperienza mi ha toccato molto e voglio
approfittare della finestra di ViviTelese
per salutare tutti. Grazie.
Un abbraccio ai ragazzi di Rondine,
Francesco, Gabriella e Alvina.
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