L'affare Nardone-D'Occhio-Mulino
Sulla questione ex-mulino da riadattare a scuola si è toccato
il fondo! E' innegabile che molti cittadini
avvertono la sensazione di non essere affatto
rappresentati dai propri eletti. Questa
percezione è diventata una certezza con
il "l'affare Nardone-D'Occhio-Mulino". Il
presidente della provincia, in barba ad ogni
logica civile, se ne infischia della volontà dei
cittadini, dei genitori e degli studenti, degli insegnanti,
e addirittura dello stesso
consiglio provinciale che lui presiede.
L'assemblea provinciale ha mostrato in più
occasioni parere
negativo verso l'acquisto del mulino. Nardone non
accetta questo verdetto e vorrebbe concludere
"l'affare" anche per dimostrare che la
sovranità del consiglio è nulla di fronte a
palesi interessi privati. E' come se
al novantesimo di una partita di calcio chi sta
perdendo chiede di continuare ad oltranza fino a
quando il risultato non cambia in proprio favore. Ogni valore
civile e democratico di giustizia viene
inesorabilmente soppiantato dalla barbarie.
Il presidente
Nardone ha minacciato di sciogliere il consiglio
provinciale per verificare se può ancora godere
della
fiducia dei consiglieri. Forse sarebbe stato
meglio rinunciare al mandato e lasciare il posto a
qualcuno che rappresenti realmente la
volontà dei cittadini e degli stessi consiglieri
di maggioranza. Allo stato attuale io
cittadino non mi sento affatto rappresentato da
un politico che vuole seguire solo il proprio
istinto e cerca di imporre, senza alcun metodo democratico,
una soluzione unica e sola: l'acquisto del
mulino!
Questo caso, lascia sconcertati e getta ombre
sull'opera amministrativa del presidente della
provincia.
Nardone ha osteggiato, anche pubblicamente,
qualsiasi altra proposta. Ha bacchettato
pubblicamente i propri consiglieri provinciali,
rei di essere scesi in campo ad ispezionare il
vecchio rudere del mulino. Azioni da despota
che non si addicono ad un presidente di
consiglio provinciale che, al contrario,
dovrebbe dare sfoggio di saggezza e di rispetto
dei miliardi che gli elettori
gli hanno messo in mano.
Esistono soluzioni molto più convenienti e molto più
soddisfacenti, e sia il presidente Nardone che i
consiglieri della giunta provinciale ne sono
sicuramente a conoscenza. Ad esempio, a Faicchio, in
soli due
anni e con soli 2 miliardi (di vecchie lire), si è costruito ex
novo L'Istituto Tecnico per il Turismo che è
bellissimo, grandissimo ed a norma per tutte le
leggi vigenti in materia di sicurezza. C'è da
restare allibiti per come Nardone voglia
spendere più del doppio per "arrangiarsi" con una
soluzione peggiore.
Perché spendere 8/9 miliardi, di vecchie lire, per acquistare un
vecchio rudere palesemente inadatto?
Sull'immobile c'è la necessità di attuare numerosissime opere di adattamento
che comporterebbero tempi lunghissimi per
l'adeguamento. Personalmente a chi
sperpera danaro pubblico in modo così
sconcio,
non affiderei nemmeno l'amministrazione
delle crocchette del mio cane. Eppure, Nardone,
di fatto, amministra me e tutte le risorse
economiche della provincia in cui risiedo.
Ecco il riepilogo degli eventi che hanno
caratterizzato lo sconcertante
"affare Nardone-D'Occhio-Mulino".
Nardone: presidente del consiglio
provinciale di Benevento.
D'Occhio: sindaco nell'ultimo ventennio a
Telese Terme ed ora assessore ai lavori
pubblici, proprietario del mulino da vendere
alla provincia per 8 miliardi di vecchie lire.
Ex mulino: vecchio rudere, ricco di
antenne per telefonia mobile, costruito "sopra"
il torrente Grassano, e su zona di demanio
pubblico, in zona archeologica, senza adeguato
ingresso per pullman, accanto a una centrale
elettrica, direttamente sulla strada
più trafficata di Telese, con la costante
presenza all'ingresso della coda di auto del
vicino semaforo. Incaricati di enti pubblici
interessati all'acquisto dell'immobile, dopo aver ispezionato il
mulino, lo hanno dichiarato non idoneo per
ospitare i loro uffici.
Nel gennaio 2006, grande enfasi viene
data alla "spontanea protesta" degli studenti
del Liceo telesino, (guidati dal sindaco
telesino Capasso e dal vice Caporaso) che
vengono ricevuti dal presidente Nardone il quale assicura
che in un breve lasso di tempo, si provvederà
alla realizzazione di una sede più idonea. Il
giorno successivo alla protesta,
l'amministratore Nardone rende
noto che il nuovo polo scolastico "si farà"
nell'ex mulino Capasso & Romano.
Qualche giorno dopo l'assessore provinciale
Grimaldi, assessore al patrimonio ed edilizia
scolastica, smentisce il proprio
presidente Nardone: «Stiamo valutando tre
possibilità». Pochi giorni dopo Grimaldi, chissà
per quale sconosciuto arcano, inesorabilmente
ritratta.
La polemica cresce nella privavera-estate del
2006 fino a rendere necessario un sopralluogo
dei consiglieri provinciali. Nella dichiarazione
del consigliere Gagliardi le risultanze della
visita: “Il sopralluogo effettuato giovedì
scorso ha confermato ulteriormente il
convincimento che l'immobile prescelto è
inadeguato alla realizzazione di un polo
scolastico di eccellenza. Si trova su una strada
statale a scorrimento veloce, dunque pericolosa,
vicino al commissariato di polizia e alla Torre
longobarda, sito di interesse storico –
archeologico. Nei pressi sorge anche una
centrale elettrica. Ma soprattutto – aggiunge
Gagliardi – non bisogna dimenticare che siamo in
zona fortemente sismica e che sotto l'immobile
scorre il Grassano, per cui occorrerebbero somme
consistenti.
Dal giorno del sopralluogo dei consiglieri
provinciali e fino alla data odierna, c'è un
susseguirsi di proteste di cittadini, studenti,
insegnanti e politici per scongiurare
l'acquisto del mulino. Nel tentativo di contrastare la
volontà plebiscitaria della popolazione, Nardone
si è anche reso protagonista di una gravissima scorrettezza:
una bugia pubblica; dichiara sulle pagine de Il Sannio Quotidiano di aver ricevuto "una richiesta
del preside per presentare agli allievi, ai
docenti, al personale non docente e ai genitori
il progetto elaborato dagli Uffici per la
ristrutturazione dell'ex Molino".
La preside,
Assunta Fiengo, il giorno dopo, dichiara di non
aver mai chiesto di conoscere progetto legato al Mulino. Ha
semplicemente chiesto, all'ufficio provinciale,
una struttura idonea per il Liceo diversa da
quella attuale. Che figura! E pensare che
Nardone con la sua faccia va a rappresentare il
Sannio nel mondo!
Il
20 settembre sul caso "Nardone-mulino"
viene richiesto l'intervento della Presidenza
del Consiglio dei Ministri, attraverso una
interrogazione parlamentare presentata dal
senatore Tommaso Sodano.
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Si
parla di polo scolastico di eccellenza! Che
parolone! Con la
scuola nel mulino altro che eccellenza! Si dovrà
penare per parlare di polo scolastico
della mediocrità.
Senza
entrare nei dettagli sull'adattamento
pasticciato delle aule, esempio lampante è
l'assenza della palestra, fulcro di una comunità
scolastica. Gli studenti, nell'ora di attività motoria dovrebbero attraversare la strada trafficatissima
per recarsi ad una palestra distante 20 minuti di cammino. Con
l'andata ed il ritorno l'ora è bella che saltata
ed i vantaggi di una sana attività psicofisica
completamente annullati. Senza una adeguata cura
del corpo, anche gli insegnamenti fanno
fatica ad entrare nella mente; lo dicevano anche
gli antichi. Ma cosa gliene frega a Nardone del
benessere degli studenti? Il presidente della provincia
ha evidenziato, in questo caso, di amminstrare
in direzione opposta rispetto alle esigenze
degli utenti.
In questo
clima di
barbarie, arroganza, testardaggine, pessima
amministrazione, il presidente Nardone, nonostante l'opposta
volontà dei cittadini e del consiglio
provinciale, insiste ed organizza per il giorno
martedì 14 novembre (alle ore 17:00 al palazzo
dei congressi di Telese Terme) la presentazione
della "proposta progettuale" per spiegare che
l'acquisto del rudere con miliardi (di vecchie
lire) pubblici è
cosa buona e giusta, quasi un opera pia.
E'
motivo di grande gioia sapere che la
popolazione si sta già mobilitando per
farsi trovare al di fuori del palazzo dei congressi
e per avere diritto alla parola nel pacchetto
preconfezionato della presentazione.
Comunque vada "l'affare
Nardone-D'Occhio-Mulino", la sola
proposta dell'acquisto del mulino è già segno di
palese inciviltà. Mi auguro un futuro migliore,
con una classe politica più attenta e meno
sfacciata. |