LETTERA APERTA A UNA…VECCHIA PANCHINA
Aldo Maturo
lo so, hai ragione, è inutile che ora io ti riappaia
all’improvviso e ti chieda scusa per non essermi
fatto vivo per tanto tempo mentre tu lì, tutta
soletta, te ne sei stata per tanti anni al sole,
al vento ed alla pioggia a farti sbriciolare e
spietruzzare giorno per giorno sempre pronta ad
ospitare, come una bella donna, chi ti vedeva
libera e disponibile. Eri bella, originale, con
quel tuo vestitino piastrellato, l’aspetto da
matrona, quella forma sinuosa capace di
accoglierci per ore ed ascoltare con infinita
discrezione i sogni di noi ragazzi borbottando
quando, per eccessiva confidenza, scambiavamo
la tua rotonda spalliera per il sedile.
Sono passato a trovarti e non c’eri più. Al tuo posto una
panchina fiammante, tutta impettita con le sue
stecche in ferro verde oliva, di quelle che ti
“firmano” il passaggio sul fondo del pantalone e
la schiena anche per il tempo di una sola
sigaretta. Ho chiesto di te a lungo, ti ho
cercata ed infine ti ho trovata, laggiù in fondo
al paese, lontana dalla vita, nel cimitero delle
cose perdute, fra arbusti incolti e mille altri
oggetti del passato. Che pena mi hai fatto, con
la schiena a pezzi, le costole arrugginite ed i
piedi distrutti affondati nel fango e le
sterpaglie.
Ti volevo raccontare tante cose, sai, ma credo che forse
non ti interessano più. Vorrei che tu potessi
rinascere per vedere quante cose sono successe
da quando ti hanno mandata in pensione. Tu eri
abituata al silenzio, all’intimità, alla
nebbiolina di novembre, alle prime effusioni di
tanti innamorati, ai racconti di tante
avventure inventate ed inesistenti. Sei stata
testimone delle nostre vite, di tutti i travagli
e i passeggi del Viale, quello di una volta, con
la sua chioma ombrosa rifugio di mille e mille
rondini. Hai resistito per un pezzo anche dopo,
alle tante auto e allo smog che ti prendeva alla
gola. E’ tutto cambiato, cara amica mia.
Dovresti vederlo il tuo vecchio viale dopo il
restilyng del chirurgo plastico! Spazi enormi
piastrellati, isole pedonali, aiuole
polifunzionali, policromia di colori, luci
dappertutto. Un vero salotto, come dicono,
visibile anche on line.
Sta zitta, lo so quello che pensi, è vero, non è
dappertutto così. Ma tu lo sai come vanno queste
cose. Succede in tutte le città. E’ un po’ come
nelle famiglie: si sacrificano le zone
d’ombra della casa per comprare il salotto
buono, quello dove si ricevono gli ospiti e fare
bella figura. In fondo gli ospiti mica si
portano in giro a vedere le camere in
disordine! Lo sai che in questo mondo l’apparire
è più importante dell’essere. Tranquilla allora,
abbi fiducia, prima o poi un papà premuroso
cambierà un po’ alla volta tutti i mobili di
casa e non ci saranno più zone da nascondere.
Non borbottare, non essere pessimista, tanto per te
comunque non ci sarebbe stato più il posto, né
in salotto né in soffitta. Resta con i tuoi
ricordi, piccola cenerentola del tempo che fu.
Affettuosamente
Aldo
Maturo
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