3 settembre 2006
Telese, caso mulino, Nardone fa chiarezza
da Il Mattino

 

 

Provincia-Comune, schermaglie sul Prusst

GIANNI DE BLASIO

Caso Telese e Prusst: Nardone fa chiarezza. L'acquisto dell'immobile nel centro termale e la mancata informativa da parte del sindaco di Benevento in ordine al futuro del Prusst hanno amareggiato il presidente della Provincia. Domani, il consiglio provinciale tornerà sulla questione dell’acquisto di un immobile da adibire a scuola superiore in Telese Terme dopo che già si è espresso due volte contro le sue posizioni.

La vicenda, in sintesi, dell’ex mulino Romano e Capasso. «Guardi, a monte c’è un protocollo d’intesa siglato tra Provincia e Comune, in forza del quale ci siamo presi carico di risolvere il tema della scuola a Telese, compatibilmente con le nostre finanze e le capacità di investimento».

In sostanza, senza pensare a nuove costruzioni? «E così: infatti, per le scuole in questi anni non abbiamo avviato nessuna nuova costruzione, abbiamo margini di manovra molto esigui, al punto che l’unica cosa che possiamo porre in campo per la scuola è la riconversione dei fitti passivi in mutui. Se avessimo avuto la possibilità di acquistare un terreno e realizzare un edificio “ex novo”, sarei stato felicissimo di farlo; ma è un’utopia».

Quindi come intendete operare? «Nel solo modo che ci è concesso: acquisendo immobili, anche non utilizzati e abbandonati, ma ristrutturabili e adattabili a edilizia scolastica secondo i vincoli di legge. Per esempio, il Comune di Telese ci aveva indicato due possibili soluzioni e cioè la riconversione di un impianto di falegnameria e il vecchio mulino. Si passò quindi alla fase della quantificazione economica dell’operazione mediante una valutazione dell’Ufficio Tecnico Erariale che constatò che la proprietà della falegnameria non era disponibile, mentre per quanto riguarda l’altra opzione, è stata da noi disposta una stima economica sul costo di realizzazione di un’aula in riferimento a quello complessivo dell’operazione: è risultato che è il più basso in assoluto tra quelli mai sostenuti dalla Provincia. Poi, si deve tener conto che la soluzione del mulino avrebbe consentito di superare in tempi rapidissimi, con piccoli lavori, l’emergenza che noi abbiamo rispetto ad almeno dieci aule che vengono ospitate in maniera inadeguata».

Lei, insomma, resta fermo nelle sue convinzioni sul modo di risolvere il problema? «Rispetto alle obiezioni che sono state sollevate, come quella che il Mulino è situato nei pressi di un commissariato di Polizia, sì; anche la questione della centrale elettrica nei paraggi mi sembra pretestuosa perché in realtà è a distanza di sicurezza com’è stato riscontrato».

Come spiega l'atteggiamento di Udeur e Ds, che sono contrari a tale soluzione? «Io spero, per la stima che ho delle formazioni di governo, che non sia un fatto personalistico riguardo alla proprietà, perché ciò significherebbe un arretramento antidemocratico e antimoderno delle Istituzioni».

L’Udeur sostiene che non si possono prendere decisioni senza ascoltare le istanze della gente. «I partiti sono fondamentali, ma ci sono anche gli eletti che hanno il diritto e il dovere di assumersi la responsabilità di prendere una decisione a fronte dei problemi sul tappeto e per un rispetto dovuto alla collettività».

Era stata ipotizzata una verifica di maggioranza. «C’è stata una doppia contingenza che l’ha frenata e cioè la pausa agostana e la festa nazionale dell’Udeur».

Lei si aspetta che il provvedimento su Telese passi? Ed, inoltre, lei e Grimaldi, non vi sentite sconfessati dai vostri stessi partiti? «No, io mi sento amareggiato, che è una cosa diversa: non ricordo che si sia mai verificata una simile contrapposizione su una materia amministrativa che si è dilatata fino ad assumere connotazioni politiche devastanti. Di tanti provvedimenti assunti a favore della città di Benevento nessuno ha mai visto tali prese di posizioni. Io mi aspetto che ciascun partito si assuma le proprie responsabilità con risposte concrete, nella consapevolezza che la concertazione tra le Istituzioni è un valore da preservare».

A proposito di concertazione, come giudica le recenti nomine del sindaco di Benevento nel Prusst? «Francamente io queste nomine le ho apprese dai giornali. Abbiamo valutato però l’esperienza complessiva del Prusst, che risale ormai a circa sette anni fa: con il vecchio governo di centrodestra avevamo avuto una interlocuzione circa alcune difficoltà strutturali di questa entità, soprattutto a ragione del fatto che esso si fonda su decreto ministeriale antecedente al 2000 ed alla Riforma del Titolo V della Costituzione e al testo Unico sugli enti locali, quindi su normative di vecchia generazione non adeguate ai nuovi livelli di competenze in particolare quelle Province. Questo a noi sembrava necessario per evitare di fare del Prusst un surrogato delle competenze altrui. Su questo punto non siamo disposti a cedere: ci sembra assurdo, infatti, considerare valida la teoria secondo la quale l’Accordo del 1999 debba essere una sorta di una gabbia nella quale far confluire tutti i successivi patti e progetti di pianificazione. Io sono per le interazioni tra le Istituzioni. Queste obiezioni le ripropongo all’amministrazione comunale in carica: mi auguro che il sindaco si riprenda dall’infortunio e trovi il tempo di affrontare la questione».

Le nomine, però, sono antecedenti all’infortunio. «Questo non lo so; io so solo che se non verranno accolte le nostre obiezioni la Provincia uscirà dal Prusst, considerando esaurita questa esperienza che è superata del Piano di Coordinamento territoriale provinciale».

 

 

 

     

 Valle Telesina


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