17 febbraio 2006
Valle Telesiina senza vocazione turistica
Silvio Pellicanò

 

 

Perché la Valle Telesina non è un territorio a vocazione turistica

 

Nei miei dieci anni e più di vita in Valle Telesina mi sono occupato, così come me ne occupo tuttora in maniera modesta e marginale, di quello che stato da sempre la mia passione, ovvero il Turismo.

 

E, a parte rispondere a quella esigenza interiore che di tanto in tanto mi prende e mi spinge a conoscere e a guardarmi intorno nei luoghi in cui vado, molto ho creduto nelle potenzialità turistiche della valle Telesina cui, in virtù proprio del mio amore per l’osservazione, riconosco grosso fascino.

 

Il mio carattere militante mi ha spesso indotto a giocare il ruolo del tour operator incoming senza scopo di lucro se non il piacere di avere casa mia come piccola succursale delle Nazioni Unite ospitando i numerosi amici che nei viaggi mi sono fatto.

 

Mi sono inventato quindi albergatore, promoter, guida, animatore, autista per rapidi transfer da e per Capodichino con qualche puntatina a Ciampino e talvolta anche a Fiumicino.

 

Davanti a tavole imbandite di prodotti tipici e vini sanniti che ho sempre orgogliosamente cercato di promuovere ho avuto lunghi scambi di vedute con i miei ospiti grazie alle quali sono giunto, amaramente, alla conclusione che la Valle Telesina non è un territorio a vocazione turistica.

 

E  di tutto ciò si potrebbe ovviamente ancora discutere a sufficienza, ma io, personalmente, non ne ho più voglia e, forse anche codardamente, faccio la mia osservazione e metto un punto.

 

Le motivazioni che mi hanno portato a questa conclusione sono, a mio avviso, le seguenti e maldestramente sintetizzate.

 

1.      Manca una accessibilità in senso logistico alla Valle. Dall’incrocio di Maddaloni la cartellonistica è sommaria e mi da tanto l’idea di “chi si accaparra la posizione più visibile è fortunato”.( la sagra, il mobilificio, il Bed&Breakfast, Carlo e Maria sposi qui a destra!)  Di qui la giungla di segnali molti dei quali carinamente artigianali, ma inutili allo scopo.

2.      La viabilità è a livelli pietosi. Non faccio paragoni con altre parti meno fortunate del mondo perché non sono solito stabilire primati culturali. La guida nelle strade urbane delle nostre rinomate cittadine assomiglia più ad una gimkana per sventare il fosso o il tombino  piuttosto che alla fluida passeggiata per le altrettanto rinomate località umbre e toscane che ci permette anche di gettare lo sguardo al paesaggio circostanze. (Me lo hanno fatto notare i miei amici inglesi!)

3.      Manca una cultura dell’ambiente. Crediamo di vivere in un’oasi verde mentre ci avviamo, con questi ritmi, ad essere circondati da grosse quantità di bottiglie di plastica e di lattine (riciclabili!). Se consideriamo la densità della popolazione della Valle Telesina i rifiuti della famigerata Napoli sono, in proporzione e paradossalmente, di meno. E la Fondo Valle Isclero, che di fatto collega la Valle Telesina con le grandi vie di comunicazione (nel bene e nel male), è già un eloquente biglietto da visita dei luoghi che raggiunge. (Me lo hanno fatto notare i miei amici tedeschi!)

4.      Manca una politica integrata degli eventi culturali che spesso si accavallano o si assomigliano tra di loro troppo per  riuscire a conquistarsi uno spazio ed un’ identità che ne valorizzi le potenzialità culturali ed economiche

5.      Infine manca la cultura del consorzio; ognuno tende a considerare l’utile particolare a breve scadenza, piuttosto che l’utile generale che, è vero, arriva normalmente a lunga scadenza dopo anni di investimenti economici e culturali, ma che sicuramente ha effetti benefici su tutta la collettività puntando su un turismo più stanziale, piuttosto che quello mordi, sporca e fuggi, ma soprattutto spendi poco.

 

Lo so che la mia è un’analisi che può apparire avventata, superficiale e politically uncorrect, ma mi fa molta rabbia continuare a vedere stranieri che preferiscono passare le vacanze in posti che poco in più hanno rispetto al nostro Sannio ed ancor di più mi rammarica vedere giovani costretti ad andare lontano a impiegare altrove le loro forze, la loro fantasia e la loro imprenditorialità, soprattutto emotiva ed emozionale.

Silvio Pellicanò 

 

 

 

     

 Valle Telesina


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